I giorni della vendemmia |
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Un film di Marco Righi.
Con Lavinia Longhi, Marco D'Agostin, Gian Marco Tavani, Maurizio Tabani, Claudia Botti.
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Drammatico,
durata 80 min.
- Italia 2010.
uscita venerdì 24 febbraio 2012.
MYMONETRO
I giorni della vendemmia
valutazione media:
3,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Adolescenza inquieta all'ombra di un vignetodi stefano-kunFeedback: 505 | altri commenti e recensioni di stefano-kun |
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mercoledì 10 ottobre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sarà perché in provincia tutto arriva con un po' di ritardo, o forse sarà che il ritratto degli anni '80 come età
spensierata e consumista è opera di falsari patentati, ma nell'Emilia di quegli anni si agitava una gran inquietudine
pronta a venire a galla. E' l'"Emilia paranoica" cantata dai CCCP e abitata da quei giovani smarriti raccontati da
Tondelli.
Nel settembre del 1984 Elia ha 17 anni e vive assieme al padre comunista, alla madre molto cattolica e all nonna nella
campagna attorno a Reggio Emilia. Vie di fuga da un ambiente così tradizionale, del quale l'adolescente inizia ad avvertire
il peso, ce ne sono poche: una di queste è "Altri libertini", proprio il romanzo del conterraneo Tondelli, che Elia ama
leggere mentre si fuma una sigaretta, il tutto di nascosto, s'intende. A sconvolgere tale quadretto, che del resto poteva
sembrare tranquillo solamente a un osservatore distratto, arriva Emilia, studentessa di città tornata in campagna a dare
una mano con la vendemmia. I sensi del giovane Elia sono immediatamente turbati e scossi dall'apparizione della giovane
donna, che sembra consapevole e divertita della situazione che sta creando.
Se molti dei giovani che popolano "Altri libertini" erano viaggiatori, per il nostro Elia è sufficiente spostarsi dai
vigneti alla camera, tempio delle sue piccole innocue trasgressioni, per testimoniare quello spaesamento e
quell'inquietudine dell'adolescenza, ancor più acute quando quando è vissuta in provincia e quando è alimentata da certe
letture (e dalla presenza invisibile di un fratello maggiore che invece vive in giro per l'Europa). Credo che il regista
Marco Righi abbia dimostrato un grande talento nel disegnare un personaggio così credibile e con il quale è facile
identificarsi (aiutato nel compito da un bravissimo Marco D'Agostin). Un'abilità che forse è inferiore solo a quella di
riprendere i paesaggi, di rendere con delicatezza e realismo la campagna e la vita nella provincia emiliana. Tutte le
relazioni tra i personaggi si giocano in questo ambiente allo stesso tempo realistico e simbolico, in quel caldo umido di
settembre che rispecchia i sensi eccitati del giovane protagonista.
Un film piccolo che racconta una storia piccolissima, un esordio nel cinema che ha avuto un successo meritato e ci lascia
con la speranza che film come questo continuino ad essere pensati, realizzati e distribuiti.
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