In Guerra |
|||||||||||||
Un film di Stéphane Brizé.
Con Vincent Lindon, Mélanie Rover, Jacques Borderie, David Rey.
continua»
Titolo originale En Guerre.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 105 min.
- Francia 2018.
- Academy Two
uscita giovedì 15 novembre 2018.
MYMONETRO
In Guerra
valutazione media:
3,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
|||||||||||||
|
|||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Stupore e scontro di classe
di Fabio Ferzetti L'Espresso
L'orrore economico, capitolo 2. Dopo la crisi vissuta da un disoccupato mite e ostinato ("La legge del mercato"), la coppia Brizé-Lindon torna al gran teatro dello scontro di classe ma ribalta le premesse. Basta solitudine, rassegnazione, silenzi. Stavolta Vincent Lindon è un operaio in lotta con decine di compagni per salvare il posto. Il gruppo vuole chiudere e riaprire altrove: la loro sede non è abbastanza "competitiva" (cioè redditizia, ma mai chiamare le cose col loro nome, la prima arma del potere è la parola). Non importa se 1.100 salariati resteranno a spasso. Non importa se lavorando sottocosto due anni, per "solidarietà" col gruppo che in cambio prometteva di non chiudere, hanno regalato 12 milioni di euro all'azienda. Gli azionisti vengono prima. Il mercato viene prima. Tutto viene prima. Intanto l'Eliseo li sostiene, ma solo moralmente. Il presidente di Confindustria li fa sgombrare con la forza. La tv mostra la loro rabbia, non ciò che l'ha scatenata. E tra gli scioperanti si aprono le prime crepe. Qualcuno non ci crede più. Qualcuno tratta buonuscite sottobanco. Iniziano gli insulti, gli attacchi personali, le insinuazioni. Tutto noto, tutto tragicamente vero e familiare, ma mai rappresentato con più intensità. E con tanta aderenza psicosomatica. Niente ideologia o sociologia. Drammaturgia al minimo. Tutto è scontro: diretto, frontale, fatale (come le musiche bellissime di Bertrand Blessing). A urlare è il linguaggio del corpo: facce, pose, gesti. Voci flautate, mascelle contratte, sguardi sfuggenti. Il sincero stupore dei dirigenti davanti agli operai che proprio non vogliono capire. La sublime faccia tosta del padrone tedesco che dice di amare molto la Francia («vado ogni volta che posso in Camargue...»). Tutto perfetto, grazie a uno straordinario cast di non professionisti. Un grande film politico proprio perché non giudica. Guarda.
|
Recensioni & Opinionisti | Articoli & News | Multimedia | Shop & Showtime |
Pubblico (per gradimento)
1° | laurence316 2° | vanessa zarastro 3° | cardclau 4° | flyanto 5° | fabiofeli 6° | jl 7° | felicity 8° | carloalberto |
Link esterni
|