Diaz firma un'opera riflessiva e disperata all'insegna del peso di ciò che è stato. Espandi ▽
2019. Il ritorno del detective filippino Hermes Pauparan stavolta volge al passato, con il poliziotto ossessionato dall'idea filosofica di verità che convince i suoi superiori a riaprire un caso vecchio di quindici anni: la scomparsa della giovane Esmeralda nei pressi del lago Taal. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il regista asciuga ancora di più il suo cinema scegliendo immagini sfuggenti che obbligano l'occhio e il cervello ad associazioni inconsuete. Drammatico, Corea del sud2023. Durata 61 Minuti.
Un giovane regista arriva su un'isola solitaria e trova la storia che vuole raccontare. Espandi ▽
Hong Sang-soo, cantore della poetica più minimalista, sembra aver cesellato la sua arte - così unica nel panorama globale - a tal punto da non avere più angoli da levigare, emozioni da sublimare, storie da distillare. Con in water, il suo cinema arriva ad offuscare se stesso, ad aggredire la sua forma visiva, presentando immagini fuori fuoco in varie gradazioni. È il motivo principale di interesse in un film particolarmente cristallino ed essenziale anche per i suoi standard, che supera a malapena i sessanta minuti di durata ma rappresenta una visione preziosa per i numerosi ammiratori del regista coreano. Non semplicemente fuori fuoco, ma elaborata in livelli di nitidezza e sovraesposta come a isolare meglio le sagome e i blocchi di colore, la fotografia del film è un parco giochi con attrazioni nuove, che obbliga l’occhio e il cervello ad associazioni inconsuete. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un documentario che passa in rassegna la vita di una donna e la storia del Marocco. Espandi ▽
The Mother of All Lies è un’esperienza filmica davvero unica, che ha la capacità stilistica di oltrepassare i confini del documentario più classico e la forza contenutistica delle grandi storie, quelle che meritano di essere raccontate con così tanta passione e con una così sorprendente creatività. La giovane regista guida lo spettatore, con grande maestria narrativa, nel cuore di due storie che si intrecciano costantemente: quella della sua famiglia e quella tragica e straziante di quel giorno del 1981, in cui molti manifestanti, in protesta per l’aumento del prezzo del pane, morirono o furono torturati, sotto i colpi di una repressione violenta del governo. The Mother of All Lies è più simile a un’opera d’arte che a un documentario. Scegliendo consapevolmente, infatti, la regista decide di abbandonare consuetudini e regole proprie del metodo documentaristico a favore di uno stile personale che abbraccia la drammaturgia più pura. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Quattro storie che immortalano il punto di svolta nella vita di alcune persone. Espandi ▽
Il cinema di parola di Cristi Puiu ha un nuovo capitolo finalizzato a non far prevalere l’oblio. Il titolo va decodificato. Non si tratta dell’omonima band metal ma di un numero romano che si riferisce ad un anno che resta nella storia dell’umanità: il 2020. Stiamo compiendo un’operazione di rimozione collettiva come se quell’anno appartenesse all’antichità. Invece non è così ed è bene che qualcuno ce lo ricordi. Lo fa senza avere timore per la lunghezza Non si tratta di una predica né di un ammonimento (Puiu rifugge da questi atteggiamenti). È piuttosto un invito a ricordare, a non mettere in un cassetto della memoria chiuso a chiave un periodo della storia comune che ha fatto emergere sicuramente la solidarietà ma anche un solipsismo che in alcuni stava solo attendendo l’occasione per poter emergere. Questa sua riflessione odierna ci ricorda che i piccoli uomini feroci di Pirandello non hanno tratto grandi lezioni dall’accaduto e che la ferocia più abbietta continua ad albergare in alcuni di loro. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un racconto di formazione che non risparmia allo spettatore la visione cruda e spietata di un mondo. Documentario, Burkina Faso, Francia2023. Durata 85 Minuti.
