scavadentro65
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venerdì 28 luglio 2017
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regno minimal del ragno
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A partire dall'interprete la Marvel ha scelto un sentiero diverso rispetto alla produzione recente di dei, supereroi e sueruomini. Questo depotenziamento è assia salutare per che all'interno del narrato filmico cerca una trama non troppo farcita di effetti speciali e non improntata sul solito salvataggio del mondo a cura du gruppi più o meno eterogenei di eroi buoni in conflitto con gruppi più o meno feroci di super cattivi tesi alla distruzione fine a se stessa. Il protagonista è quindi quasi uno studente, un apprendista che cerca di realizzare il sogno di appartenere ad un dream team. La sua esistenza viene descritta con una buona calibratura, alternando scene pure di natura scolastica molto "serene".
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A partire dall'interprete la Marvel ha scelto un sentiero diverso rispetto alla produzione recente di dei, supereroi e sueruomini. Questo depotenziamento è assia salutare per che all'interno del narrato filmico cerca una trama non troppo farcita di effetti speciali e non improntata sul solito salvataggio del mondo a cura du gruppi più o meno eterogenei di eroi buoni in conflitto con gruppi più o meno feroci di super cattivi tesi alla distruzione fine a se stessa. Il protagonista è quindi quasi uno studente, un apprendista che cerca di realizzare il sogno di appartenere ad un dream team. La sua esistenza viene descritta con una buona calibratura, alternando scene pure di natura scolastica molto "serene". Anche i cattivi (ottima la performance di Keaton) sono comunque ragionevolmente tali, con un lato di vittime quasi portati alla parte oscura dagli eventi sociali che dalla malvagità insita. Lo Spider trascura anche un po' troppo i sentimenti e la parte amorosa ne risente. Certamente i fans di Raimi e della trilogia a lui connessa saranno delusi da questo uomo ragno minimal, molto teen e di natura semplice. Ma l'adolescente (soprattutto made in USA) che vede questo lungometraggio certamente si identifica più con questo tipo di personaggio che con quelli più oscuri e tormentati che lo hanno preceduto (infatti negli States il film viaggia su incassi lusinghieri...) . Ci sono alcune note stonate come la Tomei assolutamente fuori ruolo (che centra il sex tipo American Pie?...) o la regia molto telefilmica e da serial. Probabile che questo taglio presupponga una continuazione e sequel improntati al far crescere l'Uomo ragno sfruttando un nuovo brand da ragazzino a adulto in vari passaggi. Questa reinvenzione è stata certo discussa a tavolino in sede di sceneggiatura, regia e produzione. Sarà solo la risposta del pubblico a indicare la via per il futuro, legato indissolubilmente al mercato e non certo alle filosofie opposte tra amanti dell'Uomo Ragno tormentato e di quelli che plaudono a questo teenager appena nato..
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peer gynt
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sabato 1 gennaio 2022
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un film di spider-man senza...spider-man
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Film che merita pochissime parole: in un teen-movie che persino come commedia è poco ispirato un 15enne che dovrebbe essere Spider-ma gioca a fare il super-eroe, sconsigliato dal suo mentore, l'adulto Iron-man che tratta il nostro come un ragazzino idiota. Che altro? Nulla. Se cerchi un film con super-eroi impegnati in epiche battaglie e ti trovi davanti ad una commediola scolastica con battutine evanescenti non puoi uscirne soddisfatto. Inoltre i gadget tecnologici trasformano questo Spider-man in un piccolo Iron-man che non conosce gli strumenti con cui combattere, il che lo rende ancora più risibile. E così l'epica del racconto è andata a farsi benedire.
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sca
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martedì 8 agosto 2017
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potere e responsabilità? si ma della produzione!
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Potere e Responsabilità: il limite di ogni adolescente. Con Spiderman Homecoming dalla regia di Jon Watts ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente rivoluzionario, sia per quanto riguarda la tradizionale storia di Spiderman, sia per quanto riguarda una regia che si può considerare “l’esordio” di Watts che prima di Homecoming aveva diretto solo tre film di cui il più conosciuto è il lungometraggio “Clown” (uscito tra l’altro con un ritardo di due anni). Novità, quindi, sembra essere la parola chiave di questo nuovo film siglato Marvel: un nuovo Spiderman, un nuovo costume, un nuovo attore (nonché il bambino prodigio Tom Holland), Spiderman finalmente considerato negli Avengers ed infine, rivoluzionario, è certamente il modo di raccontare la storia di Spiderman, trita e ritrita nel tempo si presenta ora alle origini.
