jonnylogan
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martedì 23 aprile 2024
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oltre ogni limite
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Terence Fletcher ha idee precise su quale sia il senso della propria vita: spingere al limite l’esistenza dei suoi studenti per portarli a un livello di perfezione assoluta, oltre che a un passo, uno solo, da esaurimenti nervosi pericolosi quanto una sua sfuriata.
J. K. Simmons, noto per numerosi interpretazioni in serial di grande successo e di caratterista prestato dal teatro al cinema, riesce a sbaragliare con la propria interpretazione di docente pazzo ed esigente, ogni altro contendente alla corsa per la statuetta degli Oscar 2015 come miglior attore non protagonista.
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Terence Fletcher ha idee precise su quale sia il senso della propria vita: spingere al limite l’esistenza dei suoi studenti per portarli a un livello di perfezione assoluta, oltre che a un passo, uno solo, da esaurimenti nervosi pericolosi quanto una sua sfuriata.
J. K. Simmons, noto per numerosi interpretazioni in serial di grande successo e di caratterista prestato dal teatro al cinema, riesce a sbaragliare con la propria interpretazione di docente pazzo ed esigente, ogni altro contendente alla corsa per la statuetta degli Oscar 2015 come miglior attore non protagonista. Damian Chazelle, qui al suo primo grande successo e in seguito rivisto alla notte degli Oscar a iniziare dall'iconico La La Land (Id.; 2016), aggiunge alla grande prova di Simmons un’impalcatura semplice ed efficace, ovvero la storia dell’adepto e dell’istruttore che lo vessa per ricavare da lui il meglio possibile. Quello che si offre alla vista dello spettatore è un chiaro inno alla vita di chi dedica in questo caso tutto se stesso all’arte della musica, compromettendo rapporti che potrebbero portare a una visione meno mono culturale della propria esistenza. La musica, e la batteria, che fa sgorgare sangue e sudore, come metafora ossessiva della propria esistenza alla quale si aggiunge una capacità incredibile da parte di Miles Teller, attore all'epoca alle prese con il suo primo grande ruolo da protagonista, di incarnarne ogni risvolto, facendosi accompagnare dalla fida batteria e dalla sorda ossessione di volercela fare a qualunque costo.
Un film da vedere anche per i non appassionati di jazz, una pellicola che rappresenta il vero spartiacque di quando e quanto una passione sana possa diventare una malattia compulsiva. Di quanto sia possibile e giusto spingersi per arrivare a perfezionarsi oltre qualunque limite. Di quanto sia corretto aspettarsi di più da se stessi e da chi ci si trova davanti.
Una pellicola che una volta vista non scioglierà parte dei vostri dubbi, nemmeno in merito alle sorti del giovane Andrew, ma che dovrete guardare perché parte di questi siano messi allo scoperto.
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fabio silvestre
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lunedì 27 aprile 2020
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una vita a ritmo di musica jazz
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Film consigliato per gli amanti della musica Jazz. Infatti, attraverso le esercitazioni in conservatorio del giovane batterista Andrew - spronato dal severo ed esigente insegnante Fletcher a spingersi oltre i limiti - e l'esibizione finale al Jazz festival con tanto di assolo e virtuosismi alla batteria fuori programma, è la musica la vera protagonista di questa storia. Ottimo il montaggio sonoro e la fotografia.
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ennio
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martedì 12 novembre 2019
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ennesimo fumettone hamburgeriano/hollywoodiano
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Ma perpiacere. Nel 20xx per parlare di musica, e in genere della bellezza, della passione, del sacrificio che quest'arte comporta, abbiamo bisogno della milionesima rappresentazione fumettistica del sergente Hartman in "Full metal jazz"? Personaggio ridicolo e inutile, e soprattutto inverosimile, che umilia il rapporto tra musica e cinema. Almeno questo cinema. Non per nulla ad interpretarlo hanno chiamato un sessantenne, l'ottimo caratterista J.K.Simmons, forse perchè certi personaggi sono ormai definiti in una precisa epoca storica, e risulterebbe molto difficile assegnare certi caratteri a un 30enne del giorno d'oggi.
Se non bastasse il sergente Hartman di turno, ecco il mito eterno e deleterio di una certa America: vincere tutto, essere il migliore o, in caso contrario, sentirsi un fallito.
