pigi51
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domenica 16 aprile 2023
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una noia teatrale
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Non amo molto le pellicole che sembrano nate per una esposizione teatrale perchè manca quell'anima aperta del film convenzionale, quegli spazi, quella luce, quella pienezza che ti fa sognare e ti fa sembrare parte di quella narrazione. Qui si vive nella noia e negli stereotipi delle coppie in crisi e dall'altra delle coppie "moderne", edoniste, che vogliono tutto dalla vita e non si accorgono dello squallore in cui sono precipitati. Se la prima parte del film è noia la seconda è volgarità fine a sè stessa , nella ricerca di adepti alle pratiche orgiastiche di una coppia certamente non tradizionale ma un pò enfatizzata anche perchè alcuni interpreti, in particolare la Lodovini , non trasmettono quella frenesia del sesso sfrenato da baccanale che si vorrebbe far credere.
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Non amo molto le pellicole che sembrano nate per una esposizione teatrale perchè manca quell'anima aperta del film convenzionale, quegli spazi, quella luce, quella pienezza che ti fa sognare e ti fa sembrare parte di quella narrazione. Qui si vive nella noia e negli stereotipi delle coppie in crisi e dall'altra delle coppie "moderne", edoniste, che vogliono tutto dalla vita e non si accorgono dello squallore in cui sono precipitati. Se la prima parte del film è noia la seconda è volgarità fine a sè stessa , nella ricerca di adepti alle pratiche orgiastiche di una coppia certamente non tradizionale ma un pò enfatizzata anche perchè alcuni interpreti, in particolare la Lodovini , non trasmettono quella frenesia del sesso sfrenato da baccanale che si vorrebbe far credere. Dall'altra un Bisio sempre attento a rispettare il suo clichè, fatto di cinismo e ironia, a fare da contraltare alle assurdità dell'altra coppia che in qualche modo sembrano coinvolgere la bella Puccini, anche lei poco credibile nella parte di aspirante scambista, e un vai e vieni di situazioni che non riecono a svegliare lo spettatore dal torpore in cui è precipitato.
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eugenio
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domenica 12 marzo 2023
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orgia? no grazie
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Una commedia-dramma da camera finemente realizzata e basata su un brillante testo teatrale di Cesc Gay, Vicini di casa, con due coppie, Bisio-Puccini/Lodovini-Marchioni, protagoniste è specchio della crisi dell’amore di coppia oggigiorno. E grazie ad attori di teatro, Bisio in primis capace con leggerezza di alternare tempi comici a momenti drammatici, nella dinamica di coppia di una cena, nasce, come in Perfetti sconosciuti senza la vitalità acerba di Carnage, un exemplum di intrattenimento riflessivo che guarda all’analisi di un linguaggio, quello del corpo, con l’attenzione di chi questi argomenti, spesso, per quotidianità o semplice disagio, rifiuta di vedere.
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Una commedia-dramma da camera finemente realizzata e basata su un brillante testo teatrale di Cesc Gay, Vicini di casa, con due coppie, Bisio-Puccini/Lodovini-Marchioni, protagoniste è specchio della crisi dell’amore di coppia oggigiorno. E grazie ad attori di teatro, Bisio in primis capace con leggerezza di alternare tempi comici a momenti drammatici, nella dinamica di coppia di una cena, nasce, come in Perfetti sconosciuti senza la vitalità acerba di Carnage, un exemplum di intrattenimento riflessivo che guarda all’analisi di un linguaggio, quello del corpo, con l’attenzione di chi questi argomenti, spesso, per quotidianità o semplice disagio, rifiuta di vedere.
Giulio (Bisio) è un musicista ora lontano dai concerti, insegnante al conservatorio, Federica (Puccini) ha un negozio. Sono sposati da anni e hanno una figlia piccola; lei avrebbe desiderato più bambini contro il volere del marito che con un atteggiamento sarcastico spesso glissa l’argomento, nascondendo la sua fragilità in un pacato dramma interiore. Salvatore (Marchioni) è un pompiere neopromosso capo della sicurezza, Laura (Lodovini) la psicologa compagna. Abitano al piano di sopra di Giulio e Federica e non nascondono la loro intesa sessuale, profondendosi in orge estatiche con tanto di partner rumorosi. Accade quindi che Federica con un aperitivo li invita contro il volere di Giulio che vorrebbe in realtà solo allontanarsi da loro. Da questo pretesto, nasce un confronto inteso a esplorare le dinamiche di coppia: se Giulio si manterrà sulla difensiva, Federica non potrà che rimanere curiosa da quella proposta di sesso di gruppo a cui la coppia di Salvatore e Laura intimamente tende.
Il film, un’ora e mezza appena, convince con un’intesa vincente. E gli elementi ci sono: la naturalezza posticcia in cui le due coppie si muovono, una, quella della Lodovini-Marchioni affiata e sessualmente attiva, l'altra Bisio-Puccini spenta e prigioniera della routine con tanto di crisi nervose e litigate; il set intimo, la casa, in cui i demoni vengono alla luce, la consapevolezza di come nel confronto con una vitalità mai sopita, sia meglio cambiare vita e forse partner e in fondo il sesso come quinta del palcoscenico.
Il sesso, già, è lui il protagonista di Vicini di casa. Permea una commedia piacevole, priva di quel sentore e buonismo capace di toccare corde spesso poco affrontate forse perché considerate troppo intime e riservate. Eppure, il film, tutt’altro che pruriginoso, riesce a delineare una dinamica relazionale con un registro che vira dalla malinconia all’imbarazzo, interrogandosi sul significato della parola dialogo e soprattutto dell’intesa, spesso relegata alla tiepida solitudine esistenziale.
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