cattivit
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giovedì 17 marzo 2016
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una sconclusionata galleria d'arte moderna
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Molti si nascondono nell'arte moderna, dando a posteriori un senso al risultato.
Questo film è così, pretenzioso e corretto in ogni aspetto, tranne che nell'insieme.
Una sequenza di quadri, perfetti nella loro assurda visione ma slegati da ogni logica.
Come un cesso viola che rimane però un water, qualunque cosa vogliate vederci dentro, questo è un film intellettualoide, non arte.
Salvo la colonna sonora, coinvolgente in ogni momento.
Del film rimangono solo i ricordi delle impressioni. Come uno strano sogno che lascia solo un labile sapore.
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martinscorsese
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mercoledì 6 gennaio 2016
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insensato e deludente
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Recensito da piu parti come capolavoro, il film è invece una sequela di scene scoordinate, insensate e a tratti spiacevoli. Presuntuosamente il regista spiazza lo spettatore con il grottesco, il "sopra le righe", l' assurdo, ma ciò non é necessariamente sinonimo di ottimo cinema così come da molti critici è stato letto.
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noia1
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mercoledì 21 ottobre 2015
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assurdo, significativo, straordinario.
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Un uomo viaggia su una limousine interpretando diversi ruoli.
Visivamente straordinario, un film che vuole colpire, un regista consapevole delle proprie potenzialità per un risultato che non lascia indifferenti: lo si può amare, lo si può odiare, si può restare destabilizzati ma qualcosa dentro lascia.
Fin da subito si resta confusi, straniati per la vita condotta da questo personaggio, poi pian piano tutto si delinea, non per forza ha senso, ma perlomeno qualcosa viene detto, niente è lasciato al caso, semmai, piuttosto alla logica di un mondo parallelo.
Si viene trasportati in questo vortice di eventi, diversi aspetti del cinema, diversi aspetti della vita, diverse rappresentazioni, una più assurda dell’altra, una più drammatica dell’altra, tutte però, messe insieme creano un affresco grottesco della realtà e del cinema.
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Un uomo viaggia su una limousine interpretando diversi ruoli.
Visivamente straordinario, un film che vuole colpire, un regista consapevole delle proprie potenzialità per un risultato che non lascia indifferenti: lo si può amare, lo si può odiare, si può restare destabilizzati ma qualcosa dentro lascia.
Fin da subito si resta confusi, straniati per la vita condotta da questo personaggio, poi pian piano tutto si delinea, non per forza ha senso, ma perlomeno qualcosa viene detto, niente è lasciato al caso, semmai, piuttosto alla logica di un mondo parallelo.
Si viene trasportati in questo vortice di eventi, diversi aspetti del cinema, diversi aspetti della vita, diverse rappresentazioni, una più assurda dell’altra, una più drammatica dell’altra, tutte però, messe insieme creano un affresco grottesco della realtà e del cinema.
Assurdo, niente viene spiegato eppure tutto è messo in mostra, bisogna però interpretarlo, ci sono tutti i dati per ragionare, per riflettere. Viene messo in mostra ogni aspetto della vita, tutto si rivela finzione, eppure accade realmente, in poche parole: la fine del cinema attraverso una rappresentazione della società devastata quale è realmente quella odierna. Chi recita e chi no?
Un tentativo azzardato che ha centrato in pieno grazie ad un regista che sa dare il giusto peso a qualsiasi cosa, l’esatto aspetto disturbante a qualsiasi altra, un risultato straordinario, il ritmo è perfetto, perfetto per come scorre la pellicola, per cosa dice la sceneggiatura.
In conclusione, anche la situazione dell’uomo, quasi rassegnato di fronte alla vita, assorbito dalla passione e, nel finale struggente soprattutto, un misero essere vivente né meglio né peggio degli altri, costretto nelle proprie condizioni per sopravvivere.
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iuriv
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martedì 7 luglio 2015
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strano.
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E' difficile parlare di Holy Motors, perché è difficile capire bene cos'è o cosa vuole comunicare. Potrebbe trattarsi di uno stravagante omaggio alla settima arte, al suo modo di creare storie infinite e alla sua capacità di proiettare lo spettatore attraverso mondi sempre diversi.
La storia di Oscar (nome evidentemente non casuale) è quella di un uomo senza identità, una specie di pagina bianca su cui scrivere un personaggio diverso a seconda delle circostanze. Nella sua Limo, guidata dall'ambigua autista Celine, Oscar gira le strade di Parigi alla ricerca di un ruolo da interpretare.
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E' difficile parlare di Holy Motors, perché è difficile capire bene cos'è o cosa vuole comunicare. Potrebbe trattarsi di uno stravagante omaggio alla settima arte, al suo modo di creare storie infinite e alla sua capacità di proiettare lo spettatore attraverso mondi sempre diversi.
