jackiechan90
|
venerdì 4 marzo 2016
|
il supereroe neorealista
|
|
|
|
Enzo Cicotti (Claudio Santamaria) è il tipico borgataro romano, ultimo erede della tradizione pasoliniana. Vive di piccoli furti e ricettazione, ma anche svolgendo lavori ingrati per la piccola criminalità romana. Sarà l'incontro con una ragazza (Ilenia Pastorelli) e un'immersione nel Tevere, dove entra a contatto con una sostanza radioattiva, a cambiare la sua visione del mondo e a dargli una nuova vocazione: diventare (letteralmente) Jeeg Robot, il famoso supereroe.
Il superhero movie è un genere tutto americano, poco praticato nel nostro paese. Per questo motivo ogni regista che decide di cimentarsi nel genere appare come un vero e proprio innovatore. Se poi il regista in questione si chiama Gabriele Mainetti (già autore di due corti-omaggi all'animazione giapponese come "Basette" e "Tiger Boy") allora il risultato è senz'altro dei migliori.
[+]
Enzo Cicotti (Claudio Santamaria) è il tipico borgataro romano, ultimo erede della tradizione pasoliniana. Vive di piccoli furti e ricettazione, ma anche svolgendo lavori ingrati per la piccola criminalità romana. Sarà l'incontro con una ragazza (Ilenia Pastorelli) e un'immersione nel Tevere, dove entra a contatto con una sostanza radioattiva, a cambiare la sua visione del mondo e a dargli una nuova vocazione: diventare (letteralmente) Jeeg Robot, il famoso supereroe.
Il superhero movie è un genere tutto americano, poco praticato nel nostro paese. Per questo motivo ogni regista che decide di cimentarsi nel genere appare come un vero e proprio innovatore. Se poi il regista in questione si chiama Gabriele Mainetti (già autore di due corti-omaggi all'animazione giapponese come "Basette" e "Tiger Boy") allora il risultato è senz'altro dei migliori. Sì perché questo regista-artigiano (ben diverso dal regista-autore Salvatores, poco adatto per questo genere) ha saputo mischiare la struttura tipica del superhero movie con elementi tipici del cinema italiano tra cui l'uso di personaggi comuni e antieroi, degni di tutta una tradizione di eroi scanzonati e "reali" (non a caso il titolo richiama inevitabilmente al Trinità di Terrence Hill) che si rifanno a Sergio Leone e al neorealismo italiano senza rinunciare al divertimento (e l'Entertainment rimane la caratteristica principale di questo tipo di film) grazie all'uso del grottesco e dell'eccesso. E qui abbiamo l'esempio del supercattivo della situazione, lo Zingaro (un immenso Luca Marinelli) degno contraltare del nostro eroe, irriverente, esibizionista ed edonista come pochi, esempio di una società basata sull'immagine.
Sono questi riferimenti all'attualità e al costume a rendere tipicamente "italiano" il supereroe di Mainetti, molto più dell'ambientazione romana, e il film stesso come una "rielaborazione" e non semplicemente una squallida imitazione di un supereroe giapponese (peraltro rivolto più agli adulti che non agli adolescenti per cui Jeeg Robot è un personaggio sconosciuto). "Lo chiamavano Jeeg Robot" è una riuscita operazione d'intrattenimento, non scevra di difetti, certamente, e di una certa faciloneria ma comunque la più riuscita operazione di creazione di un supereroe tipicamente italiano. La speranza è che non si tratti di una meteora ma dell'inizio di un ciclo produttivo fecondo per il cinema italiano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jackiechan90 »
[ - ] lascia un commento a jackiechan90 »
|
|
d'accordo? |
|
biso 93
|
martedì 8 marzo 2016
|
uno sporco gioiellino
|
|
|
|
Un film italiano? Davvero? Be' spettacolo. Gabriele Mainetti al suo primo lungometraggio, realizza un piccolo capolavoro di genere, ribaltando i clichè americani dei film superomistici e riuscendo in un'impresa non da poco, cucire addosso la Roma rozza e sporca ad una storia di supereroi, rimanendo coerente con se stesso ed i toni che ha ideato e creato per questo film, Lo chiamavano Jeeg Robot. Il film non ha cadute di stile, ne eccessivo ne debole, è pungente, ironico, sporco, squallido ed ultra tenero. Non si risparmia dal mostrare scene violente e rozze, creando un equilibrio perfetto o quasi. La scenografia è ottima e funzionale alla storia, Tor la Monaca è quasi un personaggio anch'esso nella vicenda.
