Titolo originale | Videocracy |
Anno | 2009 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Svezia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Erik Gandini |
Attori | Silvio Berlusconi, Fabrizio Corona, Lele Mora, Franco Nero . |
Uscita | venerdì 4 settembre 2009 |
Distribuzione | Fandango |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,37 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 27 novembre 2017
La nascita di uno scenario politico-mediatico che ruota attorno alla figura del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi attraverso eventi che sembrano già datati nel momento in cui se ne studiano le conseguenze. In Italia al Box Office Videocracy - Basta apparire ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 858 mila euro e 209 mila euro nel primo weekend.
Videocracy - Basta apparire è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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CONSIGLIATO NÌ
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Un documentario che, a partire dalla trasmissione di uno strip casalingo di una delle prime televisioni private, affronta il tema del potere della televisione in Italia grazie a materiale di repertorio, a interviste esclusive a Lele Mora e a Fabrizio Corona e alla storia di un giovanotto fortemente intenzionato a diventare il Van Damme cantante della televisione.
Diciamolo subito a scanso di equivoci: per il pubblico italiano (sia che sia favorevole o sia che sia contrario a Berlusconi e al suo mondo) non c'è nulla di nuovo sotto il sole tranne qualche gustoso particolare di cui diremo. La vetrina veneziana diventa invece importante come trampolino di lancio per un reportage che batte bandiera svedese e che, quindi, può circolare all'estero. In quelle sedi oltre confine Videocracy potrà trovare la sua giusta collocazione e contribuire a un dibattito sulla situazione italiana.
Per quanto ci riguarda più da vicino, più che il Berlusconi sempre più orgogliosamente autoreferenziale che gli schermi televisivi ci propongono quotidianamente, risultano interessanti le vanità svelate con la guardia più abbassata del solito (si tratta di una produzione 'nordica' no?) di Mora e Corona. Mora, dal candore che lo circonda (tutto è bianco intorno a lui nella sua villa in Sardegna) tira fuori l'anima nera che ha dentro con grande semplicità. Il suo cellulare di ultima generazione non solo suona "Faccetta nera" ma propone un video di montaggio in cui a immagini di Mussolini si alternano svastiche e altri aberranti simboli. Visto che vanta, non smentito, una grande amicizia con il premier c'è materia su cui meditare.
Corona invece si dichiara, con quella spavalderia proterva che gli si legge nello sguardo, un "Robin Hood" di nuova generazione. Ruba ai ricchi per dare a se stesso. Si esibisce nudo allo specchio e si fa riprendere mentre conta centinaia di euro. C'è poi l'illuso di turno che troverà meno del quarto d'ora di celebrità di warholiana memoria a "X-Factor". Ma il ritornare su di lui a più riprese finisce con il far perdere di mordente all'intera operazione. Perché di suoi epigoni è ricco l'universo mediatico europeo e mondiale. I "Grandi Fratelli" (purtroppo) non esistono solo in Italia.
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Certo in questo film non si scopre niente di nuovo, ma resta una fotografia imbarazzante del nostro paese. Deformata fin che si vuole, cerca comunque di sondare una delle cause che hanno trascinato l'Italia nel desolante vuoto culturale nel quale è immersa da almeno un ventennio. A tratti impietoso il documentario mette alla berlina comportamenti tra il ridicolo e l'orrido che contraddistinguono una [...] Vai alla recensione »
Il più occultato dei film in concorso a Venezia, e già questo la dice lunga sui contenuti, è una lunga omelia funebre dell'italia dei valori, uno straniante documentario sull'ascesa della televisione, deus ex machina ultimo di una società di cartapesta, dominata da un manipolo di tre uomini (Lele Mora, Fabrizio Corona e il nostro innominato, tale Silvio).
Seppure a tratti può sembrare caotico e dispersivo, il documentario non manca di momenti particolarmente intensi. La sensazione, inizialmente, è quella di sapere già di cosa si parla, ed è dunque con poco stupore e con una certa sufficienza che ho visto la prima decina di minuti. La materia è tuttavia trattata in maniera particolare, e pian pianino si finisce per domandarsi se il saper già basti.
