maumauroma
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giovedì 16 marzo 2017
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il diritto di contare
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Segregazione razziale e conquista dello Spazio, ecco le due tematiche cosi' apparentemente diverse che fanno da collante a questo originale e interessante film. Chi agli inizi degli anni sessanta era bambino o ragazzo si ricordera' sicuramente dell'appassionante gara tra le superpotenze Urss e Usa, che si sfidarono a lungo, nel pieno della guerra fredda, per mandare per primi un uomo al di fuori dell ' atmosfera terrestre. Dapprima furono i russi ad avere la meglio, ma poi, a poco a poco, gli americani riuscirono a superare i sovietici, e dopo una serie di missioni di grande successo con capsule spaziali sempre piu' affidabili e tecnicamente evolute, riuscirono addirittura, nel luglio del 1969, a mandare per la prima volta un loro astronauta sulla Luna.
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Segregazione razziale e conquista dello Spazio, ecco le due tematiche cosi' apparentemente diverse che fanno da collante a questo originale e interessante film. Chi agli inizi degli anni sessanta era bambino o ragazzo si ricordera' sicuramente dell'appassionante gara tra le superpotenze Urss e Usa, che si sfidarono a lungo, nel pieno della guerra fredda, per mandare per primi un uomo al di fuori dell ' atmosfera terrestre. Dapprima furono i russi ad avere la meglio, ma poi, a poco a poco, gli americani riuscirono a superare i sovietici, e dopo una serie di missioni di grande successo con capsule spaziali sempre piu' affidabili e tecnicamente evolute, riuscirono addirittura, nel luglio del 1969, a mandare per la prima volta un loro astronauta sulla Luna. Pochissimi sapevano pero', prima di vedere questo film, che buona parte del merito di questi successi statunitensi, fu da attribuire al lavoro oscuro,svolto alla Nasa in qualita' di ingegneri matematici da tre donne, per di piu' di colore,che con le loro preziose intuizioni tecnologiche e i loro calcoli aggiornati sulle traiettorie di volo, consentirono partenze e rientri delle navette con gli astronauti a bordo in condizioni di massima sicurezza, e consegnarono alla Storia queste affascinanti imprese . All'epoca si era nel pieno della discriminazione razziale, e la sola idea che dall'ingegno di tre persone afroamericane appartenenti al sesso femminile, in un ambiente del tutto maschilista come era quello della Nasa a quel tempo, potessero dipendere i successi aerospaziali degli Stati Uniti, pareva del tutto inconcepibile. Il Diritto di contare risulta un film ben costruito, a tratti avvincente, e ha il grande merito di trattare un argomento sgradevole e avvilente come quello del razzismo con una dose di ironia difficile da riscontrare in opere che trattano questo tema, senza per questo apparire superficiale o scontato. Lo sviluppo della trama e' pero' alquanto convenzionale e purtroppo non mancano i soliti fastidiosi momenti di trionfalismo a stelle e a strisce tipici di questo genere di pellicole. Buona risulta l'interpretazione di tutti gli attori mentre la colonna sonora si dimostra efficace e piacevole. Tre stelle e mezzo
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rubio93
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mercoledì 15 marzo 2017
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i diritti civili immersi nella corsa allo spazio
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Il diritto di contare è un film del 2016, diretto da Theodore Melfi, uscito nelle sale statunitensi il 25 dicembre 2016 e dall'8 marzo 2017 nelle sale italiane. E' stato candidato a tre premi Oscar, miglior film, miglior attrice non protagonista e miglior sceneggiatura non originale.
Come recita il titolo originale Hidden Figures, ovvero figure nascoste, la vicenda, ispirata a fatti realmente accaduti, narra di alcune personalità che, benchè abbiano compiuto grandi passi avanti nell'evoluzione della conoscenza umana, la storia ha lasciato un pò in disparte.
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Il diritto di contare è un film del 2016, diretto da Theodore Melfi, uscito nelle sale statunitensi il 25 dicembre 2016 e dall'8 marzo 2017 nelle sale italiane. E' stato candidato a tre premi Oscar, miglior film, miglior attrice non protagonista e miglior sceneggiatura non originale.
