Love |
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Un film di Dag Johan Haugerud.
Con Andrea Bræin Hovig, Tayo Cittadella, Marte Engebrigtsen, Thomas Gullestad.
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Titolo originale Kjærlighet.
Drammatico,
durata 119 min.
- Norvegia 2024.
- Wanted
uscita giovedì 17 aprile 2025.
MYMONETRO
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Troppa grazia, Sant''Antonio!
di cardclauFeedback: 14882 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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domenica 20 aprile 2025 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo film è il secondo della trilogia di Dag Johan Haugerud (dopo Dreams). Può essere considerato una riflessione su molti temi, forse troppi. Proviamo ad elencarli. La riflessione sul tumore alla prostata in età non ancora senile; lo sconvolgimento che provoca in coloro che ne sono colpiti; la difficoltà a comprendere cosa ne sarà della loro vita, della funzione urogenitale con l’intervento; la sicurezza che vorrebbe essere tranquillizzante della dottoressa urologa che deve gestire quel momento. A questo riguardo mi viene il mente Figaro che parlando a Cherubino gli dice: come cambia in un punto il tuo destino. La riflessione sulla solidarietà che non si può insegnare, ma che viene appresa dall’esperienza familiare nei primi anni di vita, forse dalla madre che permette di farsi prendere in cura dal neonato invece di ricambiarne i sentimenti aggressivi. Quindi l’empatia che l’infermiere dimostra di fronte ai pazienti folgorati da questi casi, e visibilmente disorientati, mentre la dottoressa sembra non averla sufficientemente elaborata, non solo per un giustificato meccanismo di difesa. La riflessione sulla protezione assoluta della libertà individuale, in una società che se lo può permettere fintanto che non si scateni una burrasca che possa mettere in crisi il sistema pubblico di assistenza, se non si hanno risorse individuali. La riflessione sulla condivisione, e sulla responsabilità nella relazione che ne consegue, in un sistema che non ne sente il bisogno; ma in contemporanea sull’emergenza di sentimenti di colpa irrisolti perché comunque le relazioni umane anche fugaci, o che non considerino un futuro, sono sempre assai più complicate di quello che possono a prima vista apparire. Mi pare che tutto sembra inscriversi in quello che Lorenzo il Magnifico esprime: Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuole esser lieto, sia, di doman non c'è certezza. Questo sembra il limite della società norvegese (e non solo) e che i media enfatizzano: una solitudine che emerge con l’invecchiamento, o quando accadono eventi che ti fanno invecchiare improvvisamente.
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