joker 91
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martedì 1 dicembre 2015
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massonico
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un film decisamente mediocre,che tocca il tema NWO-Microchip e problematiche di vaccino ed economiche che oggi si vivono veramente. Il film tocca anche il tema del grande occhio che con la tecnologia spia tutti noi,la pellicola più mediocre e propagandistica mai vista. Una Bellucci insignificante,un Craig stanco.... lasciamo stare Mendes che ha messo su schermo quello che le elitè gli hanno chiesto.....
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fabiofeli
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martedì 1 dicembre 2015
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007: non si vive due volte
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Gli ingredienti giusti sembrano esserci: la chitarra con la corda bassa, il protagonista inquadrato al centro della canna della pistola, il colpo fatale all’avversario e poi l’inizio travolgente con la morte scampata di un soffio sopra i cornicioni e sotto i palazzi che crollano, l’inossidabile Mr. M e una Moneypenny giovane e di colore. In più c’è molto da pensare in chiave psicologica su un possibile sviluppo del personaggio, non più adolescente ed in cerca della madre nella donna amata, e con il “cattivo” che cerca di ricacciarlo nell’immaturità con lo stimolo dei ricordi. Ma questo James Bond tutto quello che acquista sul lato psicologico lo perde in azione – non ingannino i caroselli automobilistici, pur notevoli, nei vicoli di Roma con l’obbiettivo puntato sui monumenti o sulle bellezze paesaggistiche di mezzo mondo -; e perde soprattutto la simpatica ironia di quel manichino spietato impersonato da Sean Connery , sempre a 007 secondi dalla morte, in situazioni impossibili di fronte ad avversari altrettanto spietati e soverchianti.
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Gli ingredienti giusti sembrano esserci: la chitarra con la corda bassa, il protagonista inquadrato al centro della canna della pistola, il colpo fatale all’avversario e poi l’inizio travolgente con la morte scampata di un soffio sopra i cornicioni e sotto i palazzi che crollano, l’inossidabile Mr. M e una Moneypenny giovane e di colore. In più c’è molto da pensare in chiave psicologica su un possibile sviluppo del personaggio, non più adolescente ed in cerca della madre nella donna amata, e con il “cattivo” che cerca di ricacciarlo nell’immaturità con lo stimolo dei ricordi. Ma questo James Bond tutto quello che acquista sul lato psicologico lo perde in azione – non ingannino i caroselli automobilistici, pur notevoli, nei vicoli di Roma con l’obbiettivo puntato sui monumenti o sulle bellezze paesaggistiche di mezzo mondo -; e perde soprattutto la simpatica ironia di quel manichino spietato impersonato da Sean Connery , sempre a 007 secondi dalla morte, in situazioni impossibili di fronte ad avversari altrettanto spietati e soverchianti. Le donne che incontra non sono più solo corpi – ed è giusto sia così, ci mancherebbe! – e dimostrano di ragionare trovando modo di abbandonarlo dopo aver subito il suo fascino. Un bilancio quasi in pareggio, quindi, senza che si produca l’acuto che ci aspetteremmo da Sam Mendes dopo la buona prova di Revolutionary Road. Manca la favola-JamesBond, quella che si vorrebbe vivere in un’altra vita. La pellicola conta su un buon cast e lo si può vedere, anche se entusiasmerà principalmente gli appassionati dei film di azione.
Valutazione ** e ½
FabioFeli
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no_data
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sabato 28 novembre 2015
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stanco
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Stanco, ripetitivo, privo di idee, scontato...ifilm e l'interprete.
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catcarlo
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mercoledì 25 novembre 2015
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spectre
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Tra inseguimenti, scazzottate, esplosioni e sparatorie – con conseguente numero industriale di morti ammazzati – le due ore e mezza di Spectre volano che è un piacere, senza lasciare allo spettatore il tempo di annoiarsi: una volta ripresosi dallo stordimento che ne consegue, il suddetto spettatore comincia però a fare due conti e scopre che non tutto quadra. Il confronto con il precedente Skyfall è del tutto impossibile – in fondo, sarebbe stato un miracolo replicare l’indovinato insieme di azione e contenuto del film di tre anni fa – ma questo lavoro deve cedere il passo anche rispetto a Casino Royale: le voragini che si aprono nella storia scritta da John Logan e Neal Purvis in collaborazione con Robert Wade possono innervosire persino chi è ben disposto alla sospensione dell’incredulità e portano a un’eccessiva prevalenza del contenitore sul contenuto (per particolare sgangheratezza si segnala il segmento ambientato nel deserto).