[+]
Un film italiano? Davvero? Be' spettacolo. Gabriele Mainetti al suo primo lungometraggio, realizza un piccolo capolavoro di genere, ribaltando i clichè americani dei film superomistici e riuscendo in un'impresa non da poco, cucire addosso la Roma rozza e sporca ad una storia di supereroi, rimanendo coerente con se stesso ed i toni che ha ideato e creato per questo film, Lo chiamavano Jeeg Robot. Il film non ha cadute di stile, ne eccessivo ne debole, è pungente, ironico, sporco, squallido ed ultra tenero. Non si risparmia dal mostrare scene violente e rozze, creando un equilibrio perfetto o quasi. La scenografia è ottima e funzionale alla storia, Tor la Monaca è quasi un personaggio anch'esso nella vicenda. La regia è molto moderna, fresca ed intelligente, rendendo gli effetti speciali (non certo costosissimi), molto efficaci. Si sono impegnati molto nel cercare di non fare una porcata; ci sono riusciti anzi, hanno realizzato qualcosa di più, una ventata di aria fresca nel cinema del nostro Stivale. I tre attori principali si sono spesi al massimo per il film ed il risultato si vede: Claudio Santamaria è molto credibile e coerente nel suo personaggio così come il sbalorditivo Luca Marinelli, bravissimo nel ruolo del villain di turno( LO ZINGARO), mai eccessivo e molto incisivo(va detto, il suo personaggio è fantastico). Grande sorpresa anche Ilenia Pastorelli. Film bello, bello e ancora bello, sostenetelo e andatelo a vedere, non rimarrete delusi anche se non è il vostro genere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a biso 93 »
[ - ] lascia un commento a biso 93 »
|
|
d'accordo? |
|
nino pell.
|
sabato 12 marzo 2016
|
un supereroe di borgata
|
|
|
|
Indubbiamente "Lo chiamavano Jeeg Robot" del regista Gabriele Mainetti è un film decisamente interessante, soprattutto perché tenta l'esperimento, già magnificamente riuscito da un'altra pellicola italiana, appunto "Il ragazzo invisibile"di Gabriele Salvatores, di unire il genere fantascientifico, esclusivamente riguardante un tipo di produzione estera, soprattutto americana, ad un tipo di filmografia tipica del nostro Cinema italiano. Il risultato anche questa volta ci appare convincente. Anzi, a differenza del sopra citato "Il ragazzo invisibile", film in fin dei conti abbastanza "accomodante", filologicamente molto simile ad un film americano e pertanto tranquillamente godibile da un pubblico eterogeneo, questo di Gabriele Mainetti, almeno per quanto riguarda le mie personali impressioni, lo ritengo sicuramente ancora più originale e particolare.