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Potere e Responsabilità: il limite di ogni adolescente. Con Spiderman Homecoming dalla regia di Jon Watts ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente rivoluzionario, sia per quanto riguarda la tradizionale storia di Spiderman, sia per quanto riguarda una regia che si può considerare “l’esordio” di Watts che prima di Homecoming aveva diretto solo tre film di cui il più conosciuto è il lungometraggio “Clown” (uscito tra l’altro con un ritardo di due anni). Novità, quindi, sembra essere la parola chiave di questo nuovo film siglato Marvel: un nuovo Spiderman, un nuovo costume, un nuovo attore (nonché il bambino prodigio Tom Holland), Spiderman finalmente considerato negli Avengers ed infine, rivoluzionario, è certamente il modo di raccontare la storia di Spiderman, trita e ritrita nel tempo si presenta ora alle origini. Infatti siamo ben lontani dalla storia di Peter Parker che viene morso dal ragno e deve fare i conti con i suoi nuovi poteri, anzi questo Peter seppur anagraficamente più piccolo è già consapevole delle sue capacità, ed ecco l’ennesima originalità.
Pensato, scritto e costruito interamente con l’idea di attrarre un pubblico di età dai dieci ai vent’anni, l’inizio del film ci catapulta nelle abitudini delle nuove generazioni attraverso go-pro, video-diari e la scuola, punto centrale dell’intero film e proprio l’insistenza delle situazioni giovanili: feste in casa, la scuola, le lezioni, gli amici, il ritiro della classe di decathlon e molte altre situazioni che quindi rendono il film scorrevole, prettamente Usa-made e quasi “banale” a livello di sceneggiatura (ad un certo punto del film infatti i ragazzi iniziano a chiamarsi con lo slang tipico: “Hei Zio!”) leggermente scontato anche a livello di montaggio, con una leggero sforzo per il colpo di scena finale. (Che detto sinceramente non stupisce neanche così tanto). Il tema del film, come ogni film di Spiderman, perché legato alla sua natura di supereroe, è quindi la responsabilità, non per niente l’Uomo Ragno è forse l’unico supereroe che subisce la sua trasformazione da adolescente, deve fare i conti con una volontà superiore (nel suo caso la Zia May ma più che altro Tony Stark), viene preso in giro da compagni di classe ed è un gran secchione ed è quindi uno degli eroi in cui è più facile immedesimarsi.
Nel film sono inseriti anche dei personaggi di contorno, a mio parere, piuttosto inutili: per prima l’amica Michelle Jones (alias Zendaya) che sì per quanto possa essere un elemento “comico” risulta essere ininfluente a livello di trama, il motivo di introduzione nel cast si ritrova nella sua popolarità tra gli adolescenti degli Stati Uniti. In egual modo il personaggio di Zia May, altro elemento comico inserito però superficialmente, le uniche cose che apprendiamo sulla zia, derivano da commenti altrui che si fermano solo al “mm che bona tua zia”.
Uno degli elementi sicuramente positivi del film è la figura di Iron Man (un Robert Downey Jr. sempre più giovane e in forma quasi “the real Benjamin Button”) che funge da personaggio “responsabilizzante”, una sorta di sostituto a quello che finora era lo zio Ben dei film precedenti. Sorprendente è senz’altro il personaggio di Michael Kaeton (alias l’avvoltoio), collegato in modo originale agli Avengers grazie al materiale alieno di cui si impossessa dopo il disastro dell’ultimo film degli Avengers: Age of Ultron. Un antagonista anomalo, che non ha stranamente, l’obbiettivo di conquistare il mondo; è infatti paragonabile per lo più ai mercenari di armi illegali, ma che si incastra perfettamente nella vita di Peter Parker, che dovrà scegliere tra ciò che realmente desidera e ciò che è giusto fare. Ritornando così al tema ciclico del: Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Le scene di azione, sempre molto apprezzabili e necessarie quando si parla di un film “Marvel” sono marcate forse con troppa insistenza, anche se è sempre bello vedere Spiderman in azione.
Nello standard, invece, è l’interpretazione di Tom Holland, che prima ho definito “bambino prodigio” considerato il suo esordio niente di meno che nel film “The Impossible” al fianco di Naomi Watts. Sicuramente sufficiente la sua interpretazione ma decisamente nella norma se pensiamo al personaggio che doveva interpretare, Spiderman è infondo un ragazzino invasivo ed intrapredente, due caratteristiche base per qualsiasi attore. Un riconoscimento è sicuramente per l’impegno a livello fisico di Holland, che ha passato molto tempo tra palestra e prove in produzione per raggiungere la forma fisica perfetta di Spiderman. Degna di nota è inoltre l’interpretazione di Micheal Keaton che riesce ad essere spietato ma anche incredibilmente comprensivo (vedi cut finale del film). Infine una piccola menzione dev’essere dedicata anche a Jon Favreau, che in pochi minuti a lui dedicati di film, la cui maggior parte con i video amatoriali iniziali, è uno degli elementi comici senz’altro più efficaci.
