Le verità |
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Un film di Kore'eda Hirokazu.
Con Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ethan Hawke, Clémentine Grenier, Manon Clavel.
continua»
Titolo originale La vérité.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 107 min.
- Francia 2019.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 10 ottobre 2019.
MYMONETRO
Le verità
valutazione media:
3,14
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La Poesia è indispensabile nel Cinemadi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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martedì 22 ottobre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Fabienne (una Catherine Deneuve, dal volto immutato), attrice icona di Parigi, ormai declinante, sta rilasciando una intervista sulla autobiografia appena pubblicata ad un giornalista che adora lei ed il suo passato artistico, quando arriva da New York sua figlia Lumir (Juliette Binoche, il cui volto – per contrasto – è senza trucco e poco appariscente), con il marito (attore anche lui? bah!) e la figlia bambina. Non tutto va come dovrebbe nella fiabesca casa-castello, misteriosa nel verde del giardino lussureggiante: il maggiordomo sta per licenziarsi, perché vuole fare il nonno; l’attuale compagno di Fabienne cerca di diventare uno chef, nonostante la scarsa considerazione che la star gli concede; anche la figlia Lumir ha da recriminare che la madre non le ha fatto leggere le bozze del libro prima di pubblicarlo, perché in effetti sarebbero stati molti gli argomenti da discutere animatamente tra le due donne. Fabienne/Catherine non ama essere contraddetta su quella che secondo lei è “la verità” su se stessa e la sua vita. E poi di verità ne può spuntare anche un’altra dalla fiction fantascientifica che Fabienne sta interpretando: la star è impegnata nel ruolo di una figlia che invecchia, mentre la madre resta giovane, fresca e bella perché nello spazio il tempo rallenta … Kore-eda confeziona il suo primo film “europeo”, presentato al 76° Festival di Venezia, imperniato sempre sulle sfaccettature della famiglia dopo i primi bei film - Little Sister, Ritratto di Famiglia con Tempesta, e Un Affare di Famiglia - ; racconta di verità reali o deformate dai rispettivi ricordi. E su questa realtà interviene anche la finzione cinematografica, che rimanda echi diversi, dialoghi differenti, sensazioni ed interpretazioni differenti. Lo stesso tema, in chiave fortemente drammatica, era stato affrontato nel capolavoro Rashomon di Akira Kurosawa con Toshiro Mifune, nel quale apparivano le tre diverse verità dello stesso identico fatto, raccontate dal samurai, da sua moglie e dal predone. Fabienne/Catherine è bugiarda (?) e strega: in fondo non ha stregato almeno due o tre generazioni di spettatori cinematografici con la bellezza algida e immutata del suo volto, il suo sorriso accennato, contornato dal miele dei suoi capelli, il suo sguardo che rimprovera mentre concede? Perdoniamo a Kore-eda la battutina dissacrante sulla cinepresa in mano di Dancing in the dark del Lars di Dogma (protagoniste Biork e la stessa Deneuve) e l’invenzione di una casa-castello parigina nei pressi di un carcere, con un giardino che occulta il traffico e la metropolitana che sfreccia nei pressi, truccato come un bosco autunnale canadese nel quale spiccano alberi che sfogliano ad ogni alito di vento. La morale è che anche un fatto che ci ha coinvolto personalmente può essere andato diversamente da come lo ricordiamo. E può anche essere che la “strega” Fabienne ha veramente trasformato il marito Pierre, padre di Lumir, in una tartaruga, ed è pronta ad affermare che “la Poesia è indispensabile nel Cinema”. Da vedere.
Valutazione *** e ½ FabioFeli
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