zero99
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lunedì 23 novembre 2015
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bellissimo.
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L'ho trovato un bellissimo film. Il lato tecnico è molto buono, con dei colori accesi e dei disegni molto belli (fatti col computer). La storia l'ho trovata bella, e lascia un bell'insegnamento sia per i bambini sia per gli adulti. E' un film che fa capire che tutte le nostre emozioni sono importanti, quindi Gioia capisce che anche Tristezza ha un ruolo importante nella vita di ognuno di noi. Mi è piaciuto molto anche il viaggio che hanno fatto Gioia e Tristezza nella mente della bambina, nella sua immaginazione, nei suoi ricordi, ecc. veramente molto bello come film. L'unica pecca che ci ho trovato è che hanno lasciato poco spazio alle altre tre emozioni, Rabbia, Paura, e Disgusto.
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L'ho trovato un bellissimo film. Il lato tecnico è molto buono, con dei colori accesi e dei disegni molto belli (fatti col computer). La storia l'ho trovata bella, e lascia un bell'insegnamento sia per i bambini sia per gli adulti. E' un film che fa capire che tutte le nostre emozioni sono importanti, quindi Gioia capisce che anche Tristezza ha un ruolo importante nella vita di ognuno di noi. Mi è piaciuto molto anche il viaggio che hanno fatto Gioia e Tristezza nella mente della bambina, nella sua immaginazione, nei suoi ricordi, ecc. veramente molto bello come film. L'unica pecca che ci ho trovato è che hanno lasciato poco spazio alle altre tre emozioni, Rabbia, Paura, e Disgusto. Voto 8
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dejan t.
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martedì 24 novembre 2015
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la pixar colpisce ancora, nell'animo di chi guarda
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C'è poco da fare, ma questi geni della Pixar non smettono mai di stupire: dopo aver prodotto opere di pregevole fattura (la saga di Toy Story, "Alla Ricerca di Nemo", "Ratatouille" e tanti altri), ecco un'altra pellicola di ottimo livello, "Inside Out"; il regista Pete Docter (autore anche di "Monsters & Co." e "Up") è partito da un'idea ambiziosa, quella cioè di portare in un film d'animazione (orientato, quindi, soprattutto ad un pubblico bambino) alcuni elementi tipici della psiche umana. Il concetto fondamentale consiste nella coesistenza di cinque emozioni base nell'intelletto dell'uomo (rabbia, gioia, paura, tristezza, disgusto), nel film rappresentate come buffi personaggi che abitano il cervello, il "quartier generale".
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C'è poco da fare, ma questi geni della Pixar non smettono mai di stupire: dopo aver prodotto opere di pregevole fattura (la saga di Toy Story, "Alla Ricerca di Nemo", "Ratatouille" e tanti altri), ecco un'altra pellicola di ottimo livello, "Inside Out"; il regista Pete Docter (autore anche di "Monsters & Co." e "Up") è partito da un'idea ambiziosa, quella cioè di portare in un film d'animazione (orientato, quindi, soprattutto ad un pubblico bambino) alcuni elementi tipici della psiche umana. Il concetto fondamentale consiste nella coesistenza di cinque emozioni base nell'intelletto dell'uomo (rabbia, gioia, paura, tristezza, disgusto), nel film rappresentate come buffi personaggi che abitano il cervello, il "quartier generale".
E' ovvio che questa visione rappresenta una semplificazione e, se si vuole, un'alterazione di ciò che realmente avviene nella nostra testa, ma va dato atto a Docter di essere riuscito a trasportare questa idea delle emozioni in modo originale e divertente, per grandi e piccoli. Perché conta, più che tanto la veridicità di ciò che è narrato, COME esso viene narrato.
Nel film emergono concetti molto importanti: il ruolo chiave della famiglia (in questo caso quella di Riley, la protagonista della storia) e quello dei ricordi, i veri creatori del nostro essere e della nostra personalità; attraverso di essi si forma l'esperienza, che modifica il modo in cui ci relazioniamo con il mondo. Che siano ricordi legati a emozioni brutte o belle, tutti concorrono a plasmare quello che siamo e che diventeremo.