Un film che segue il sedicenne Rasmané mentre cerca fortuna tra le miniere. Espandi ▽
Rasmané, detto Bolo, è un adolescente di 16 anni, un ragazzo la cui vita è scandita dalla ricerca dell’oro nel sito di Bantara, in Burkina Faso. Il lavoro è massacrante, ma la sua speranza e la sua determinazione lo spingono oltre ogni limite fisico e mentale. Il regista Boubacar Sangaré decide di approcciarsi a questa storia con gli occhi di chi l’ha già vissuta in prima persona: ha lavorato lui stesso in una miniera d’oro quando era un adolescente. Il suo sguardo privo di artifizi narrativi, attraverso il quale brilla l’autenticità di immagini e gesti, è il più sincero che si possa ottenere. Al di sopra di ogni stratagemma o cieco manierismo, c’è la rappresentazione filmica di un’avventura che vive dei propri doverosi silenzi e dei suoi protagonisti, più che mai reali e tangibili sullo schermo. Non è una semplice storia di riscatto ed emancipazione, piuttosto un racconto di formazione che non risparmia allo spettatore la visione cruda e spietata di un mondo nel quale la parola d’ordine non è solo sopravvivenza, ma anche speranza. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un uomo viene a sapere dove si trova sua padre scomparso da quarant'anni. Sarà l'occasione per finalmente rivederlo. Espandi ▽
Gu Wentong, un uomo single di mezza età, incontra al lavoro Ouyang Wenhui. Per caso, Gu Wentong scopre dove si trova suo padre, scomparso da più di 40 anni. Con l'incoraggiamento di Ouyang Wenhui, Gu Wentong decide di affrontare suo padre e riconquistare la relazione padre-figlio perduta da tempo. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Tre storie di cani che esplorano la complessità delle relazioni umane, rendendo visibili gli ostacoli dell'amore e della solitudine. Espandi ▽
Tre storie sui rapporti tra cani e umani si intrecciano, rivelando le complessità e il lato assurdo della vita. Un montatore di film si vede affidare dalla vicina di casa il chihuahua di un altro dirimpettaio, improvvisamente deceduto. Lui acconsente per compiacere la ragazza ma si scoprirà terrorizzato dall'animale. Una famosa modella e attrice perde in un colpo solo per un incidente stradale l'adorata cagnolina e l'assistente personale. Troverà una nuova tuttofare e pure un altro cane, ma lo strano rapporto instaurato con loro condurrà ad esiti nefasti. Tra il vigilante di un supermercato e una cleptomane nasce una storia d'amore, ma verrà messa a rischio dalla presenza del cane di lui.
Con un umorismo nero di fondo, il film del regista belga attraversa i generi ed esplora i legami amorosi e i rapporti tra classi sociali con uno sguardo tragicomico sempre acuto e spiazzante. Tutto è tenuto insieme da un umorismo nero di fondo che ci fa guardare ai drammi e alla solitudine della vita da una prospettiva sempre nuova e sorprendente. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un documentario in grado di ribaltare tutti gli stereotipi sulle donne irachene e sulle nuove generazioni. Documentario, Norvegia2023. Durata 60 Minuti.
Un viaggio intimo e drammatico che segue Tiba, una giovane donna irachena di diciannove anni che lotta per la libertà e l'uguaglianza. Espandi ▽
Nell’ottobre del 2019 molti giovani iracheni si riversano nelle strade per esigere un Iraq libero e democratico. La maggior parte dei manifestanti ha tra i 19 e i 25 anni: una di loro è la diciannovenne Tiba Fadhil. Con Baghdad on Fire, Karrar Al-Azzawi firma un lungometraggio che colpisce dritto al cuore grazie a una protagonista magnetica e affascinante, capace di ribaltare qualsiasi stereotipo sulle donne irachene e sulle giovani generazioni. Utilizzando uno stile documentaristico tradizionale, la telecamera segue Tiba giorno e notte per mostrare attraverso i suoi occhi la forza dei giovani in Iraq e le violenze che sono costretti a subire, andando quotidianamente incontro alla morte. Ciò che colpisce del film è il repentino e continuo alternarsi di momenti di gioiosa condivisione agli improvvisi attacchi armati che li colpiscono in maniera brutale. Protetti soltanto dalle loro bandiere, i manifestanti si ritrovano inermi di fronte alle minacce delle bombe a gas e dei lacrimogeni, pronte a spezzare i loro desideri di libertà e uguaglianza. Ben lontani da qualsiasi forma di individualismo e disinteresse per la politica e la comunità, i protagonisti del documentario di Al-Azzawi sono nati in un periodo di milizie, assassinii e rapimenti e hanno imparato a non avere paura di lottare per la propria libertà. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una giovane donna segue due persone che probabilmente soffrono della stessa malattia della madre ormai morta. Espandi ▽
Haru, una giovane impiegata in una libreria, ferma Yukiko col pretesto di chiederle alcune indicazioni. Ha
notato un dolore profondo sul suo volto. La commessa segue con discrezione anche Tsuyoshi, per
controllarne le espressioni. Tempo addietro, era una studentessa alle medie quando sua madre morì.