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Ma perpiacere. Nel 20xx per parlare di musica, e in genere della bellezza, della passione, del sacrificio che quest'arte comporta, abbiamo bisogno della milionesima rappresentazione fumettistica del sergente Hartman in "Full metal jazz"? Personaggio ridicolo e inutile, e soprattutto inverosimile, che umilia il rapporto tra musica e cinema. Almeno questo cinema. Non per nulla ad interpretarlo hanno chiamato un sessantenne, l'ottimo caratterista J.K.Simmons, forse perchè certi personaggi sono ormai definiti in una precisa epoca storica, e risulterebbe molto difficile assegnare certi caratteri a un 30enne del giorno d'oggi.
Se non bastasse il sergente Hartman di turno, ecco il mito eterno e deleterio di una certa America: vincere tutto, essere il migliore o, in caso contrario, sentirsi un fallito. E' così che si sente il protagonista, un Rocky Balboa della musica, ossessionato dal "vincere o morire" fino al punto di dimenticarsi di tutto e gettare alle ortiche una nascente storia d'amore con una bella ed innamorata venditrice di hamburger. Il tutto condito ovviamente da una lunga serie di scene eccessive, sentimentalistiche ed irrealistiche.
Le due stelle sono per i soldi del produttore.
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alberto pezzi
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domenica 20 gennaio 2019
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attenti al tempo......
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SEMPLICEMENTE FANTASTICO. FILM DIRETTO ALLA PERFEZIONE DA UN DAMIEN CHAZELLE STRAORDINARIO. MUSICALE, DRAMMATICO, PSICOLOGICO, A VOLTE IRONICO ALLA FOLLIA. ANDREW E’ UN GIOVANE BATTERISTA JAZZ MOLTO AMBIZIOSO, MA CON UN PASSATO DIFFICILE E PROBLEMATICO. FREQUENTA IL CONSERVATORIO, ASPIRA AI GRANDI PALCOSCENICI, MA PRIMA DI FARE I CONTI CON IL PUBBLICO, DOVRA’ FARE I CONTI CON SE STESSO E LA SUA INTROVERSA PERSONALITA’. LASCIATO DALLA MADRE, MAI APPOGGIATO DAL PADRE, INCAPACE DI STRINGERE RELAZIONI SOCIALI, ANDREW INCONTRA TUTTO AD UN TRATTO IL MAESTRO FLETCHER. E’ IN QUESTO MOMENTO CHE LA SUA VITA CAMBIERA’ PER SEMPRE. PELLICOLA MAESTOSA, DAI CONTENUTI MOLTO SIGNIFICATIVI, VINCITRICE DI TRE PREMI OSCAR.
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SEMPLICEMENTE FANTASTICO. FILM DIRETTO ALLA PERFEZIONE DA UN DAMIEN CHAZELLE STRAORDINARIO. MUSICALE, DRAMMATICO, PSICOLOGICO, A VOLTE IRONICO ALLA FOLLIA. ANDREW E’ UN GIOVANE BATTERISTA JAZZ MOLTO AMBIZIOSO, MA CON UN PASSATO DIFFICILE E PROBLEMATICO. FREQUENTA IL CONSERVATORIO, ASPIRA AI GRANDI PALCOSCENICI, MA PRIMA DI FARE I CONTI CON IL PUBBLICO, DOVRA’ FARE I CONTI CON SE STESSO E LA SUA INTROVERSA PERSONALITA’. LASCIATO DALLA MADRE, MAI APPOGGIATO DAL PADRE, INCAPACE DI STRINGERE RELAZIONI SOCIALI, ANDREW INCONTRA TUTTO AD UN TRATTO IL MAESTRO FLETCHER. E’ IN QUESTO MOMENTO CHE LA SUA VITA CAMBIERA’ PER SEMPRE. PELLICOLA MAESTOSA, DAI CONTENUTI MOLTO SIGNIFICATIVI, VINCITRICE DI TRE PREMI OSCAR. MONTAGGIO PERFETTO, COLONNA SONORA SOPRA LE RIGHE. UN J.K. SIMMONS SUPERLATIVO GUIDA UN OTTIMO CAST, DOVE SPICCA IL GIOVANE E TALENTUOSO MILES TELLER. OPERA ESTREMAMENTE ATTUALE, ADATTA AD OGNI TIPO DI PUBBLICO E DI FAMIGLIA, MOTIVANTE, STIMOLANTE ED INCISIVA, DAI RISVOLTI MORALI E PSICOLOGICI MOLTO INTERESSANTI. QUATTRO STELLINE MERITATE. UN CONSIGLIO? ATTENTI AL TEMPO………..