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Tra inseguimenti, scazzottate, esplosioni e sparatorie – con conseguente numero industriale di morti ammazzati – le due ore e mezza di Spectre volano che è un piacere, senza lasciare allo spettatore il tempo di annoiarsi: una volta ripresosi dallo stordimento che ne consegue, il suddetto spettatore comincia però a fare due conti e scopre che non tutto quadra. Il confronto con il precedente Skyfall è del tutto impossibile – in fondo, sarebbe stato un miracolo replicare l’indovinato insieme di azione e contenuto del film di tre anni fa – ma questo lavoro deve cedere il passo anche rispetto a Casino Royale: le voragini che si aprono nella storia scritta da John Logan e Neal Purvis in collaborazione con Robert Wade possono innervosire persino chi è ben disposto alla sospensione dell’incredulità e portano a un’eccessiva prevalenza del contenitore sul contenuto (per particolare sgangheratezza si segnala il segmento ambientato nel deserto). Eppure la squadra degli autori è la stessa delle precedenti puntate di quella sorta di reboot bondiano che sono le avventure interpretate da Daniel Craig: forse è proprio il tentativo di tirare le fila di tutto quanto incrociando i destini dei personaggi presenti negli altri tre film che finisce per rendere troppo artificiosa e stiracchiata la trama. L’interconnessione è una novità per 007, le cui storie in precedenza hanno sempre avuto fra di loro legami molto tenui quando non inesistenti, ma non è certo l’unica, la più importante essendo quella ben conosciuta dell’umanizzazione del personaggio rispetto allo standard dell’ammazzasette sciupafemmine tutto Aston Martin - che comunque ritorna alla grande - e vodka martini: anche qui se ne indaga la personalità, sottolineandone in special modo la solitudine di uomo senza relazioni personali tanto che miss Moneypenny (Naomie Harris) si spinge a dirgli ‘E’ la vita, James, dovresti provarla qualche volta’. Nel frattempo Bond sta seguendo un’esile traccia che, partendo da Città del Messico, lo porta a Roma – dove trova il tempo di sedurre la Bond lady Lucia (Bond girl sarebbe davvero troppo per l’età, pur mirabilmente portata, di Monica Bellucci) – quindi sulle Alpi austriache e infine a Tangeri per scoprire l’intrigo che coinvolge sicurezza mondiale e vicenda personale: tutto questo in solitaria o affiancato dalla bionda Madeleine (Léa Seydoux) , perché a Londra il burocrate C (Andrew Scott) sta cercando di fare le scarpe al suo Servizio. Il nuovo M (Ralph Fiennes), Moneypenny e soprattutto il mago dei ‘giocattolini’ bondiani Q (Ben Whishaw) - a cui viene riservato più spazio del consueto – si ritrovano ad aiutarlo di nascosto, ma il nostro riesce comunque, ovviamente, ad arrivare al nocciolo della questione malgrado gli agguati dell’assai poco loquace Hinx (il wrestler Dave Bautista): la Spectre compare così per la prima volta nella serie con Craig e, assieme a essa, l’arcinemico Ernst Blofeld, interpretato qui dal tarantiniano Christoph Waltz. Il quale, a dir la verità, offre una recitazione un po’ troppo gigiona per essere efficace in un cast non proprio favorito dalla scarsa empatia dell’interprete femminile: al tirar delle somme, la prova di Léa Seydoux non si può certo definire convincente (sì, è meglio di Monica Bellucci, ma per quello ci vuole davvero poco). Si fanno preferire gli attori del gruppo inglese, capitanato dallo stesso Craig che viene ripagato per le fatiche fachiresche al fine di rientrare nel fisico del ruolo con l’aver ormai ridefinito le coordinate del personaggio: agli altri sono riservati i pochi passaggi che alleggeriscono l’atmosfera in una sceneggiatura dai dialoghi secchi e puntuti forse più del consueto. Dopo la bella prova di Skyfall e malgrado qualche chiacchiera attorno al nome di Cristopher Nolan, alla regia si ripresenta Sam Mendes che, pur non facendo miracoli e con l’aiuto della bella fotografia di Hoyte Van Hoytema, conferma le sue molte qualità, giocando in alcuni momenti con le citazioni – le suggestioni sorrentiniane della sequenza nella villa romana e gli interni a Tangeri tra ‘Tè nel deserto’ e vecchi intrighi levantini – e firmando una delle sequenze iniziali migliori di sempre, dal lungo piano sequenza che la introduce all’elicottero che volteggia impazzito sulla festa dei morti a Città del Messico. Del resto la morte è uno dei temi principali del film, come pure il passato che ritorna - ‘i morti sono vivi’ avvisa una didascalia prima d’iniziare – già ben presente in Skyfall e sottolineato dai titoli di testa un po’ barocchi e non ben supportati da Sam Smith con la sua Writing On The Wall.
