paolo_francesco
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domenica 20 settembre 2015
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..di una pochezza!
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..ma a cosa servono i critici se danno del capolavoro a un film ben al di sotto della mediocrità?
Il film, ben lontano dai momenti topici come Monster & Co. (peraltro scopiazzato in lungo e largo), perde la grande occasione di parlare seriamente e con chiarezza della sfera emotiva dei bambini; e risolve tutto ipotizzando che 5 deficienti popolino la testa di ognuno di noi dove non c'è alcuna logica di movimento e crescita. Vallo a dire, Pixar e Disney, di questi 5 cretini a un bambino che mangia un giorno si e uno no. A parte dunque la palese discriminazione del film, rivolto evidentemente solo a bambini fortunati del pianeta (tanto gli altri al cinema manco ci vanno), c'è l'aggravante che la sfera emozionale non è ne spiegata, ne articolata come avrebbe potuto essere per far capire che le emozioni sono la nostra risorsa.
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..ma a cosa servono i critici se danno del capolavoro a un film ben al di sotto della mediocrità?
Il film, ben lontano dai momenti topici come Monster & Co. (peraltro scopiazzato in lungo e largo), perde la grande occasione di parlare seriamente e con chiarezza della sfera emotiva dei bambini; e risolve tutto ipotizzando che 5 deficienti popolino la testa di ognuno di noi dove non c'è alcuna logica di movimento e crescita. Vallo a dire, Pixar e Disney, di questi 5 cretini a un bambino che mangia un giorno si e uno no. A parte dunque la palese discriminazione del film, rivolto evidentemente solo a bambini fortunati del pianeta (tanto gli altri al cinema manco ci vanno), c'è l'aggravante che la sfera emozionale non è ne spiegata, ne articolata come avrebbe potuto essere per far capire che le emozioni sono la nostra risorsa.
Andrebbe detto che c'è una bella differenza tra "rabbia" e "posizioni genitoriali" (nel film mai spiegate). La sceneggiatura poi è praticamente inesistente, molla, indecisa.
Da anni non trovavo una delusione così forte tra i lanci della critica (sempre meno obiettiva) e l'aspetto reale del film, che probabilmente farà un po' di cassetta, ma perderà nel corso del tempo anche nei confronti del vecchio Bambi.
Chi deve ancora andarci al cinema ci pensi, almeno due volte.
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25peter
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domenica 20 settembre 2015
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le emozioni che emozionano
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Un viaggio nella mente di una bambina di 11 anni che deve attraversare le difficoltà dovute ad un trasferimento della famiglia in una nuova città: nuova casa, nuova scuola, nuova squadra di hockey, la perdita dei vecchi amici. Cinque emozioni lavorano nel centro di controllo della sua mente: Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, con Gioia che cerca di tenere a bada le colleghe, Tristezza in particolare, per far avere alla bambina la migliore esperienza possibile.
In seguito ad un incidente Gioia e Tristezza si perdono nella mente e cercando di tornare al centro di controllo attraversano i vari centri del pensiero scoprendo come ricordi, anche belli, vengono cancellati per poter seguire la crescita della bambina.
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Un viaggio nella mente di una bambina di 11 anni che deve attraversare le difficoltà dovute ad un trasferimento della famiglia in una nuova città: nuova casa, nuova scuola, nuova squadra di hockey, la perdita dei vecchi amici. Cinque emozioni lavorano nel centro di controllo della sua mente: Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, con Gioia che cerca di tenere a bada le colleghe, Tristezza in particolare, per far avere alla bambina la migliore esperienza possibile.
In seguito ad un incidente Gioia e Tristezza si perdono nella mente e cercando di tornare al centro di controllo attraversano i vari centri del pensiero scoprendo come ricordi, anche belli, vengono cancellati per poter seguire la crescita della bambina.
Le rimanenti tre emozioni devono arrangiarsi per guidare da sole le scelte della bambina con esiti disastrosi. Paura e Disgusto non riescono a tenere a bada la Rabbia nell'affrontare la situazione nuova e questa spinge la bambina ad un tentativo di fuga. Cadono progressivamente i capisaldi della personalità della bambina: la “stupidera”, lo sport, l'onestà e, con la fuga, rischia di cadere anche la relazione con la famiglia.
La salvezza avviene grazie a Tristezza che riesce a far cambiare idea alla bambina facendole sentire il dolore per la mancanza dei genitori.
