Titolo originale | Konferentsiya |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Russia, Estonia, Gran Bretagna, Italia |
Durata | 129 minuti |
Regia di | Ivan I. Tverdovskiy |
Attori | Filipp Avdeev, Yan Tsapnik, Natalya Potapova, Natalya Pavlenkova, Natalya Tsvetkova, Anna Slyu, Natalya Batrak Aleksandr Zlatopolskiy, Oleg Feoktistov. |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 2,75 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 agosto 2020
Una suora ha l'incarico di organizzare un evento in commemorazione dell'attacco terroristico al Teatro Dubovka.
CONSIGLIATO SÌ
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Natalia, suora in un monastero ortodosso è stato uno degli ostaggi dell'attacco terroristico al teatro Dubrovka di Mosca nell'ottobre 2002. Ha raggiunto la città per organizzare quella che formalmente si dovrà definire come una "conferenza" mentre si tratta di un raduno nel teatro stesso di coloro che vissero quegli eventi affinché se ne conservi la memoria. Natalia ha poi anche dei motivi personali per promuovere l'incontro ed essi emergeranno progressivamente.
Se si superano i primi sei minuti di Conference in cui narcisisticamente il regista riprende con un'inquadratura fissa un'addetta alle pulizie del tetro che adempie al suo compito tra due file di poltrone, si scopre di essere di fronte ad un film interessante sue due piani.
Uno è ovviamente quello della memoria politica di un evento che la società russa sembra aver progressivamente allontanato dal proprio ricordo collettivo. Tra il 23 e il 26 ottobre del 2002 circa 850 persone vennero sequestrate da un gruppo armato composto da 40 ceceni che chiedevano l'immediato ritiro dell'esercito russo dalla loro patria. L'incontro tra alcuni dei sopravvissuti, impostato in forma teatrale, ricostruisce con ampiezza di particolari fusa la partecipazione emotiva, quanto avvenne in quei giorni all'interno di quello spazio.
Si tratta quasi di una rappresentazione che si sviluppa invece che sul palcoscenico nella platea che fu teatro di una tensione insostenibile. Si glissa però, facendolo citare solo in una scena successiva e senza troppi particolari, sul fatto che le forze speciali russe, su ordine venuto dall'alto, immisero nel teatro un agente chimico che uccise almeno 129 ostaggi (altre stime portano il numero a 200) e 39 ceceni. La memoria in quanto tale dovrebbe essere completa e qui non lo è a sufficienza.
Ciò ch colpisce favorevolmente è la prestazione di Natalya Pavlenkova nel ruolo della protagonista. Il suo è un dolore inizialmente indicibile che si contra con quello invece dichiarato ed ostile della figlia che ha preso in cura il padre dopo che lei si è ritirata nel monastero. Le due donne combattono l'una contro l'altra perché incapaci di superare, senza però dimenticarlo, quanto accaduto che ha aperto ferite che appaiono come non rimarginabili. Il coraggio del fare memoria, sembra suggerirci Tverdovskiy, sta proprio nel consentire il riemergere di quanto è stato verbalmente rimosso sperando che ciò possa essere sufficiente per tornare a vivere.
Una cosa è certa (forse una delle poche): con lo strabordante CONFERENCE di Ivan I. Tverdovskiy - lungometraggio inserito nella categoria Giornate degli Autori a Venezia 77 - non abbiamo a che fare con un cinema di sottrazione. Questo è più che evidente. Ci troviamo invece per le mani - o meglio, davanti agli occhi - 129 minuti di regia, a tratti impeccabile, su una [...] Vai alla recensione »
Una cosa è certa (forse una delle poche): con lo strabordante CONFERENCE di Ivan I. Tverdovskiy - lungometraggio inserito nella categoria Giornate degli Autori a Venezia 77 - non abbiamo a che fare con un cinema di sottrazione. Questo è più che evidente. Ci troviamo invece per le mani - o meglio, davanti agli occhi - 129 minuti di regia, a tratti impeccabile, su una [...] Vai alla recensione »
Al suo quarto lungometraggio, il trentaduenne regista moscovita Ivan I. Tverdovsky si confronta con una ferita ancora sanguinante della recente storia russa, ossia la strage del 26 ottobre 2002 al Teatro della zona Dubrovka in seguito al sequestro, la sera del 23, di oltre 800 spettatori da parte di una quarantina di terroristi ceceni che chiedevano il ritiro delle truppe militari russe dalla loro [...] Vai alla recensione »
Giunto al quarto film in sei anni il moscovita Ivan I. Tverdovskiy (1988), fa il suo esordio, seppur in una sezione minore, in uno dei maggiori festival del mondo. Fin qui aveva partecipato (e anche vinto) a festival di minore importanza. Sia il primo film che il secondo erano anche stati anche distribuiti in Germania e in Francia, il primo in particolare, La classe di Lena del 2014, ha avuto anche [...] Vai alla recensione »