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giuseppe
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domenica 22 novembre 2015
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giusto al momento sbagliato
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Bhè il film in se a me è piaciuto. Alla fine forse "leggermente" scontato ma comunque un buon film d'azione. La durata la tira un po per le lunghe. Non ho assolutamente capito il ruolo di David Batista per quanto l'abbiano pompato.
Su questo film della saga 007 credo ci sia da dire che dopo Skyfall (capolavoro della cinematografia di Bond) ci sia davvero poco per fare meglio, credo quindi che se fosse stato questo il terzo film e Skyfall il quarto probabilmente sarebbe stata più coerente la cosa. Ovviamente così ci sarebbero state incongruenze con la trama ma con il terzo hanno dato un tocco a 007 che in questo film mancava.
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lyukbesson
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sabato 21 novembre 2015
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orripilante
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Il film più brutto nella storia degli 007, lento e troppo lungo...non vedevo l'ora di andarmene dal cinema. Craig sembra un giostrai bulgaro uscito dalla palestra pronto a menare qualcuno, come al solito da sempre zero eleganza inglese e zero fascino da James Bond. Moneypenny si è abbronzata ed è creola, bei tempi quando faceva l'innamorata dolce di James, ora va a letto col primo che capita. Per il secondo 007 ancora Q da amabile vecchietto simpatico è diventato un ragazzetto nerd. Il film per il 90% in una penombra costante e avvolto in una tetra ombrosità.
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Il film più brutto nella storia degli 007, lento e troppo lungo...non vedevo l'ora di andarmene dal cinema. Craig sembra un giostrai bulgaro uscito dalla palestra pronto a menare qualcuno, come al solito da sempre zero eleganza inglese e zero fascino da James Bond. Moneypenny si è abbronzata ed è creola, bei tempi quando faceva l'innamorata dolce di James, ora va a letto col primo che capita. Per il secondo 007 ancora Q da amabile vecchietto simpatico è diventato un ragazzetto nerd. Il film per il 90% in una penombra costante e avvolto in una tetra ombrosità. Ci sono solo scene violente e ansiogene prevaricate da forti fastidiosi rumori d'azione. La Bellucci (donna lucia, ma che nome ridicolo) che si doppia con accento simil francese non si può sentire e sembra la classica vedova del sud di un mafioso italiano imbruttita con le occhiaia e invecchiata. La scena dove trapanano a Bond la testa è atroce e vomitevole. L'unica cosa bella del film è l'Aston Martin DB10. Speriamo che cambino il regista e il James Bond!
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xerox
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venerdì 20 novembre 2015
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grazie per il commento, tom87
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Carissimo tom87, ti ringrazio molto per il tuo commento, ma.... devo confessarti che io NON SONO UN CRITICO CINEMATOGRAFICO. Preferirei tagliarmi un braccio piuttosto che scrivere "plot". E' un termine che ho incluso nella cartella dove c'è anche "apericena", "fashion", "specifico filmico", "punturina" (chirurgia estetica), "straordinario" (in tv è tutto "straordinario".... Amo solo il cinema, e mi piace vederlo, e, a volte, parlarne... Ciao!