La morale del film è che le emozioni lavorano in squadra e che anche la tristezza può essere utile in quanto permette di capire quali sono le cose che contano veramente e quindi alla fine permette di ritornare alla gioia. Nel cammino della crescita si devono riaggiustare molte cose ma dopo ci si ritrova più ricchi interiormente.
Un film che parla a tutti: gli adulti riescono ad apprezzare le molte sfumature, i bambini pensano ai cambiamenti che hanno già vissuto nella loro crescita. Con i miei figli abbiamo discusso molto sul ruolo delle diverse emozioni (Paura non è riuscito a fermare la fuga della bambina), sulla scomparsa dei ricordi, sul fatto che l'isola della Famiglia fosse stata l'ultima a sopravvivere e perchè.
Chissà se ci sarà un sequel? Dopotutto alla fine per la ragazzina tutto va per il meglio, ma sulla nuova console del centro di controllo compare un bottone rosso (che per ora nessuna emozione si è ancora azzardata a schiacciare) che porta la scritta “Pubertà”...
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kingsley 71
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domenica 20 settembre 2015
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capolavoro.
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La pixar non delude mai. Ha centrato un'altra volta l'obiettivo: emozionarci e farci riflettere. Come tutti i precedenti film, non lo si puo definire solamente un cartone: è il viaggio della propria vita. Impossibile non identificarsi.
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egidio2015
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domenica 20 settembre 2015
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la frantumazione della soggettività umana.
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Inside out. La frammentazione della soggettività in cinque emozioni fondamentali: gioia, tristezza, paura,rabbia e disgusto che, in un rapporto di causalità lineare con l'esterno, gestiscono la vita della bambina da una avveniristica e supertecnologica centrale operativa secondo il principio dell'efficienza e della congruità. Regolano inoltre pensieri (che corrono inarrestabili in untrenino) e ricordi (raffigurati sotto forma di una miriade di palle colorate ben sistemate in una miriade di scaffali). Le esperienze familiari, amicali, ludiche, scolastiche ecc. sono isole ben distinte e funzionanti autonomamente. Il subconscio (così viene definito) è una discarica buia e spettrale dei "piantagrane".
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Inside out. La frammentazione della soggettività in cinque emozioni fondamentali: gioia, tristezza, paura,rabbia e disgusto che, in un rapporto di causalità lineare con l'esterno, gestiscono la vita della bambina da una avveniristica e supertecnologica centrale operativa secondo il principio dell'efficienza e della congruità. Regolano inoltre pensieri (che corrono inarrestabili in untrenino) e ricordi (raffigurati sotto forma di una miriade di palle colorate ben sistemate in una miriade di scaffali). Le esperienze familiari, amicali, ludiche, scolastiche ecc. sono isole ben distinte e funzionanti autonomamente. Il subconscio (così viene definito) è una discarica buia e spettrale dei "piantagrane". Insomma il trionfo del comportamentismo che riduce l'essere umano, sin da bambino, ad un insieme di parametri e funzioni che, come ingranaggi e meccanismi, sono facilmente controllabili e aggiustabili singolarmente. Fortunatamente l'essere umano non è questo, non funziona in questo modo, è tutt'altra cosa.
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elpiezo
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lunedì 21 settembre 2015
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intelligente ed emozionante
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La Pixar non delude e grazie alla sapiente regia del prodigio Pete Docter confeziona una favola che emoziona e commuove, un racconto di formazione adatto ad ogni tipologia di pubblico che si candida sicuramente tra i migliori film d'animazione degli ultimi anni.
La crescita di un'adolescente osservata attraverso i suoi sentimenti; in un immaginaria, vasta e funzionale torre di controllo, argute creature impersonano i sentimenti primari e si dannano l'anima per il bene della bimba alle prese con le prime asperità della vita. Paura, disgusto, rabbia, gioia, isole dell'inconscio, isole dei ricordi, infantili amici immaginari... sogni ed emozioni della giovane protagonista narrati in una moltitudine di colori e folli corse attraverso il suo inconscio; un continuo percorso di maturazione e sviluppo, dove ogni sequenza, per quanto surreale stabilisce l'evolversi della personalità, rendendo Inside Out un perfetto connubio di animazione e apprendimento.