Come recita il titolo originale Hidden Figures, ovvero figure nascoste, la vicenda, ispirata a fatti realmente accaduti, narra di alcune personalità che, benchè abbiano compiuto grandi passi avanti nell'evoluzione della conoscenza umana, la storia ha lasciato un pò in disparte.
Siamo negli anni della guerra fredda, dove la lotta per due visioni opposte del mondo non si svolge sul suolo terrestre con soldati e carrarmati, ma nella corsa alla conquista dello spazio, attreverso calcoli, complesse equazioni e soprattutto grandi menti. Gli autori, però non si limitano a questo; in tale contesto intrecciano le lotte intestine e le proteste degli afroamericani per la conquista dei diritti civili, il loro disagio nei confronti di una nazione che fatica ad accettare il diverso colore della pelle. Un disagio che deve essere affrontato anche dalle donne, colpite ancor di più dagli atteggiamenti sessisisti, che rendeno la loro posizione più precaria e discriminata rispetto a quella degli uomini.
I personaggi principali sono tre: Katherine Johnson (Taraji P. Henson), Dorothy Vaughan (Octavia Spencer) e Mary Jackson (Janelle Monàe). Esse fanno parte di un gruppo della Nasa, addetto ai calcoli, ma per il quale lavoro ricevono solo un minimo merito, se non addirittura nessuno.
Grazie, però, all'evoluzione delle circostanze, ma soprattutto per merito di loro stesse, ciascuna di esse attreverso un proprio percorso, fatto di intraprendenza e ad anche di sacrifici, sfonderà le barriere dei pregiudizi, sia legati al colore della loro pelle che al loro sesso. Grazie al loro talento e capacità professionali si faranno spazio nel mondo della scienza aerospaziale.
Il film inequivocabilmente di sapore politico e sociale, riesce a dimostrare, portando in primo piano l'esperienza di queste tre grandi donne, quanto poco importa, anzi per niente, il colore della pelle o l'essere maschio o femmina, nell'evoluzione della razza umana. Sostanzialmente dice allo spettatore, senza esagerare e senza darsi troppe arie, che non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina.
Inoltre, il film, in questo suo trattare di tematiche politiche, razziste e sessiste, trova un ambito e un punto d'approccio originale, riuscendo anche narrare abilmente la storia di queste tre donne, le cui esperienze verrano ora ricordate in tutto il mondo.
Una narrazione drammatica, se si guarda alla cornice più ampia, quella delle marce antisegregazioniste e dei distanti conflitti coi sovietici. Ma è anche una storia narrata con leggerezza ed ironia, le cui critiche a determinate questioni sono quisitamente sottili.
La solida scenaggiatura sociale, che anche grazie alle brillanti interpretazioni delle protagoniste, raggiunge una sua validità storica nell'ambito cinematografico e rende il film uno di quelli che verrebbe eti
chettato come impengnato, senza però divenire per questo pesante e lento.
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flyanto
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mercoledì 15 marzo 2017
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l'emancipazione delle tre donne nere presso la nas
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Con "Il DIritto di Contare" il regista Theodore Melfi affronta per la prima volta sullo schermo una pagina della storia degli uffici della NASA poco conosciuta, concernente le tre scienziate-matematiche afro-americane e la discriminazione pesante che negli anni '60 esse dovettero subire. Pur intelligenti oltre la media, le tre donne di colore, a Langley, presso, appunto, gli uffici della NASA, come del resto in tutto il territorio della Virginia ogni persona di colore, dovett[+]
Con "Il DIritto di Contare" il regista Theodore Melfi affronta per la prima volta sullo schermo una pagina della storia degli uffici della NASA poco conosciuta, concernente le tre scienziate-matematiche afro-americane e la discriminazione pesante che negli anni '60 esse dovettero subire. Pur intelligenti oltre la media, le tre donne di colore, a Langley, presso, appunto, gli uffici della NASA, come del resto in tutto il territorio della Virginia ogni persona di colore, dovettero subire molteplici atteggiamenti ed azioni discriminatori da parte dei bianchi e pertanto a loro non era permesso, per esempio, sedere nei ristoranti o nelle mense vicino a quest'ultimi, così negli autobus, non potevano nemmeno usare le stesse toilettes, e così via... Il film segue la storia di ogni singola delle tre donne e, cioè, di colei che contribuì in maniera determinante con i suoi calcoli ad inviare gli astronauti americani, prima in orbita e poi sulla Luna, di quella che riuscì a diventare finalmente ingegnere e di quella che fu posta alla guida ed all'insegnamento della programmazione del grosso calcolatore elettronico dell'IBM.