[+]
Indubbiamente "Lo chiamavano Jeeg Robot" del regista Gabriele Mainetti è un film decisamente interessante, soprattutto perché tenta l'esperimento, già magnificamente riuscito da un'altra pellicola italiana, appunto "Il ragazzo invisibile"di Gabriele Salvatores, di unire il genere fantascientifico, esclusivamente riguardante un tipo di produzione estera, soprattutto americana, ad un tipo di filmografia tipica del nostro Cinema italiano. Il risultato anche questa volta ci appare convincente. Anzi, a differenza del sopra citato "Il ragazzo invisibile", film in fin dei conti abbastanza "accomodante", filologicamente molto simile ad un film americano e pertanto tranquillamente godibile da un pubblico eterogeneo, questo di Gabriele Mainetti, almeno per quanto riguarda le mie personali impressioni, lo ritengo sicuramente ancora più originale e particolare. Spesso da ragazzo mi sono posto questa domanda: la storia del Cinema e dei fumetti hanno sempre mostrato i supereroi pensare ed agire nell'ambito di una realtà logistica e strutturale riguardante esclusivamente l'America. E se invece con la fantasia si provasse a farli nascere magari in Italia, magari in dei luoghi non proprio acculturati e signorili? Ecco, questo film di Mainetti è riuscito a soddisfare questa curiosità che da decenni nutrivo dentro me. L'aver catapultato la vicenda fantasiosa di un uomo dotato di super poteri nell'ambito della periferia della città di Roma e nel pieno degrado, tra povertà e lotte tra giovani bande di teppisti, se non proprio di camorristi, è da ritenersi un'idea assolutamente geniale. Il protagonista, Enzo, interpretato da Claudio Santamaria, è un ladruncolo di borgata che conduce una vita solitaria e che ama, come passatempo, i film porno. Un bel giorno scopre di avere poteri paranormali e la sua vita, piano piano, inizierà a cambiare anche grazie al sopraggiungere di una storia d'amore con la sua vicina di casa che soffre di una forma di ritardo mentale e che ama da morire le storie fantastiche dell'eroe Jeeg Robot. Il film per il resto scorre in maniera "maschia", "cruda", considerato che il tema narrativo riguarda storie di giovani briganti e faccendieri di borgata. Senza pertanto soffermarmi troppo nel raccontare i risvolti della storia, vorrei qui puntualizzare le mie impressioni complessive e sintetiche sul film. Confesso che alla fine oltre naturalmente alla particolarità del genere, la pellicola mi ha entusiasmato soprattutto per lo spessore interpretativo dei tre protagonisti principali: il solitario Enzo, appunto interpretato da uno dei più bravi attori italiani degli ultimi 15 anni, ossia l'esperto Claudio Santamaria; ottimo Luca Marinelli nel ruolo dello "zingaro", uno spietato e crudele capo clan della zona e poi la brava attrice Ilenia Pastorelli che si cala perfettamente nel ruolo della protagonista femminile ingenua, spontanea e piena di amore. Film che amalgama con successo drammaticità e ironia e che giustamente è riuscito a conquistare pubblico e critica. E non è poco.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nino pell. »
[ - ] lascia un commento a nino pell. »
|
|
d'accordo? |
|
valerio
|
lunedì 14 marzo 2016
|
insolito e sorprendente
|
|
|
|
Uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. Sicuramente il più insolito e sorprendente.
Due temi e due scenari: da una parte, lo scenario di una società devastata, in cui il degrado della città fa da sfondo all’emarginazione e all’abiezione morale degli individui; dall’altra parte, il percorso di un piccolo malavitoso di borgata, che proprio nel degrado (i barili di inquinante radioattivo affondati nel Tevere) trova gli strumenti soprannaturali per il riscatto individuale e per una (im)possibile forma di integrazione della collettività.
Raccontati con il linguaggio dei fumetti, il più adatto (l’unico adatto) a descrivere, con ironia e divertimento, l’incubo della Roma-Gotham e la favola romantica di una impossibile redenzione.
[+]
Uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. Sicuramente il più insolito e sorprendente.
Due temi e due scenari: da una parte, lo scenario di una società devastata, in cui il degrado della città fa da sfondo all’emarginazione e all’abiezione morale degli individui; dall’altra parte, il percorso di un piccolo malavitoso di borgata, che proprio nel degrado (i barili di inquinante radioattivo affondati nel Tevere) trova gli strumenti soprannaturali per il riscatto individuale e per una (im)possibile forma di integrazione della collettività.
Raccontati con il linguaggio dei fumetti, il più adatto (l’unico adatto) a descrivere, con ironia e divertimento, l’incubo della Roma-Gotham e la favola romantica di una impossibile redenzione.
Davvero molto bravi gli attori, Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli.
