Anatomia di una caduta |
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Un film di Justine Triet.
Con Sandra Hüller, Swann Arlaud, Milo Machado Graner, Antoine Reinartz.
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Titolo originale Anatomie d'une chute.
Drammatico,
durata 150 min.
- Francia 2023.
- Teodora Film
uscita giovedì 26 ottobre 2023.
MYMONETRO
Anatomia di una caduta
valutazione media:
3,65
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La consapevolezza?di cardclauFeedback: 10293 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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giovedì 26 ottobre 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non è il primo di questo tipo di film che vince al Festival di Cannes: seguendo le orme di The Square di Ruben Östlund del 2017, gli ingredienti che possono dare questo esito sono: 1) una regia stilisticamente impeccabile; 2) dei bravi attori (di suo); 3) una storia, o più storie, di relazioni (etero, bisex, o omosessuali) della nostra società occidentale “opulenta” piuttosto complesse e intricate (non sappiamo come passare il tempo) che sbigottiscono il pubblico, ma di cui nemmeno la regista ne ha una sufficiente consapevolezza. La storia di Anatomia di una caduta è, secondo il mio modesto parere, una storia di una relazione sado-masochistica, che come tutte queste storie, è caratterizzata dall’imperativo categorico di non “troncare la relazione”. Da dove possiamo capirlo? Da quando Sandra (una Sandra Hüller meno convincente di Walzer degli scaffali) ci comunica che “non si è mai sentita nella testa dei suoi genitori”. E chi ti trova? Samuel (Samuel Theis) che non può avere una esperienze esistenziale diversa. Entrambi hanno il pallino di scrivere. Ma il momento più pregnante è quando il figlio all’uscita della scuola, il padre Samuel non avendo potuto andarlo a prendere, ha un incidente che lo lascerà con un handicap grave. I genitori di fronte ad una tragedia di queste proporzioni generalmente si lasciano, perché la genitorialità è piu forte del legame di coppia, ma Sandra e Samuel no. Rafforzano il legame con un’accentuazione del senso di colpa e dell’essere espropriato nella propria individualità, sempre con il figlio di mezzo. Se uno dei due si suicida, non fa che accentuare per sempre nell’altro il senso di colpa. Se uno dei due ammazza l’altro, rimane per sempre con il rimorso. E noi siamo qua. E l'amore?
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