A momenti di puro divertimento (con una comicità davvero ricercata e contaggiosa) si contrappongono momenti di riflessione che sviluppano concetti profondi: questo contribuisce il coinvolgimento di un pubblico di differenti età, soddisfando le esigenze di tutti. Ottimi gli effetti grafici e sonori, originale la struttura del "quartier generale" delle emozioni, fantastici i dialoghi.
In conclusione, è veramente un ottimo prodotto questo lavoro di Docter, in cui il ricordo e la famiglia sono concetti che non devono essere dimenticati, devono essere preservati!
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lucap96
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lunedì 30 novembre 2015
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da oscar
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Di solito non guardo cartoni animati, se non per curiosità o per far compagnia al mio fratellino. In questo caso, avendo sentito critiche entusiastiche, ho provato a dargli un'occhiata, pensando di mollarlo dopo pochi minuti, e invece non sono riuscito a staccarmi dallo schermo. Credo sia uno dei migliori film realizzati dalla Disney, al pari di tanti altri capolavori. Una storia originale (difficile trovarne), ma non strampalata, riesce a essere divertente e anche commovente. Non pensavo avrei mai scritto la recensione di un cartone animato, ma questo la merita tutta. Menzione d'obbligo ad un personaggio fantastico, l'amico immaginario mezzo elefante, un pò delfino e un pò tigre, tragico e comico al punto giusto.
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Di solito non guardo cartoni animati, se non per curiosità o per far compagnia al mio fratellino. In questo caso, avendo sentito critiche entusiastiche, ho provato a dargli un'occhiata, pensando di mollarlo dopo pochi minuti, e invece non sono riuscito a staccarmi dallo schermo. Credo sia uno dei migliori film realizzati dalla Disney, al pari di tanti altri capolavori. Una storia originale (difficile trovarne), ma non strampalata, riesce a essere divertente e anche commovente. Non pensavo avrei mai scritto la recensione di un cartone animato, ma questo la merita tutta. Menzione d'obbligo ad un personaggio fantastico, l'amico immaginario mezzo elefante, un pò delfino e un pò tigre, tragico e comico al punto giusto. Adatto a grandi 8che possono leggerne il profondo significato simbolico) e bambini, che si divertiranno nonostante la complessità del messaggio, essendo comunque la storia molto ben raccontata, sotto forma di avventura.
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roby1985
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giovedì 3 dicembre 2015
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adorabile!!!!
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Film semplicemente adorabile per grandi e piccini, ma forse ancora di più per i i grandi...ti riporta indietro con gli anni all'adolescenza, fa sorridere, ridere, pensare e commuovere. DIseny si conferma regina dei film d'animazione intelligenti e profondi. Consigliatissimo!
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laurence316
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mercoledì 9 dicembre 2015
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quando il risultato vale l'attesa...
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Dopo un anno, il 2014, senza nessun film Pixar nelle sale e a seguito dei mezzi fallimenti, quanto meno in termini di qualità, dei tre film precedenti (Cars 2, Ribelle-The Brave e Monster University), Inside Out rappresenta il ritorno in grande stile della Pixar, quella fabbrica di sogni che in molti hanno imparato ad amare, che ancora una volta si dimostra in grado di rinnovarsi, regalando l'ennesimo capolavoro agli spettatori. Inside Out è infatti un film dalle animazioni straordinarie e spettacolari, sostenuto da una trama curata, appasionante e per nulla banale. Fin dal soggetto è fra i più interessanti mai prodotti dalla casa californiana, è un film che ha l'ambizione di condurre lo spettatore in un emozionante viaggio all'interno della menta di una ragazzina, Riley, alle prese con quella che è una delle fasi più critiche dell'adolescenza.