Proprio allora, le capitò di incontrare e parlare separatamente sia con Yukiko sia con Tsuyoshi. Entrambi
sembravano soffrire di cuore. Anni dopo, Haru è ancora sulle tracce di quei due, quasi per il rimorso di non
aver saputo aiutare sua madre pur conoscendone la tristezza. Haru ha continuato a sorvegliare Yukiko e
Tsuyoshi. E nelle diverse occasioni, quando incontra l'uno o parla con l'altra, le relazioni assumono nuove
dimensioni. Sono momenti nei quali Haru si confronta con i sentimenti verso sua madre e con il dolore
provato da quelle due persone. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un gruppo di studenti si prepara ad affrontare un mondo che sta cambiando in fretta. Espandi ▽
Negli anni '90, un gruppo di studenti del campus della Chinese Southern Academy of Arts va avanti con gli studi e si prepara ad affrontare il mondo. La Cina si sta aprendo all'Occidente e la vita degli studenti è un groviglio di storie d'amore e amicizie, ricerche artistiche, ideali e ambizioni portate da nuove influenze. Presi tra tradizione e modernità, devono decidere chi vogliono diventare. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un'opera di approfondimento importante ed originale sull'uso delle immagini nel processo di colonizzazione. Sperimentale, Belgio2023. Durata 75 Minuti.
Un'analisi sul nostro intrinseco sguardo coloniale, come persiste nel tempo e plasma il nostro modo di vedere, di pensare e di parlare del passato. Espandi ▽
Gli studi post-coloniali incontrano la storia della visualità. Così si potrebbe sintetizzare il film-saggio che con notevole estro visivo ma serio approccio antropologico indaga sulla natura e le modalità dello sguardo e della costruzione dell'altro. In particolare si parte dall'invenzione della lanterna magica, e come questa sarebbe stata impiegata per "vendere" il progetto coloniale, non solo nel regno belga ma anche ai colonizzati stessi. Per quanto fragili, queste immagini di vetro sono giunte a migliaia fino a noi. Riccamente colorate a mano, corrotte, orribilmente affascinanti, sono la materia principale del film, insieme a diapositive, fotografie e filmati d'epoca, illustrando la tensione fra esperienza estetica e ricaduta dell'ideologia coloniale. L'autore tenta di mappare lo sguardo coloniale da una broken view, una veduta incrinata, analizzando come esso persista nel tempo e plasmi il nostro modo di vedere, di pensare e di parlare del passato. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una regia magnetica e avvolgente apre una porta su una natura catartica in cui poter elaborare il lutto. Documentario, Camerun, Francia2023. Durata 75 Minuti.
La storia dei bambini del villaggio di Kolofata, un luogo all'apparenza tranquillo su cui incombe una terribile minaccia. Espandi ▽
Un film che racconta in modo intimo e delicato l’infanzia sofferta di tre bambini forti e resilienti del villaggio africano di Kolofata. Con una regia magnetica e avvolgente Cyrielle Raingou trasporta lo spettatore in un luogo affascinante e lontano, che diventa metafora di uno spazio interiore in cui prende forma un difficoltoso processo di elaborazione del lutto. Una caratteristica del cinema di Cyrielle Raingou - già regista di molteplici cortometraggi di tipo documentaristico - è proprio quella di raccontare le identità culturali dell’Africa attraverso leggende, metafore e simbolismi. E infatti anche in Le spectre de Boko Haram emerge in modo chiaro lo spirito che anima gli abitanti di Kolofata, le cui tradizioni sembrano immerse in un’atmosfera magica e surreale, legata ad antiche mitologie. In questo contesto quasi onirico prende vita il percorso di elaborazione del lutto dei bambini, su cui lo sguardo della macchina da presa si posa con delicatezza, lasciando da parte ogni forma di pietismo. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un'opera ibrida innovativa ed ambiziosa che nell'affrontare il tema del razzismo arriva dritta al cuore. Documentario, Paesi Bassi2023. Durata 72 Minuti.
