Holy Motors |
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Un film di Leos Carax.
Con Denis Lavant, Edith Scob, Eva Mendes, Kylie Minogue, Elise Lhomeau.
continua»
Drammatico,
durata 110 min.
- Francia, Germania 2012.
- Movies Inspired
uscita giovedì 6 giugno 2013.
MYMONETRO
Holy Motors
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La macchina delle mutazionidi Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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domenica 16 giugno 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Molto interessante questa ultima opera di Carax, un omaggio alle capacità mimetiche e alle performance realizzative degli attori nell'ambito di una concezione del cinema come pura rappresentazione, come dispositivo che crea ruoli, archetipi, gestalt, metamorfosi. Oscar, interpretato da uno straordinario Denis Lavant, è inizialmente un finanziere che si aggira per Parigi a bordo di una gigantesca limousine bianca. Deve, nel corso della giornata, andare a nove appuntamenti,vivere nove vite diverse, in cui i confini tra realtà e rappresentazione sfumano e diventano labili e incerti. Diventa così una mendicante ricurva, un padre di famiglia, un assassino alla ricerca della sua vittima che si rivela come un suo doppio, un lurido personaggio che vive nellla fogne e ingerisce qualunque cosa gli capiti a tiro, un vecchio in fin di vita, un performer virtuale con una tuta punteggiata di luci e sensori e così via. Mosso "dalla bellezza del gesto", dalla performance intesa come mutazione radicale che rende l'attore materia plasmabile per nuove configurazioni, Oskar attraversa il panorama urbano accumulando una stanchezza crescente, beve e fuma in continuazione, non si nutre, investe sui personaggi che "interpreta" una quantità di energia vitale che sottrae a se stesso. Allo stesso tempo, però, è questo massiccio investimento pulsionale che gli conferisce un senso e lo mantiene in vita. La metafora è trasparente: il cinema, nel ricostruire universi di rappresentazione, trae vitalità e linfa dalla realtà esterna che reinventa continuamente, fino a diventare esso stesso un paradigma del reale, una narrazione che propone un linguaggio di verità, spesso più efficace e meno anonimo della vita stessa. Il film di Carax è ambizioso, a tratti visivamente sontuoso (la sequenza dei performer è magnifica), in alcune parti volutamente sgradevole, infarcito di citazioni. Tuttavia, a volte l'autore sembra eccessivamente compiaciuto dalla propria abilità e dalla sua volontà di dissacrazione. Il finale del film mi è parso mal riuscito e decisamente brutto, banalizzante.In sintesi, un'opera molto stimolante con qualche squilibrio strutturale che diminuisce, a mio giudizio, il piacere della visione.
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