greatsteven
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lunedì 20 febbraio 2017
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un difficile cambiamento per l'undicenne riley.
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INSIDE OUT (USA, 2015) diretto da PETE DOCTER.
Riley è una ragazzina undicenne originaria del Minnesota, appassionata di hockey su ghiaccio e che vive serena e felice con un padre (istruttore del suddetto sport) e una madre che la adorano e la ricoprono d’affetto. Fin dalla sua nascita, cinque emozioni (Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza, capitanate dalla simpatica e ottimista Gioia) lavorano nella sua mente, in un Quartier Generale, per garantirle una duratura felicità, archiviando i suoi ricordi base in modo che alimentino cinque isole (Stupidera, Famiglia, Onestà, Amicizia, Hockey) il cui compito consiste nel conservare le esperienze positive della bambina così da rendere ogni sua azione dell’immediato futuro il più proficua e benefica possibile.
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INSIDE OUT (USA, 2015) diretto da PETE DOCTER.
Riley è una ragazzina undicenne originaria del Minnesota, appassionata di hockey su ghiaccio e che vive serena e felice con un padre (istruttore del suddetto sport) e una madre che la adorano e la ricoprono d’affetto. Fin dalla sua nascita, cinque emozioni (Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza, capitanate dalla simpatica e ottimista Gioia) lavorano nella sua mente, in un Quartier Generale, per garantirle una duratura felicità, archiviando i suoi ricordi base in modo che alimentino cinque isole (Stupidera, Famiglia, Onestà, Amicizia, Hockey) il cui compito consiste nel conservare le esperienze positive della bambina così da rendere ogni sua azione dell’immediato futuro il più proficua e benefica possibile. Un giorno, però, avviene un cambiamento che Gioia non aveva prospettato: la casa del Minnesota di Riley viene venduta, e la fanciulla è costretta a trasferirsi a San Francisco coi suoi genitori in una squallida casupola di quartiere senza mobilio, in quanto il camion dei traslochi ha numerosi giorni di ritardo. La nuova scuola che Riley frequenta non le piace, né tantomeno il cibo che si mangia nella metropoli californiana né la nuova squadra di hockey. Mentre le cinque emozioni operanti nel suo cervello tentano di rimediare al mesto imprevisto, Gioia e Tristezza vengono risucchiate dal tubo trasmettitore e si ritrovano, per un errore della seconda, ad esplorare territori ad esse sconosciuti della mente di Riley: Immagilandia, la Cineproduzione dei suoi sogni notturni, il labirinto che raccoglie l’intera memoria della bimba, il Treno dei Pensieri che porta in circolo gli stessi (tranne quando Riley dorme) e perfino la Discarica dei Ricordi, in cui i ricordi peggiori vengono buttati per essere definitivamente dimenticati. Attraverso questo inatteso ma fondamentale viaggio, in cui Gioia e Tristezza saranno accompagnate per un buon tratto da Bing-Bong, l’amico immaginario dell’infanzia di Riley (un buffo animale con sembianze in parte di gatto e in parte di elefante), mentre Disgusto, Rabbia e Paura cercano con scarso successo di ovviare alle peripezie di Riley, Gioia capisce l’importanza dell’incarico di Tristezza, da lei sempre poco compreso o addirittura snobbato, e il rapporto fra le due emozioni permetterà a Riley, che arriva addirittura a tentare di scappare da San Francisco per rientrare rocambolescamente in Minnesota, di accettare con maggiore tranquillità la sua nuova vita e di rivolgerle di nuovo il suo abituale sorriso. E le cinque isole, alimentate da altrettanti ricordi base, dopo uno spegnimento che sembrava risolutivo, torneranno a riaccendersi e verranno anzi completate da isole nuove che determineranno un più gaio, positivo e contento comportamento della bambina per cui Gioia e Tristezza hanno collaborato tanto per riuscire a restituirle il suo proverbiale buonumore. Un tripudio fantastico di colori e forme accoglie questo immenso giocattolone per bambini di tutte le età, trasformandosi però anche in un prodotto appetibile agli adulti mediante la messa in scena d’una serie di relazioni sociali che in qualche modo rimandano alla società dei grandi, poiché nel Quartier Generale in cui le cinque emozioni (splendidamente illustrate, ognuna con un corpo particolare e soprattutto una qualità cromatica che ne esalta