L'ascesa mediatica e, conseguentemente, politica di S. Berlusconi filtrata dalle le figure di L. Mora, F. Corona, aspiranti veline ed aspiranti showmen televisivi. Il cambiamento di costume introdotto nella società dalla tv commerciale ed il culto più deteriore dell’immagine come base per la costruzione di un impero economico, politico e mediatico apparentemente inscalfibile. [...] Vai alla recensione »
Basta apparire. Il sottotitolo dice tutto. La cosa più importante è farsi vedere, mostrarsi davanti ad una telecamera, anche solo per un quarto d'ora e fare un mix tra Ricky Martin e il karate. Ma parliamoci chiaro: Videocracy non vuole svelare uno scandalo, Videocracy vuole semplicemente illustare una realtà nota da tempo da un punto di vista "esterno" (il regista è un bergamasco esule in Svezia), [...] Vai alla recensione »
"Basta apparire": il sottotitolo è quasi più efficace di "Videocracy". Basta apparire, in una duplice accezione. Ormai è sufficiente l'aspetto esteriore per la propria affermazione: prestanza fisica e visi leccati per i maschi; e forme femminili pressochè perfette. Lo afferma lo stesso Corona: la gente guarda al personaggio, è irrilevante quel [...] Vai alla recensione »
Un film documentario che dimostra come la televisione, i soldi, il potere, possano letteralmente distruggere l'essere umano, addirittura un'intera nazione. Siete stufi di questa Italia pappona e burlona? Guardate Videocracy. Un piccolo appunto personale tuttavia. Se il problema fosse solo Berlusconi, morto lui saremmo liberi. Il problema è ANCHE Berlusconi, ma non solo.
Documentario molto interessante. Mostra la televisione italiana,una buona parte di essa è così, per quello che è: un misto di programmi decisamente scadenti e orripilanti, visti però da milioni di persone. Un misto di personaggi potenti che sono considerati dei grandi per un motivo a me, e penso a molti altri, ignoto. Personaggi come Lele Mora, che non si vergogna nemmeno di mostrare un video con tanto [...] Vai alla recensione »
Molto rumore per nulla. O quasi. L’atteso docu-film del regista trapiantato in Svezia Erik Gandini, addirittura censurati i trailer sia dalla Rai che da Mediaset, non realizza appieno le aspettative di un pubblico, cui era indirizzato, che già conosceva il 95% dell’argomento e che invece si aspettava di ampliare i propri orizzonti culturali. Invece nulla di nuovo, a parte sapere che Lele Mora è dichiaratam [...] Vai alla recensione »
Preso dalla foga di un'ennesima crociata antiberlusconiana e dall'intima soddisfazione di diffamare l'Italia, Gandini mette insieme un teorema assai discutibile senza nemmeno sapere una virgola della storia della televisione italiana: si limita a sostenere che arrivato Berlusconi la Tv è diventata commerciale e ha invogliato gli italiani a diventare dei volgari esibizionisti.
mi chiedo come le persona facciano a votare ancora berlusconi,io ho 17 anni e ho già capito.....come fanno gli persone di 30/40 anni,sicuramente più di mature di me, a votarlo....
Lele Mora, Corona e tutto il circo che ci sta intorno non nasce dal caso. C'è un motivo, seppur discutibile. Qualcuno di voi ha scritto che moltissimi schifano il grande fratello e poi ci passano le serate davanti, qualcun altro dice che Videocracy non dice nulla di nuovo rispetto a quello che si vede in tv, anzi usa lo stesso linguaggio (vedi lo scoop di Corona nudo che si massaggia i genitali).
