Anno | 2015 |
Genere | Azione |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 135 minuti |
Regia di | Yoo Ha |
Attori | Kim Rae-won, Jeong Jin-yeong, Kim Seol-Hyun, Min-ho Lee, Ji-su Kim . |
MYmonetro | 2,82 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 marzo 2016
Due orfani vivono di espedienti, finché un mafioso non li coinvolge in un'azione violenta per la quale si ritroveranno acerrimi nemici. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Asian Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Jong-dae e Yong-mi sono due orfani che vivono di espedienti. Un mafioso di basso rango, Kang Kil-su, li coinvolge in un'azione violenta contro un partito di sinistra, alla fine della quale si ritroveranno affiliati a due clan differenti e rivali. Ma i due continueranno nella loro alleanza segreta, mentre politici e mafiosi decidono come spartirsi i terreni di quello che sarà il futuro quartiere di Gangnam.
Dopo aver deviato dalla retta via con esiti poco convincenti - l'erotico in costume A Frozen Flower e il thriller Howling - Yoo Ha torna al terreno abituale del gangster movie con Gangnam Blues. Tuttavia nei sette anni trascorsi dal bellissimo A Dirty Carnival molti altri titoli sul tema si sono succeduti, a partire da Nameless Gangster. Yoo Ha non rischia e gira ciò che sa fare meglio: un elegantissimo, violento e trascinante racconto di ascesa e declino in seno alla Gangpeh (la mafia coreana), in cui tanto le scene di lotta e spargimenti di sangue sono esemplari quanto il sentore è di gelido artificio, di ottimo mestiere.
Debitore in parti uguali di Martin Scorsese e dello yakuza eiga di Fukasaku Kinji (ma alcune vicende collaterali, come il marito violento punito dal gangster, rimandano a Il padrino), Yoo Ha è come se seguisse un canovaccio consolidato: ralenti all'occorrenza, macchina da presa impazzita nelle scene di massa, colonna sonora contestualizzata temporalmente e accattivante, con il Freddy Aguilar di Anak a svolgere il ruolo degli Stones in Quei bravi ragazzi. Dal talento emerso con il folgorante debutto di Once Upon a Time in High School però era lecito attendersi uno scarto, una sorpresa, un'innovazione che invece manca a Gangnam Blues, un meccanismo quasi (la scansione temporale è sbilanciata, l'epilogo frettoloso) perfetto che difetta in anima e personalità. Tra le innumerevoli caratterizzazioni, così tante da provocare un (voluto?) effetto straniante, brilla il Kang di Jung Jin-young e sorprende la prova di Lee Min-ho, fin qui divo da drama, al suo debutto da protagonista in un film.