con rigore e verosimiglianza le rispettive caratteristiche) si lavora come all’interno di una fabbrica: ognuno ha i suoi compiti, ciascuno assolve un ruolo ben determinato e preordinato e tutti insieme si lavora affinché la mente di una bambina (una delle più adorabili mai viste sul grande schermo dall’epoca dei cartoons girati al computer) non perda mai l’ottimismo e assuma costantemente decisioni atte a guardare al futuro con una speranza intoccabile e inattaccabile. L’umorismo, come in ogni film Pixar che si rispetti, è l’ingrediente fondamentale per una favolosa riuscita, ma non è l’unico elemento a rendere imperdibile questo cartone animato per molti aspetti rivoluzionario e specialmente realistico nella sua dimensione educativa: concorrono a conquistare un ottimo esito anche l’apertura al diverso, la crescita interiore, numerosi elementi del racconto di formazione, le rimembranze fanciullesche, il bisogno di rammentare le belle esperienze vissute in passato, la relazione tra figli e genitori, la necessità inderogabile ed edificante dell’amicizia e anche lo spirito d’adattamento, indispensabile alla giovane protagonista per affrontare col giusto e debito coraggio una vita nuova che fin da subito si annuncia difficile, ma non completamente priva di soddisfazioni. Insomma, un film profondamente ottimistico, che rifiuta ogni sorta di buonismo, non ricatta mai lo spettatore e lo precipita nel subconscio umano proponendoglielo come un universo caleidoscopico nel quale ogni cosa funziona secondo ritmi ben regolati e congegnati, in modo che tutto quanto non venga mai deciso per caso e sempre ed unicamente allo scopo di assicurare sentimenti gradevoli alla persona in questione. Divertentissimi gli stacchi in cui vengono mostrate le cinque emozioni presenti nei cervelli degli altri personaggi del film, compresi il papà e la mamma di Riley. I tempi comici ed umoristici sono rispettati in maniera fantastica, non si ravvisa mai un momento sbagliato, e la morale finale stupisce, commuove e fa riflettere al tempo stesso. Uno dei migliori capolavori finora usciti dalla creatività straripante e a briglia sciolta della Pixar. Speriamo che la premiata ditta, un tempo succursale della Walt Disney Pictures ma oramai promossa al rango di casa cinematografica ben avviata e indipendente, ci regali ancora altri cartoni come questo, capaci di farci sognare e di stimolare la nostra immaginazione. Addirittura, come nel caso meraviglioso di Inside Out, mostrandoci com’è fatta!
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madaso
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giovedì 2 febbraio 2017
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film di grande impatto morale.
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Anche se sotto forma di cartone animato, Inside Out mette in risalto la pscologia delle persone fin dall'infanzia. Crescendo viene evidenziato nella mente della bambina un discostamento da quelli che erano i pensieri e i legami affettivi infantili.
Sin dall'inizio del film vengono presentati i diversi ruoli dei "personaggi": Gioia, protagonista con il compito più difficile, quello cioè di far suscitare emozioni positive alla bambina. Gioia sempre in disguido con Tristezza, altro personaggio di ruolo fondamentale, che, pur non volendo, metteva i bastoni tra le ruote alla felicità della bambina. Le altre tre emozioni vengono rappresentate da Paura, Rabbia e Disgusto.
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Anche se sotto forma di cartone animato, Inside Out mette in risalto la pscologia delle persone fin dall'infanzia. Crescendo viene evidenziato nella mente della bambina un discostamento da quelli che erano i pensieri e i legami affettivi infantili.
Sin dall'inizio del film vengono presentati i diversi ruoli dei "personaggi": Gioia, protagonista con il compito più difficile, quello cioè di far suscitare emozioni positive alla bambina. Gioia sempre in disguido con Tristezza, altro personaggio di ruolo fondamentale, che, pur non volendo, metteva i bastoni tra le ruote alla felicità della bambina. Le altre tre emozioni vengono rappresentate da Paura, Rabbia e Disgusto. Nel corso della storia le cinque emozioni hanno dovuto mettersi al passo con le mutazioni che avvenivano nella vita della bambina. In conclusione consiglio la visione del film perchè fa capire che nella vita nessuna emozione deve prevalere sulle altre.