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Dopo un anno, il 2014, senza nessun film Pixar nelle sale e a seguito dei mezzi fallimenti, quanto meno in termini di qualità, dei tre film precedenti (Cars 2, Ribelle-The Brave e Monster University), Inside Out rappresenta il ritorno in grande stile della Pixar, quella fabbrica di sogni che in molti hanno imparato ad amare, che ancora una volta si dimostra in grado di rinnovarsi, regalando l'ennesimo capolavoro agli spettatori. Inside Out è infatti un film dalle animazioni straordinarie e spettacolari, sostenuto da una trama curata, appasionante e per nulla banale. Fin dal soggetto è fra i più interessanti mai prodotti dalla casa californiana, è un film che ha l'ambizione di condurre lo spettatore in un emozionante viaggio all'interno della menta di una ragazzina, Riley, alle prese con quella che è una delle fasi più critiche dell'adolescenza. Lo script, ad opera dello stesso Docter in collaborazione con LeFauve e Cooley, è perfettamente bilanciato, dosa sapientemente gli ingredienti (dramma, azione, commedia), e il film che ne deriva è un inaspettato ma più che benvenuto capolavoro, una nuova vetta del genere che pone nuovi standard per l'animazione. Un film che dimostra una volta in più le enormi potenzialità della computer-graphic se usata con intelligenza, Inside Out presenta anche una trama decisamente più complessa della media, ma per nulla incomprensibile, neppure ai più piccoli. Alcuni detrattori sostengono che, almeno nell'incipit, il film sia tutt'altro che originale (e si possono, effetivamente, identificare diversi esempi antecedenti) ma gli stessi dimenticano che Inside Out procede in modi totalmente differenti e originali, va ben oltre quello spunto iniziale, per lanciarsi in un'avventura appasionante che trasporta lo spettatore in un mondo magico e sfavillante, popolato da personaggi memorabili (Bing Bong su tutti) e reso con straordinaria inventiva scenografica. Per quanto riguarda la qualita dell'animazione non c'é dubbio: alla Pixar hanno superato loro stessi per l'ennesima volta. Grande successo di pubblico e critica, otterrà probabilmente l'Oscar al miglior film d'animazione. L'unica nota negativa non è legata al film in sé, ma bensì al corto allegato Lava (scritto e diretto da James Ford Murphy) che è fra i peggiori della Pixar, malgrado l'eccezionale qualità delle animazioni, melenso e interminabile e definitivamente affosato da un adattamento italiano deprecabile, a dir poco pessimo.
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paolo_francesco
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giovedì 10 dicembre 2015
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film vergognoso
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..vedo di sintetizzare i punti di critica..
Il disagio della protagonista è: il trasferimento familiare (ovvio fare a questo punto i riferimenti agli altri VERI disagi degli adolescenti.. come per esempio chi non è seguito, chi ha uno o entrambi i genitori morti, chi viene picchiato a casa, chi è povero, chi è malato, ecc.) e chi critica il film (come faccio io) lo fa perché si chiede: che idea di bambino/a, e di persona, vi è sottesa?
La bambina (intesa come protagonista) è in realtà un pupazzo in mano a 5 deficienti, accentuati ed esasperati a tal punto da constatare che Gioia annoia (ostinatamente felice), Tristezza fa pena (non sa che ci sta a fare), Paura fa ridere (puoi capire che bel risultato la Pixar), Rabbia pare strafatto e Disgusto è evanescente.
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..vedo di sintetizzare i punti di critica..
Il disagio della protagonista è: il trasferimento familiare (ovvio fare a questo punto i riferimenti agli altri VERI disagi degli adolescenti.. come per esempio chi non è seguito, chi ha uno o entrambi i genitori morti, chi viene picchiato a casa, chi è povero, chi è malato, ecc.) e chi critica il film (come faccio io) lo fa perché si chiede: che idea di bambino/a, e di persona, vi è sottesa?
