nargilla
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venerdì 16 febbraio 2018
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meraviglioso
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l film risulta complessivamente un prodotto di grande delicatezza. I personaggi di Elio e Oliver sono intriganti, affascinanti, a tratti quasi ipnotici, ben strutturati su uno spessore che rimane abbastanza sottile e mai completamente definito in modo da proporre un ritratto dentro al quale chiunque possa sentirsi descritto. La regia quasi impeccabile ci regala una ritrattistica davvero straordinaria della zona Cremasco-bergamasca, riuscendo a ridare dignità a una delle zone italiane meno valorizzate paesaggisticamente parlando.
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l film risulta complessivamente un prodotto di grande delicatezza. I personaggi di Elio e Oliver sono intriganti, affascinanti, a tratti quasi ipnotici, ben strutturati su uno spessore che rimane abbastanza sottile e mai completamente definito in modo da proporre un ritratto dentro al quale chiunque possa sentirsi descritto. La regia quasi impeccabile ci regala una ritrattistica davvero straordinaria della zona Cremasco-bergamasca, riuscendo a ridare dignità a una delle zone italiane meno valorizzate paesaggisticamente parlando. Un film bello, sottile e genuino, scandito da un mix culturale e linguistico fortemente caratterizzante. Un film fatto di movimenti, immagini e colori che ti rapiscono dal primo all’ultimo istante.
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fabriziolupo
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venerdì 16 febbraio 2018
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chiamami col tuo nome: lo chiamino pure cartolina!!!
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..., ma ne vorrei vedere tante cartoline come questa! Una vecchia villa in una campagna accogliente d'estate, un fiume, un piccolo stagno, un paese e due biciclette: questo basta perchè quattro attori stupendi interpretino una storia intima, delicata, malinconica e struggente che a me è rimasta addosso come una di quelle emozioni che ti accompagnano per tanto tempo. Solo alcuni dei tanti attimi che spesso mi tornano in mente con tanta ammirazione e coinvolgimento: il brano della canzone suonato prima, in giardino con la chitarra e poi al piano, dopo le due provocazioni che dal profondo dell'animo di Elio rivelano la paura di non piacere a Oliver; il racconto di Elio della storia del principe che non sapeva se parlare o morire; il dialogo intorno al monumento dei caduti ("Sapessi quanto poco so delle cose importanti" .
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..., ma ne vorrei vedere tante cartoline come questa! Una vecchia villa in una campagna accogliente d'estate, un fiume, un piccolo stagno, un paese e due biciclette: questo basta perchè quattro attori stupendi interpretino una storia intima, delicata, malinconica e struggente che a me è rimasta addosso come una di quelle emozioni che ti accompagnano per tanto tempo. Solo alcuni dei tanti attimi che spesso mi tornano in mente con tanta ammirazione e coinvolgimento: il brano della canzone suonato prima, in giardino con la chitarra e poi al piano, dopo le due provocazioni che dal profondo dell'animo di Elio rivelano la paura di non piacere a Oliver; il racconto di Elio della storia del principe che non sapeva se parlare o morire; il dialogo intorno al monumento dei caduti ("Sapessi quanto poco so delle cose importanti" ...); l'episodio simbolico della pesca che ci coinvolge nella carica erotica che Elio sta vivendo; l'addio al treno e la telefonata alla mamma; il modo con cui il padre accoglie Elio su quel divano nella semioscurità della sala e quel fiume di parole con cui lo avvolge e lo protegge e che altro non è se non amore per il figlio e per la vita; infine Elio e i lunghi minuti di pianto di fronte al camino dopo la telefonata di Oliver.