Nel complesso quindi Spiderman Homecoming si può considerare senza dubbio un film straordinariamente scorrevole e ben raccontato. Una completa immedesimazione nell’ambiente adolescenziale con tutte le difficoltà che ne derivano: il bullismo, le necessità superiore di un eroe, la cotta adolescenziale e i “cazziatoni”, elementi efficaci per un film che però, non va al di là delle sue capacità (e neanche ci prova). Una produzione Marvel che mira ad essere solo l’inizio di molte altre, l’obbiettivo infatti è quello raccontare uno Spiderman adolescente e irresponsabile per farlo crescere progressivamente nei sequel, diventando l’eroe preferito delle generazioni che cresceranno con lui. Riuscirà quindi Homecoming ad essere il primo film di una lunga serie?
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alexmanfrex
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venerdì 7 luglio 2017
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diverso
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Sono uscito poco fa dalla visione di Spideman Homecoming e le considerazioni non si fanno aspettare ...
Al di là del giudizio che se ne possa dare, bisogna prendere atto che SH rappresenta quanto di diverso ci si possa immaginare (ed aspettare) rispetto alle precedenti versioni cinematografiche. E'chiaro che mamma Marvel non voleva cadere nell'errore di ripresentare quanto il pubblico aveva già visto, scavalcando a pie pari la origin story del supereroe per concentrarsi maggiormente sul contesto Avengers (per quanto la presenza di questi nel film resta tutto sommato a debita distanza ...). Ecco che, nell'ottica di scappare da una possibile trappola, la Marvel si è presa comunque dei grossi rischi, perché se sviluppare un'origine story può essere tutto sommato un esercizio non particolarmente complicato, presentare uno Spiderman già formato invece comporta differenti difficoltà .
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Sono uscito poco fa dalla visione di Spideman Homecoming e le considerazioni non si fanno aspettare ...
Al di là del giudizio che se ne possa dare, bisogna prendere atto che SH rappresenta quanto di diverso ci si possa immaginare (ed aspettare) rispetto alle precedenti versioni cinematografiche. E'chiaro che mamma Marvel non voleva cadere nell'errore di ripresentare quanto il pubblico aveva già visto, scavalcando a pie pari la origin story del supereroe per concentrarsi maggiormente sul contesto Avengers (per quanto la presenza di questi nel film resta tutto sommato a debita distanza ...). Ecco che, nell'ottica di scappare da una possibile trappola, la Marvel si è presa comunque dei grossi rischi, perché se sviluppare un'origine story può essere tutto sommato un esercizio non particolarmente complicato, presentare uno Spiderman già formato invece comporta differenti difficoltà ... infatti lo Spiderman di Homecoming prende le distanza dai classici schemi: la zia anziana, la casetta di Forest Hills, e punta a dimenticare lo zio Ben, all'esaltazione del costume, mai così ipertecnologico, a un casting che opta per scelte decisamente distanti dai modelli classici del fumetto ...
Insomma, un'operazione coraggiosa che però non riesce al 100%.
La sceneggiatura non sempre ben strutturata, prende le distanze dai classici topos di lotta contro un villain che si forma e si erge a portatore di caos; viene invece posta maggiore attenzione alle doti investigative e a una vicenda più complessa del classico scontro bene/male.
Il villain , Non per colpa di Keaton, non è abbastanza carismatico, l'azione in alcuni punti scarseggia e come detto prima, alcune scelte narrative lasciano perplessi (tipo il papà di Liz chiiiiiii ?). Un eccessivo senso dello humor e del goffo lascia l'idea di un film un po troppo adolescenziale.
da premiare invece il ritratto dell'adolescente Peter e le splendide animazioni del ragno (fattore che si poteva sfruttare meglio ...).
insomma si voleva riportare peter fra i banchi di scuola e alle sue problematiche adolescenziali, paradossalmente lo sei però fatto immergendolo portandolo poi volte lontano dal suo mondo ...
nel tentativo di non voler raccontare troppo dellantefatto che ha portato alla nascita del ragno, si è andati un po' troppo "avanti"; una vicenda di questo tipo forse era più adatta a un Peter un po' più maturo.
alla,fine lo spettatore rimane non così stupito, così come non lo sono i concittadini di Peter nel vedere un ragno che svolazza e corre per la città, abituati ormai a dei e alieni che arrivano da ogni parte dell'universo e a un uomo che con i suoi soldi è in grado di esibire la tecnologie più avanzate mai concepite dalla mente umana.
Inevitavile chiudere con i paragoni: forse spiderman trova il suo massimo splendore nel suo mondo distante da alleanze e mentori miliardari, quanto piuttosto nella dimensione di eroe di quartiere preso da mille problemi come ce lo aveva mostrato Raimi
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abcde
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venerdì 7 luglio 2017
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dov'è la novità ?