La bambina (intesa come protagonista) è in realtà un pupazzo in mano a 5 deficienti, accentuati ed esasperati a tal punto da constatare che Gioia annoia (ostinatamente felice), Tristezza fa pena (non sa che ci sta a fare), Paura fa ridere (puoi capire che bel risultato la Pixar), Rabbia pare strafatto e Disgusto è evanescente. Ecco vi siete affezionati a un pupazzo guidato con il joystick (e a questi punti spero che tutti voi non siate i classici genitori che vietano rigidamente l’uso dei videogame ai vostri bimbi, perché sareste in forte contraddizione)
Non c’è alcun pensiero nell’infanzia descritta da una pessima Pixar (avete notato nel finale che gli animali sono presentati con gli identici meccanismi?). Quindi il sillogismo della Pixar è il seguente: gli esseri viventi hanno istinti/emozioni, gli istinti/emozioni prevalgono sul pensiero, gli esseri viventi non hanno pensiero.
Le emozioni non sono "forme" autonome (nel film invece vengono spacciate, come la droga, come "forze") ma sono regolate dal pensiero, e basta un esempio facile: una bambina di 12 anni viene interrogata a scuola, non sa rispondere e la professoressa ci va giù duro, e dentro le emozioni della bimba viaggiano dalla rabbia, alla vergogna, al rancore, all’odio, alla rivalsa, ecc. ma ora cosa pensate che farà la bambina? Andrà al banco mogia mogia e di certo seppellirà le emozioni perché ha “pensiero” e capisce che peggiorerebbe la situazione. Ogni azione di bambino è guidata dal pensiero (rappresentato pateticamente nel film come un treno che nessuno sa da dove viene e dove va.. e cosa ridicola di notte si ferma.. si ferma? Ma si può essere così arretrati culturalmente da accettare che i nostri pensieri si fermino?).
Il film poi manca di analisi dei sentimenti ed esclude totalmente il giudizio. Il punto è che noi (e i nostri bambini) siamo molto ma molto di più.. e il fatto che tanti adulti (molti più dei bambini che, nota positiva, mi sembra siano rimasti trasparenti alle nefandezze di questo film.. e lo denota indirettamente il fatto che nei banchi di regali e regaletti regna ancora sovrano Frozen sui 5 pagliacci) siano rimasti abbagliati dà la misura di come sono poco maturi, poco adulti e poco consapevoli (e spero di cuore che non trasmettiate 'sta roba ai vostri figli).
Vediamo ora se qualcuno/a si sforzerà di leggere con attenzione.. saluti.
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[+] velenosa pixar, poveri noi !
(di raffele)
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alessia.mary.j
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venerdì 25 dicembre 2015
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centro!
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Capolavoro no, ma ottimo film si!!
Mi è piaciuto il modo in cui è stata presentata la parte emozionale, con 5 individui che ci guidano come robot. Poi la memoria a lungo termine, le piccole sfere coi ricordi, il treno dei pensieri ecc, piccole chicche che rendono il film unico.
Ammetto anche di essermi commossa in un paio di scene..
Straconsigliato, lo rivedrei almeno 100 volte.
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tommaso
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martedì 29 dicembre 2015
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nella media
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personalmento il fil è piuttosto banale con una trama molto scarsa che si conclude nella maniera piu veloce che abbima mai visto e francamente non capisco tutto il successo che ha avuto dato che a livello cinematografico ci sono state pellicole molto piu valide di questa sotto molti punti di vista a partire dal divertimento fino al messaggio/insegnamento del cartone, nulla di che
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cpettine
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venerdì 8 gennaio 2016
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strepitoso
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Alle volte capita che si vada al cinema con un po’ di superficialità, si entra in sala, ci si siede su una gigantesca poltrona di un multisala di periferia (situazione impensabile per un cinemino del centro....i tempi cambiano), ci si volta verso il proprio accompagnatore e si chiede: cosa danno oggi? E si, perché per mettere d’accordo grandi e piccoli non c’è niente di meglio che un cartone della nuova generazione...non è il caso di “Inside out”, strepitosa fatica della Pixar che vuole descrivere il funzionamento (niente popo’ di meno che...) delle emozioni. E il bello è che ci riesce benissimo, proprio attraverso il meccanismo della animazione, ovvero rappresentando sotto forma di “pupazzi animati” le emozioni che stanno “dentro” la testa di una bambina di undici anni: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto.
