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lunedì 24 gennaio 2022
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felicity
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venerdì 29 maggio 2020
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una storia di genialità mai egoistica
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Il film cerca di rappresentare una lotta con serietà, naturalezza – non ci sono grandi, eclatanti gesti eroici, ma piccole conquiste e collaborazioni tra esseri umani – e con leggerezza, senza tralasciare inoltre una certa vena ironica.
Una storia di genialità mai egoistica e avida, ma anzi fondata tutta sulla collaborazione di un trio.
Una storia di parità razziale e ancora – e prepotentemente – di parità di genere. Perché una donna, anche negli anni ’60, ha il diritto di valere (o di contare, per usare lo stesso gioco di parole matematico voluto per il titolo italiano) quanto un uomo, anche quando un marito la accusa di non saper educare i propri figli perché il lavoro tiene troppo a lungo lontane da casa, o quando teme di non potersi rifare una vita con un nuovo compagno, dopo la scomparsa del primo.
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Il film cerca di rappresentare una lotta con serietà, naturalezza – non ci sono grandi, eclatanti gesti eroici, ma piccole conquiste e collaborazioni tra esseri umani – e con leggerezza, senza tralasciare inoltre una certa vena ironica.
Una storia di genialità mai egoistica e avida, ma anzi fondata tutta sulla collaborazione di un trio.
Una storia di parità razziale e ancora – e prepotentemente – di parità di genere. Perché una donna, anche negli anni ’60, ha il diritto di valere (o di contare, per usare lo stesso gioco di parole matematico voluto per il titolo italiano) quanto un uomo, anche quando un marito la accusa di non saper educare i propri figli perché il lavoro tiene troppo a lungo lontane da casa, o quando teme di non potersi rifare una vita con un nuovo compagno, dopo la scomparsa del primo. Un obiettivo conseguito con sacrificio e determinazione, che nessuna donna, oggi, può dimenticare.
"Il diritto di contare" è una pellicola per tutti, educativa, di una certa potenza, se pur la storia sembra esser affrontata con troppa leggerezza, tralasciando d’indagare a fondo quelle implicazioni sociali che costituiscono il background delle protagoniste.
Ma va bene così, perché il film si salva molto bene nel momento in cui si cimenta in un genere comico- commedia, trattando con leggerezza le tematiche, senza eccedere nel parlare di differenze razziali o di sesso. Infatti sono gli eventi e i fatti che parlano da sé, senza bisogno di inutili sequenze strappalacrime.
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onufrio
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domenica 17 maggio 2020
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benvenuti alla nasa
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La vera storia di tre donne afro-americane che negli anni '60, nel boom di un'America ricca di discriminazioni razziste e di leggi sbalorditivamente preistoriche ed inumane (sono passati appena 60 anni..) erano impiegate alla NASA ricoprendo ruoli diversi ma assolutamente importanti ai fini dell'obiettivo sperato dalla grande patria a stelle e strisce. Importante analisi dell'epoca storica, il film si concentra anche sui molteplici calcoli matematici, addentrandosi sin troppo in tematiche complesse per lo spettatore medio. Il messaggio finale, quel che ci lascia la pellicola, è comunque un grande insegnamento, una storia per non dimenticare.
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elgatoloco
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lunedì 21 ottobre 2019
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film significativo versus pregiudizi
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"Hidden Figures"(2017, Theodore Melfi)è yna straordinaria sfida a chi crede di sapere e di poter affermare(invece crede di saperlo solo per uno sciocco preigiudizio, per un assurdo "sentito dire", degno di nessun commento, se non di una secca smentita, espressa anche abbastanza perentoriamente) che le ragazze e le donne non sanno nulla di logica, né di matematica né di scienza in genere o peggio che non ci capiscono nulla. . Donne e "nere"erano le tra scienziate che all'inizio degli anni 1960 erano state incoroporate nella NASA provocando l'ilarità di qualcuno(e anche di qualche donna, purtroppo, come si sa i pregiduzii di genre, "fioriscono" in utti e due oppure tre-almeno-i generi, visto che la dabbenaggine umana non ha limiti.
