
Titolo originale | Serpent Queen |
Anno | 2022 |
Genere | Storico |
Produzione | USA |
Regia di | Stacie Passon, Ingrid Jungermann |
Attori | Samantha Morton, Barry Atsma, Amrita Acharia, Enzo Cilenti, Sennia Nanua Kiruna Stamell, Liv Hill, Naomi Battrick, Colm Meaney, Adam Garcia. |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento domenica 2 ottobre 2022
Dal best seller "Catherine de Medici: Renaissance Queen of France"di Leonie Frieda.
CONSIGLIATO SÌ
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L'algida Caterina de' Medici (Samantha Morton), regina reggente del regno di Francia in seguito alla morte del figlio, decide di chiamare a sé una delle povere ragazze al servizio della corte, Rahima (Senia Nanua), notando in lei una rara scaltrezza. Man mano la regina rivelerà la sua storia e i momenti che più le hanno permesso di avere l'attuale carica, nonché il soprannome di "regina serpente". Attraverso flashback, complotti, strategie e intrighi di palazzo, scopriremo che dietro il dipinto di una regina perfida e oscura - ricostruito dalla storia e dalle leggende per quasi cinque secoli - si cela una realtà più complessa e il ritratto di una donna non crudele ma resiliente.
The Serpent Queen è una sorpresa molto interessante nel panorama seriale online.
STARZPLAY, per mezzo dell'adattamento di Justin Haute del libro "Catherine de Medici: Renaissance Queen of France", di Leonie Frieda, propone un racconto ambientato nella metà del Sedicesimo Secolo, all'alba quindi dell'Età Moderna: un momento di passaggio storico fondamentale in cui si definiscono nuove forme politiche, mode e stili. Nota come la "regina madre", avendo dato alla luce ben tre sovrani di Francia (Francesco II, Carlo IX ed Enrico III), la leggendaria crudeltà e freddezza di Caterina de' Medici è figlia di una serie di decisioni tattiche e pragmatiche - come scopriremo.
Benché la serie mantenga, inevitabilmente, una forte struttura lineare - al fine di garantire coerenza storica e accesso a un periodo a noi lontano che quindi richiede un "aggiornamento" storiografico sulla realtà seicentesca - The Serpent Queen mantiene per tutta la durata dei suoi otto episodi un forte livello di coinvolgimento. Ciò è dovuto, a differenza di molti prodotti ambientati in questo periodo, alle modalità con cui la narrazione definisce l'accesso ai contenuti storici.
Dalle differenti finalità del matrimonio rispetto alla nostra contemporaneità, al rapporto tra consanguinei, passando per le politiche sovrannazionali relative ai rapporti tra fedi religiose differenti, tutti gli elementi essenziali per comprendere il contesto storico sono "coadiuvati" da elementi extradiegetici contemporanei. La stessa sigla introduttiva, che mostra la regina, vestita di nero, raggiungere il trono mentre dal suo strascico fuoriescono dei serpenti, è accompagnata dalle note di una musica concitata, rock-goth, che anticipa le scelte formali della serie.
Rinnovando lo sguardo in macchina, che tanto ci stupì in House of Cards rompendo la quarta parete e chiamando lo spettatore a un ragionamento su più livelli interpretativi, è evidente come, con questa serie, Haute intenda creare un parallelismo con il nostro tempo.
In primis, come già detto, per la prossimità tra i due momenti storici: momenti di passaggio, di cambiamento epocale, in cui ciò che caratterizzava l'era precedente (l'Età Medioevale da un lato, l'Età Contemporanea dall'altro) viene sconvolto da novità culturali, sociali, politiche e tecnologiche. Ancor più questo parallelismo denota la scelta di un personaggio femminile posto, da secoli, sotto un'aura malevola, stregonesca e di crudeltà.
Il protagonismo femminile è certamente l'aspetto più interessante della serie: donne che, nella Storia, sono poste al seguito degli uomini, nascoste nelle fitte trame del palazzo, coinvolte in intrighi e perciò serpeggianti, mantengono questa funzione storica ma vengono poste sotto i riflettori grazie alla lente contemporanea, che ci permette oggi di scrutare la ragione sociale e storica di etichette, stereotipi e infamie perduranti nei secoli. Un protagonismo che è reso non tanto dalla sceneggiatura ma dall'abilità recitativa delle attrici: prima fra tutte sicuramente Samantha Morton, in grado di dare contemporaneamente al suo personaggio un carattere duro, freddo, calcolatore eppure morbido, dolce, inaspettatamente materno (sia nei confronti dei figli che di altri personaggi, sia esso causato da un reale sentimento di amore, o da un artificioso e tattico ragionamento). Da notare anche le interpretazioni dei personaggi femminili secondari (Liv Hill nel ruolo di Caterina da giovane e Ludivine Sagnier nel ruolo di Diane de Poitiers), che esaltano le loro figure stagliandole ben oltre i ruoli dinastici e la genealogia aristocratica.
La linearità del racconto non coincide con la fedeltà storica, certamente, ciononostante la serie non è interessante per via del suo resoconto, pertanto non è utile soffermarsi sulle discrepanze storiche. È semmai il personaggio di Caterina a parlarci (in prima persona a più riprese) rivelando quello che una donna deve fare per acquisire la libertà e (solo conseguentemente e fortuitamente) il potere. Da ciò lo sguardo in macchina e l'occhiolino strizzato a Frank Underwood (House of Cards), seppure i due personaggi siano in realtà su poli opposti: lui avido di potere ma segretamente passionale, lei alla ricerca di amore e libertà ma apparentemente fredda e distaccata.
The Serpent Queen, riecheggiando racconti che intessono con lo spettatore un rapporto intimistico e intellettuale, riesce a schivare quelle che potrebbero essere le molte criticità di un simile adattamento della storia, potenzialmente irriverente, potenzialmente scontato, e nel farlo equilibra più istanze che rendono la serie un racconto concettualmente interessante, satirico (quindi l'intrattenimento è garantito) e, ovviamente, ibrido.