Theodore Melfi riesce a costruire e dirigere una storia che, pur trattando tematiche già molteplici volte affrontate precedentemente nelle pellicole cinematografiche, e cioè il razzismo, la discriminazione sia razziale che sessista, e l'emancipazione, riesce ad essere originale nel suo svolgersi e pertanto avvincente. Ricostruendo alla perfezione gli anni '60 per ciò che concerne l'ambientazione ed i costumi, Melfi presenta in maniera realistica il mondo delle donne, ponendo l'accento sulle lotte dure e lunghe che esse dovettero sostenere al fine di un graduale, lento e definitivo miglioramento della propria condizione di reiette.
Consigliabile senza alcun dubbio.
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flaw54
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mercoledì 15 marzo 2017
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scontato, ma piacevole.
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Film sicuramente non realistico nelle atmosfere e nella rappresentazione dei rapporti interrazziali, ma piacevole, accattivamente e assai ben recitato dalle tre protagoniste. Bene anche Kevin Costner più naturale e meno imbambolato del solito. La storia è ben scritta, ben sceneggiata e nonostantd l'atmosfera da commedia coinvolge e commuove lo spettatore. Sono andato a vedere il film con poche aspettative, ma ne sono stato piacevolmente colpito.
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luigi chierico
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mercoledì 15 marzo 2017
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le due facce dell’america-ossia il voltafaccia
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I visi pallidi e i pellerossa, poi i bianchi e i negri,oggi la gente di colore! Questa l’ America di ieri e di oggi che questo straordinario film ricorda rappresentando una vicenda vera che ha mutato la Storia dell’ America e del mondo. Accanto agli americani Kevin Costner e Kirsten Dunst tre africane : Tarai P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monae. L’ottimo regista Theodore Melfi sottolinea il contrasto tra le due razze mostrando a confronto tanti impiegati alla Nasa in camicia bianca ed uno stuolo di donne di colore al loro servizio. I fatti narrati si svolgono agli inizi degli anni ’60 cioè circa mezzo secolo fa quando ancora la discriminazione non conosceva limiti : scuole,bagni,posti in mezzi pubblici.