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nargilla
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venerdì 16 febbraio 2018
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meraviglioso
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Il film risulta complessivamente un prodotto di grande delicatezza. I personaggi di Elio e Oliver sono intriganti, affascinanti, a tratti quasi ipnotici, ben strutturati su uno spessore che rimane abbastanza sottile e mai completamente definito in modo da proporre un ritratto dentro al quale chiunque possa sentirsi descritto. La regia quasi impeccabile ci regala una ritrattistica davvero straordinaria della zona Cremasco-bergamasca, riuscendo a ridare dignità a una delle zone italiane meno valorizzate paesaggisticamente parlando. Un film bello, sottile e genuino, scandito da un mix culturale e linguistico fortemente caratterizzante. Un film fatto di movimenti, immagini e colori che ti rapiscono dal primo all’ultimo istante.
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Il film risulta complessivamente un prodotto di grande delicatezza. I personaggi di Elio e Oliver sono intriganti, affascinanti, a tratti quasi ipnotici, ben strutturati su uno spessore che rimane abbastanza sottile e mai completamente definito in modo da proporre un ritratto dentro al quale chiunque possa sentirsi descritto. La regia quasi impeccabile ci regala una ritrattistica davvero straordinaria della zona Cremasco-bergamasca, riuscendo a ridare dignità a una delle zone italiane meno valorizzate paesaggisticamente parlando. Un film bello, sottile e genuino, scandito da un mix culturale e linguistico fortemente caratterizzante. Un film fatto di movimenti, immagini e colori che ti rapiscono dal primo all’ultimo istante. Un film che racconta un amore omosessuale in grado di narrare l’amore universale. Non importa l’età, il sesso, o il periodo storico: ciò che importa sono soltanto loro, i loro corpi, le loro parole.
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tmpsvita
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martedì 30 gennaio 2018
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naturale, delicato, bellissimo amore
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Attenzione possibili spoiler!
Luca Guadagnino rende orgoglio all'Italia con un film capace di ricevere ben 4 nomination agli Oscar, tra cui quella di miglior film (l'ultima volta questo onore toccò a "La Vita è Bella" di Roberto Benigni).
Come il regista ha già affermato in varie interviste, questo non è un film su un amore omosessuale ma su un primo amore, un amore normale o meglio, come traspare dalle splendide inquadrature e da una bellissima frase che il padre di Elio pronuncia nella parte finale, un amore naturale, Guadagnino ci tiene molto a ribadire più volte nel corso del film che questo non è un amore contro natura ma che anzi è proprio la natura, presente in ogni scena, ad averlo creato; se proprio si vuole trovare qualcosa di diverso o strano allora è l'età che separa i due protagonisti, Elio e Oliver, Oliver e Elio.
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Attenzione possibili spoiler!
Luca Guadagnino rende orgoglio all'Italia con un film capace di ricevere ben 4 nomination agli Oscar, tra cui quella di miglior film (l'ultima volta questo onore toccò a "La Vita è Bella" di Roberto Benigni).
Come il regista ha già affermato in varie interviste, questo non è un film su un amore omosessuale ma su un primo amore, un amore normale o meglio, come traspare dalle splendide inquadrature e da una bellissima frase che il padre di Elio pronuncia nella parte finale, un amore naturale, Guadagnino ci tiene molto a ribadire più volte nel corso del film che questo non è un amore contro natura ma che anzi è proprio la natura, presente in ogni scena, ad averlo creato; se proprio si vuole trovare qualcosa di diverso o strano allora è l'età che separa i due protagonisti, Elio e Oliver, Oliver e Elio.
Un film fiero di essere quello che è, fiero della sua natura, un film denso nelle immagini e intenso nei sentimenti, nelle emozioni e nelle parole, ma anche negli sguardi e nei corpi.
Un film delicato ma allo stesso tempo schietto, diretto, coraggioso e sempre credibile.
Raccontato dal punto di vista di Elio il film si divide in due parti, nella prima parte si assiste al cambiamento, alla difficoltà nel comprendere se stessi e soprattutto nell'accettare se stessi mentre nella seconda il cambiamento è già avvenuto, qui Elio comincia ad accettarsi e a capire che non c'è niente di innaturale nel suo amore. Un amore bellissimo.