Emozionante
[-]
|
|
[+] lascia un commento a valerio »
[ - ] lascia un commento a valerio »
|
|
d'accordo? |
|
vincemovies
|
venerdì 11 marzo 2016
|
una ventata d'aria fresca: brutalità e poesia
|
|
|
|
Un tamtam di giudizi positivi tra amici e conoscenti mi ha portato ieri sera a vincere il freddo, la pioggia e la pigrizia. E sono contento di aver accolto l'invito. Davvero una ventata d'aria fresca nel cinema italiano, come non si vedeva da tempo. Finalmente qualcosa di innovativo, unico nel suo , brutale, ironico, poetico. Un perfetto prequel per raccontare le origini di un super-eroe che, insolitamente per questo genere, non nasce a New York City o a Tokyo, ma molto più prosaicamente a Tor Bella Monaca, periferia complessa e multi-problematica della Capitale italiana. Un uomo qualunque, un anti-eroe che vive di espedienti e piccoli furti, porno-dipendente, solitario e braccato dalle Forze dell'Ordine.
[+]
Un tamtam di giudizi positivi tra amici e conoscenti mi ha portato ieri sera a vincere il freddo, la pioggia e la pigrizia. E sono contento di aver accolto l'invito. Davvero una ventata d'aria fresca nel cinema italiano, come non si vedeva da tempo. Finalmente qualcosa di innovativo, unico nel suo , brutale, ironico, poetico. Un perfetto prequel per raccontare le origini di un super-eroe che, insolitamente per questo genere, non nasce a New York City o a Tokyo, ma molto più prosaicamente a Tor Bella Monaca, periferia complessa e multi-problematica della Capitale italiana. Un uomo qualunque, un anti-eroe che vive di espedienti e piccoli furti, porno-dipendente, solitario e braccato dalle Forze dell'Ordine. Ed è proprio grazie ad una di queste rincorse tra guardie e ladri che il protagonista, un Claudio Santamaria molto credibile (schivo, brutale, malicontico, romatico), cade in un barile di non precisate sostanze radioattive e acquisisce i suoi poteri straordinari. Il crescendo di violenza delinea storie e personaggi con un ritmo serrato, nel pieno rispetto del genere a cui il film si ispira. Tra lo scontro tra il bene il male, in un società al collasso, tra le strade e le periferie di una città sofferente e tuttavia capace di offrire di risorse inaspettate, i personaggi riescono a trasportarci in un mondo surreale eppure perfettamente credibile, con un messaggio finale che, senza retorica, riesce anche a toccare il cuore. Una volta tanto, dopo tante commediole insipide, drammoni borghesi superflui e cine-panettoni, finalmente un film italiano che mi fa sentire a casa, con un racconto generazionale autentico, sincero, poetico e ironico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vincemovies »
[ - ] lascia un commento a vincemovies »
|
|
d'accordo? |
|
carlosantoni
|
lunedì 29 febbraio 2016
|
normalman mette su qualche chilo e dei superpoteri
|
|
|
|
Premetto che Il mio commento è indipendente dal fumetto da cui è tratto, che non conosco per niente, avendo sempre avuto una spiccata repulsa per questo tipo di comics. Il film invece mi è piaciuto e, come spesso accade quando un film mi piace, è perché trovo che siano buoni o eccellenti i i più diversi ingredienti. Notevole la trama, che sta a mezza strada tra la narrazione di un Suburra-2, un Gotham film e un pizzico abbondante di Tarantino, con qualche dito e testa mozzati, cani che sbranano e spassoso uso di piombo caldo ad alzo zero. Ne esce centrale una Roma grondante dei suoi atavici problemi di suburbi devastati dalla criminalità… Ma io direi che più che Roma ormai è l’Italia e esservi interamente rappresentata: una no mans land dove ormai comandano bande di criminali, e dove la logica politica è sostituita da quella di guerra fra bande.