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cinephilo
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mercoledì 21 novembre 2018
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che grande grandissimo film, immenso.
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Non servono tante parole per descrivere questo capolavoro. Vi dico solo una cosa : guardatelo. Che grandissimo film di un grandissimo talento della regia. Anzi che dico talento, maestro!
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dandy
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mercoledì 11 ottobre 2017
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suo-nato per suonare....
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Chazelle si ispira a un proprio corto e (così ha affermato) ad alcune esperienze autoiografiche per mettere in scena il classico scontro-confronto tra allievo(caparbio) e maestro(tiranno).Le interpretazioni sono magistrali(giustamente premiato con l'Oscar Simmons),e ed è innegabile che l'ansia,la frustrazione e la tensione che precedono le esecuzioni(sia al conservatorio che di fronte al pubblico)si installino di peso nello spettatore(l'esibizione di Andrew dopo l'incidente e quella finale fanno trattenere il fiato).Ma il film è stato un tantino sopravvalutato,in quanto non dice nulla di nuovo rispetto ad altri film precedenti,come "Rocky",citato nella recensione.
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Chazelle si ispira a un proprio corto e (così ha affermato) ad alcune esperienze autoiografiche per mettere in scena il classico scontro-confronto tra allievo(caparbio) e maestro(tiranno).Le interpretazioni sono magistrali(giustamente premiato con l'Oscar Simmons),e ed è innegabile che l'ansia,la frustrazione e la tensione che precedono le esecuzioni(sia al conservatorio che di fronte al pubblico)si installino di peso nello spettatore(l'esibizione di Andrew dopo l'incidente e quella finale fanno trattenere il fiato).Ma il film è stato un tantino sopravvalutato,in quanto non dice nulla di nuovo rispetto ad altri film precedenti,come "Rocky",citato nella recensione.E la conclusione brusca è discutibile.Però almeno sono stati evitati certi clichè buonisti tipici di certe storie,specie per quanto riguarda il rapprto tra Andrew e Nicole.E questo è un merito non da poco.Oltre che a Simmons,Oscar al montaggio e al sonoro.Il titolo ha diversi significati:il titolo di un brano jazz;il colpo di frusta nell'incidente autombilistico;il modo di usare le bacchette sulla batteria e le angherie subite dal protagonista.
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giorpost
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venerdì 30 giugno 2017
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bello senz'anima
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Andrew Neiman è un giovane musicista con la passione per il Jazz; batterista discreto e figlio d'arte, Andrew ha una forte ambizione: studiare nel conservatorio più importante di New York e diventare il numero uno del suo tempo. Sul suo cammino, però, dovrà vedersela col sadico e autoritario Fletcher, professore perfezionista in cerca, a sua volta, di un nuovo Elvin Jones. Le prove incessanti fino a notte fonda, le tensioni con gli altri aspiranti musicisti e, soprattutto, le assurde umiliazioni subite da Fletcher divideranno Neiman dal resto del mondo, spingendolo a rinunciare ad amicizie, amori ed ogni “distrazione” tipica di un ventenne, pur di fare la scalata.
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Andrew Neiman è un giovane musicista con la passione per il Jazz; batterista discreto e figlio d'arte, Andrew ha una forte ambizione: studiare nel conservatorio più importante di New York e diventare il numero uno del suo tempo. Sul suo cammino, però, dovrà vedersela col sadico e autoritario Fletcher, professore perfezionista in cerca, a sua volta, di un nuovo Elvin Jones. Le prove incessanti fino a notte fonda, le tensioni con gli altri aspiranti musicisti e, soprattutto, le assurde umiliazioni subite da Fletcher divideranno Neiman dal resto del mondo, spingendolo a rinunciare ad amicizie, amori ed ogni “distrazione” tipica di un ventenne, pur di fare la scalata. Ma la sua forza di volontà, tuttavia, potrebbe non essere direttamente proporzionale al talento...