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La nota positiva di questo film è che non si riparte dalle basi del personaggio, ma si è catapultati a un "dove eravamo rimasti?" Con P che riprende la sua prima avventura tra i super eroi. La nota negativa, si passa dal simpatico al ridicolo in pochi secondi. La Marvel non può più fare a meno di ridicolizzare ogni suo personaggio. Spider-Man non può essere considerato una novità come personaggio perché è fatto con lo stampino di tutti gli altri personaggi Marvel (a esclusione di Logan e degli imbarazzanti fantastici4). Il film è un susseguirsi di battutine scontate che non ci danno la possibilità di differenziare questo supereroe dagli altri. Il "nemico" dov'è? Dov'è finito il caro vecchio nemico dei vecchi tempi?? Ah! Scordavo che si parla di Marvel, e che quindi anche i cattivi devono essere dei pagliacci! In sintesi: Sará l'ennesimo successo perchè il pubblico vede simpatia e buoni effetti speciali, dimenticandosi che un buon film deve avere una buona trama! (Anche dei buoni attori, ma per fare dei super eroi a quanto pare devi far ridere e bona).
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lupo67
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martedì 25 luglio 2017
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boot, reboot, e re-reboot
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Voto: 7.5
Nulla è lasciato al caso. Ogni inquadratura è studiata nei minimi dettagli. Tom Holland è finalmente un Peter Parker perfetto (Maguire non si poteva proprio guardare). Michael Keaton (lo sapete che lo amo, vero?) è un Avvoltoio decisamente convincente, e le scene in cui è più spaventoso sono quelle in cui è senza il travestimento. Il film manca (meno male) del pippottone delle origini, Zio Ben non compare neppure. Zia May è la bella Marisa Tomei, il che non guasta.
La Marvel punta tutto su di un personaggio che è un Peter Parker del tutto reinventato. Un liceale che vuole essere un eroe, ma che è goffo e inesperto, che brucia dalla voglia di fare di più, di essere parte degli Avengers, cosa che lo spinge a cacciarsi continuamente nei guai.
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Voto: 7.5
Nulla è lasciato al caso. Ogni inquadratura è studiata nei minimi dettagli. Tom Holland è finalmente un Peter Parker perfetto (Maguire non si poteva proprio guardare). Michael Keaton (lo sapete che lo amo, vero?) è un Avvoltoio decisamente convincente, e le scene in cui è più spaventoso sono quelle in cui è senza il travestimento. Il film manca (meno male) del pippottone delle origini, Zio Ben non compare neppure. Zia May è la bella Marisa Tomei, il che non guasta.
La Marvel punta tutto su di un personaggio che è un Peter Parker del tutto reinventato. Un liceale che vuole essere un eroe, ma che è goffo e inesperto, che brucia dalla voglia di fare di più, di essere parte degli Avengers, cosa che lo spinge a cacciarsi continuamente nei guai.
Sarò sincero. Ho visto questo film spinto più da mio figlio che dalla curiosità. Trovo possiate capirmi. Siamo al secondo reboot, ossia il sesto film sul personaggio e ultima apparizione dopo otto (dico otto!) serie televisive. L’ottava è Ultimate Spider-Man, che mi sto sorbendo in questi giorni. E di serie ne arriverà una nona. No, davvero: che genere di curiosità potrei avere?
Se siete adulti il film non vi piacerà molto. L’impeccabilità dell’esecuzione non potrà sollevare più di tanto un prodotto studiato per i più giovani, la cui maggior parte e fatta di molto, molto fumo.
Ma forse è giusto così. Lasciamo ai ragazzi gli ideali a stelle e strisce e speriamo che la stagione delle saghe interminabili su supereroi, robots, mutanti e maghetti si avvii presto sul viale del tramonto, ed i budget milionari vengano usati per opere con un po’ di arrosto e perché no, magari anche single.
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giorgiogiannola
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martedì 25 luglio 2017
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film vacuo
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La marvel mi ha abituato a ben altri film a livello di effetti speciali, trama e caratterizzazione. Gli stessi guardiani della galassia sono stati caratterizzati molto meglio e la trama è stata molto più avvincente. L'attore che interpreta Peter mi ha dato la stessa sensazione di qualunquismo che ho avuto nel film di Capitan America, espressivamente mi sembra insignificante. La trama è sciatta, con un villain che solo con delle ali mette in difficoltà l'uomo ragno. Lui, Peter, che sembra lento, goffo al punto da prenderle spesso, incapace di avere il "senso di ragno" e quindi di farsi sorprendere tutte le volte. Almeno in Capitan America Civil War è riuscito a fare la differenza contro dei supereroi non più di primo pelo prima di prenderle.