Un film perfetto in praticamente tutto: fotografia, regia, interpretazioni, sceneggiatura, scenografie, colonna sonora; al quale però manca un qualcosa in più per essere veramente perfetto, per rientrare nei miei film preferiti, un qualcosa che mi avrebbe fatto emozionare leggermente di più ma forse questo qualcosa lo troverò in una seconda visione. Ma ciò non mi impedisce di considerarlo un capolavoro.
Voto: 9/10
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clavius
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venerdì 26 gennaio 2018
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ritratto intimista di una adolescenza confusa
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Un anomalo regista italiano si cimenta con una storia di formazione sentimentale. Non v'è dubbio che l'elemento omosessuale della vicenda, rappresenti per gran parte del film lo stimolo al proseguimento della visione. Visione che per almeno due terzi sembra caratterizzarsi per una certa delicatezza formale e per alcune incisive trovate di sceneggiatura. Alla distanza però il film si stira, si ripete, si annoda un po' come i corpi dei protagonisti. Rimprovero, a differenza di altri commenti, proprio la difficoltà ad asciugare la storia quando necessita farlo, indugiando su particolari di poco conto ed in passaggi la cui gratuità ci poteva essere risparmiata.
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Un anomalo regista italiano si cimenta con una storia di formazione sentimentale. Non v'è dubbio che l'elemento omosessuale della vicenda, rappresenti per gran parte del film lo stimolo al proseguimento della visione. Visione che per almeno due terzi sembra caratterizzarsi per una certa delicatezza formale e per alcune incisive trovate di sceneggiatura. Alla distanza però il film si stira, si ripete, si annoda un po' come i corpi dei protagonisti. Rimprovero, a differenza di altri commenti, proprio la difficoltà ad asciugare la storia quando necessita farlo, indugiando su particolari di poco conto ed in passaggi la cui gratuità ci poteva essere risparmiata. Il film andrebbe guardato nella versione originale con l'intreccio continuo tra parlato inglese, francese, italiano e financo dialetto lombardo. Una soluzione, quella multilinguistica, che si sposa alla perfezione con la sensazione confusa provata dal protagonista durante la sua metamorfosi.
Gli attori eccezionali (nessuno escluso) aiutano la pellicola a restare in carreggiata anche quando la sceneggiatura sembra vacillare qua e là. Lo stesso lo fanno le felici scelte musicali. Se la ricca e colta famiglia ebrea coi suoi modi a tratti affettati può apparire distante e non universale, non si può dire lo stesso dei moti del cuore e delle incertezze del desiderio che costituiscono il motore del film.
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domenica 19 febbraio 2017
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loro sono l'amore
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Questo film racconta, con estrema eleganza e delicatezza, ogni passo verso l'innamoramento. Quello vero, quello puro,adolescenziale, che solo una volta possiamo avere la fortuna di vivere. Fa pensare ad una lunga sinfonia, che ci incanta e che non ci fa distogliere gli occhi dagli sguardi dei protagonisti che si incrociano. Ci fa fremere nell'attesa di un loro bacio, di un loro sguardo. Non c'è bisogno di raccontare il sesso, è tutto ciò che viene prima che è un turbinio di emozioni, fra le frasi dei libri e la musica che le incorniciano e che forse collaborano a provocarle. Sembra che quello sia un tempo senza tempo, nonostante la collocazione precisa, ma per nulla forzata.