Direi che in un paese "dormiente" come l' Italia, qualsiasi atto di denuncia va accolto a braccia aperte, VIDEOCRACY compreso. Il problema è che però questo documentario non riserva nessun sussulto ed emozione. Un ora e mezza di deja vù che alla fine non ottiene sulla platea nessun effetto. Chi è andato a vederlo,nella stragrande maggioranza già aveva ben chiaro in mente certi argomenti e quindi nulla [...] Vai alla recensione »
Può servire per disgustare ulteriormente altre nazioni e per far scendere ulteriormente il basso livello di considerazione nel quale siamo tenuti persino nel terzo mondo. In Italia purtroppo l'immondizia, la feccia umana, lo squallore e la desolazione quasi freddamente presentate nel film sono affare di tutti giorni da tempo ormai immemorabile: basta accendere la TV e dallo schermo non esce che merda. [...] Vai alla recensione »
Mi aspettavo giornalismo d'inchiesta. Mi aspettavo un'analisi sociologica. Mi aspettavo uno studio approfondito delle commistioni fra potere politico e potere mediatico. Niente di tutto questo. Mi aspettavo la risposta alla domanda perché chi consuma pettegolezzi od aspira a diventarne soggetto vota a destra, ma è solo stata riproposta, in maniera velata ed allusiva la stessa domanda, senza nemmeno [...] Vai alla recensione »
Visto videocracy ...”mi pagano 10 mila euro per una serata, la gente non sta a sentire quello che dico ma guarda il personaggio” All'inizio sembra tutto gia' visto gia' raccontato, stilisticamente non eccezionale voce narrante (la sua) a tratti fastidiosa... poi dopo le suonerie di mussolini sul cellulare di lele mora il docufilm decolla e prende corpo con la presenza di corona : ”mi pagano [...] Vai alla recensione »
Videocracy racconta più o meno questo: l'italia è una monnezza, rimbambita davanti alla tv e pronta ad applaudire personaggi demenziali nella loro totale nullità culturale e intellettuale (tipo il grasso pseudoagente di biancovestito o l'agente dei fotografi tatuato-abbronzato-fisicato). tale monnezzaio è opera di silvio berlusconi, il quale ha creato la tv commerciale [...] Vai alla recensione »
Ciao, credo che tu non abbia considerato un fattore importantissimo. Ti faccio un paragone: un drogato non sa di avre un problema nonostante conosca perfettamente ciò che è e ciò che fa. Di questo film ho visto solo il trailer e già da lì si può notare, come dici tu, che non c'è nullo di nuovo in quello che viene detto o trasmesso in quei pochi minuti.
E' interessante che un italiano "esule" cerchi in qualche modo di denunciare quello che accade in Italia. Visto i tempi che corrono in tema di bavagli alla stampa ed alla televisione, la formula di una televisione/stampa italiana all'estero sembra una delle possibili strade percorribili.Speriamo di non dover arrivare a tanto. Tornando al film, se vuole essere una denuncia avrà un effetto minimo.
Sono andata al cinema devo dire con molte aspettative: il tema era interessante e la formula film-documentario mi appassiona. Sarà che per un italiano le vicende berlusconiane (almeno a grandi linee) sono tristemente note, ma ho trovato desolantemente superficiale questo prodotto, che graffia molto meno di un qualsiasi film di Moore e va molto meno in profondità di una qualsiasi puntata di Report. Vai alla recensione »
Sono arrivato in ritardo lo so...ho aspettato molto prima di vederlo..un po' per la paura di cadere in un profondo baratro di consapevolezza, un po' forse perchè l'argomento risultava un po' trito e ritrito (almeno per chi come me vive in questo regime ormai da anni..); ma sono contento di averlo fatto, ed il mio giudizio non può essere che positivo, non tanto sotto l'aspetto prettamente stilistico [...] Vai alla recensione »
A me è piaciuto. Un pò in stile Moore all'italiana riesce ad apparire satirico e piuttosto originale. Non male.
Un documentario veramente mal riuscito. Non certo un film di denuncia (ma probabilmente non lo vuole essere) visto che non c'è traccia di temi come i rapporti di Berlusconi con Craxi; la legge Mammì che "fotografava l'esistente"; lo scippo della Mondadori; la vicenda di Europa 7; la morte del giornalismo televisivo; a mafia e chi più ne ha più ne metta.