Whiplash (USA, 2014), pluri premiato film di Chazelle, è un'opera con un difetto di base: gli manca un'anima. Il Cinema dovrebbe sempre tener conto del messaggio che vuole trasmettere, ma ogni tanto a Hollywood accade che si dimenticano di abbassare il livello e posizionare la levetta su “soft”, col risultato di sfornare film che sembrano scritti da cattivi maestri. E non mi riferisco certo a quello interpretato in maniera rigorosa e perfetta dal grandissimo J.K. Simmons, ma alla morale, nemmeno tanto latente, che questa pellicola vuole far passare: o sei il numero uno o non sei nessuno, tipico dell'America. In un'opera girata benissimo dal punto di vista tecnico, non ho apprezzato due aspetti: il continuo uso di inutile ed offensivo turpiloquio (non siamo in guerra e non è Full Metal Jacket) e l'aver scordato che per suonare bene -non solo la batteria e comunque il discorso vale anche per altri campi- occorre avere anzitutto il talento. Non credo che i vari Coltrane, Miles Davis, Louis Armstrong e Dizzie Gillespie avessero avuto un maestro così fanatico, bastardo e cattivo all'epoca: loro possedevano, semplicemente, il sacro fuoco del talento, quello vero, che hai dalla nascita. In Whiplash, invece, passa il concetto che puoi ottenere tutto nella vita, a patto che ti dai fare come un dannato e che rinunci a tutto, anche alla vita stessa. Beh, speriamo che nessuno lo prenda ad esempio.
Se l'obiettivo era quello di emozionare, non è stato raggiunto, ma se era quello di generare rabbia e frustrazione, è stato centrato in pieno.
Voto: 6 (9 a Simmons)
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emmep
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martedì 30 maggio 2017
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quando lo spronare diventa ossesione
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Il film racconta voglia ed ambizioni di un batterista iscritto al conservatorio, la cui ossessione per primeggiare viene alimentata da un severo insegnante che a sua volta non è disposto ad accettare meno della perfezione dai propri studenti.
Gli altri personaggi del film sono di contorno, necessari a sottolineare le reciproche ossessioni dei due protagonisti.
Il film è ben fatto e offre spunti di ragionamento su quanto sia lecito spingere il talento verso l’eccellenza e quanto invece questa ossessione per la perfezione sia nociva alla salute di ognuno, fortunatamente a questo il film non risponde, ad ognuno la libertà di provare a capirlo. Anche la iniziale sensazione di avere un povero studente in balia di un folle insegnante viene nel corso del film ridefinita e se non proprio ribaltata almeno riequilibrata da quanto accade.
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Il film racconta voglia ed ambizioni di un batterista iscritto al conservatorio, la cui ossessione per primeggiare viene alimentata da un severo insegnante che a sua volta non è disposto ad accettare meno della perfezione dai propri studenti.
Gli altri personaggi del film sono di contorno, necessari a sottolineare le reciproche ossessioni dei due protagonisti.
Il film è ben fatto e offre spunti di ragionamento su quanto sia lecito spingere il talento verso l’eccellenza e quanto invece questa ossessione per la perfezione sia nociva alla salute di ognuno, fortunatamente a questo il film non risponde, ad ognuno la libertà di provare a capirlo. Anche la iniziale sensazione di avere un povero studente in balia di un folle insegnante viene nel corso del film ridefinita e se non proprio ribaltata almeno riequilibrata da quanto accade.
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lorenzoferraro
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venerdì 10 febbraio 2017
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ti tiene incollato allo schermo fino alla fine
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Bellissimo. Fatto veramente molto bene. Non è mai noioso, ne mai banale. Degni di nota sono assolutamente il montaggio (e parlo per esperienza: un lavoro del genere è grandioso), la fotografia (perfetta, va di paripasso con i pezzi jazz) e la precisione dei pezzi suonati. I due protagonisti sono credibili: partendo da Miles Teller che nel ruolo di adolescente poteva fare dei danni enormi, e invece si è dimostrato all'altezza sia del film, che del suo straordinario compagno di lavoro.
Un grande pregio sta anche nella storia, mai scontata, ricca di colpi di scena che ti tengono incollato al film fino alla fine. Veramente, un film vibrante, affascinante, immerso nel jazz, che diventa quasi un terzo personaggio.