[+]
Premetto che Il mio commento è indipendente dal fumetto da cui è tratto, che non conosco per niente, avendo sempre avuto una spiccata repulsa per questo tipo di comics. Il film invece mi è piaciuto e, come spesso accade quando un film mi piace, è perché trovo che siano buoni o eccellenti i i più diversi ingredienti. Notevole la trama, che sta a mezza strada tra la narrazione di un Suburra-2, un Gotham film e un pizzico abbondante di Tarantino, con qualche dito e testa mozzati, cani che sbranano e spassoso uso di piombo caldo ad alzo zero. Ne esce centrale una Roma grondante dei suoi atavici problemi di suburbi devastati dalla criminalità… Ma io direi che più che Roma ormai è l’Italia e esservi interamente rappresentata: una no mans land dove ormai comandano bande di criminali, e dove la logica politica è sostituita da quella di guerra fra bande.
Buono il riferimento alla pervasività-depravazione della società dello spettacolo, dove tutto è spettacolo e soprattutto lo spettacolo finisce per essere la principale narrazione (il)logica della realtà, alla quale ambisce sostituirsi.
Ottima la colonna sonora e molto interessante la fotografia, con i suoi prevalenti scorci cupi e notturni.
Bravissimi gli attori, Santamaria un po’ intontito, ingrassato, appesantito e generalmente di basso profilo, ma tutto sommato generoso e altruista, un po’ come fa Mastandrea. Eccellenti Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli.
E per finire, buona la trovata della scena finale, che forse allude a un sequel.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carlosantoni »
[ - ] lascia un commento a carlosantoni »
|
|
d'accordo? |
|
muttley72
|
domenica 6 marzo 2016
|
un supereroe... a tor bella monaca
|
|
|
|
Film che in un linguaggio molto "Pulp", ma di borgata "nostrana", narra la vicenda di un solitario e taciturno ladro di Tor bella Monaca trasformato da una sostanza radioattiva presente nel Tevere (in cui è costretto a immergersi) in Supereroe forzuto e resistente agli urti /cadute. Egli viene creduto "Jeeg Robot" da una condomina, una ragazza con problemi psichici (che a casa vede solo il celebre cartone animato giapponese) e si scontrerà con un delinquente a capo di una banda locale. Il film, "gioca" volutamente con le tipiche storie dei supereroi americani dei fumetti che, trasposte in ambiente romano, già provocano (....per i romani che vedono il film) qualche reazione di ilarità (per i luoghi ed i modi di parlare dialettali) per poi introdurre anche l'elemento romantico ed anche "etico" (il supereroe rozzo ed ai margini della società che deve diventare buono ed aiutare gli altri), elementi tutti presenti anche nei fumetti statunitensi originali.
[+]
Film che in un linguaggio molto "Pulp", ma di borgata "nostrana", narra la vicenda di un solitario e taciturno ladro di Tor bella Monaca trasformato da una sostanza radioattiva presente nel Tevere (in cui è costretto a immergersi) in Supereroe forzuto e resistente agli urti /cadute. Egli viene creduto "Jeeg Robot" da una condomina, una ragazza con problemi psichici (che a casa vede solo il celebre cartone animato giapponese) e si scontrerà con un delinquente a capo di una banda locale. Il film, "gioca" volutamente con le tipiche storie dei supereroi americani dei fumetti che, trasposte in ambiente romano, già provocano (....per i romani che vedono il film) qualche reazione di ilarità (per i luoghi ed i modi di parlare dialettali) per poi introdurre anche l'elemento romantico ed anche "etico" (il supereroe rozzo ed ai margini della società che deve diventare buono ed aiutare gli altri), elementi tutti presenti anche nei fumetti statunitensi originali.
Non ci sono quindi "colpi di scena" nella trama che segue (almeno negli elementi essenziali) una storia che potremmo definire tipica dei fumetti made in USA. Sono i luoghi a cambiare (lo stadio Olimpico col derby, le strade di Roma, i centri commerciali della Capitale, ecc)
Claudio Santamaria deve recitare parlando poco, perché il suo personaggio è un taciturno e solitario inquilino di un palazzine di periferia (che mangia solo yogurt e vede film porno), Ilenia Pastorelli deve immedesimarsi nel modo di parlare e di muoversi tipico delle ragazze "Zore" di periferia romana (...e ci riesce a pieni voti), Luca Marinelli è forse il migliore attore del film, perché il suo "Joker all'amatriciana" è un personaggio molto "sopra le righe" e si vede che l'attore si trova totalmente a suo agio nell'imitare, con le dovute distanze, Heath Ledger (il miglior Joker della serie cinematografica Batman).