Quello che più inquieta di questo film è il coro di sconvolta indignazione che lo circonda, di stupore per la scoperta di quell'acqua calda che in realtà scopre. Perchè doveva arrivare Gandini, "esule" in Svezia (magari!) a raccontarci cose davanti agli occhi di tutti, doveva farcelo scoprire lui che orrida scatola fosse il televisore di casa!!!! Non ho parole per esecrare la bruttezza di questo documentari [...] Vai alla recensione »
Ottimo film su Berlusconi, Lele Mora e Fabrizio Corona. Da andare assolutamnente a vedere.
Le parti più interessanti sono quelle su Mora e su Corona. Più che sinistre, sono agghiaccianti. Inotre il video "Meno male che Silvio c'è": io non l'avevo mai visto e non riesco a credere ai miei occhi e alle mie orecchie. Certe parti potevano essere approfondite, in altre si fa un po' di confusione ("il grande fratello" o "x-factor" per esempio non sono fenomeni berlusconiami, ci sono ovunque); in [...] Vai alla recensione »
La televisione è la causa di tutti i mali si potrebbe quasi giungere a questa conclusione dopo avere visto il film. Se Berlusconi non avesse preso la televisione ora guardavamo solo programmi culturali e trattavamo con più rispetto le donne non è vero. 30 anni di storia italiana si è basata solo su tette, culi e Fabrizio Corona.
Aspettavo con ansia la programmazione del film, tralaltro ho rinunciato ad uscire per essere presente a casa alle 21.30. Mi sono sorbita sino alle 23 il "pettinare le bambole" di Mentana & Co. nella speranza del film. Ho sperato alla fine dicessero qualcosa di importante, quello che ho visto penso che avrei potuto vederlo al TG4 da Fede...Era come se cercassero di arrampicarsi sugli specchi per fare [...] Vai alla recensione »
Incomprensibilmente lento, monotono ed asettico sia nella voce narrante che in molte delle altre, raggiunge il massimo (del ridicolo?) quando viene data voce a personaggi che appaiono con la bocca serrata e che si muovono e guardano nella camera come se fossero in stato di trance. Superficiale, scontato, inutile, sconclusionato. Penso che un film così lo avrei saputo dirigere anch’io.
La storia della nostra televisione è la storia del nostro stesso paese. Quello che ha esaltato e seguito Mussolini. Immaginiamolo oggi proprietario di Mediaset. Dal bianco e nero agli streeptese in diretta l’Italia si è implosa culturalmente davanti al tubo catodico, ora divenuto più moderno plasma ma sempre uguale a se stesso nella sostanza. La tv è raccontata come strumento di potere assoluto non [...] Vai alla recensione »
E mi meraviglio della Fandango che ha deciso di distribuire questo obbrobrio! Come lo classifichiamo affinché possa essere di interesse internazionale: di costume? satirico? sociologico? O semplicemente autoreferenziale e vuoto? A voi la scelta; in ogni caso chi sdogana questo non dovrebbe per deontologia professionale fare le pulci più a NIENTE, nemmeno alle creature dei Vanzina perché questo è l'apoteosi [...] Vai alla recensione »
Sei un grande idiota berlusconiano timelord
Condivido con voi tutti il fatto che sia un documentario fatto non troppo bene e che l'Italia (per fortuna ) non sia solo questo. E anche il fatto che queste cose già si sapevano ma forse il bombardamento a cui tutti i giorni siamo sottoposti tende a farci ignorare. Il potere delle immagini è come noto 1000 volte più potente delle parole di chi almeno si sforza di proporre confronti costruttivi (insegnati [...] Vai alla recensione »
Ecco il clima culturale radicatosi nel nostro paese cinicamente pianificato e voluto da chi , pur possedendo strumenti e mezzi che si potrebbero impiegare per renderlo più bello e civile ha preferito utilizzare per diffondere stupidità e insipienza: un Re Mida all'incontrario che trasforma in merda tutto ciò che tocca . Un potere mediatico che giocando sul naturale istinto di affermazione [...] Vai alla recensione »
purtroppo è la triste realtà ma la gente non si rende conto