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La Pixar non delude e grazie alla sapiente regia del prodigio Pete Docter confeziona una favola che emoziona e commuove, un racconto di formazione adatto ad ogni tipologia di pubblico che si candida sicuramente tra i migliori film d'animazione degli ultimi anni.
La crescita di un'adolescente osservata attraverso i suoi sentimenti; in un immaginaria, vasta e funzionale torre di controllo, argute creature impersonano i sentimenti primari e si dannano l'anima per il bene della bimba alle prese con le prime asperità della vita. Paura, disgusto, rabbia, gioia, isole dell'inconscio, isole dei ricordi, infantili amici immaginari... sogni ed emozioni della giovane protagonista narrati in una moltitudine di colori e folli corse attraverso il suo inconscio; un continuo percorso di maturazione e sviluppo, dove ogni sequenza, per quanto surreale stabilisce l'evolversi della personalità, rendendo Inside Out un perfetto connubio di animazione e apprendimento.
COSTRUTTIVO!!!!!!
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stefano capasso
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lunedì 21 settembre 2015
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un percorso evolutivoe di integrazione
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Ho visto Inside Out, animazione della Pixar Walt Disney e l’ho trovato un progetto ambizioso e sviluppato con tratti geniali. L’idea è quella di proporre un percorso educativo sull’importanza delle emozioni, sul loro riconoscimento e sulla loro accettazione. E’ la storia di Reilly, una bambina che nella fase della preadolescenza entra in crisi per il cambio di casa dal Minnesota alla California. Ma i veri protagonisti sono i personaggi che interpretano le 5 emozioni primarie, che da un centro di controllo tecnologico indirizzano i comportamenti e i sentimenti di Reilly, concorrendo alla costruzione delle “isole della personalità”, che sono poi i modi con cui la ragazza si interfaccia col mondo.
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Ho visto Inside Out, animazione della Pixar Walt Disney e l’ho trovato un progetto ambizioso e sviluppato con tratti geniali. L’idea è quella di proporre un percorso educativo sull’importanza delle emozioni, sul loro riconoscimento e sulla loro accettazione. E’ la storia di Reilly, una bambina che nella fase della preadolescenza entra in crisi per il cambio di casa dal Minnesota alla California. Ma i veri protagonisti sono i personaggi che interpretano le 5 emozioni primarie, che da un centro di controllo tecnologico indirizzano i comportamenti e i sentimenti di Reilly, concorrendo alla costruzione delle “isole della personalità”, che sono poi i modi con cui la ragazza si interfaccia col mondo. Quando scoppia la crisi i 5 protagonisti avranno il loro da fare per trovare un nuovo equilibrio funzionale. E’ la storia di un passaggio evolutivo, quello che porta all’adolescenza e che può essere preso come modello per tanti altri momenti di crescita di un individuo. Gioia e Tristezza, sono indiscusse protagoniste del film, vengono individuate come i motori dei comportamenti di Reilly. E sono quelle che una volta lasciati gli assolutismi delle emozioni e dei ricordi infantili, grazie all’integrazione di tutte le componenti emotive, diventano la base su cui si forma la resilienza e la capacità empatica della ragazza. E perché tutto accada è necessario, come sempre, lasciare andare qualcosa che era importante e che ora non è più utile.
Un film molto coinvolgente che mi è piaciuto molto
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mask-yoda
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lunedì 21 settembre 2015
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nostalgia di un'infanzia
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Premessa: Inside Out è un capolavoro.
Tesi: si può entrare nella mente di una persona che stia vivendo il periodo forse più complesso della vita, cioè l’adolescenza o meglio la preadolescenza. Si può entrare e si può raccontare cosa succede, ma per farlo occorre usare le emozioni e non la ragione, sentire più che capire, disegnare più che descrivere.
La sceneggiatura dell’ultimo prodotto Disney-Pixar ci conduce attraverso un racconto più curioso e stimolante di Big Hero 6 e più profondo e rivoluzionario di Up. Vuole parlare di mente. Per farlo non teme di slegarsi dal racconto di ciò che sta nel mondo esteriore (Outside) e ridurlo a una trama scheletrica – in fin dei conti “fuori” cosa succede? storia di un trasloco nella vita di una bambina che sta per diventare ragazza, che soffre un cambiamento e si ribella con un fenomeno di fuga - per approfondire invece quel tempo e quello spazio che sono del mondo interiore e più ricchi di significato.