Sophia, Hanna, Khadija, e la stessa regista Niki, si ritrovano in un nuovo mondo: i Paesi Bassi. Dopo anni, ancora le stesse domande: da dove vieni, parli olandese, ti abbronzi al sole? Espandi ▽
A meta tra film di finzione e documentario, All You See scandaglia l’ipocrita rispettabilità della società olandese in maniera emotiva, intima ed ambiziosa. Costruendo uno stile narrativo del tutto fluido e innovativo, che si presenta come una sorta di mediazione tra documentario e lungometraggio narrativo, Niki Padidar realizza un’opera che afferma il suo carattere personale prima di ogni altra cosa. L’analisi della regista è ad ogni modo mirata a svelare e smontare metodicamente quelli che sono i sistematismi derivanti dal razzismo endemico che permea la società olandese. Tutto questo emerge però dalle parole e dalle testimonianze delle immigrate, dalla loro frustrazione dinnanzi a una società che da una parte le ha integrate, ma che dall’altra continua imperterrita a rifiutarle e a ghettizzarle. Tutto avviene sul piano emotivo, che è una lingua universale che trascende l’aspetto meramente ideologico, motivo per cui il film arriva dritto al cuore dello spettatore. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La storia di una pioniera che ha sfidato l'industria cinematografica diventando un'ispirazione per molte generazioni: l'attrice giapponese Keiko Kishi. Espandi ▽
Nata nel 1932, Keiko Kishi è stata una delle prime attrici giapponesi conosciute in tutto il mondo. La sua decisione di trasferirsi in Francia e di sposare il regista Yves Ciampi nel 1957, dopo che lui l'aveva diretta in Tifone su Nagasaki con Jean Marais e Danielle Darrieux, causò un enorme scandalo in Giappone. Nonostante questa trasgressione, Keiko Kishi continuò a recitare nel suo paese d'origine con Kon Ichikawa, Yasujiro Ozu, Masaki Kobayashi... costruendo ponti unici tra la cultura giapponese e quella europea. Libera e ribelle, si emancipò dai numerosi ostacoli che incontrò nell'industria cinematografica e creò la sua società di produzione all'inizio dei suoi vent'anni. Ripercorriamo la storia di una pioniera, un'ispirazione per molte generazioni. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un esordio amorevolmente curato nei dettagli che sa raccontare una nazione divisa tra le sue generazioni. Thriller, Corea del sud2023. Durata 121 Minuti.
Un ragazzo annuncia improvvisamente di non voler assumere la gestione dell'azienda di famiglia. Espandi ▽
La famiglia Kim, che gestisce una fabbrica per la produzione di tofu nel villaggio di Daegu, si ritrova ogni anno per i riti buddisti di omaggio agli antenati. Il fragile equilibrio va in frantumi quando Seong-jin dice di non volersi occupare della fabbrica e quando muore la matriarca Mal-nyeo, saggia mediatrice tra le generazioni di Kim. A un occhio superficiale si potrebbe liquidare House of the Seasons come il tipico dramma famigliare, in cui i contrasti tra generazioni procedono di pari passo con la difficile eredità di una fabbrica di tofu, che richiede sacrifici che nessuno vuole più intraprendere. Ma è la cura amorevole per i dettagli a rendere speciale il debutto nel lungometraggio di Oh Jung-min. Le ispirazioni di Oh sono rielaborate in una vicenda intrinsecamente sudcoreana, tanto per la rassegnata ciclicità degli eventi nel susseguirsi delle stagioni, che per la scarsa capacità di trattenere le emozioni, spesso esibite in contesti forzatamente corali come le ricorrenze. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.