Come va valutato il film? ....Per quello che realmente è...la trasposizione di un film di supereroi a Roma, girato in modo più che sufficiente (con qualche "strizzata d'occhio" allo "stile Usa", come nella scena finale con il Colosseo di notte inquadrato da lontano e poi avvicinato dalla telecamera fino a far vedere in cima ad esso il nostro eroe romano...). Gli attori non sfigurano, perché devono recitare nei panni dei borgatari, non di cittadini americani o di lord inglesi...Tre stelle è il mio voto per un film che ha nella sua "particolarità" il suo forte. Si può vedere con soddisfazione se si conosce e si apprezza il particolare genere, che per la verità .......è ben dichiarato sull'etichetta ....
[-]
|
|
[+] lascia un commento a muttley72 »
[ - ] lascia un commento a muttley72 »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
giovedì 28 aprile 2016
|
spiderman vs joker a roma.
|
|
|
|
Con i titoli in giapponese e l'ambientazione romana, Mainetti cerca di estrapolare la figura del supereroe dallo stile americano e di immaginarlo nel nostro contesto.
Ci riesce, anche se è difficile non pensare al Peter Parker proposto da Raimi, quando l'eroe conquista i poteri e ne conosce le possibilità. Così come l'ironia esuberante e la folle crudeltà dello zingaro Fabio, richiamano i tratti del Joker portati in scena da Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro di nolaniana memoria.
Clichè inevitabili che il regista smussa attraverso il suo personaggio salvifico. Invece della bellona o del vecchio saggio, Mainetti offre al pubblico una ragazza disagiata chiusa in un mondo immaginario. La sua innocenza e una sensualità femminile della quale è inconsapevole, turbano il protagonista andando a costruire un rapporto complesso che è, probabilmente, l'aspetto più interessante del film.
[+]
Con i titoli in giapponese e l'ambientazione romana, Mainetti cerca di estrapolare la figura del supereroe dallo stile americano e di immaginarlo nel nostro contesto.
Ci riesce, anche se è difficile non pensare al Peter Parker proposto da Raimi, quando l'eroe conquista i poteri e ne conosce le possibilità. Così come l'ironia esuberante e la folle crudeltà dello zingaro Fabio, richiamano i tratti del Joker portati in scena da Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro di nolaniana memoria.
Clichè inevitabili che il regista smussa attraverso il suo personaggio salvifico. Invece della bellona o del vecchio saggio, Mainetti offre al pubblico una ragazza disagiata chiusa in un mondo immaginario. La sua innocenza e una sensualità femminile della quale è inconsapevole, turbano il protagonista andando a costruire un rapporto complesso che è, probabilmente, l'aspetto più interessante del film.
I tre caratteri principali beneficiano di una recitazione ottima e di un comparto dialoghi efficiente, guadagnandone in solidità e credibilità.
Il risultato è un film ben girato che, grazie alla consapevolezza dei propri mezzi, non sfigura di fronte ai colossi dal budget stellare. Inoltre, anche se con un ritmo non sempre costante, riesce a riempire benissimo le due ore della visione.
Ma forse non è il capolavoro tanto decantato. Attorno a questa pellicola si è creata un'aura di esaltazione tutta particolare. Ed è giusto andare fieri del lavoro di Mainetti, perché si inserisce in quella new wave utile al cinema nostrano per togliersi dalle secche nelle quali è incagliato da troppo tempo.