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Questo film racconta, con estrema eleganza e delicatezza, ogni passo verso l'innamoramento. Quello vero, quello puro,adolescenziale, che solo una volta possiamo avere la fortuna di vivere. Fa pensare ad una lunga sinfonia, che ci incanta e che non ci fa distogliere gli occhi dagli sguardi dei protagonisti che si incrociano. Ci fa fremere nell'attesa di un loro bacio, di un loro sguardo. Non c'è bisogno di raccontare il sesso, è tutto ciò che viene prima che è un turbinio di emozioni, fra le frasi dei libri e la musica che le incorniciano e che forse collaborano a provocarle. Sembra che quello sia un tempo senza tempo, nonostante la collocazione precisa, ma per nulla forzata. E' tutto naturale, anche l'ambientazione, è come se non avesse potuto girare in altri luoghi che in quelli. Incorniciati da pura bellezza, ci sono loro,i due protagonisti, entrambi magnetici e rappresentazione di bellezza pura e perfetta , come i reperti che vengono recuperati dalle acque. E' tutto estremamente naturale, come se ci si aspettasse ogni loro gesto, come se fossero dei ballerini ed i nostri occhi li guidassero nei movimenti. Un'atmosfera colta ed intellettuale che guarda al passato con nostalgia ed al futuro con speranza.
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udiego
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giovedì 1 febbraio 2018
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poesia
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Siamo nelle campagne cremasche durante l’estate del 1983. La famiglia Perlman, composta dai genitori e dal figlio Elio, si appresta ad ospitare per circa un paio di mesi il giovane Oliver, studente americano che sta lavorando al dottorato insieme al Sig. Perlman, docente universitario. La presenza di quest’ospite provoca grande interesse in Elio. Interesse che si trasformerà ben presto in un sentimento travolgente per entrambi.
Luca Gudagnino, già regista di opere come “Io sono l’amore”, “A Bigger Splash” e “Melissa P.”, porta sul grande schermo il riadattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Andrè Aciman pubblicato nel 2007.
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Siamo nelle campagne cremasche durante l’estate del 1983. La famiglia Perlman, composta dai genitori e dal figlio Elio, si appresta ad ospitare per circa un paio di mesi il giovane Oliver, studente americano che sta lavorando al dottorato insieme al Sig. Perlman, docente universitario. La presenza di quest’ospite provoca grande interesse in Elio. Interesse che si trasformerà ben presto in un sentimento travolgente per entrambi.
Luca Gudagnino, già regista di opere come “Io sono l’amore”, “A Bigger Splash” e “Melissa P.”, porta sul grande schermo il riadattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Andrè Aciman pubblicato nel 2007. “Chiamami col tuo nome” ci racconta lo spaccato di vita di due uomini così diversi, che non possono che attrarsi. Da una parte il piccolo Elio, non ancora maggiorenne, ammaliato e confuso dalla nascita di questo inaspettato sentimento nei confronti del ragazzo appena conosciuto. Dall’altra Oliver, bello ed affascinante studente americano, che sa ciò che prova, ma cerca di tenerlo nascosto per salvare le apparenze. Il regista palermitano riesce nel non facile compito di regalare eleganza ed equilibro alla storia. Guadagnino utilizza i luoghi e gli spazi come parte integrante della vicenda, come elementi che si amalgamano alla sceneggiatura nel raccontare i fatti. Il regista lavora in modo maniacale sui dettagli, ogni inquadratura ed ogni immagine del film non sono mai fini a se stesse, ma fanno parte di un lavoro corale che funziona bene. Ottime le performance del cast, con un Armie Hammer perfettamente a suo agio nel suo ruolo ed un Timothèe Chalamet fantastico nel regalare al suo personaggio una sensibilità ed una dolcezza quasi commoventi. Il film scorre nelle sue più di due ore di visione in modo graduale, permettendo allo spettatore di entrare nell’atmosfera, di famigliarizzare con i personaggi e di sentire propri i sentimenti che provano. Per concludere non possiamo che apprezzare con orgoglio quest’opera capace di fare emozionare il pubblico e che porterà un pezzo d’Italia in giro per il mondo.
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jackcinema
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giovedì 15 febbraio 2018
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specchi per le allodole
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Nel contesto borghese di una benestante famiglia ebrea della zona bresciana-bergamasca, la storia del rapporto tra due ragazzi, per i quali l’attrazione fisica diventa man mano consapevolezza di se’, e a farne maggiormente le spese e’ il giovanissimo e promettente rampollo della famiglia.