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Bellissimo. Fatto veramente molto bene. Non è mai noioso, ne mai banale. Degni di nota sono assolutamente il montaggio (e parlo per esperienza: un lavoro del genere è grandioso), la fotografia (perfetta, va di paripasso con i pezzi jazz) e la precisione dei pezzi suonati. I due protagonisti sono credibili: partendo da Miles Teller che nel ruolo di adolescente poteva fare dei danni enormi, e invece si è dimostrato all'altezza sia del film, che del suo straordinario compagno di lavoro.
Un grande pregio sta anche nella storia, mai scontata, ricca di colpi di scena che ti tengono incollato al film fino alla fine. Veramente, un film vibrante, affascinante, immerso nel jazz, che diventa quasi un terzo personaggio. Altamente consigliato
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angelo umana
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sabato 9 luglio 2016
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l'ossessione di autorealizzarsi
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“Volli sempre volli fortissimamente volli!” fu detto da Vittorio Alfieri nel 1783. E’ giusto perseguire uno scopo, come la propria realizzazione nell’arte o in altri campi, ad ogni costo, oppure si può essere comunque grandi artisti (o altro) in un corpo e in una mente equilibrati, sereni, nutriti di benessere vitale e di affetti, senza eccessive rinunce?
Pensieri che vengono in mente alla visione del film Whiplash di Damien Chazelle, 2014. Andrew è studente del conservatorio e si esercita moltissimo nella sua passione, la batteria. In lui vede il germe del campione il professore più severo e temuto, Terence Fletcher, una copia del sergente Hartman di Full Metal Jacket. Anche in questo film c’è uno studente che il terribile professore apostrofa come “palla di lardo”.
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“Volli sempre volli fortissimamente volli!” fu detto da Vittorio Alfieri nel 1783. E’ giusto perseguire uno scopo, come la propria realizzazione nell’arte o in altri campi, ad ogni costo, oppure si può essere comunque grandi artisti (o altro) in un corpo e in una mente equilibrati, sereni, nutriti di benessere vitale e di affetti, senza eccessive rinunce?
Pensieri che vengono in mente alla visione del film Whiplash di Damien Chazelle, 2014. Andrew è studente del conservatorio e si esercita moltissimo nella sua passione, la batteria. In lui vede il germe del campione il professore più severo e temuto, Terence Fletcher, una copia del sergente Hartman di Full Metal Jacket. Anche in questo film c’è uno studente che il terribile professore apostrofa come “palla di lardo”. Il film è “forte”, intenso, si è costantemente in ansia per la buona riuscita del giovane batterista e per la tenzone tra i due, ma il successo arriverà, è sicuro, dato che si esercita fino a farsi sanguinare le mani, lascia la sua ragazza perché, le confessa, penserebbe alla batteria anche quando è con lei. Ecco, vien da chiedersi se la smania di emergere deve costare tutto questo, rinunciare a molto altro per avere una missione da compiere, di autorealizzazione. Altri studenti hanno abbandonato prima, uno si è perfino suicidato per sentirsi inadeguato sotto i colpi al suo amor proprio del “sergente” Fletcher. Questi è un ottimo pianista jazz, sa di musica e di disciplina ferrea, sembrava dolce a incoraggiare Andrew ad andare avanti, ma poi è capace di scenate furibonde, di lanciare tavoli e altro che gli passa per le mani all’indirizzo di malcapitati studenti e anche di Andrew.
In realtà la colpa, o il merito, del successo di Andrew si dovrà alla spasmodica ricerca di Fletcher, un uomo solo che sembra non avere altri interessi fuori dalla musica: egli cercava un carattere forte che gli potesse tener testa, qualcuno che fosse disposto a superarsi. Il film è una guerra di nervi tra i due. Ci si chiede come possa quel ragazzo tranquillo dell’inizio film, Andrew, che va al cinema col papà (la mamma se ne andò quando lui aveva 5 anni), che propone in modo molto dolce alla cassiera del cinema di uscire insieme, arrivare alla quasi ossessione per essere un grande batterista jazz. Fletcher è l’allenatore che gli ci voleva e Andrew è lo sparring partner di una lotta per la vita. Allo studente il primo ha insegnato che nulla c’è di peggio che due paroline consolatorie come “bel lavoro!”, bisogna invece superare i propri limiti: Charlie Parker non sarebbe diventato quel che fu se qualcuno non gli avesse lanciato un piatto della batteria, la rischiata decapitazione lo fece diventare Charlie Parker.
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