Però, a uno sguardo disincantato, appare evidente come la narrazione rimanga imprigionata nelle strettissime maglie che il genere le impone. Questo, in un periodo sovraffollato di super eroi come quello che stiamo vivendo, per me rimane un limite.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
fabiofeli
|
domenica 24 luglio 2016
|
"me mo compri er vestito da principessa?"
|
|
|
|
Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) ha appena rubato un orologio ed è inseguito da due poliziotti nella Roma squassata da attentati terroristici e percorsa da manifestazioni antiviolenza. Si nasconde in un casotto sotto Ponte S. Angelo e non esita a gettarsi in acqua per non essere arrestato. Quando cerca di risalire sulla banchina sfonda un bidone con scorie radioattive. Ingurgita il nero olio e per tutto il ritorno a casa, nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca, cerca di liberarsi lo stomaco dal pericoloso inquilino. Al mattino sembra stare meglio e scende dall’inquilino del piano di sotto, Sergio, ottenendo 100 euro per l’orologio rubato; questi ha una figlia, Alessia (Ilenia Pastorelli), che scambia per realtà il cartoon di Jeeg Robot e se lo ripassa di continuo sul suo iPad.
[+]
Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) ha appena rubato un orologio ed è inseguito da due poliziotti nella Roma squassata da attentati terroristici e percorsa da manifestazioni antiviolenza. Si nasconde in un casotto sotto Ponte S. Angelo e non esita a gettarsi in acqua per non essere arrestato. Quando cerca di risalire sulla banchina sfonda un bidone con scorie radioattive. Ingurgita il nero olio e per tutto il ritorno a casa, nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca, cerca di liberarsi lo stomaco dal pericoloso inquilino. Al mattino sembra stare meglio e scende dall’inquilino del piano di sotto, Sergio, ottenendo 100 euro per l’orologio rubato; questi ha una figlia, Alessia (Ilenia Pastorelli), che scambia per realtà il cartoon di Jeeg Robot e se lo ripassa di continuo sul suo iPad. Sergio fa parte della banda di Fabio, detto lo “Zingaro” (Luca Marinelli), che vorrebbe dare la scalata al mondo della malavita alleandosi con una banda di camorristi napoletani. Condotto da Sergio nel covo della banda, Enzo viene reclutato per accompagnarlo a recuperare all’aeroporto due corrieri che hanno ingerito capsule di ovuli di cocaina. Nel palazzo in costruzione si compie la tragedia: uno dei due corrieri va in overdose per la rottura di un ovulo; nella sparatoria che segue vengono uccisi Sergio e l’altro corriere. Enzo colpito a sua volta da un colpo di pistola cade dall’ultimo piano del palazzo. Sembra senza scampo, ma non è così: le scorie ingurgitate stranamente hanno il potere di risanarlo e di dotarlo di una invincibile forza fisica …
Nella Roma di periferia i ragazzi di vita di Pierpaolo Pasolini vivevano piccole storie scellerate senza attingere alla grande criminalità. Lo schema Pasoliniano, imperniato su ribellione alla povertà e all’emarginazione – sconfitta - morte viene rovesciato nel racconto del film di Mainetti: la povertà e l’emarginazione generano una ribellione può portare a salvare la vita non di tutti, ma di molti sì.
Le tre figure principali sono emblematiche. Lo zingaro è il “cattivo senza se e senza ma” e ricorda la crudeltà insensata del Joker di Nicholson nel film Batman di Tim Burton; cerca l’incoronamento nella carriera nel crimine sperando in milioni di visualizzazioni e di “like” alle sue malefatte filmate con lo smartphone. Enzo è il “cattivo-buono”, che non si spiega i suoi poteri e li usa inizialmente per migliorare la sua grama esistenza, ma non può sottrarsi allo scontro con lo Zingaro. Alessia sogna un vendicatore che la ripaghi delle violenze subite e che faccia giustizia per lei e per chi subisce continuamente soprusi.