Sensazioni che io stesso ho vissuto, quelle della “scoperta”, della consapevolezza e della liberta’, e che hanno costituito anche nella mia vita la più bella, eccitante e segreta avventura che abbia mai provato.
E come in altri film a tema, mi ci sono parzialmente ritrovato.
E ho trovato in alcuni momenti un aspetto umano e psicologico credibile e veritiero.
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Nel contesto borghese di una benestante famiglia ebrea della zona bresciana-bergamasca, la storia del rapporto tra due ragazzi, per i quali l’attrazione fisica diventa man mano consapevolezza di se’, e a farne maggiormente le spese e’ il giovanissimo e promettente rampollo della famiglia.
Sensazioni che io stesso ho vissuto, quelle della “scoperta”, della consapevolezza e della liberta’, e che hanno costituito anche nella mia vita la più bella, eccitante e segreta avventura che abbia mai provato.
E come in altri film a tema, mi ci sono parzialmente ritrovato.
E ho trovato in alcuni momenti un aspetto umano e psicologico credibile e veritiero.
Ma nel complesso la sceneggiatura, dal ritmo inutilmente lento e con poco mordente, non rende giustizia al talento dei protagonisti e alla idea originaria.
Se da un lato l’ambientazione nelle campagne bresciane e sul lago di Garda, con annessi borghi storici, sorprende e ristora, dall’altro a risentirne e’ la mancata originalità di questo contesto: non è certo il primo film - e non sarà l’ultimo - a fare manleva sui “paradisi per pochi” del Bel Paese per avere un pretesto per trattare un tema ben più delicato della nostra architettura storica o dei nostri paesaggi.
Il bagno in una piscina di pietra, la villa dalla facciata pietra a vista, le corse nei boschi, e l’immancabile erotismo sul letto antico.
Qualcosa di (piacevolmente) già visto, come nel Bertolucci di “io ballo da sola” del ‘96.
E il tema della scoperta di se’, delle proprie emozioni, del fare i conti con la propria sessualità, del guardarsi allo specchio per non raccontarsi male, appare come qualcosa di elitario, come se la classe sociale più agiata potesse fornire strumenti in più per superare adolescenziali difficoltà, e il bellissimo discorso finale del padre di Elio ne da’ prova.
Un film nel complesso molto godibile, ricco di citazioni e di spunti culturali, dove arte e sensualità dominano la scena: secondo me una buona prova di regia di Guadagnino, ma troppo prevedibile e autoreferenziale, destinato a rimanere chiuso nella nicchia dei suoi fruitori, e soprattutto senza quella “spinta” e quella capacita rappresentativa in grado di coinvolgere le generazioni più giovani, che avrebbero bisogno di esempi come questi genitori, prima di essere loro stessi genitori.
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mauromao
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venerdì 26 gennaio 2018
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chiamami con il tuo nome . un amore puro senza diversità .
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Chiamami con il tuo nome film di Luca guadagnini sta onorando il cinema italiano all’estero a suon di nominations nei maggiori premi cinematografici (4 Oscar 3 golden globe 4 bafta). Raro esempio di film uscito prima all’estero che in Italia . Il film è stato girato nelle campagne dei dintorni di crema discostandosi dall’ambientazione del romanzo dal quale è stato tratto. Elio il protagonista è un 17 enne insicuro che passa l’estate tra trascrizioni di musica , libri , e giri in bici nella sua campagna . Vive in una splendida Villa con la famiglia. Il padre professore ospita ogni estate uno studente in fase di tesi. L’arrivo dello studente americano Oliver cambierà per sempre il cuore di Elio .