La storia di Oscar (nome evidentemente non casuale) è quella di un uomo senza identità, una specie di pagina bianca su cui scrivere un personaggio diverso a seconda delle circostanze. Nella sua Limo, guidata dall'ambigua autista Celine, Oscar gira le strade di Parigi alla ricerca di un ruolo da interpretare.
Il confine tra realtà e finzione in questo lavoro è labilissimo e viene spostato continuamente durante lo svolgimento. Oscar è un attore tra gli attori, oppure un personaggio tra persone. Difficile cogliere il punto, anche perché al termine di ogni scena il protagonista ritorna sul sedile posteriore della macchina, completamente privo di tratti somatici (azzeccatissima la scelta dell'attore principale) e quasi dimentico di tutto.
Forse le motivazioni di Carax stanno tutte nella scena introduttiva, dove uno schermo cinematografico guarda il suo pubblico apatico e dormiente, scoprendosi incapace di regalare le magie che un tempo gli riuscivano facili.
Quindi un film che vuole scuotere. Ma è difficile coglierne gli aspetti più reconditi se non si dispone di una cultura cinematografica ampia, o almeno simile a quella del regista. E' evidente che in quasi tutte le scene che Carax ci presenta siano presenti richiami e citazioni. Difficile tuttavia assaporarne l'intensità, mentre invece è molto facile cadere nel tranello e cercare di vedere una continuità narrativa in questa pellicola.
Non esiste una trama, così come non esiste un personaggio. Oscar, magari, verso la fine si scopre un po', ma rimane comunque un essere poco umano, un attore alla ricerca di una storia che lo plasmi.
Non è necessariamente un male, anzi, è l'idea che dona il carattere al film. Certo è che lo pone fuori dalla portata dei più. Il suo essere a volte spocchioso nell'evitare di offrire un qualsiasi accenno di spiegazione, inoltre, lo rende ostico. E i suoi ritmi lenti potrebbero scoraggiare.
Tuttavia è una pellicola che ha un forte magnetismo e che si propone di vivere molto oltre la visione nella mente di chi la affronta.
Ai cinefili veri piacerà sicuramente molto. Chi, come me, segue il cinema per puro piacere, rischia di perdersi qualcosa. Comunque sia, questo film rimane un evento raro.
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dandy
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sabato 18 aprile 2015
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non è un capolavoro,questo è certo.
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Nel prologo il regista(che sceneggia)apre una porta con una chiave che è tutt'uno con la sua mano per entrare in un cinema dove si guarda "La folla" di Vidor.Segue una serie di episodi in bilico tra grottesco e surreale,con pizzico di horror,noir e dramma sentimentale.Un omaggio al cinema passato e presente e ai generi che lo compongono,dove le citazioni(e autocitazioni)non si contano e la confusione non viene mai meno.I cinefili di mezzo mondo hanno apprezzato molto:Denis Lavant affronta imperterrito le situazioni più inconcepibili(anche un nudo frontale con erezione)e alcune scene(l'amplesso nella sala per il motion capture;l'omicidio del "doppio")non sono affatto male.
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Nel prologo il regista(che sceneggia)apre una porta con una chiave che è tutt'uno con la sua mano per entrare in un cinema dove si guarda "La folla" di Vidor.Segue una serie di episodi in bilico tra grottesco e surreale,con pizzico di horror,noir e dramma sentimentale.Un omaggio al cinema passato e presente e ai generi che lo compongono,dove le citazioni(e autocitazioni)non si contano e la confusione non viene mai meno.I cinefili di mezzo mondo hanno apprezzato molto:Denis Lavant affronta imperterrito le situazioni più inconcepibili(anche un nudo frontale con erezione)e alcune scene(l'amplesso nella sala per il motion capture;l'omicidio del "doppio")non sono affatto male.Ma sinceramente la metafora della vita come film in cui si è chiunque e nessuno non basta a giustificare tanto caos.E il finale con le limousine parlanti è insensato,e non fa ridere.L'episodio con Eva Mendes è un richiamo alla cronaca.Finanziato da diverse banche,"sollecitate" niente meno che da Carla Bruni Sarkozy.
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chry75
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giovedì 23 ottobre 2014
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capolavoro!! per pochi......
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Un anima molte reincarnazioni,sicuramente un film non destinato a sbancare il botteghino, ma di questo Carax ne era a conoscenza, ho molto apprezzato la ricerca estetica del regista, come del resto affermato dal protagonista stesso alla domanda perchè lo fai?: per la bellezza del gesto! originale l'idea dell'automobile come ponte reincarnativo ed elemento riequilibrante tra concreto e astratto, un film per palati fini!
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madmax86
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giovedì 10 aprile 2014
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il niente
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Innanzitutto, occorre subito precisare che questo è stato il film più brutto che io abbia visto in vita mia. Avrò visto circa 2000-3000 film ma nessuno di questi ha raggiunto un abisso cinematografico come questo.