La storia grandguignolesca mutua il linguaggio esagerato ed irreale dei cartoon ricordando i modi del Tarantino di Pulp Fiction e di Bastardi senza gloria. La descrizione della violenza delle bande criminali non ha i toni sublimati dall’ironia di Kitano in Hana-Bi, ma qui l’ironia spunta fuori da uno squallido frigorifero con un solo jogurt che si riempie all’improvviso di scatole di jogurt e dalla falange recisa da un corpo che si risana automaticamente: Alessia la porge fiduciosa a Enzo, ma il moncherino si rifiuta di attaccarsi e risanarsi. Nel racconto spunta fuori anche la poesia del Palloncino bianco di Panahi che qui si tinge di rosso. La recitazione dei tre protagonisti è puntuale; una citazione particolare per la Pastorelli che desidera il vestito da principessa e per Marinelli, di nuovo bravo come in Non essere cattivo. Fotografia, dialogo e montaggio serrato con effetti speciali ben usati confezionano un film che sfugge alla classificazione in un solo genere. Si è consci che in realtà il mondo non lo può cambiare Jeeg Robot, se pure esistesse, perché il male produce milioni di sciocchi al servizio di potenti senza scrupoli. Ma due ore di evasione dalla realtà il film le regala, e non è poco. Da non mancare.
Valutazione ****
FabioFeli
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabiofeli »
[ - ] lascia un commento a fabiofeli »
|
|
d'accordo? |
|
vicio1974
|
domenica 20 marzo 2016
|
mai banale, si aprono nuovi mondi
|
|
|
|
Finalmente un film italiano, lontano dalla commedia o dal giallo mafioso/camorristico a cui ci stavamo quasi assuefacendo, finalmente un "supereroe" made in italy... il virgolettato nel classificare Enzo Ceccotti è quasi d'obbligo, perchè era facile, facilissimo cadere nel deja vu, nello scontato, nel classico hero usa, nella copia, ma questa pellicola va oltre... vi siete mai chiesti come sarebbe spiderman a milano? thor a bari? Bene questo capolavoro ci prova e ci riesce, regalandoci un eroe tutto italiano, con i suoi pregi e suoi difetti, calato in una realtà romana di malavita e loschi affari. Non mancano i colpi di scena, ed il cattivo di turno, il finale è il classico epilogo di un grande film che parla di un eroe prima e di un superoe dopo.
[+]
Finalmente un film italiano, lontano dalla commedia o dal giallo mafioso/camorristico a cui ci stavamo quasi assuefacendo, finalmente un "supereroe" made in italy... il virgolettato nel classificare Enzo Ceccotti è quasi d'obbligo, perchè era facile, facilissimo cadere nel deja vu, nello scontato, nel classico hero usa, nella copia, ma questa pellicola va oltre... vi siete mai chiesti come sarebbe spiderman a milano? thor a bari? Bene questo capolavoro ci prova e ci riesce, regalandoci un eroe tutto italiano, con i suoi pregi e suoi difetti, calato in una realtà romana di malavita e loschi affari. Non mancano i colpi di scena, ed il cattivo di turno, il finale è il classico epilogo di un grande film che parla di un eroe prima e di un superoe dopo. Come le grandi opere, anche "lo chiamavano jeeg robot" lascia spazio quasi certamente ad una seconda parte, un sequel che speriamo sia all'altezza di questo favoloso debutto. Amore, droga e voglia di riscatto si mescolando in un cocktail che vi terrà incollati allo schermo, la storia di un uomo che combattuto e logorato dalla miseria e la disperazione, situazione tragicamente attuale, non ha altra soluzione che chiedere risposte alla malavita, compiendo quindi scelte sbagliate, ma quasi logiche per un uomo costretto a rubare e rapinare. Ultimo aspetto che mi va di sottolineare è certamente la possibilità che si apre per il cinema italiano di sfruttare anche la possibilità di creare eroi tutti italiani, con la logica conseguenza che un'operazione del genere si porterebbe dietro a livello editoriale (fumetti e libri) e soprattutto di gadget. Insomma una bella boccata d'ossigeno per il cinema italiano che comincia finalmente a guardare negli occhi i megacolossal d'oltreoceano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vicio1974 »
[ - ] lascia un commento a vicio1974 »
|
|
d'accordo? |
|
|