Le verità |
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Un film di Kore'eda Hirokazu.
Con Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ethan Hawke, Clémentine Grenier, Manon Clavel.
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Titolo originale La vérité.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 107 min.
- Francia 2019.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 10 ottobre 2019.
MYMONETRO
Le verità
valutazione media:
3,14
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un Kore-eda in tono minore, malgrado Catherine Deneuve, apre la Mostra di Venezia
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Famiglie vi amo. Con tutti i vostri difetti, con tutti i segreti, le magagne nascoste, gli inevitabili aggiustamenti, le mezze verità costruite per non farsi troppo male. Potrebbe essere questo il credo di Hirokazu Kore-eda, il grande regista giapponese che ha già raccontato tante volte le famiglie del suo paese, raggiungendo spesso una stupefacente profondità (era suo Un affare di famiglia, Palma d'oro a Cannes 2018 e grande successo internazionale, cosa sempre più rara per i film davvero importanti).
Stavolta però Kore-eda cambia scacchiera. La vérité non è più ambientato in Giappone ma in Francia, e la famiglia che racconta è quella composta da mamma Catherine Deneuve, diva ingombrante e madre a dir poco distratta, da sua figlia Juliette Binoche, dal di lei marito, uno spaesato Ethan Hawke nei panni di un attore televisivo di serie B, dalla loro onnipresente figlioletta Charlotte. Nonché dalla misteriosa Sarah, collega defunta della Deneuve ma soprattutto sua eterna rivale, con allusione forse alla vera sorella di Catherine Deneuve, la bellissima Françoise Dorleac, morta tragicamente a soli 25 anni in un incidente d'auto nel pieno di una grande carriera.
Anche se Kore-eda lascia elegantemente tutto in sospeso: non sappiamo se questa Sarah fosse solo una collega o anche una parente, di certo però per la Binoche è stata anche una madre vicaria, come capiremo poco a poco mentre il film procede tra una serie di quadretti più o meno strampalati di vita familiare e le scene del film che mamma Deneuve sta girando. Un film di fantascienza in cui ironicamente le tocca il ruolo di una figlia molto più vecchia della madre, rimasta eternamente giovane perché sempre in viaggio nello spazio. Così, mentre la mamma attrice, girando quel film, capisce tante cose di sé e della sua vita, anche la figlia, che cerca la verità ma facendo la sceneggiatrice sa bene che la verità spesso è solo un'invenzione, trova un modo per far pace con quella mamma così egoista e insieme così geniale.
Magari qualcosa è un po' forzato, in tanti andirivieni tra la vita e il set non sempre Kore-eda trova il passo, il tono, la misura per farci credere fino in fondo a questa strana famiglia, meno vera e convincente di quelle giapponesi raccontate in tanti altri film. Ma è sempre bello lo sguardo del regista su questa Parigi autunnale, il gioco di corrispondenza tra le foglie che ingialliscono e l'autunno di questa diva che non si arrende, l'amore che circola, malgrado tutto, tra le frecciatine, i regolamenti di conti, i padri spariti all'improvviso, i misteri destinati a rimanere tali forse perché è meglio così. Nel cinema di Kore-eda, un titolo sicuramente minore, tratto da una commedia del regista rimasta forse non a caso nel cassetto. Ma anche la prova che non tutti i film fatti in trasferta sono destinati a restare nel limbo delle buone intenzioni.
Negli ultimi anni Venezia ci aveva abituato a inaugurazioni più robuste e puntualmente in odore di Oscar, ma è anche vero che la Mostra non dev'essere una succursale di Hollywood, quindi era bene rompere questa abitudine. E La vérité, che da noi, molto italianamente, uscira con il titolo Le verità, al plurale, era un'ottima occasione per farlo.
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