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no_data
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giovedì 19 novembre 2015
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e' quello che ti aspetti
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Bond non si discute. E' così dagli inizi e ci si aspetta quello che da. Alcuni riescono meglio di altri ma nell'insieme quello è il target
e non andrebbe modificato. Vanno bene "le palle" e tutto quello che è inverosimile, perchè questo è il senso della serie.
Assolutamente non pensare, ma solo divertirsi....e non è poco.
Franco C.
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dhany coraucci
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giovedì 19 novembre 2015
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le bond girls meno desiderabili della storia
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Meglio dirlo subito: sono una fans del James Bond Pierce Brosnan, più raffinato che muscolare, dunque su Daniel Craig ho sempre avuto le mie riserve. Tuttavia ho adorato Skyfall per la sua cupezza introspettiva, ma ciò che cerco è sempre e solo la spettacolarità delle scene d'azione (il mio 007 preferito è La Morte può Attendere, 2002, tra i magnifici ghiacci islandesi). Da questo punto di vista l'ultimo 007 è noiosissimo e, rischiando l'eresia, l'ho trovato addirittura lento, il che è il massimo della delusione in un contesto simile. Se l'introspezione psicanalitica legata alla figura della madre che necessitava di tempi dilatati, di silenzi e di buie consapevolezze in Skyfall era controbilanciata da inseguimenti mozzafiato ed emozionanti corpo a corpo, qui i ricordi e la “recherche” del padre si ammoscia in lunghissimi, dilatati e opprimenti risvolti e le poche scene d'azione che li intervallano, per usare un linguaggio teatrale, sono “telefonate”, quindi non sorprendono né alla fin fine emozionano.
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Meglio dirlo subito: sono una fans del James Bond Pierce Brosnan, più raffinato che muscolare, dunque su Daniel Craig ho sempre avuto le mie riserve. Tuttavia ho adorato Skyfall per la sua cupezza introspettiva, ma ciò che cerco è sempre e solo la spettacolarità delle scene d'azione (il mio 007 preferito è La Morte può Attendere, 2002, tra i magnifici ghiacci islandesi). Da questo punto di vista l'ultimo 007 è noiosissimo e, rischiando l'eresia, l'ho trovato addirittura lento, il che è il massimo della delusione in un contesto simile. Se l'introspezione psicanalitica legata alla figura della madre che necessitava di tempi dilatati, di silenzi e di buie consapevolezze in Skyfall era controbilanciata da inseguimenti mozzafiato ed emozionanti corpo a corpo, qui i ricordi e la “recherche” del padre si ammoscia in lunghissimi, dilatati e opprimenti risvolti e le poche scene d'azione che li intervallano, per usare un linguaggio teatrale, sono “telefonate”, quindi non sorprendono né alla fin fine emozionano. Christoph Woltz mi piace come attore e si impegna molto a dare una connotazione sadica al suo personaggio, ma cosa sappiamo di lui? Ce ne ricorderemo? Penso proprio di no. E poi, vogliamo parlare delle Bond Girls? Ora che la superlativa M non c'è più, l'universo femminile che ruota attorno all'agente segreto mostra tutte le sue carenze: mai sono state meno desiderabili di queste due; la Bellucci è bella, ma vi prego non fatela più parlare, doppiatela! Sforzandoci, come vedova afflitta e spaventata potremmo anche crederle, ma quando apre bocca con la sua voce refrattaria a qualsiasi attitudine recitativa la scena diventa completamente ridicola. La bionda Léa Seydoux, con quegli occhi sempre a mezz'asta completamente inespressivi io già faticavo a sopportarla nella Vita di Adèle, che pure le si adattava nella sua “mise en scène” di fragile insicurezza, ma qui non commuove, né da scontrosa né da femme fatale, col risultato che la sua attrazione per James è completamente priva di brividi erotici. E infine Moneypenny, che è sempre stata adorabile nella sua veste deliziosamente borghese, diventa perfino irritante con la sua dedizione tutta casalinga. Salvo un'unica cosa: la colonna sonora di Thomas Newman, fedelissimo collaboratore di Sam Mendes. La musica è fin troppo bella per l'esiguo spazio che le è dedicato.