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uppercut
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giovedì 1 settembre 2016
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c'è qualcuno che come me l'ha trovato pessimo?
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Chiedo scusa, ho un problema: ho trovato questo film inguardabile. Noioso, antipatico, faticosissimo. Persino pericoloso. L'idea che ho dell'umanità, del suo mistero, del suo complesso e meraviglioso dialogo col mondo, ma anche il gusto estetico che credo di aver alimentato in questi decenni in sala di proiezione, il mio amore grato, ammirato per film come "Up" o "Alla ricerca di Nemo" mi hanno letteramente fatto scappare davanti a "Inside out" dopo non più di venti minuti. Il mio problema è il seguente: c'è qualcuno che nell'oceano entusiasta su cu ha veleggiato questo film la pensa come me? Tanto per non sentirsi soli al mondo.
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Chiedo scusa, ho un problema: ho trovato questo film inguardabile. Noioso, antipatico, faticosissimo. Persino pericoloso. L'idea che ho dell'umanità, del suo mistero, del suo complesso e meraviglioso dialogo col mondo, ma anche il gusto estetico che credo di aver alimentato in questi decenni in sala di proiezione, il mio amore grato, ammirato per film come "Up" o "Alla ricerca di Nemo" mi hanno letteramente fatto scappare davanti a "Inside out" dopo non più di venti minuti. Il mio problema è il seguente: c'è qualcuno che nell'oceano entusiasta su cu ha veleggiato questo film la pensa come me? Tanto per non sentirsi soli al mondo...
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gabriella
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martedì 30 agosto 2016
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racconto di formazione
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Le emozioni sono presenti nell'individuo fin dalla nascita , ogni azione che compiamo, ogni relazione, anche la cosa più insignificante producono uno stato d'animo, positivo o negativo , viviamo delle sensazioni che possono sfociare in una emotività più o meno accentuata, dipende dalla tipologia e dal soggetto. Nei bambini possono prendere il sopravvento, in concomitanza con un fatto apparentemente normale, come un trasloco. Così per Riley, undicenne del Minnesota che deve spostarsi con i suoi genitori a San Francisco , costretta ad abbandonare l'amica del cuore, le sue attività , le sue abitudini. L'idea del film della Pixar, di un quartiere generale dove risiedono le emozioni che danno indicazioni alla ragazzina, la turbano, la iquietano, la fanno sorridere, la confondono.
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Le emozioni sono presenti nell'individuo fin dalla nascita , ogni azione che compiamo, ogni relazione, anche la cosa più insignificante producono uno stato d'animo, positivo o negativo , viviamo delle sensazioni che possono sfociare in una emotività più o meno accentuata, dipende dalla tipologia e dal soggetto. Nei bambini possono prendere il sopravvento, in concomitanza con un fatto apparentemente normale, come un trasloco. Così per Riley, undicenne del Minnesota che deve spostarsi con i suoi genitori a San Francisco , costretta ad abbandonare l'amica del cuore, le sue attività , le sue abitudini. L'idea del film della Pixar, di un quartiere generale dove risiedono le emozioni che danno indicazioni alla ragazzina, la turbano, la iquietano, la fanno sorridere, la confondono. Joy Gioia), Sadness ( Tristezza) Anger ( Rabbia) Fear ( Paura) Disgust ( Disgusto), ma aiutandola attraverso un processo di crescita che inevitabilmente crea delle difficoltà , necessarie però a uno sviluppo psicofisico e sano . Insieme a loro Riley imparerà a esprimere il suo stato d'animo, senza reprimerlo, ma accettando che anche la tristezza ( che joy vorrebbe tenere lontana) entri a far parte della sua vita, non rinunciando ai momenti melanconici, perchè quado le cose fanno male, bisogna sentirle, non serve ingoiare i propri turbamenti per una felicità artificiale. Pian piano Riley prenderà consapevolezza e perderà per strada amici fidati, come Bing Bong,( l'amico immaginario), perchè crescere significa anche questo, abbandonare il mondo sicuro e protetto dell'infanzia per fare un passo ogni giorno di più verso la maturità. L'idea , anche se non originalissima, appare geniale nella messa in opera, è divertente, simpatica, commovente, bizzarra nel presentare le isole della personalità, come quella della famiglia, dell'onestà, della stupidera, dell'amicizia. Pete Docter riesce a descrivere un sistema complesso e intricato come la mente umana con una semplicità disarmante, è un film per bambini, perchè loro hanno una capacità d'immedesimazione naturale, ed è il sistema migliore per coinvolgere i genitori.
