Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Polonia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Jacek Borcuch |
Attori | Antonio Catania, Krystyna Janda, Robin Renucci, Vincent Riotta, Kasia Smutniak Dominik Wojcik, Lorenzo de Moor, Mila Borcuch, Arjun Talwar, Wiktor Benicki, Christian Argentino, Paco Rizzo, Zbigniew Modej, Luca Grossale, Marcello Maietta, Davide Celona, Pippo Crotti, Lallo Circosta, Emanuele Simeoli, Giorgio Giordano, Mirko Filippi. |
Distribuzione | Fandango |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,81 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 28 gennaio 2021
Maria Linde, ebrea polacca vincitrice di un premio Nobel, è uno spirito libero. Vive in Toscana, circondata dal calore e dal caos della sua famiglia.
CONSIGLIATO SÌ
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Maria Linde è una famosa poetessa polacca. Vive in Toscana con la famiglia: un marito, una figlia, due nipoti e un amante egiziano molto più giovane di lei. Quando vince il premio Nobel mostrerà a tutti cosa vuol dire essere liberi, dire ciò che si pensa apertamente, andare controcorrente e rischiare di risultare spiacevoli pur di scagliarsi contro le ipocrisie degli intellettualoidi e dei politici di oggi. E se ne assumerà ogni singola spiacevole conseguenza.
Poche volte si vedono film totalmente incentrati su una figura femminile forte, carismatica, anticonvenzionale come Dolce Fine Giornata.
Il ruolo di Maria Linde è di quelli che tutte le attrici sognerebbero: una donna avanti con gli anni che non si preoccupa di piacere agli altri, non rientra assolutamente tra i suoi interessi. Non che si disturbi ad essere spiacevole, nient'affatto: ha deciso di essere, semplicemente, se stessa. Un carattere ruvido, una grande cultura e un'altrettanto forte coerenza con se stessa e i suoi principi, che non esclude un ampio margine di libertà in cui lasciarsi andare. Magari in un locale in cui confondersi tra la folla, tra le braccia del giovane amante. Lei polacca e famosa, lui egiziano e malvisto dagli xenofobi del posto, una relazione clandestina di questo tipo sembra avere poco futuro. Ma Maria non se ne cura, vive giorno per giorno, rischiando così di trascurare - o quanto meno di risultare figura assai ingombrante e poco generosa verso - sua figlia.
Se l'attrice Krystyna Janda dona, al solito, una performance regale, sfoggiando per l'occasione anche un italiano dignitoso, Kasia Smutniak ben accetta il suo ruolo di figlia obbediente, e come attrice sa stare un passo indietro, lavorare molto in sottrazione per lasciare spazio al pavoneggiamento necessario della protagonista, risultando convincente in ogni scena. Quello di Jarek Borcuch è un film di donne già in scrittura, dove gli uomini - il marito, l'amante, il commissario - hanno ruoli minori, e riescono spesso a dare il peggio di sé da un punto di vista narrativo, mentre da quello interpretativo Antonio Catania e Vincent Riotta restano notevoli. La scrittura è l'elemento che più lascia perplessi di tutta l'operazione cinematografica. Troviamo dialoghi e monologhi efficaci - su tutti, quello clou del premio Nobel - accanto a battute cartacee ben oltre il letterario, scene di impatto narrativo accanto a sequenze che scivolano sul banale o sul già visto. Salviamo, di fondo, l'intenzione assai nobile del film: fornire contemporaneamente il ritratto di un'intellettuale fuori dagli schemi e lo spaccato di una società ormai del tutto intollerante. Allo straniero come al diverso, a chi la pensa diversamente, a chi non intende omologarsi, a chi non riesce o vuole integrarsi. Un film imperfetto, che però ha molto da dire sulla contemporaneità, ed è fiero di farlo presentando una voce d'eccezione fuori dal coro che - pregio indiscusso del film - sa rimanere impressa, anche dopo l'uscita dalla sala.
La protagonista è una ebrea polacca che non deve aver avuto un passato facile in un Paese cattolico e sottoposto a un regime comunista. Ha scelto di vivere con il marito italiano tra le colline della Toscana, in un casolare poco distante da Volterra, dove è andata a trovarla la figlia con i due nipotini. È diventata una poetessa famosa: ha vinto di recente il Premio [...] Vai alla recensione »
Presentato al Sundance Film Festival 2019 e ambientato in Italia, precisamente in Toscana, Dolce fine giornata (su Sky Cinema Due, targato Fandango) racconta la storia di una poetessa ebrea polacca. L'opera quarta del regista polacco Jacek Borcuch, interpretata da Krystyna Janda (nel ruolo della poetessa), Kasia Smutniak e Antonio Catania, rispettivamente nei panni della figlia e del marito di lei, [...] Vai alla recensione »