mauridal
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mercoledì 16 agosto 2023
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tutt''altro che commedia
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Tutt’altro che commedia, il film, presenta inizialmente una sequenza di argomenti leggeri, legati da un filo comune ovvero le feste comandate o da calendario, come occasioni di incontro tra familiari, e tra amici in casa o in vacanza. Affronta invece temi profondi tra il dramma intimo e la valenza sociale laddove alcuni temi diventano una riflessione oltre l’intimità familiare o dramma individuale per proporsi come una crisi dei valori morali della attuale società. Noi in quanto spettatori del film, siamo anche coinvolti o addirittura partecipi alle vicende dei personaggi del film. Gli episodi più coinvolgenti riguardano i rapporti tra genitori e figli, tra anziani e giovani, o personaggi che pur avendo un ruolo sociale sono assaliti da angosce di solitudine e individualismo tale da mettere in discussione radicalmente la propria vita. Dunque, un film che dall’apparente facile commedia, ci invita ad una più intensa e riflessiva analisi dei nostri rapporti umani, e poiché attraversa più generazioni, anche la fascia giovanile è coinvolta in questo discorso. Nel merito potrei dire che i quattro episodi si distinguono per una netta divisione generazionale, dove si narra di vecchi genitori che prossimi alla morte lasciano una incertezza interrogativa ai figli, ormai adulti che seppure irrisolti, continuano la vita con altri figli o altre speranze. Nel mentre gli altri episodi trattano di fragili esistenze sia giovanili, che di persone mature e arrivate nel lavoro, che fanno conti con sé stessi. Vale la pena sottolineare l’episodio dei giovani figli di una coppia, bene, ragazzi che agiscono in episodi di violenza nei confronti di una ragazza coetanea, operando anche sui social, una sorta di cyber bullismo. Questo fenomeno è presente diffusamente nella nostra società, diventando per alcuni reali fatti accaduti, un dramma per le ragazze e i ragazzi coinvolti. Il merito di questo film è, ad opera dei due autori e sceneggiatori, di aver compreso e narrato realisticamente a cinema, in un linguaggio semplice e diretto, alcuni argomenti che la grande massa di persone giovani e anziani, sfiorano solo attraversi i grandi media, TV e giornali, ma che alla fine non portano ad alcuna riflessione autocritica, nulla che possa modificare i comportamenti. Da segnalare inoltre le ottime interpretazioni dei personaggi, ad opera di un cast di attori noti e professionali, tra tutti il vecchio genitore di Renato Carpentieri, anche Bentivoglio e Battiston, i un serrato confronto di bravura e infine Rocco Papaleo in un episodio di intensa espressività attoriale, bravi tutti, in una rara intesa tra regia e interpretazione che coinvolge gli stessi autori. (Mauridal)
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felicity
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venerdì 9 febbraio 2024
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nelle miserie dell''animo umano
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Se I migliori giorni non ha convinto del tutto, questi peggiori, invece, dimostrano di saper graffiare, sfruttando totalmente una retorica cinematografica funzionale per il discorso mosso dai registi Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo, che si sono alternati nella regia e nella scrittura dei rispettivi quattro episodi.
Sarà il momento, sarà il peggiorativo del titolo, saranno le storie raccontate, ma l'intenzione originale appare rispettata in un sequel che sequel non è, bensì risulta come una conseguente proiezione dei temi già affrontati.
Vero è che la scrittura dona un senso amaro a quelle festività che allacciano e legano lo scopo di un'opera decisamente corale.
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Se I migliori giorni non ha convinto del tutto, questi peggiori, invece, dimostrano di saper graffiare, sfruttando totalmente una retorica cinematografica funzionale per il discorso mosso dai registi Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo, che si sono alternati nella regia e nella scrittura dei rispettivi quattro episodi.
Sarà il momento, sarà il peggiorativo del titolo, saranno le storie raccontate, ma l'intenzione originale appare rispettata in un sequel che sequel non è, bensì risulta come una conseguente proiezione dei temi già affrontati.