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I visi pallidi e i pellerossa, poi i bianchi e i negri,oggi la gente di colore! Questa l’ America di ieri e di oggi che questo straordinario film ricorda rappresentando una vicenda vera che ha mutato la Storia dell’ America e del mondo. Accanto agli americani Kevin Costner e Kirsten Dunst tre africane : Tarai P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monae. L’ottimo regista Theodore Melfi sottolinea il contrasto tra le due razze mostrando a confronto tanti impiegati alla Nasa in camicia bianca ed uno stuolo di donne di colore al loro servizio. I fatti narrati si svolgono agli inizi degli anni ’60 cioè circa mezzo secolo fa quando ancora la discriminazione non conosceva limiti : scuole,bagni,posti in mezzi pubblici. Il film non si risparmia nulla di tutto questo andando anche oltre per sottolineare il cambiamento, la trasformazione che è avvenuta dopo John Fitzgerald Kennedy e la presenza nella NASA delle tre afro-americane Katherine Johnson,Dorothy Vaughn e Mary Jackson, tre geni nei calcoli e nell’ingegneria. Una trasformazione a cui assistiamo da tempo anche per la presenza notevole tra gli attori di Holliwood, fino al potere a cui è giunto Barack Obama dopo 43 bianchi. La novantottenne Katherine Johnson è interpretata da Tarai P. Henson, Dorothy Vaughn,morta nel 2008 a 98 anni, è interpretata da Octavia Spencer, Mary Jackson da Janelle Monae.Il film al di là del coraggio dimostrato nel dire al mondo intero come l’America abbia cambiato volto dopo essere stata umiliata dal coraggio e dalla genialità di tre donne di colore ostentate dai maschi, anche dalla propria gente,dalle donne perché bianche, resta un ottimo film per dialoghi, musica, fotografia, interpretazione, ritmo e suspense. Non si può assistere a questa pagina di storia senza scindere il fatto come tale, una vicenda che sa dell’incredibile, del fantastico che trascina lo spettatore a puntare sulle capacità di queste tre donne, da un chiaro messaggio socio-politico, soprattutto in questo periodo. Il Ku Klux Klan è lontano ma non dimenticato quindi prende massimo risalto il momento in cui nel film il responsabile della NASA Al Harrison,la cui parte è stata assegnato al bravo e noto attore Kevin Costner, aprendo le porte delle toilettes apre le porte all’uguaglianza, alla civiltà. Lo scontro tra Mary Jackson(Janelle Monae) ed il Giudice sul diritto a frequentare l’università è di una potenza impressionante. La verità e la presa di coscienza di quelli che erano i diritti inviolabili di qualunque cittadino americano a prescindessi dal colore della pelle e delle sue origini. Altrettanto forte è la reazione che ha Katherine Johnsonche ha nei confronti di Al Harrison, proclamando quelli che avrebbero dovuto essere i diritti di uguaglianza. Colei di cui la NASA non più fare a meno non ha diritto di ingresso perché non ha il cartellino NASA: è il protocollo! Sebbene non manchino momenti dedicati agli affetti più cari e all’amore quello che sovrasta è il rapporto di amicizia che lega le tre donne a confronto di un popolo che brancola al buio senza arrivare alle stelle. In una competizione tra cento matematici, fisici, ingegneri soltanto tre donne di colore mettono tutti in crisi portandosi così in alto da poter dire oggi che hanno accompagnato Neil Armstrong quando per primo il 20 luglio 1969 posò il piede sulla Luna. Quando al termine qualcuno applaude non si sa bene se per il successo scientifico raggiunto dagli americani, ovvero per il film piaciuto sino al suo epilogo di vero cinema.
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ilamar
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domenica 12 marzo 2017
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potere alle donne
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Finalmente un film decente dopo tutte le schifezze delle ultime settimane. Taraji P. Henson è fantastica, ironica, divertente e pungente. Dopo averla vista in serie tv, qui è esplosa in tutta la sua bravura. Grande anche Kevin Kostner. La storia di 3 donne di colore negli anni '50 in america, relegate a ruoli minori, ma che riescono a riscattarsi, a farsi strade a gomitate, fino a ricoprire ruoli importanti all'interno della NASA.
[+] un lavoro di squadra che fece crollare muri
(di antoniomontefalcone)
[ - ] un lavoro di squadra che fece crollare muri
[+] non decente.il migliore della stagione.
(di bizantino73)
[ - ] non decente.il migliore della stagione.
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bizantino73
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sabato 11 marzo 2017
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il più bel film della stagione 16/17
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Questo non è un film sull'integrazione razziale, non è un film sulla corsa allo spazio, non è un film sulla guerra fredda e non è neppure un film sulla gioia della famiglia. Questo è un film BELLISSIMO che parla di tutte queste cose attraverso la storia di tre donne. E lo fa in modo splendido non retorico facendoti desiderare che non finisca mai. Non credete alle critiche di altre recensioni; dimenticatevi le delusioni di musical mancati (La,la land), di ordinari sketch televisivi travestiti da rivelazione dell'anno che non fanno ridere neanche un po' (Omicidio all'italiana), le pagliacciate cinesi -holliwoodiane per intelligenze adolescenziali sulla grande muraglia , e pure le storie di ordinaria macelleria (non serve che faccia il titolo ) dell'ennesimo film di guerra che si sono visti in questa stagione.
