In Guerra |
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Un film di Stéphane Brizé.
Con Vincent Lindon, Mélanie Rover, Jacques Borderie, David Rey.
continua»
Titolo originale En Guerre.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 105 min.
- Francia 2018.
- Academy Two
uscita giovedì 15 novembre 2018.
MYMONETRO
In Guerra
valutazione media:
3,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Arbeit macht freidi cardclauFeedback: 11899 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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domenica 25 novembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel film In Guerra Stéphane Brizé torna a trattare il tema del lavoro. Perdiana, non ascoltatelo, si permette di dire certe cose, è un uomo pericoloso! State tranquilli, niente ingiustificate inquietudini, accendete la televisione e guardatevi rilassati l’ultima puntata del grande fratello. Questo Stéphane Brizé è un veterocomunista! Dal dizionario Treccani: veterocomunismo s. m. [comp. di vetero- e comunismo]. “Nel linguaggio politico, comunismo di impostazione ideologica e operativa ormai vecchia e superata, non più adeguato alla situazione moderna”. Inoltre è sicuramente di parte, lui francese, se la prende con una multinazionale tedesca, la quale, poveretta, obbedisce suo malgrado solo alle leggi del mercato, e alle lecite aspirazioni degli investitori. Cosa sarà mai se nel processo devono essere sacrificati 1100 schiavi, ops, volevo dire lavoratori? Intanto cita Bertold Brecht: “un uomo che lotta può perdere, un uomo che non lotta ha già perso”. Poi riprende Karl Marx che osserva che gli imprenditori si sbranano a vicenda, senza esclusione di colpi, per il profitto, ma sono incredibilmente uniti quando si tratta di essere contro i lavoratori. Inoltre si permette di suggerire che anche la legge sta un pochino dalla parte del potere. Ma non ci hanno insegnato che la legge è uguale per tutti? E si permette di mormorare che anche la classe politica al potere è un tantino serva di chi detiene il potere economico. Intanto per incominciare, vediamo cosa dicono le diverse costituzioni nazionali. Dall’articolo 1 della Costituzione Italiana: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Dalla Costituzione Francese: “… ognuno ha il dovere di lavorare e il diritto di ottenere un’occupazione. Nessuno può essere danneggiato, nel suo lavoro o nel suo impiego, a causa delle sue origini, opinioni o credenze. La Costituzione Tedesca (1949), articolo 9, comma 3: “Il diritto di formare associazioni per la conservazione ed il miglioramento delle condizioni di lavoro ed economiche è garantito per ogni individuo e per tutte le professioni. Accordi che cerchino di limitare o impedire questo diritto sono nulli, e illegali sono i provvedimenti diretti a tale scopo. Non è chiaro cosa succeda nella civilissima Gran Bretagna, ma a vedere l’ultimo film di Ken Loach, Io Daniel Blake, per carità di parte, uno ha il sospetto che non sia tutto immacolato e che abbiano gli stessi nostri problemi, indipendentemente dalla nazionalità. La povertà uno svantaggio. Il sindacalista Laurent Amédéo (l’ottimo Vincent Lindon) porta alle estreme conseguenze quello che afferma Bertold Brecht: “un uomo che lotta può perdere …”. Lui perde tutto, ma vince tutto.
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