Vero è che la scrittura dona un senso amaro a quelle festività che allacciano e legano lo scopo di un'opera decisamente corale.
Una coralità tecnica, narrativa, nonché interpretativa.
Al contrario de I migliori giorni, questo film esula la comicità forzata, puntando invece su toni amari e oscuri. Una scelta sensata, anche perché la materia, pur infarcita di smaccata retorica, si presta al racconto corale.
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jonnylogan
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lunedì 14 agosto 2023
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w le feste
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Il miglior cinema tricolore, o quasi, sfila sulle assi di questa seconda pellicola girata ancora una volta a quattro mani da Massimiliano Bruno e Edoardo Leo che firmano anche la sceneggiatura del sequel de I migliori giorni (id.
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Il miglior cinema tricolore, o quasi, sfila sulle assi di questa seconda pellicola girata ancora una volta a quattro mani da Massimiliano Bruno e Edoardo Leo che firmano anche la sceneggiatura del sequel de I migliori giorni (id., 2023), dividendo anche questa secondo film in quattro episodi, già pronti al momento dell'uscita dei precedenti quattro capitoli, e ancora una volta idonei a esplorare cosa possa accadere non solo in corrispondenza delle festività e ricorrenze ma in qualunque momento dell'anno.
Trait d'union fra i due film la festa di Natale da trascorrere sempre in compagnia della medesima famiglia formata da tre fratelli fra loro estremamente differenti sia per carriera che per convinzioni personali: Edoardo Leo, attore ancora a caccia delle propria occasione e perennemente disoccupato, Massimiliano Bruno, imprenditore nel settore dei locali e Anna Foglietta, politica di professione. Riunitisi a casa del padre (un eccellente Renato Carpentieri) in attesa di sapere cosa desideri come regalo. Si prosegue analizzando una Festa dei Lavoratori sui generis e non solo perché trascorsa in una fabbrica del profondo nord-est da due cugini, l'ex operaio (Giuseppe Battiston) e l'imprenditore (Fabrizio Bentivoglio), posizionati su barricate opposte, ma perché il loro incontro rappresenta il più classico dei regolamenti di conti.
Si arriva a un Ferragosto dai risvolti imprevisti quando una coppia 'di 'radical chic' - lei giornalista di televisiva (Anna Ferzetti), lui docente universitario (Neri Marcorè) - va a chiedere spiegazioni a una coppia di coatti e vicini d'ombrellone composta da Ricky Memphis e Claudia Pandolfi, in merito ai comportamenti dei loro figli. Concludendo con un Halloween in cui un uomo disperato per la morte della moglie avvenuta anni prima (Rocco Papaleo) pur di dare una mano alla figlia si troverà costretto a esibirsi e a umiliarsi nelle vesti di mago alla festa di compleanno del figlio di un "vecchio amico" (Giovanni Storti).
Rispetto alla pellicola precedente questo secondo capitolo si abbandona meno a battute riservate in parte al primo dei quattro episodi, che richiama il canovaccio di Parenti serpenti di Mario Monicelli (id., 1992), per il resto quelle che si stagliano di fronte agli occhi del pubblico sono situazioni tratte dalla vita quotidiana di ognuno e nelle quali è fin troppo facile immedesimarsi. Ogni attore riesce a offrire alla narrazione di ogni episodio eccellenti prove espressivo - recitative con particolari menzioni per il duo Bentivoglio - Battiston, capaci di dare vita a monologhi e dialoghi a sfondo personale e lavorativo che per la passione con la quale sono recitati ricordano il miglior teatro drammatico, e Neri Marcorè nel ruolo di un padre seriamente preoccupato per le conseguenze che potrebbero colpire la propria vita famigliare e in particolare la vita di sua figlia.
Pellicola che troppo sbrigativamente può essere confusa con una commedia brillante ma che invece fa virare fin da subito l'attenzione verso la più classica delle domande personali: "Al loro posto Io cosa farei ?"
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