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noia1
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mercoledì 20 aprile 2016
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si va in fondo senza sgarrare
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Una bambina deve affrontare un trauma, ne uscirà più matura ma – soprattutto nella sua testa – sarà un’ epopea.
Una rappresentazione difficilissima attraverso un linguaggio che più semplice non si poteva, la testa suddivisa in tutte le sue parti, ciascuno parla e dice la sua per spiegare cosa ci capita dentro e per capire che se qualcosa non va vale sempre la pena tenerne conto e parlarsi.
Fondamentalmente complesso, cinematograficamente dinamico e ben strutturato. Anche se semplice sostanzialmente per lo spettatore, viene da pensare come si abbia fatto ad arrivare ad una teorizzazione tanto complessa del cervello umano e creare un meccanismo tanto perfetto: non s’impasta, non annoia, e soprattutto riesce ad emozionare.
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Una bambina deve affrontare un trauma, ne uscirà più matura ma – soprattutto nella sua testa – sarà un’ epopea.
Una rappresentazione difficilissima attraverso un linguaggio che più semplice non si poteva, la testa suddivisa in tutte le sue parti, ciascuno parla e dice la sua per spiegare cosa ci capita dentro e per capire che se qualcosa non va vale sempre la pena tenerne conto e parlarsi.
Fondamentalmente complesso, cinematograficamente dinamico e ben strutturato. Anche se semplice sostanzialmente per lo spettatore, viene da pensare come si abbia fatto ad arrivare ad una teorizzazione tanto complessa del cervello umano e creare un meccanismo tanto perfetto: non s’impasta, non annoia, e soprattutto riesce ad emozionare.
Un film per tutti, un film che fa pensare senza impegnare troppo, un film che viene addosso come un macigno, un film che insegna che siamo tutti importanti e che vale la pena ascoltare ed ascoltarsi perché anche la sensazione più sgradevole può aiutare, anzi, può essere fondamentale.
La cosa che più sorprende però è come possa essere stata fatta un’epopea simile senza uno straccio di retorica o senza cadere nelle solite trappole di cali di ritmo; ogni obiettivo è raggiunto, ogni sensazione arriva al cuore, persino quando è ora di commuoversi: ci si commuove sul serio lo assicuro.
Insomma un trip di LSD per tutta la famiglia con azione e sentimenti, niente è mai di troppo: perfetto.
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enzo70
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lunedì 14 marzo 2016
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un film adatto a tutti
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Ognuno di noi ha un quartier generale che gestisce le proprie emozioni ed i propri stati d’anima; la gioia, la tristezza, la rabbia, la paura, il disgusto. Questa è la traccia del nuovo, riuscito, film della Disney dove la protagonista, Riley, una ragazzina felice è costretta a trasferirsi a San Francisco perdendo l’amica del cuore. Il disagio della bambina nella vita reale viene acuita dal conflitto tra Joy, l’emblema della felicità, per cui il bicchiere se non è mezzo pieno bisogna riempirlo, e Sadness, l’emblema della tristezza, per cui se il bicchiere non è mezzo vuoto bisogna svuotarlo. Ed introno gli altri sentimenti che in una sorta di ballata portano Ridley attraverso il mare magno della vita.