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Alle volte capita che si vada al cinema con un po’ di superficialità, si entra in sala, ci si siede su una gigantesca poltrona di un multisala di periferia (situazione impensabile per un cinemino del centro....i tempi cambiano), ci si volta verso il proprio accompagnatore e si chiede: cosa danno oggi? E si, perché per mettere d’accordo grandi e piccoli non c’è niente di meglio che un cartone della nuova generazione...non è il caso di “Inside out”, strepitosa fatica della Pixar che vuole descrivere il funzionamento (niente popo’ di meno che...) delle emozioni. E il bello è che ci riesce benissimo, proprio attraverso il meccanismo della animazione, ovvero rappresentando sotto forma di “pupazzi animati” le emozioni che stanno “dentro” la testa di una bambina di undici anni: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto. Sono queste emozioni che dirigono le azioni della piccola-grande protagonista, Riley, spingendo i bottoni di una consolle computerizzata proprio dentro la sua testa. E proprio dentro la testa stanno le “citta” dei tanti interessi di Riley, mentre i ricordi sono delle piccole sfere stoccate in una libreria immensa, animata da strani personaggi che le ordinano, le puliscono e gettano nel dimenticatoio i ricordi ormai ingrigiti dal tempo. Insomma la visione di una storiella animata compie il piccolo miracolo di rendere accessibile a tutti (forse più ai grandi che ai molto piccoli) il funzionamento della psiche, senza passare da Freud e compagni. Attraverso i colori della pixar si intuiscono i complessi meccanismi del nostro “io”, capiamo come siamo dominati, e come dominiamo, le nostre emozioni, quindi la nostra vita. Un film, non un cartone, imperdibile, che commuove.
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claudus
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mercoledì 20 gennaio 2016
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il vero animatrix
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A parte qualche lacuna nella realizzazione di quell'out come opposto di inside che il titolo declamava la pixar qui conquista una cosa grande ... riesce a condensare in 94 min ,con le dovute proporzioni qualitative ,due grandi imprese letterario/cinematografiche ... da un lato c'è l'avventura dantesca come viaggio negli stati dell'anima ...(Ezra Pound) ... anticipato però all'adolescenza ma laddove lì c'era il vedere gli atomi impersonificati in Ulisse o Ugolino ... qui questi atomi animati sono direttamente protagonisti ... dall'altro il riferimento non può che essere matrix ... in modo meno radicale ma più diretto e più facilmente fruibile in modo analogamente biologico le emozioni già si muovono nelle sinapsi come neurotrasmettitori.
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A parte qualche lacuna nella realizzazione di quell'out come opposto di inside che il titolo declamava la pixar qui conquista una cosa grande ... riesce a condensare in 94 min ,con le dovute proporzioni qualitative ,due grandi imprese letterario/cinematografiche ... da un lato c'è l'avventura dantesca come viaggio negli stati dell'anima ...(Ezra Pound) ... anticipato però all'adolescenza ma laddove lì c'era il vedere gli atomi impersonificati in Ulisse o Ugolino ... qui questi atomi animati sono direttamente protagonisti ... dall'altro il riferimento non può che essere matrix ... in modo meno radicale ma più diretto e più facilmente fruibile in modo analogamente biologico le emozioni già si muovono nelle sinapsi come neurotrasmettitori... in matrix era più difficile intuire che i protagonisti fossero cellule ... qui lo si palesa subito ...
Avrei curato di più le reazioni di Lirey come "out" ma ai bambini non serviva e agli adulti può bastare così ...
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