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Chiamami con il tuo nome film di Luca guadagnini sta onorando il cinema italiano all’estero a suon di nominations nei maggiori premi cinematografici (4 Oscar 3 golden globe 4 bafta). Raro esempio di film uscito prima all’estero che in Italia . Il film è stato girato nelle campagne dei dintorni di crema discostandosi dall’ambientazione del romanzo dal quale è stato tratto. Elio il protagonista è un 17 enne insicuro che passa l’estate tra trascrizioni di musica , libri , e giri in bici nella sua campagna . Vive in una splendida Villa con la famiglia. Il padre professore ospita ogni estate uno studente in fase di tesi. L’arrivo dello studente americano Oliver cambierà per sempre il cuore di Elio . La cinepresa del regista segue la storia osservandola pudicamente e indugiando su ogni particolare . Ia scoperta dei sentimenti è lenta .. ognuno cerca il coraggio di affrontare ciò che prova nonostante non sembri possibile .. La tematica omosessuale è affrontata con delicatezza e poesia senza i drammi dell’accettazione grazie anche ad una famiglia decisamente aperta che sembra sapere ma non giudica anzi offre aiuto e non invade. Guadagnino ci regala un amore gay del tutto naturale e puro. Stupendo il confronto tra il padre e il figlio Elio alla fine del film che ci vuole ricordare quanto sia importante non chiudere mai il cuore anche se si ha sofferto e soprattutto di non soffocare mai il dolore e la gioia di un amore . Bravissimi gli attori . Adorabili Chalamet e Hammer , soprattutto quest’ultimo , ma ho apprezzato molto l’interpretazione di Stuhlbarg il padre . L’ambientazione anni 80 è perfetta verrà apprezzata dai 40enni. La canzone mystery of love che si sente in più parti del film sembra essere il dolce lamento di Elio..o forse quello di ognuno di noi. In bocca al lupo per gli Oscar ..
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[+] si!
(di silvanobersani)
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ritabranca
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sabato 27 gennaio 2018
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“le folgorazioni dell’amore”
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Chiamami col tuo nome (2017) film diretto da Luca Guadagnino con Timothée Chamalet, Armie Hammer, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois e altri
Diretto e sceneggiato da Luca Guadagnino, “Chiamami col tuo nome”, ispirato dal romanzo americano “Call Me by Your Name” di André Aciman, strega lo spettatore fin dalle prime sequenze, fin dai titoli in corsivo color ocra che compaiono sulle immagini di sculture classiche, tutto è impeccabilmente bello e credibile: la location, paesaggi lussureggianti lombardi, l’antica villa signorile, i personaggi che la popolano, i dialoghi originali, le musiche.
La storia si svolge agli inizi degli anni ’80, quando la piccola famiglia di un docente universitario che comprende moglie e figlio diciassettenne si prepara ad accogliere per alcune settimane, come ogni estate, uno studente specializzando. Questa volta tocca all’americano Oliver, biondo, atletico e fin troppo disinvolto ospite che affascina tutti, incluso il sensibile Elio, che però, non solo perché costretto a cedergli la sua stanza, lo trova anche un tantino irritabile.
La nuova presenza comunque porta un certo scompiglio nella vita già intensa di Elio, assiduo divoratore di buoni libri e eccellente esecutore di brani musicali al pianoforte e alla chitarra e, anche lui, come tutti gli altri personaggi, ma in misura maggiore, è sottilmente stregato dal fascino di Oliver, che sembra snobbarlo e trattarlo con sufficienza.
Il tema è svolto in forma del tutto originale svelando lo sbocciare articolato dell’innamoramento con gli ingredienti che sempre lo accompagnano: le ansie, i timori, le gelosie, le estasi, le sofferenze, le meravigliose trepidazioni, le lacerazioni del distacco.
Dialoghi di altissimo livello poetico sottolineano lo spessore di questa grande opera, difficile dimenticare l’inconsueta dichiarazione d’amore e il discorso che
l’illuminato padre rivolge al figlio per sottolineargli le fortune che gli sono capitate, che includono anche i momenti inevitabili di pena che l’amore comporta.
Magnifica anche la fotografia.
Un film da non perdere assolutamente.
Applausi, applausi, applausi
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