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"Hidden Figures"(2017, Theodore Melfi)è yna straordinaria sfida a chi crede di sapere e di poter affermare(invece crede di saperlo solo per uno sciocco preigiudizio, per un assurdo "sentito dire", degno di nessun commento, se non di una secca smentita, espressa anche abbastanza perentoriamente) che le ragazze e le donne non sanno nulla di logica, né di matematica né di scienza in genere o peggio che non ci capiscono nulla. . Donne e "nere"erano le tra scienziate che all'inizio degli anni 1960 erano state incoroporate nella NASA provocando l'ilarità di qualcuno(e anche di qualche donna, purtroppo, come si sa i pregiduzii di genre, "fioriscono" in utti e due oppure tre-almeno-i generi, visto che la dabbenaggine umana non ha limiti.,..), tanto che qualcuno le aveva persino scambiate per inservienti e per "limpiadoras"(donne delle pulizie), con tutto il rispetto, peraltro, per questa importante funzione/professione.... Un film asoslutamente rispettoso della realtà storica, anzi rigorosamente basato sulla stessa, certo ispirata da quel"Russies go home!"che in quell'epoca(cold war, sfida atomica e spaziale, appunto)dominava la scena, in tutto il mondo, ma questa componente"very american"è ineliminiabile., Quando l'uomo(ora anche la donna, a quant si apprende,,,)era arrivato sulla luna, la reazione fu"Ce l'abbiamo fatta prima dei Russi"e di questo elmento non si può non tener conto-d'altro sarebbe sciocco farlo. Taraij Henson e le sue due colleghe sono asoslutamente straordinarie(tra l'altro anche decisamente belle, senza lo sciocco apparato da"modelle forever"peraltro improponibile a ogni donna che sia tale, che non sia una mera immagine fantasmatica e senza l'apparato"migliorante"che in genere si appioppa a reginette di bellezza e simili); anche Kevin Kostner, però, rinunciando qui finalmente ad ogni protagonismo da"primo nome in cartellone"è efficace, più che in alrre occasioni recenti, più bravo che in altri film che abbiamo visto di recente...Da vedere cimunque, possibilmente anche quale invito ad approfondire le figure di queste tre matematiche che hanno posto le indispensabili radici teoriche a questa grande avventura che, volenti o nolenti, ci appassiona sempre, anche quando crediamo di pensare a tutt'altre cose. El Gato
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elgatoloco
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martedì 23 gennaio 2018
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film importante
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"Hidden Figures"di Theodore Melfi(2017)è un film importante sia a livello storico generale(primi anni Sessanta del 1900, guerra fredda, kennedyismo, viaggi spaziali intesi come simbolo dell'affermazione mondiale dell'imperialismo americano o"sovietico", questione dei diritti degli Afroamericani, con le epiche lotte di Martin Luther King e Malcom X), sia a livello di storia delle donne afroamericane particolarmente dotate a livello scientifico( in specie matematico-ingegneristico)e della loro difficoltà di essere riconosciute in un'organizzazione selettiva e"classista"come la NASA, l'ente spaziale USA, dove per es.la"leader"a livello matematico delle tre esponenti scientifiche di colore, all'inizio, viene sottoposta a un vero interrogatorio di tipo spionistico(le viene chiesto, fuori dai denti, se sia una spia russa!).
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"Hidden Figures"di Theodore Melfi(2017)è un film importante sia a livello storico generale(primi anni Sessanta del 1900, guerra fredda, kennedyismo, viaggi spaziali intesi come simbolo dell'affermazione mondiale dell'imperialismo americano o"sovietico", questione dei diritti degli Afroamericani, con le epiche lotte di Martin Luther King e Malcom X), sia a livello di storia delle donne afroamericane particolarmente dotate a livello scientifico( in specie matematico-ingegneristico)e della loro difficoltà di essere riconosciute in un'organizzazione selettiva e"classista"come la NASA, l'ente spaziale USA, dove per es.la"leader"a livello matematico delle tre esponenti scientifiche di colore, all'inizio, viene sottoposta a un vero interrogatorio di tipo spionistico(le viene chiesto, fuori dai denti, se sia una spia russa!). Ill titolo italiano"Il dirtto di contare", sia detto inter cetera, è furbo per la sua duplicità: diritto di contare come il diritto a"far di conto", come si diceva un tempo, per donne afroamericnae, ma anche, complessivamente, per tutta la comunità nera, di contare, passando, appunto, per le epiche lotte dei citati corifei della lotta di emancipazione"colored", dove il leader nonviolento King viene qui ben più omaggiato di Malcom X, leader"violento"e ispiratore dei"Black Panthers"... Le tre interpreti, che "riproducono"eroine reali del mondo civile e scientifico al tempo stesso, sono assolutamente convincenti e, molto meglio del solito, è qui anche(merito della regista)Kevin Kostner. El Gato
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marcobrenni
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sabato 20 gennaio 2018
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un film storico contro i pregiudizi di sempre
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Pensavo al solito polpettone hollywoodiano, invece rimasi stupito-allibito. Una prima assoluta che finalmente rivela il ruolo di primo piano che ebbero tre donne afroamericane, assolutamente geniali in matematica (!) che furono essenziali per il volo del primo astronauta americano John Glenn che nel 1962 riuscì a superare l'exploit di Yuri Gagarin. Si tratta di una storia vera che ha dell'incredibile, soprattutto alla luce dei soliti pregiudizi, sia contro i neri, sia contro le presunte incapacità scientifiche del gentil sesso, addirittura poi se anche africane. La NASA nascose il fatto alla cronaca, anche per i comprensibili segreti aziendali. Solo ora viene alla luce una vicenda che aiutò non poco gli USA ad uscire dai pregiudizi e dalla segregazione razziale, non solo, ma anche nella rivalutazione dell capacità femminili.
