Whiplash |
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Un film di Damien Chazelle.
Con Miles Teller, J.K. Simmons, Melissa Benoist, Paul Reiser.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 107 min.
- USA 2014.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 12 febbraio 2015.
MYMONETRO
Whiplash
valutazione media:
3,90
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Maestro contro allievo un duello sanguinoso fra i tamburi del jazz
di Gino Castaldo La Repubblica
È probabile che questo film vi lasci con molte domande in sospeso. È giusto, se il fine giustifica i mezzi, martirizzare un giovane aspirante musicista? È giusto rischiare la propria incolumità psicofisica per inseguire un sogno di bravura? Domande a cui ovviamente non è il caso di rispondere in questa sede, ma di sicuro possiamo dire che l'atroce, sofferto, quasi demoniaco rapporto tra l'aspirante batterista Andrew Neiman (interpretato con ottima perizia tecnica da Miles Teller) e Fletcher, il sadico insegnante di conservatorio jazz (magistralmente interpretato da J.K. Simmons) lascerà un'inquieta traccia nei vostri pensieri dopo aver visto Whiplash, il film indipendente, candidato a sei Oscar, che miete successi a partire dalla presentazione al Sundance festival del 2014. Benché si parli sostanzialmente di musica il film non indugia troppo nei piaceri del gioco sonoro. È scarno, essenziale, drammaticamente realistico. Tutto è sofferenza, scarnificazione psicologica, duello, sopraffazione, umiliazione, ribellione, ai confini kubrickiani di Full metal jacket , in cui la batteria del povero Andrew sembra metafora di molte altre cose. Allo stesso tempo questa batteria è protagonista, ossessiva, onnivora, divoratrice di talento e aspirazioni, una vera batteria suonata con sudore e sangue, e posta sempre in primissimo piano dal regista Damien Chazelle. E la batteria, com'è noto, è strumento di sofisticata complessità, ma anche il più primitivo che esista, quello che riporta ai ritmi basilari del corpo umano, a funzioni addirittura ancestrali che si perdono nelle origini remote del genere umano. E per questo il film vive sul doppio binario di una straziante urgenza fisica e di una guerra psicologica la cui posta in gioco è diventare il miglior batterista in circolazione, oppure soccombere. A differenza della vasta serie di film sull'immaginario jazzistico e musicale in generale, spesso vittime di iconografie leggendarie e ingombranti, Whiplash scava nella normalità della musica qualunque, quella che aspira a diventare qualcosa e non è ancora niente, quella di chi studia musica, di chi fatica per emergere, per trovare ragioni e identità, per capire se la musica possa essere davvero la giustificazione di una vita ed è quindi crudo, spietato, a tratti squallido, scoraggiante, ma proprio per questo finisce per essere un fantastico omaggio al lavoro della musica, piuttosto che alla sua scintillante dimensione divistica. Peccato che il maestro, buono o cattivo lo decideranno gli spettatori, sia convinto che l'unico modo per allevare bravi musicisti sia non dirgli mai: "good job!", che è invece l'alimento necessario per ogni aspirante musico, e che sia ossessionatodall'idea di scovare un nuovo Charlie Parker. Il suo aneddoto preferito è quello in cui il batterista Jo Jones lancia un piatto addosso a un imberbe Parker che si era permesso di suonare in jam senza esserne ancor all'altezza. Parker sparì si mise a studiare, tornò e lasciò tutti a bocca aperta. Ma c'è davvero un potenziale Charlie Parker in ogni malcapitato studente di conservatorio jazz? Tutto questo potrebbe portare indifferentemente alla più cupa delle tragedie, così come alla palingenesi finale. Per scoprirlo bisogna vedere il film. Se vi regge il cuore di arrivare fino alla fine scoprirete che dietro la musica suonata c'è tanta sofferenza, sacrificio, duro lavoro e forse, ma solo forse, un premio finale.
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