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La marvel mi ha abituato a ben altri film a livello di effetti speciali, trama e caratterizzazione. Gli stessi guardiani della galassia sono stati caratterizzati molto meglio e la trama è stata molto più avvincente. L'attore che interpreta Peter mi ha dato la stessa sensazione di qualunquismo che ho avuto nel film di Capitan America, espressivamente mi sembra insignificante. La trama è sciatta, con un villain che solo con delle ali mette in difficoltà l'uomo ragno. Lui, Peter, che sembra lento, goffo al punto da prenderle spesso, incapace di avere il "senso di ragno" e quindi di farsi sorprendere tutte le volte. Almeno in Capitan America Civil War è riuscito a fare la differenza contro dei supereroi non più di primo pelo prima di prenderle. Ma qui è in difficoltà contro un uomo senza super poteri tranne che delle ali. Un uomo ragno che dubita delle proprie capacità di uomo ragno senza la tuta fornitagli da Stark è assolutamente poco credibile e ripete la trama di Iron man 3 ma almeno in quel caso Tony senza armatura era solo un uomo e poteva peccare di autostima, Parker i poteri ce li ha avuti senza la tuta. Decisamente senza idee.
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paolosalvaro
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martedì 1 agosto 2017
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uno spiderman gradevole ma con molti limiti
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Diversamente dal reboot del 2012, Spider-Man Homecoming non si presenta con la presunzione di far qualcosa di meglio rispetto alla trilogia di Raimi, riproponendo molte delle medesime situazioni ma in modo assai meno profondo e riflessivo e rendendo sia il povero Peter che la povera Gwen insopportabili (almeno questa è l'impressione che io ho avuto all'epoca ed è il motivo per il quale odio quei due film): il nuovo Spider-Man anzi se ne distacca il più possibile e ci propone un Parker liceale e ribelle, dicesi anche cazzone bimbominchioso per il quale non ho fatto esattamente i salti di gioia ma è un interessante cambio di prospettiva e di sviluppo del personaggio.
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Diversamente dal reboot del 2012, Spider-Man Homecoming non si presenta con la presunzione di far qualcosa di meglio rispetto alla trilogia di Raimi, riproponendo molte delle medesime situazioni ma in modo assai meno profondo e riflessivo e rendendo sia il povero Peter che la povera Gwen insopportabili (almeno questa è l'impressione che io ho avuto all'epoca ed è il motivo per il quale odio quei due film): il nuovo Spider-Man anzi se ne distacca il più possibile e ci propone un Parker liceale e ribelle, dicesi anche cazzone bimbominchioso per il quale non ho fatto esattamente i salti di gioia ma è un interessante cambio di prospettiva e di sviluppo del personaggio. il Peter Parker di Homecoming non è divorato dai sensi di colpa come quello di Raimi ed i suoi genitori non sono scomparsi a causa di un qualche complotto o attentato governativo o di qualsiasi altra sorta come quello di Amazing (non hanno ancora finito di cadermi i coglioni per quella sottotrama), il nuovo Peter Parker è un semplice idiota dal cuore d'oro; credo che non lo si possa descrivere in un modo migliore. Prima di essere reclutato da Tony Stark per la guerra civile contro Captain America il nostro nuovo Peter sfruttava infatti i propri poteri ed i vantaggi che essi offrivano quasi come fossero un gioco o un passatempo (come dicevo, ad anni di luce di distanza dai grandi poteri dai quali derivano grandi responsablità); si rivelerà anche in questo film talmente ingenuo e stupido da non rendersi nemmeno conto dei rischi mortali ai quali andrà incontro, tuttavia proprio l'ingenuità, la stupidità e la testardaggine che lo contraddistinguono diverranno le sue armi migliori, consentendogli di divenire, alla fiine, il vero eroe che era destinato ad essere fin dall'inizio.