Come troppo spesso succede, il trailer passato in tv promette molto piu' di quanto il film mantenga, chi fidandosi del titolo si aspetta chissa' quali rivelazioni sull'ascesa di Berlusconi e compagnia restera' deluso... I ragazzini si divertivano a scoprire cos'erano le tv private, ma chi come me ha vissuto la nascita delle tv libere ha trovato monco questo documentario (?), che esalta la parte [...] Vai alla recensione »
Ci aspettavamo un film graffiante ma fa solamente il solletico. Con tutto il materiale che aveva il regista poteva approfondire molto di più e affondare la lama nella ferita, facendola sanguinare per bene. Invece non spiega, per esempio, perché un popolo come quello italiano resta così affascinato da un fenomeno mediatico come quello in cui siamo ormai immersi e da cui non si intravede una via d'uscita. [...] Vai alla recensione »
"Ma il ritornare su di lui a più riprese finisce con il far perdere di mordente all'intera operazione. Perché di suoi epigoni è ricco l'universo mediatico europeo e mondiale. I “Grandi Fratelli” (purtroppo) non esistono solo in Italia.". Ma che senso ha? Perché il dare luce al più illuso degli illusi fa perdere mordente all'intera operazione? Mi sa che Zappoli non ha capito nemmeno che insistere sul [...] Vai alla recensione »
E mi meraviglio della Fandango che ha deciso di distribuire questo obbrobrio. Come lo classifichiamo affinché possa essere di interesse internazionale: di costume? satirico? sociologico? O semplicemente autoreferenziale e vuoto. A voi la scelta; in ogni caso il critico che sdogani questo non dovrebbe per deontologia professionale fare le pulci più a NIENTE, nemmeno alle creature dei Vanzina perché [...] Vai alla recensione »
Beh, se vivi in italia non ci trovi assolutamente niente di nuovo, tutto risaputo. Penso che all'estero invece sia stata l'ennesima conferma di come lo stato e i governi italiani possano controllare così subdolamente e in totale libertà la popolazione oramai plagiata, stanca e repressa, un popolo che purtroppo ha finito di combattere, di aiutarsi, di pensare.
Euro 7,50 buttati. Non dice ninte che non si sia gia' detto e ridetto 1000 volte. Poi per accattarsi gli spettatori fa una lunga inquadratura sul pene di Fabrizio Corona...in pratica cerca di solleticare il pubblico con gli stessi mezzi dei videocrati tanto vituperati...non andate, ve lo consiglio.
Mi veniva spontaneo avvicinare questo film a quello della Guzzanti "Zapatero" per sentire ancor più quanto poco attuale e "fresco" sia. Le situazioni di Lele Mora (per altro completamente sostituito da altri agenti in quanto a potere e influenza sulle scelte di personaggi e carrozzoni a ruota di tronisti, vallette ed altra carne da macello) Fastidiose le performance di Corona Antipatica la voce [...] Vai alla recensione »
In attesa della mia recensione evidentemente troppo critica anche nei riguardi del buon Zappoli noto con dispiacere la presenza di questo documentario (così la redazione del sito non si offende) niente po' po' di meno che al quarto posto. Scoperto il delitto interroghiamoci sulla personalità dei colpevoli: chi sarà andato a vederlo? L'affezionata lettrice di riviste di gossip che non disdegna l'occhiatina [...] Vai alla recensione »
anche il titolo o frase di lancio non è un granché perché lo definirei piuttosto un documentario (SE si può chiamare così e non credo) sul NULLA. Berlusconi c'entrerà come coprotagonista ma visto che nel corpo della recensione sparisce a favore di altri personaggi direi che è il male minore. A me l'idea di pagare un biglietto per vedere questi personaggi (e non mi riferisco a Berlusconi) FA SCHIFO [...] Vai alla recensione »
Ho visto il film sul volo Vancouver-Amsterdam della KLM. Nelle sale non è stato distribuito, se non in qualche grande città subito dopo la presentazione a Venezia. E questo la dice lunga.....Non è tutto condivisibile, e forse per chi vive in Italia e segue con attenzione la politica e l'evoluzione (involuzione?) del costume di nuovo c'è poco o nulla.