Questo film è il niente. Come si fa ad apprezzare il niente ? Non c'è nulla: nessuna trama, nessun vero sentimento, nessun mistero, nessuna azione, nessuna scena o paesaggio mozzafiato (Parigi di notte la posso filmare anche io con la mia videocamera), nessuna spiegazione di quello che stiamo vedendo. E' tutto un''accozzaglia di scene fatte per provocare, per ingannare, per ricercare una forma d'arte fine a se stessa. Ad un certo punto del film si dice che: "La bellezza sta negli occhi di chi guarda.
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Innanzitutto, occorre subito precisare che questo è stato il film più brutto che io abbia visto in vita mia. Avrò visto circa 2000-3000 film ma nessuno di questi ha raggiunto un abisso cinematografico come questo.
Questo film è il niente. Come si fa ad apprezzare il niente ? Non c'è nulla: nessuna trama, nessun vero sentimento, nessun mistero, nessuna azione, nessuna scena o paesaggio mozzafiato (Parigi di notte la posso filmare anche io con la mia videocamera), nessuna spiegazione di quello che stiamo vedendo. E' tutto un''accozzaglia di scene fatte per provocare, per ingannare, per ricercare una forma d'arte fine a se stessa. Ad un certo punto del film si dice che: "La bellezza sta negli occhi di chi guarda.". Eh, no ! Troppo comodo. Così si può giustificare tutto e il contrario di tutto. La bellezza seppur connotata da una parte soggettiva non eliminabile si fonda sempre e comunque su degli elementi oggettivi che sono indiscutibili. In questo film non c'è nessun elemento oggettivo che lo possa far ritenere una bella opera cinematografica... Come si può affermare il contrario ?
Chi può esaltare un film del genere ? Facile, chi ha un'alta opinione di se tale da volersi distinguere dalla massa e ergersi a riconoscitore di un'arte che solo lui e pochi altri come lui hanno saputo apprezzare. Ma d'altronde cos'è l'arte ? Persino Moana Pozzi dopo la sua morte è stata definita un'artista, quando invece era solo una donna che aveva intrapreso la via più facile per fare soldi e allo stesso tempo provare piacere. L'arte dovrebbe essere un'opera in grado di esprimere una sua bellezza visiva, uditiva, gustativa ecc sempre nel rispetto della legge e delle regole di ordine pubblico e buon costume. Ma ormai il concetto di arte è confuso con quello di originalità che porta ad apprezzare opere che non sono oggettivamente belle.
C'è chi ha fatto una fortuna sfruttando il concetto di originalità creando un élite di benpensanti che cercano di giustificare opere in cui la bellezza è difficilmente rintracciabile. Probabilmente vanno in giro vestiti stile Oscar Giannino, ostentando qualifiche accademiche che mai hanno ricevuto o che hanno ricevuto con mezzi anormali e/o privilegiati.
Dice Jep Gambardella nel film "La Grande Bellezza": "Sono anni che tutti mi chiedono perché non torno a scrivere un nuovo romanzo. Ma guarda 'sta gente, 'sta fauna. Questa è la mia vita, non è niente."
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carolalafuenti
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venerdì 28 marzo 2014
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la mia prima recensione
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'Holy Motors' ha un'estetica meravigliosa ed il film è ricco di inquadrature accattivanti, emozionanti, eccitanti e interessanti.
A questo punto aspetto il numero 2, dove Carax mi spiega non solo cosa succede, ma anche il come e il perchè.
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paride86
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lunedì 27 gennaio 2014
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davvero insulso
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Uno dei peggiori film d'autore che abbia mai visto. La trama è assolutamente priva di senso - e questo ci può anche stare nel cinema moderno - così come lo sono i vari personaggi, presi uno ad uno.
Durante l'episodio con Kylie Minogue mi sono addormentato, per poi risvegliarmi e trovare una sceneggiatura che sprofonda non dico nell'assurdo - che io apprezzo molto - ma nell'iniquità più totale.
Il finale grottesco e ridicolo è la conclusione più adeguata per una pellicola del genere.
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Uno dei peggiori film d'autore che abbia mai visto. La trama è assolutamente priva di senso - e questo ci può anche stare nel cinema moderno - così come lo sono i vari personaggi, presi uno ad uno.
Durante l'episodio con Kylie Minogue mi sono addormentato, per poi risvegliarmi e trovare una sceneggiatura che sprofonda non dico nell'assurdo - che io apprezzo molto - ma nell'iniquità più totale.
Il finale grottesco e ridicolo è la conclusione più adeguata per una pellicola del genere.
Da qualche parte ho letto che questo film è stato paragonato addirittura ad autori come Lynch, con cui Carax non condivide nulla. Dove sono l'intrigo, il mistero, la sensualità? Questo film è come un elettrocardiogramma piatto: non trasmette nulla e non dice assolutamente niente.
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kyotrix
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domenica 5 gennaio 2014
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arte, non film
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Questo e' uno dei tanti film artistici osannati da molti critici d'arte, ma odiato da noi comuni mortali.
Se decidete di vederlo, sappiate bene a cosa andate incontro.
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