L'interpretazione di Tom Holland non è stata forse molto espressiva ma l'ho trovato perfetto nel ruolo atipico del teenager imbranato ma al tempo stesso dotato di un'incredibile forza fisica; inoltre a dispetto delle stupidaggini che combina ho trovato questo Spider-Man molto più piacevole e molto meno irritante e fastidioso di quello di Amazing. Menzione d'onore la meritano la sua intesa sullo schermo con Marisa Tomei che interpreta un'inedita zia May attraente e premurosa e l'interpretazione di un come sempre meraviglioso Michael Keaton nei panni del rapace Avvoltoio, personaggio al quale è dedicata un'interessante sequenza iniziale e che offre dei buoni spunti narrativi oltre che un ottimo colpo di scena. Tom e Marisa sono invece perfetti insieme e francamente avrei voluto vedere questa nuova versione di May molto più presente nella storia... questo però probabilmente è dovuto al fatto che a dispetto dei suoi 53 anni Marisa Tomei è ancora una figa da far paura e dunque non mi sarebbe dispiaciuto poterla vedera un po' più spesso, visto che del resto l'alternativa era Liz Allan interpretata da Laura Harrier, una 27enne nei panni di una sexy liceale (un ruolo che a non sapere che è una classe '90 non le calza poi così male, le avrei dato al massimo 20 anni), un interesse amoroso purtroppo alquanto piatto e fine a se stesso al cui cospetto perfino la Mary Jane Watson di Raimi era ben caratterizzata. Non sapremo mai nulla di lei se non che piace a Peter Parker e che è una supergnocca per qualche motivo attratta da un coglione al cui confronto Dave di Kick-Ass è un cazzo di Casanova. Un grosso punto interrogativo lo metto invece sul personaggio di Michelle Jones (la nuova MJ), interpretato da Zendaya, a quanto pare una stella della Disney; non dice praticamente nulla, segue Peter Parker come un'ombra e risulta utile soltanto durante il torneo di Decathlon... mi ci gioco anche le palle che sarà il nuovo interesse amoroso di Peter Parker nel prossimo film, ma per il momento è solo un grosso punto interrogativo. Il personaggio del quale invece si sentiva la necessità nella storia quanto di una diarrea al mattino e che risulta col passare dei minuti sempre più irritante e fastidioso è invece quello di Ned, migliore amico di Peter Parker, interpretato da tal Jacob Batalon; proprio no ragazzi, proprio no. L'ultima cosa che volevo vedere era un "Robin" obeso che affiancasse Spider-Man nelle sue imprese, come se non ci fossero già stati Iron-Man e tutta quella continuity degli Avengers a rubargli fin troppo la scena.
Arrivando appunto al difetto principale del film, ho avuto a più riprese la sensazione che stavolta la Marvel/Disney/Sony abbia calcato fin troppo la mano sul merchandising o sui prodotti del franchise che dir si voglia; ogni film non d'autore o non di nicchia è innanzitutto o soprattutto un prodotto commerciale che deve far comprare al pubblico il maggior numero possibile di biglietti e di gadget o accessori correlati al film, su questo siamo tutti d'accordo, ma forse in questo caso la cosa si è rivelata fin troppo palese. Le continue apparizioni di Iron-Man, il mettere in primo piano il suo elmo, i camei di Captain America, il tirar in ballo in modo del tutto non necessario personaggi come Thor e la Vedova Nera ed i numerosi riferimenti ai precedenti film degli Avengers mi sono spesso sembrati eccessivi; trattasi di un'intrusione funzionale alla trama e al contesto ma che non ho gradito particolarmente. E' un film di Spider-Man, quindi è soprattutto Spider-Man che ci terrei a vedere, non gli altri vendicatori. Sarà forse vero che il Peter Parker dei film di Sam Raimi era un piagnucolone logorroico come sostengono i suoi detrattori, ma almeno aveva la decenza, il coraggio e la determinazione necessaria per sistemare da solo i casini da lui stesso causati senza che dovessero arrivare papà Iron-Man o un Robin obeso a salvargli le chiappe. Del tutto inopportuna invece la presenza reiterata della "Morte Nera in Lego" e la citazione ai film di Guerre Stellari che ritengo una palese operazione commerciale o promozionale della Disney in vista dell'uscita dei prossimi film della saga e sulla quale preferisco stendere un velo pietoso.
Parlando rapidamente degli altri campi, il regista Jon Watts mi è sembrato ispirato al punto giusto ed ha trattato il materiale a sua disposizione con grande rispetto e professionalità; Michael Giacchino ha scritto l'ennesima grande colonna sonora, forse non al livello di quelle di Danny Elfman ma sicuramente lodevole; la fotografia, le scene d'azione e gli effetti speciali non raggiungono il livello dei film di Raimi ma hanno sicuramente giovato dell'evoluzione tecnologica avvenuta nel frattempo e delle nuove possibilità che la computer grafica consente, Salvatore Totino ha fatto un buon lavoro e l'Industrial Light & Magic probabilmente porterà a casa l'ennesimo Oscar sebbene abbia fatto cose ben più grandiose in passato.
Nel complesso non lo ritengo un film poi così malvagio, ma l'eccessivo taglio adolescenziale (vedasi John Hughes), il quasi nauseante politicamente corretto e "da poter vendere anche ai bambini" che si respira fino alla fine del film e l'annichilimento del personaggio di Spider-Man a vantaggio degli altri vendicatori e del marketing generale mi hanno portato a non andare oltre le due stelle. Probabilmente potendo gliene avrei date 2 e mezzo. Sono d'accordo con i critici che lo ritengono il miglior film su Spider-Man da Spider-Man 2 ad oggi, ma visti i tre macelli usciti nel frattempo aggiungo che non si tratta poi di questo gran complimento.