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Pensavo al solito polpettone hollywoodiano, invece rimasi stupito-allibito. Una prima assoluta che finalmente rivela il ruolo di primo piano che ebbero tre donne afroamericane, assolutamente geniali in matematica (!) che furono essenziali per il volo del primo astronauta americano John Glenn che nel 1962 riuscì a superare l'exploit di Yuri Gagarin. Si tratta di una storia vera che ha dell'incredibile, soprattutto alla luce dei soliti pregiudizi, sia contro i neri, sia contro le presunte incapacità scientifiche del gentil sesso, addirittura poi se anche africane. La NASA nascose il fatto alla cronaca, anche per i comprensibili segreti aziendali. Solo ora viene alla luce una vicenda che aiutò non poco gli USA ad uscire dai pregiudizi e dalla segregazione razziale, non solo, ma anche nella rivalutazione dell capacità femminili. L'eroina del film è rappresentata da una fantastica e arguta Taraji P. Henson che all'ultimo momento fu la persona-chiave per la riuscita del lancio di J. Glenn nello spazio. E chi l'avrebbe mai sospettato che alla NASA funzionava un gruppo segregato di "black-computers", cioè un gruppo di afroamericani fra cui molte donne, selezionate in tutti gli USA per le loro incredibili capacità di calcolo. Un lavoro che i bianchi disdegnavano, preferendo attività più creative-ingegneristiche. Stavano pure nascendo i primi computer IBM, ma con capacità di calcolo nemmeno lontanamente paragonabile a quelli attuali. In sostanza, per verificare l'esattezza dell'angolo di rientro della capsula spaziale nell'atmosfera, all'ultimo momento il computer IBM non fu più in grado di svolgere tutti i calcoli in una volta sola. Quasi alla disperazione, la NASA si rivolse all'ultima risorsa di calcolo disponibile e affidabile: al computer-donna afroamericana, impersonata dalla Henson, che dopo aver verificato tutti i calcoli con una tempestica ed esattezza sovrumana, dette il benestare definitivo al lancio dell'astronauta nello spazio, assumendosi con ciò responsabilità incredibili. Dopo il successo della rischiosa missione, fu pure premiata al merito, ma la notizia restò celata, tant'è che quasi nessuno finora ha mai saputo di quest'incredibile vicenda. Un film da vedere assolutamente, perché storico, avvincente-arricchente-commovente, ma soprattutto utile per sfatare i soliti pregiudizi, sia razziali (mai morti) , sia contro le presunte inadeguatezze scientifiche del gentil sesso.
Marco Brenni
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francodip
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venerdì 28 luglio 2017
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fantastico
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Bellissimo film. Interpretato molto bene dagli attori protagonisti. Un film che fa pensare e riflettere su quella che era, fino a qualche decennio fa, la segregazione razziale.
Eccezionale Kevin Costner e Taraji P. Henson.
Da vedere assolutamente
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elgatoloco
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domenica 25 giugno 2017
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grande film, anche se politically correct
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"Hidden Figures", ossia"figure nascoste", ma è efficace anche il titolo italiano, "Il diritto di contare", in quanto ha il doppio significato, riferendosi sia al"diritto di contare socialmente" per delle donne di colore, sia a quello di affermarsi in campo scientifico-matematico(dove bisogna ricordare che la matematica non è solo calcolo...cosa che si sa da sempre ma volutamente si è voluto dimenticare). NASA, guerra fredda, viaggi spaziali(quello sulla Luna, abbastanza assurdamente negato da certe persone)anche in funzione anti-URSS, quindi anche con tutto il fanatismo anti-comunista di certe epoche(ma il pericolo era comunque reale, durante la"guerra fredda".