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Ognuno di noi ha un quartier generale che gestisce le proprie emozioni ed i propri stati d’anima; la gioia, la tristezza, la rabbia, la paura, il disgusto. Questa è la traccia del nuovo, riuscito, film della Disney dove la protagonista, Riley, una ragazzina felice è costretta a trasferirsi a San Francisco perdendo l’amica del cuore. Il disagio della bambina nella vita reale viene acuita dal conflitto tra Joy, l’emblema della felicità, per cui il bicchiere se non è mezzo pieno bisogna riempirlo, e Sadness, l’emblema della tristezza, per cui se il bicchiere non è mezzo vuoto bisogna svuotarlo. Ed introno gli altri sentimenti che in una sorta di ballata portano Ridley attraverso il mare magno della vita. Film riuscito per la pixar e nonostante, chiaramente, il target giovanile, Inside out è adatto a tutte le età, perché, comunque, induce alla riflessione anche i più grandi.
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nalipa
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giovedì 10 marzo 2016
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meraviglioso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Grande film d'animazione per bambini ma anche e soprattutto per adulti.
Divertente, profondo, incalzante e con un significato profondo e immediato: tutti gli stati d'animo sono necessari - se si é in grado di ascoltarli.
Ho amato TRISTEZZA, che all'inizio e un po' tenuta lontano ma alla fine risolve la situazione.
Ho vissuto la visione come una bella coccola.
Oscar meritatissimo
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sim one
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domenica 28 febbraio 2016
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ricco di emozioni
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Il film Pixar migliore che abbia mai visto: sensibile, simpatico, commovente, il tutto al punto giusto, senza esagerazioni che spesso rovinano pellicole dai buoni propositi. L'a morale che trasmettono è importante, sia per grandi che per i piccini: ogni emozione a modo suo è importante, e dobbiamo viverla, e la tristezza non è da bandire o da evitare, ma merita lo stesso spazio della felicità. Merita l'Oscar. Assolutamente da rivedere.
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acconciatoribd
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venerdì 19 febbraio 2016
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un film da applausi
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Un buon film d'animazione che dimostra in maniera simpatica ed ironica come le emozioni che proviamo siano in contatto tra di loro ma allo stesso tempo tutte indispensabili e importanti. Narra la crescita, il distacco dall'infanzia in modo potente e ciò che questo comporta. Apparentemente indirizzato ai bimbi per il character design, in realtà è un cartoon per pubblico adulto. I personaggi che mi hanno colpito sono gioia e tristezza . Gioia non riesce a capire il ruolo di tristezza e lotta affinchè Riley possa essere sempre felice. Tristezza dal suo canto si sente inutile, ma allo stesso modo è un'emozione indispensabile. La parte centrale del film infatti è quando Gioia che vuole sempre prevalere sugli altri lascia il comando a Tristezza che grazie alla sua emozione fa cambiare idea a Riley che diretta a ritornare a casa, torna sui suoi passi e quindi dalla sua famiglia, per costruire "l'isola" che si era sgregolata.
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Un buon film d'animazione che dimostra in maniera simpatica ed ironica come le emozioni che proviamo siano in contatto tra di loro ma allo stesso tempo tutte indispensabili e importanti. Narra la crescita, il distacco dall'infanzia in modo potente e ciò che questo comporta. Apparentemente indirizzato ai bimbi per il character design, in realtà è un cartoon per pubblico adulto. I personaggi che mi hanno colpito sono gioia e tristezza . Gioia non riesce a capire il ruolo di tristezza e lotta affinchè Riley possa essere sempre felice. Tristezza dal suo canto si sente inutile, ma allo stesso modo è un'emozione indispensabile. La parte centrale del film infatti è quando Gioia che vuole sempre prevalere sugli altri lascia il comando a Tristezza che grazie alla sua emozione fa cambiare idea a Riley che diretta a ritornare a casa, torna sui suoi passi e quindi dalla sua famiglia, per costruire "l'isola" che si era sgregolata. La tristezza è la chiave del nostro cuore, perchè ognuno di noi si mette in solitudine per chiarirsi con sé, e per rendersi conto di quanto siamo fortunati. La tristezza serve nella vita poichè se non la sperimentiamo non saremmo mai capace di capire a pieno la felicità. Inside Out è un film comico e toccante. Buona Visione!
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