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gipsydanger
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martedì 11 luglio 2017
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l'uomo ragno cade per la terza volta.
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Lasciamo da parte per un attimo il fatto che Sam Raimi è un regista straordinario; lasciamo da parte le polemiche sul fatto che per alcuni questo è il vero Uomo Ragno e non quello del suddetto regista.
Prendiamo invece in considerazione il fatto che sono esistite due versioni dell'Uomo ragno: quella classica e quella di ULTIMATE SPIDERMAN.
Queste due versioni hanno creato due fronti opposti di fans del ragnetto; la maggior parte dei lettori della vecchia guardia non potranno che guardare con sospetto la versione ULTIMATE ritenendo che ha cambiato troppo le carte in tavola nella storia del ragno, snaturandolo e togliendoli quell'atmosfera di realismo che sono carattistiche fondamentali del personaggio.
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Lasciamo da parte per un attimo il fatto che Sam Raimi è un regista straordinario; lasciamo da parte le polemiche sul fatto che per alcuni questo è il vero Uomo Ragno e non quello del suddetto regista.
Prendiamo invece in considerazione il fatto che sono esistite due versioni dell'Uomo ragno: quella classica e quella di ULTIMATE SPIDERMAN.
Queste due versioni hanno creato due fronti opposti di fans del ragnetto; la maggior parte dei lettori della vecchia guardia non potranno che guardare con sospetto la versione ULTIMATE ritenendo che ha cambiato troppo le carte in tavola nella storia del ragno, snaturandolo e togliendoli quell'atmosfera di realismo che sono carattistiche fondamentali del personaggio.
Viceversa le nuove generazioni probabilmente disprezzano la versione classica ritenendola "vecchiume del passato". In questa versione poteva accadere un poco di tutto, ma il prezzo da pagare era che il personaggio perdeva la sua centralità e quindi il suo fascino. In ULIMATE c'era troppa carne al fuoco.
Stabilito che esistono due fronti opposti che non riusciranno mai a capirsi nemmeno per un attimo. Stabilito questo credo di potere iniziare la mia recensione di SPIDERMAN HOMECOMING.
Penso si sia capito che il film non mi è piaciuto. Chi legge queste righe ed è molto giovane penserà che è ovvio: non mi è piaciuto perchè non sono più un adolescente; e in parte questo è vero, ma il problema di fondo di S.H. è molto più grave.
Il problema non è perchè è un film indirizzato solo agli adolescenti; questo non è affato un tabù: ci sono bellisssimi film rivolti ai giovanissimi; mi vengono in mente un paio di titolo: GREMLIMS e RITORNO AL FUTURO. Film che parlavano all'intelligenza e al cuore dello spettatore; film che lo aiutavano a crescere e a maturare; oltretutto erano opere dirette in maniera ineccepibile, era impossibile trovarvi un solo errore di regia.
Erano film moralmente alti e tecnicamente perfetti, rivolti ai giovanissimi che però divertivano anche i più grandi.
Spiace dirlo ma questo S.H. fallisce su tutti e due i fronti; sia a livello morale che a livello tecnico.
S.H. è un film noiosissimo anche per un adolescente, figuriamoci per un adulto.
Se il regista fosse un buon autore, anche attingendo dall' UNIVERSO ULTIMATE qualcosa di buono sarebbe comunque venuto fuori.
Le coreografie delle scene d'azione sono dirette molto male ; Watts non ha la verve visiva di Raimi.
Ho gia sentito in giro frasi tipo; "Chi se ne frega di Raimi! Questo è il vero spiderman!"
Sentendo questa frase mi viene in mente la storia di un tipo che, andando in visita al museo del Louvre, dopo avere contemplato la GIOCONDA per qualche istante, se ne esce fuori dicendo; "Però, tutto sommato, stò LEONARDO è un pittore mediocre!"
Guardatevi la scena "cristologica" dell'Uomo Ragno "crocifisso" che blocca il treno e ditemi se Raimi è o non è un autore colto e intelligente.
Come si può trovare brutto il bello (LA GIOCONDA); e trovare bello il brutto, cioè SPIDERMAN HOMECOMING?
La nostra socità sta andando incontro a quello tristemente profetizzato da Pasolini molti decenni fa. l'esaltazione del brutto - vedi TRANSFORMERS. (Non PACIFIC RIM dove Guillermo del Toro ha trasformato qualcosa di potenzialmente kitch in qualcosa di bello).
Morte, (zio Ben, Gwen Stacy); malattia e vecchiaia, (la zia May originaria); sembrano non avere diritto di cittadinanza in questo S.H.