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Questo non è un film sull'integrazione razziale, non è un film sulla corsa allo spazio, non è un film sulla guerra fredda e non è neppure un film sulla gioia della famiglia. Questo è un film BELLISSIMO che parla di tutte queste cose attraverso la storia di tre donne. E lo fa in modo splendido non retorico facendoti desiderare che non finisca mai. Non credete alle critiche di altre recensioni; dimenticatevi le delusioni di musical mancati (La,la land), di ordinari sketch televisivi travestiti da rivelazione dell'anno che non fanno ridere neanche un po' (Omicidio all'italiana), le pagliacciate cinesi -holliwoodiane per intelligenze adolescenziali sulla grande muraglia , e pure le storie di ordinaria macelleria (non serve che faccia il titolo ) dell'ennesimo film di guerra che si sono visti in questa stagione. Dimenticatevi pure le recensioni ufficiali che danno il "consigliato sì e l'assolutamente sì " non si sa con quale criterio (forse quello del "Io sono un cinefilo raffinato e voi non siete niente"). Questo film vi farà sorridere, piangere, riflettere , vi farà venir voglia di vederlo di nuovo con un equilibrio una leggerezza un ritmo tra le diverse scene propria del grande cinema. Grandi attori a cominciare dalle tre protagoniste e anche K. Costner Il migliore ( e di gran lunga) film di questa stagione.
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luisasb
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sabato 4 marzo 2017
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curiosità
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Ho una curiosità.
Se il film uscirà in Italia l'8 marzo, come hanno potuto vederlo e commentarlo i 5 utenti che hanno scritto commenti dal 21 febbraio al 3 marzo?
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(di ashtray_bliss)
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misesjunior
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venerdì 3 marzo 2017
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falsificare la storia... a fin di bene!
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La "political correctness" sostenuta dai neocomunisti autobattezzatisi "liberal", in America (e più recentemente anche da noi), ha lottato per imporre la censura o incluso proibire lo studio dei classici della letteratura (mondiale e americana) perché considerati razisti, o maschilisti, o entrambe le cose. Ormai anche in Europa (per esempio la Boldrini) cercano d'imporre la neolingua "progressista", già prevista e temuta da Orwell (in "1984"), e in generale tentano la censura degli intellettuali che non la pensano come loro vietando loro intervenire nei dibattiti universitari, ecc. Questo da noi dovrebbe essere noto, ma non gli si da sifficiente peso.
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La "political correctness" sostenuta dai neocomunisti autobattezzatisi "liberal", in America (e più recentemente anche da noi), ha lottato per imporre la censura o incluso proibire lo studio dei classici della letteratura (mondiale e americana) perché considerati razisti, o maschilisti, o entrambe le cose. Ormai anche in Europa (per esempio la Boldrini) cercano d'imporre la neolingua "progressista", già prevista e temuta da Orwell (in "1984"), e in generale tentano la censura degli intellettuali che non la pensano come loro vietando loro intervenire nei dibattiti universitari, ecc. Questo da noi dovrebbe essere noto, ma non gli si da sifficiente peso.
Questo film falsifica la Storia, pur prendendo spunto da problemi reali, per fare quel tipo di operazione commerciale che, in anticipo, si sa che manderà in deliquio gli autoritenuti "progressisti", i quali felicemente si ritroveranno riconfermati nei loro pregiudizi "umanitari" (sic). Secondariamente è una operazione di propaganda che garantiza la buona critica dello establishment hollywoodiano di sinistra, e buoni incassi, sapendo che esiste un largo pubblico sotto l'influenza delle menzogne del progressismo che nulla farà cambiare modo di vedere, salvo singoli casi che poi sono quelli che vengono al solito accusati di "tradimento".
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