Journey To the Shore

Film 2015 | Drammatico +13 128 min.

Titolo originaleKishibe No Tabi
Anno2015
GenereDrammatico
ProduzioneFrancia
Durata128 minuti
Regia diKiyoshi Kurosawa
AttoriYu Aoi, Tadanobu Asano, Akira Emoto, Eri Fukatsu, Masao Komatsu .
TagDa vedere 2015
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Kiyoshi Kurosawa. Un film Da vedere 2015 con Yu Aoi, Tadanobu Asano, Akira Emoto, Eri Fukatsu, Masao Komatsu. Titolo originale: Kishibe No Tabi. Genere Drammatico - Francia, 2015, durata 128 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 dicembre 2016

Yusuke è morto da tre anni quando torna a far visita alla moglie Mizuki e intraprende con lei un viaggio attraverso il Giappone, verso la loro separazione definitiva. Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Asian Film Awards,

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Cinema
Trailer
Una storia d'amore ambientata in un interim tra presenza e assenza. Un viaggio finale e poetico.
Recensione di Marianna Cappi
mercoledì 20 maggio 2015
Recensione di Marianna Cappi
mercoledì 20 maggio 2015

Mizuki insegna pianoforte, con la tristezza nel cuore. Suo marito Yusuke è annegato tre anni prima. Un giorno però Yusuke ritorna, per la felicità di Mizuki. È morto, ma ha ancora un po' di tempo e convince la moglie a partire con lui per un viaggio attraverso il Giappone.
Il cinema di Kurosawa Kiyoshi ha già conosciuto il tema del fantasmatico e la relazione tra il mondo dei vivi e quelle dei morti, ma Kishibe No Tabi porta con sé non poche novità. L'inquietudine e la colpa che aleggiavano altrove cedono qui il passo ad un'altra declinazione del soggetto e ad una nuova formula narrativa, quella del viaggio, che non era mai stata finora contemplata. Il viaggio è già nel titolo del libro che ha ispirato il film, il romanzo omonimo di Kazumi Yumoto ("Viaggio verso l'altra riva"), ma è nutrendosi dell'immaginario visivo di Kurosawa, che si fa road movie e si ammanta di poesia. Non c'è nulla di orrorifico o di perturbante nella presenza scenica di Yusuke e degli altri "revenants", l'angoscia è qualcosa che appartiene ai vivi (e può arrivare a configurarsi come una morte in vita, un'apatia senza ritorno). In loro c'è invece un silente istinto di sopravvivenza e soprattutto un sentimento ancora intatto (l'amore) che muove cuore e mente, nonostante la cifra pacata e trattenuta del film. È chiaro, infatti, che, nel viaggio metaforico dell'elaborazione del lutto, non è solo Mizuki ad accompagnare il marito, ma è vero anche il contrario.
Kurosawa filma quel tempo in più che è il sogno impossibile di ogni sopravvissuto ad un affetto, inventando la quotidianità al posto dell'impossibile e sostituendo l'armonia e l'accettazione alla furia e allo strazio. Una geografia umana mentale, in cui vivi e morti si posizionano nel medesimo spazio-tempo con diverse regole, immersa in una geografia reale, quella delle differenti regioni del Giappone attraversate: ma si produce un effetto specchio per cui è il paesaggio ad assumere toni di irrealtà, mentre ciò che è impensabile appare del tutto normale.
Per Kurosawa il mondo non si esaurisce nelle nostre categorie, esistono delle terre di mezzo, delle porte di comunicazioni, da cui si affacciano quegli spiriti che fondano la cultura nipponica e nutrono la sua letteratura. Il film, però, non parla una lingua nazionale ma universale: è impossibile non pensare che quel permesso concesso a Yusuke e agli altri come lui, nel quale le loro energie vanno svanendo giorno dopo giorno, non parli anche della malattia terminale, degli spettri che porta alla luce, del viaggio quotidiano durante il quale i parenti si congedano lentamente dal morente e il morente si accomiata dalla vita.
Un Kurosawa apparentemente meno ambizioso di altri titoli della sua filmografia, ma punteggiato di alcune immagini indimenticabili. Non più un thriller psicologico, ma nemmeno un melodramma. Una storia d'amore: un dramma umano.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 31 marzo 2020
Paola Di Giuseppe

Mizuki, un'insegnante di pianoforte che vive a Tokyo, è raggiunta da Yusuke, il marito morto annegato tre anni prima.Lei l’ha cercato a lungo ma lui con semplicità spiega che il suo corpo non è stato mai trovato perché l’hanno mangiato i pesci.Yusuke entra nel soggiorno open air di Mizuki senza far rumore.

winner
miglior attore non protag.
Asian Film Awards
2016
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