videocracy Trovo che il film non arrivi ad una conclusione se non quella del dubbio: ma allora forse I vari corona, mora e briatore fanno bene!?!?!? Film banale e che non arriva a nessun tipo di conclusione, mentre invece di conclusioni da trarre ce ne sarebbero eccome. Trovo la censura da parte della tv italiana un ottimo sistema per incentivare la visione di un film di cui la nostra cinematrografia [...] Vai alla recensione »
Da quella dei vip che non contenti di avere uno spazio immeritato sui piccoli schermi invadono anche il grande portando sulla scena se stessi cioè il nulla o da quella del pubblico che non merita certo di passare un'ora e mezza della propria vita a farsi ulteriormente del male? A leggere la sua recensione ci sono elementi che mi fanno propendere per la prima ipotesi e mi sembra pure che il nostro eroe [...] Vai alla recensione »
Dunque: Gandini non è Moore (NO,non lo è), ma neanche l’attore e regista di “Religiolous” o la Guzzanti. Se dico che il suo film affastella, sono troppo cattivo?L’inizio è proprio pessimo, vari luoghi comuni su un giovane della nostra società che vorrebbe essere famoso sena fatica. Sì, ma PERCHE’?Perché non si segue la strada della prima scena, quella delle “Telefonate”?Su questo ragazzo, Gandini non [...] Vai alla recensione »
Stasera verrà trasmesso in collaborazione tra le giornate degli autori e la settimana della critica il film-documentario Videocracy diretto da Erik Gandini. La pellicola sebbene non sia ancora uscita nelle sale italiane, ha già provocato alcune polemiche nei giorni scorsi quando prima la televisione di stato, la RAI, e poi quella commerciale, Mediaset, si sono rifiutate di trasmettere il trailer del film.
A proposito di mostri molto più famelici e agguerriti. Sull'horror più pauroso dell'anno, Videocracy, abbiamo già scritto molto. Ma il doc «obliquo» di Erik Gandini (esule in Svezia) è tutto il contrario di quello che potreste immaginare. Non racconta la storia di Berlusconi da Tele Lombardia a Papi, magari spiegandoci come divorò la Mondadori. Ma la trasformazione del nostro paese in repubblica fondata [...] Vai alla recensione »
Da qualche tempo al cinema va di moda un genere che, stilla scia di forti contrapposizioni politiche, dà voce alla cosiddetta «militanza ideologica». E il documentario. O meglio: il documentario "a tesi"; costruito cioè a tavolino, per dimostrare — sotto la parvenza di una dimostrazione oggettiva — una tesi in realtà precostituita. Contraddicendo, insomma, il genere stesso, che al contrario dovrebbe [...] Vai alla recensione »
Rai e Mediaset lo hanno censurato decidendo di non trasmettere il trailer, che invece su Internet è assai cliccato. I giornali non gli hanno riservato una grande accoglienza. Quasi quasi vale la pena andarlo a vedere questo documentario sulla tv commerciale creata da Silvio Berlusconi. “In una videocrazia la chiave del potere è l’immagine" dice l’autore italo-svedese.
Difficile immaginare che cosa uno spettatore scandinavo capirà dell'Italia contemporanea vedendo Videocracy, il documentario dell'italo-svedese Erik Gandini che viene presentato oggi alla Mostra del cinema di Venezia, sotto gli auspici congiunti della Settimana della critica e delle Giornate degli autori, dopo il fiume di polemiche perché il suo trailer non è stato mandato in onda né dalla tv di stato, [...] Vai alla recensione »
Avevamo appena lasciato Fabrizio Corona inseguito da nerboruti calabresi irritati dal suo comportamento e già ce lo ritroviamo nudo, con il pacco in bell'evidenza, in Videocracy del bergamasco-svedese Erik Gandini. Presentato alle Giornate degli Autori, il documentario in questione prometteva di essere esplosivo: il potere del video, l'oppio della televisione che ottunde le menti degli italiani, il [...] Vai alla recensione »