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nicknamemio
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mercoledì 18 novembre 2015
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mezza meta.
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L’action movie è un classico: protagonista eroico, nemico intelligente con risorse illimitate, apparentemente invincibile; il plot per anni è stato questo, e a ‘sorpresa’, il male soccombe alle virtù di una semplice pistola. 007 Spectre è la più marcata rivisitazione del personaggio di Fleming, sentimentale, sensibile, introspettivo. Skyfall aveva anticipato il cambiamento, il parallelo tra ‘mondo nuovo’ e Shangai, Macau, il ritorno di Q in pellicola e l’avvicendarsi di M. Il film riparte da li, mostra un Bond ancora cinico, determinato, e per la seconda volta posto alla sbarra con l’intero dipartimento per l’inadattabilità ai tempi moderni; una complicazione alle azioni di bond che peraltro non viene sfruttato ampiamente, ma sopratutto, che dopo la sospensione in Quantum (dopo l’uccisione della guardia del corpo in Austria), ed il scetticismo di Skyfall, adesso appare ridondante ed assume i contorni del clichè.
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L’action movie è un classico: protagonista eroico, nemico intelligente con risorse illimitate, apparentemente invincibile; il plot per anni è stato questo, e a ‘sorpresa’, il male soccombe alle virtù di una semplice pistola. 007 Spectre è la più marcata rivisitazione del personaggio di Fleming, sentimentale, sensibile, introspettivo. Skyfall aveva anticipato il cambiamento, il parallelo tra ‘mondo nuovo’ e Shangai, Macau, il ritorno di Q in pellicola e l’avvicendarsi di M. Il film riparte da li, mostra un Bond ancora cinico, determinato, e per la seconda volta posto alla sbarra con l’intero dipartimento per l’inadattabilità ai tempi moderni; una complicazione alle azioni di bond che peraltro non viene sfruttato ampiamente, ma sopratutto, che dopo la sospensione in Quantum (dopo l’uccisione della guardia del corpo in Austria), ed il scetticismo di Skyfall, adesso appare ridondante ed assume i contorni del clichè. Roma è il cuore dell’organizzazione Spectre, cupa e noir, quasi ancestrale, traccia perfettamente il parallelo della battaglia tra moderno e classico, metafora del franchasing più duraturo del cinema, che si, è rinnovato, ma ha le fondamenta antiche, e non passa mai di moda; ma la moda è crudele, e la seconda metà del lavoro è fuori dai canoni moderni, straccia la scenografia che si banalizza tornando ai vecchi canoni in cui una parte consistente di essa è impiegata al solo fine di giustificare l’ennesimo amenicolo tecnologico in dotazione del protagonista. Così appare chiaro sin dai primi minuti, che purtroppo l’orologio avrà la sua parte, e assurda banalità, il fuori moda straripa, in modalità Die Hard, quando cadendo in mani nemiche Bond riesce a fuggire al marginale Franz Oberhauser (diretto malamente), che al solito tentennare nell’uccidere l’avversario diventa vittima. Da questo punto in poi la trama scade, ed è spreco di caratteri aggiungere altro, lasciando però una particolare citazione per il finale, monumento cinematografico alla banalità, sconcertante, degno del peggior Action movie anni 80.
Permane la sensazione che tutto poteva riuscire meglio, una specie di decollo interrotto, il richiamo cinematograficamente moderno alla serie TV, collante di questo episodio sino al primo Bond di nuova generazione (Casinò Royal), che ne richiama perfino un protagonista è una scelta eccellente, sprecata miseramente. Se il circuito sembrava interrotto in Skyfall, apparentemetne scollegato dai primi due capitoli (i migliori dell’intera saga a mio parere), che perfettamente connessi tra loro, hanno condotto alla Spectre, infittire la trama al 25° capitolo sarà un’impresa epocale. Involontaria metafora conclusiva è la stretta di mano con la quale il protagonista si avvia ai titoli di coda; “venite vi accompagno fuori dal cinema”, con il rischio che questo film possa accompagnare la saga al pensionamento.
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