Questo film sembra operi nel cinema quello che si sta operando nella nostra società; ossia la rimozione della vecchiaia e della morte.
Una rimozione che noi vecchi lettori invece fortunatamente non trovavamo; qualcosa che i passati autori del ragno fumettistico non avevano paura di mostrarci e per questo li ringrazierò per sempre.
L'Uomo Ragno di Raimi aveva attraversato al Linea d'Ombra; lo Spiderman di John Watts non l'ha nemmeno intravista.
Vorrei terminare parafrasando un paio di persone che di vita e morte avevano capito qualcosa: JOSEPH CONRAD e CARL GUSTAV JUNG.
CONRAD, in uno dei più bei romanzi di formazione di sempre diceva di LORD JIM che "..egli era uno di Noi!"; possiamo dire lo stesso dello Spiderman di Watts? Assolutamente no!!
CARL JUNG invece diceva che "..anche nel gioco bisogna essere seri!"; SAM RAIMI ha giocato seriamente; quello di WATTS invece è un giocattolo che non solo non è serio, ma non riesce nemmeno a intrattenere.
TRUESPIDEY
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willywillywilly
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martedì 11 luglio 2017
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piccoli eroi crescono
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Marvel Studios è cresciuta . Le produzioni ormai convogliano i migliori attori di Hollywood ( Keaton vi dice qualcosa ? ); le trame sono intrecciate fra i vari film come se si trattasse di una grande Serie TV; la qualità delle sceneggiature sono indubbiamente più articolate dei primissimi Avengers tutto fracasso e pistolettate.
In questo caso l'eroe scanzonato più famoso del mondo è stato riproposto nella sua versione adolescenziale e brufolosa, appena quindicenne ma già pienamente operativo nel suo cammino verso l'età adulta e la piena consapevolezza dei suoi poteri.
Frequenta un liceo prestigioso nonostante sia "apparentemente" uno sfigato, non socializza con nessuno tranne che con l'amico sovrappeso e geniale, rincorre l'amore della compagna di classe che segretamente ricambia l'amore di Peter, e focalizza tutta la sua attenzione sulla possibilità di poter diventare preso ufficialmente un Avengers, accanto a Visione, Thoir e Stark.
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Marvel Studios è cresciuta . Le produzioni ormai convogliano i migliori attori di Hollywood ( Keaton vi dice qualcosa ? ); le trame sono intrecciate fra i vari film come se si trattasse di una grande Serie TV; la qualità delle sceneggiature sono indubbiamente più articolate dei primissimi Avengers tutto fracasso e pistolettate.
In questo caso l'eroe scanzonato più famoso del mondo è stato riproposto nella sua versione adolescenziale e brufolosa, appena quindicenne ma già pienamente operativo nel suo cammino verso l'età adulta e la piena consapevolezza dei suoi poteri.
Frequenta un liceo prestigioso nonostante sia "apparentemente" uno sfigato, non socializza con nessuno tranne che con l'amico sovrappeso e geniale, rincorre l'amore della compagna di classe che segretamente ricambia l'amore di Peter, e focalizza tutta la sua attenzione sulla possibilità di poter diventare preso ufficialmente un Avengers, accanto a Visione, Thoir e Stark.
Ma la sua leggerezza adolescneziale lo inchida per terra, aspirante eroe fracassone ed impacciato anche nelle sue scorribande notturne a cassia di banditi, riiuscendo solo a combinare pasticci che gli causano l'allontanamento dagli Avengers.
Eppure la passione e la genuinità che sempre hanno accompagnato Spidey unita ad una buona dose di fortuna lo porteranno ad affrontare da solo la minaccia dello psicopatico e d avido avvoltoio riuscendo nel non facile compito di salvare l'umanità ed ottenenre la fiducia degli Avengers.
Devo essere onesto; l'impressione iniziale mi aveva lasciato l'amaro in bocca: mi sembrava di trovarmi ancora una volta di fronte ad un clone dei primi due " Amazon spiderman", prodotti adolescenzialli privi di sostanza a suon di "fico" ed ancora "fico" o di cellulari sempre a portata di tasca con suonerie "impossibili".
Ma tralasciando queste leggerezze, si scorge subito l'originalità della trama e della sceneggiatura, il dinamismo delle scene che non sono mai pesanti, si assiste alla gestazione di quello che sarà l'eroe "outsider" per eccellenza, ironico e fracassone, che tornerà secondo me in diversi film futuri degli Avengers.
Le scene "cult" sono intense, adrenaliniche, ed il film può essere visto anche dai più piccoli perchè non si esagera mai con la violenza. Quindi questa nuova rivisitazione del buon vecchio Uomo Ragno ha centrato l'obiettivo.
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