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"Hidden Figures", ossia"figure nascoste", ma è efficace anche il titolo italiano, "Il diritto di contare", in quanto ha il doppio significato, riferendosi sia al"diritto di contare socialmente" per delle donne di colore, sia a quello di affermarsi in campo scientifico-matematico(dove bisogna ricordare che la matematica non è solo calcolo...cosa che si sa da sempre ma volutamente si è voluto dimenticare). NASA, guerra fredda, viaggi spaziali(quello sulla Luna, abbastanza assurdamente negato da certe persone)anche in funzione anti-URSS, quindi anche con tutto il fanatismo anti-comunista di certe epoche(ma il pericolo era comunque reale, durante la"guerra fredda"...), diritti delle donne, per di più appunto"afroamericane", dunque...Una miscela esplosiva, che il regista Theodore Melfi padroneggia con efficacia, con le straordinarie interpreti e un Kevin Costner, che spesso cade in una recitazione forzata, qui invece bravissimo. Film"politically correct"(forse in epoca pre-o post-Obama avrebbe incontrato difficoltà)ma non per questo meno valido . El Gato
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zombiejesus
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venerdì 9 giugno 2017
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zero
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Parlatemi del diritto vostro di avere una volontà vostra e personale e non oppositiva e io chiamerò ciascuna di voi "donna".
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feliciar
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lunedì 1 maggio 2017
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il diritto di esistere
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Il diritto di contare è un film entusiasmante.
Parla di due cose fantastiche: delle tre donne afro-americano che hanno partecipato al programma NASA e dei viaggi nello spazio.
Dentro c'è tutto: la Virginia segregazionista degli anni '60, Kennedy, il reverendo King, la competizione USA-URSS per lo spazio, i "" computer-colored"" che verificavano i calcoli degli ingegneri.
Era il metodo NASA: matematici di colore verificavano i calcoli. IBM era di là da venire, c'erano i negri a fare da computer, non uomini o donne ma, macchine colorate, separate dai bianchi, nei bagni, nelle scuole, nelle chiese e, finanche, nella macchina del caffè.
Kennedy non aveva ancora presentato il Civil Rights Act.
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Il diritto di contare è un film entusiasmante.
Parla di due cose fantastiche: delle tre donne afro-americano che hanno partecipato al programma NASA e dei viaggi nello spazio.
Dentro c'è tutto: la Virginia segregazionista degli anni '60, Kennedy, il reverendo King, la competizione USA-URSS per lo spazio, i "" computer-colored"" che verificavano i calcoli degli ingegneri.
Era il metodo NASA: matematici di colore verificavano i calcoli. IBM era di là da venire, c'erano i negri a fare da computer, non uomini o donne ma, macchine colorate, separate dai bianchi, nei bagni, nelle scuole, nelle chiese e, finanche, nella macchina del caffè.
Kennedy non aveva ancora presentato il Civil Rights Act.
Ma le tre signore erano scienziate, non macchine di colore e, alla fine, la spuntarono.
La storia è vera: sono state le prime donne di colore ad accedere ad un programma NASA: Katherine verificò la traiettoria del colonnello Glenn, il primo a girare intorno alla Terra. Il colonnello disse che non si sarebbe imbarcato, senza i suoi calcoli: in pratica, aprì la strada allo sbarco sulla Luna.
Le fu riconosciuto il talento.
Le altre, pure, si affermarono e, pare impossibile in anni bui ed in ambienti maschili.
Noi non sapiamo se fu il bisogno di sopravanzare i Russi o la pressione per i diritti civili ma, accadde il miracolo e si accettò che l'intelligenza fosse democratica, senza colore, sesso, razza o religione.
l film è affascinante, intreccia storie personali e documenti di archivio, chiunque abbia visitato il KSC a Cape Canaveral ( evitando Disneyland), resta a bocca aperta. La base Nasa è un grandioso monumento alla scienza e all'ardire umano.
Il viaggio nello spazio è l'avventura piu' grande dell'umanità e God bless America per avere consentito a queste donne di dare il proprio contributo alla storia.
Un'ultima nota: la signora Katherine ( classe 1918) è, oggi, in vita.
Evidentemente, la Scienza la ha fatto bene.
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