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Premessa: Inside Out è un capolavoro.
Tesi: si può entrare nella mente di una persona che stia vivendo il periodo forse più complesso della vita, cioè l’adolescenza o meglio la preadolescenza. Si può entrare e si può raccontare cosa succede, ma per farlo occorre usare le emozioni e non la ragione, sentire più che capire, disegnare più che descrivere.
La sceneggiatura dell’ultimo prodotto Disney-Pixar ci conduce attraverso un racconto più curioso e stimolante di Big Hero 6 e più profondo e rivoluzionario di Up. Vuole parlare di mente. Per farlo non teme di slegarsi dal racconto di ciò che sta nel mondo esteriore (Outside) e ridurlo a una trama scheletrica – in fin dei conti “fuori” cosa succede? storia di un trasloco nella vita di una bambina che sta per diventare ragazza, che soffre un cambiamento e si ribella con un fenomeno di fuga - per approfondire invece quel tempo e quello spazio che sono del mondo interiore e più ricchi di significato. L’Inside infatti mostra come ognuno di noi sia guidato dalle emozioni che, sotto forma di “omini del cervello”, lavorano alla consolle del quartier generale della mente dove elaborano i pensieri e costruiscono i ricordi. Sono quattro splendidi personaggi che andiamo a conoscere nella mente di Riley. Quattro emozioni fondamentali ognuna delle quali in realtà possiede tratti di ben più di uno dei nostri sentimenti. Gioia: lei è il capo, quella che ha maggiormente influenzato la formazione dei ricordi d’infanzia, quella che è sempre ottimista, positiva, che irradia la sua energia vitale e che talvolta appare fin troppo semplice se non frivola e superficiale. Tristezza: lei è la seccatrice dei giorni felici di una bambina, (inizialmente Gioia non capisce a cosa possa servire), contagia con il suo colore i ricordi, è pessimista, negativa e avvilente. Ma è anche misteriosa, complessa e intelligente. Rabbia: è primitivo, è istinto, è violenza ma anche necessità, impulsività, sopravvivenza. Disgusto: è lo spiacevole, il riprovevole ma anche la sofisticatezza, quella che protegge dai sapori peggiori della vita.
Antitesi: non si possono semplificare i processi mentali complessi, quelli che si sviluppano durante un periodo di cambiamento così drastico e misterioso come è il passaggio all’età adulta. O forse si? O forse semplicemente si può farne metafore? Costruire un film con diversi livelli di lettura – non solo quello per spettatori “adulti” e spettatori “bambini”- che permettono a ciascuno di noi di cogliere il proprio personale significato, la peculiarità dell’esperienza del nostro cammino di crescita. Qualcuno di noi ha dimenticato il suo amico immaginario, qualcuno ha costruito, distrutto e ricostruito le sue personali isole della personalità, tutti abbiamo fatto a meno di emozioni in qualche passaggio, molti hanno capito come la sofferenza faccia parte di noi e ci sia indispensabile per capire noi stessi e gli altri.
Sintesi: Inside Out per il sottoscritto parla di nostalgia. Etimologicamente il termine "nostalgia" deriva da "nostos", che indica il senso del ritorno, e "algos", che significa dolore. Nostalgia è di noi adulti che guardiamo i – come li chiamiamo ancora – “cartoni animati” e continuiamo a imparare da essi. Nostalgia è Tristezza che fa crescere anche quando rende malinconici i “pensieri primari” della fanciullezza. Nostalgia è il dolore della separazione dal nostro Io bambino (onnipotente e fatto di gioia prevadente). Nostalgia è il ricordo della semplicità della vita da fanciulli, che abbiamo perduto per andare a vivere in un mondo più complesso, dove i ricordi e le sensazioni hanno colori emotivi misti.
Nostalgia è la malinconia per la lontananza dai propri riferimenti affettivi, persone, luoghi o cose.
La crescita passa attraverso l’accettare la sofferenza come uno dei nostri sentimenti più importanti. Tristezza deve avere il suo spazio, non può relegarsi in un cerchio tracciato in una stanza della nostra coscienza. Deve partecipare insieme alle altre emozioni nel farci conoscere la vita. Addirittura può essere il “capo” (notare il ruolo di primo piano dell'emozione blu nella mente della mamma di Riley) che ordina il nostro modo di porci alla vita.
