Inside Out |
||||||||||||||
Un film di Pete Docter.
Con Amy Poehler, Phyllis Smith, Mindy Kaling, Lewis Black, Bill Hader.
continua»
Titolo originale Inside Out.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 94 min.
- USA 2015.
- Walt Disney
uscita mercoledì 16 settembre 2015.
MYMONETRO
Inside Out
valutazione media:
4,03
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un approccio da capovolgeredi ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
lunedì 28 settembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film ingegnoso, variegato, esplosivo nelle forme e nei colori, con una punta di consapevole pedagogismo nell’approccio esplorativo, simile agli sperimentalismi che ci portavano a fare viaggi immaginari con la macchina da presa all’interno del corpo umano, percorsi anche questi con il duplice target bambini/adulti, pieni di fascino e – vorrei dire – di spirito d’avventura, alla ricerca di nuove frontiere nella rappresentazione filmica. Belle sperimentazioni. Perché questo viaggio che dà volto e colore alle emozioni non mi ha invece entusiasmato? Innanzitutto trovo sempre più insopportabile l’enfasi eretistica da cui sono invasati i personaggi (diffusissima oggi più che mai nelle animazioni): una tensione esasperata nei gesti, nel linguaggio, nelle azioni, che alla lunga infastidisce e stanca, ma – ahimé – entusiasma i bambini spettatori che poi la mimeranno regolarmente per la gioia degli adulti. Alla fine del film – per dirne una - vorresti avere tra le mani Joy e torcerle il collo per vedere se sta un attimo zitta e si dà una calmata, così simile com’è a un certo tipino molto americano dall’entusiasmo compulsivo tutto self-esteem, assertiveness e think positive. Non è un caso che sia personaggio dominante in tutto il film e sia comunque lei a pilotare la catatonica Sadness verso un happy end. In secondo luogo (e soprattutto) ho trovato fastidioso e veramente riduttivo l’approccio primitivo e meccanicistico al tema: un noto studioso colse una volta il passaggio da una visione primitiva ad una più complessa della psiche umana nel confronto tra Iliade e Odissea: nell’Iliade impulsi diversi guidano le distinte parti del corpo e le diverse azioni dell’eroe; nell’Odissea Ulisse, non più burattino disarticolato, ma uomo, si autogoverna come un tutt’uno complesso, in cui raziocinio/emozioni/azioni sono inscindibili tra loro. Con le debite differenze, qui mi è parso di tornare al primo modello, che di fatto cancella la povera Riley come protagonista e ne fa un burattino che si muove a seconda di come le sue disarticolate emozioni tirano i fili. Non mi sembra un gran passo nell’analisi della complessità, di cui oggi avremmo tanto bisogno… Il progetto esplorativo sarebbe forse più riuscito se l’approccio fosse stato completamente capovolto, dalla bimba al mondo della psiche e non viceversa. Tre stelle all’originalità e alle buone intenzioni. In fondo, un’occasione mancata.
[+] lascia un commento a zarar »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di Zarar:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||