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krysma
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martedì 22 settembre 2015
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perfetto e geniale!
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Dico solo questo: C A P O L A V O R O !!!!!!!!!!!!!!!!
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willywillywilly
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martedì 22 settembre 2015
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delicato, commovente, originale
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I film della Pixar sono ormai una garanzia di originalità, divertimento ma anche riflessione e qualche lacrima. Ed ovviamente anche Inside Out non fa eccezione.
L'idea di fondo è eccezionale: le emozioni vivono dentro di noi e ciascuna spesso è in contraddizione con le altre. L'iniziale battaglia di Joy per tenere lontana la sua bimba dalla tristezza è commovente e quando tutta l'impalcatura crolla pezzo dopo pezzo, l'unica via di salvezza è proprio infondere tutto con la Tristezza. Via di salvezza per la crescita, una nuova rinascita per uno stadio nuovo dell'evoluzione, più maturo, diversificato e complesso.
Tra gioia e tristezza di dibattono i comprimari paura, disgusto e rabbia, che fanno prendere le decisioni sbagliate, che si smarriscono senza le loro guide.
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I film della Pixar sono ormai una garanzia di originalità, divertimento ma anche riflessione e qualche lacrima. Ed ovviamente anche Inside Out non fa eccezione.
L'idea di fondo è eccezionale: le emozioni vivono dentro di noi e ciascuna spesso è in contraddizione con le altre. L'iniziale battaglia di Joy per tenere lontana la sua bimba dalla tristezza è commovente e quando tutta l'impalcatura crolla pezzo dopo pezzo, l'unica via di salvezza è proprio infondere tutto con la Tristezza. Via di salvezza per la crescita, una nuova rinascita per uno stadio nuovo dell'evoluzione, più maturo, diversificato e complesso.
Tra gioia e tristezza di dibattono i comprimari paura, disgusto e rabbia, che fanno prendere le decisioni sbagliate, che si smarriscono senza le loro guide.
Personaggi caratterizzati in modo esemplare, con punte di eccellenza per quanto riguarda Joy, sadness e...Bing Bong, amico immaginario della piccola protagonista che eccelle per poesia e delicatezza. Le lacrime "caramelle", tocco di genialità, fanno piangere per davvero perchè rappresentano i sogni di ogni bambino.
Vedere questo film insieme a mio figlio che probabilmente non ha capito fino in fondo, mi ha arricchito: insegna qualcosa forse più ai "grandi" che ai piccini, insegna a rispolverare i nostri sogni, quelli che avevamo quando eravamo bambini.
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filippo catani
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martedì 22 settembre 2015
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sentimenti personalizzati
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Una ragazzina di 12 anni è felice della sua vita in Minnesota che spende tra famiglia, amici e hockey. Un giorno la famiglia si deve trasferire a San Franscisco a causa del lavoro del padre e per la piccola iniziano le difficoltà.
Davvero un'idea geniale quella targata Pixar di raccontare gli sconvolgimenti di una giovane dodicenne attraverso le personificazioni dei sentimenti che prova così come avremo la loro versione adulta quando si entrerà dentro la mente dei genitori. Inutile dire che per tutti si tratta di un viaggio indietro nel tempo tra amici immaginari, sogni e fantasie e un periodo della vita che dovrebbe essere felice e senza pensieri. Inutile dire che tutte le simpatie vanno istintivamente al personaggio di Tristezza che veramente ci strappa quasi una lacrima.
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Una ragazzina di 12 anni è felice della sua vita in Minnesota che spende tra famiglia, amici e hockey. Un giorno la famiglia si deve trasferire a San Franscisco a causa del lavoro del padre e per la piccola iniziano le difficoltà.
Davvero un'idea geniale quella targata Pixar di raccontare gli sconvolgimenti di una giovane dodicenne attraverso le personificazioni dei sentimenti che prova così come avremo la loro versione adulta quando si entrerà dentro la mente dei genitori. Inutile dire che per tutti si tratta di un viaggio indietro nel tempo tra amici immaginari, sogni e fantasie e un periodo della vita che dovrebbe essere felice e senza pensieri. Inutile dire che tutte le simpatie vanno istintivamente al personaggio di Tristezza che veramente ci strappa quasi una lacrima. Battute e non solo animano questo intelligentissimo prodotto che speriamo coroni la sua cavalcata di incassi con l'Oscar.
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