massimiliano di fede
|
lunedì 16 marzo 2009
|
vincere per amore
|
|
|
|
Adrenalinico senza essere un film d'azione. E' questo il succo del Film di Danny Boyle, che ha entusiasmato le plateee, compreso l'Academy che gli ha assegnato ben otto statuette compreso quella di miglior regista. Un ritmo incalzante, veloce che tiene lo spettatore incollato e attento ad ogni passaggio successivo. La storia è davvero ben articolata e si intrinseca bene nella maglia fittissima delle vicende del giovane Jamal e di come arriva alla scalata del Milionario, la trasmissione televisiva, famosa in Italia e condotta da Jerry Scotti. Il rappresenta anche uno spaccato della società Indiana fatta di caste, dove o sei ricco e vivi in belle case e hai belle automobili o, sei povero e vivi alla periferia di Mumbai, nelle baracche .
[+]
Adrenalinico senza essere un film d'azione. E' questo il succo del Film di Danny Boyle, che ha entusiasmato le plateee, compreso l'Academy che gli ha assegnato ben otto statuette compreso quella di miglior regista. Un ritmo incalzante, veloce che tiene lo spettatore incollato e attento ad ogni passaggio successivo. La storia è davvero ben articolata e si intrinseca bene nella maglia fittissima delle vicende del giovane Jamal e di come arriva alla scalata del Milionario, la trasmissione televisiva, famosa in Italia e condotta da Jerry Scotti. Il rappresenta anche uno spaccato della società Indiana fatta di caste, dove o sei ricco e vivi in belle case e hai belle automobili o, sei povero e vivi alla periferia di Mumbai, nelle baracche . Jamal per amore di Latika, che nel corso degli anni vede più volte allontanarsi, partecipa al Milionario perchè sapeva che la sua amata lo avrebbe seguito. Arrivato li, tutte le domande poste dal cinico e spietato "Jerry Scotti" Indiano, fanno parte di episodi della vita di Jamal, che quindi risponde con assoluta precisione. Un film davvero originale, pieno di poesia e sentimento, drammaticità e comicita, in un cocktail perfetto che rapisce per due ore lo spettatore. Regia Superlativa, Montaggio davvero notevole e perfetto, musiche eccezzionali, attori perfetti nel loro ruolo. Il tutto contornato da ambientazione in stile Bollywood. Quattro stelle ampiamente meritate, con riserva delle cinque, che solo il tempo potrà confermare.
Massimiliano Di Fede www.fmfilm.it
[-]
[+] storco il naso
(di storco il naso)
[ - ] storco il naso
|
|
[+] lascia un commento a massimiliano di fede »
[ - ] lascia un commento a massimiliano di fede »
|
|
d'accordo? |
|
sarapor
|
venerdì 15 maggio 2009
|
finding the answer
|
|
|
|
Slumdog Millionaire
The British Academy Awards gave me a clear indication of my next-to-watch-film. Watching movies, going to the theatre and to the cinema are a great passion of mine. I deeply believe that apart from entertainment, movies can be a useful tool to learn and mature. Movies take me to another world, another life, another culture. Making me feel part of the story, movies tickle my emotions giving me a boost for the real thing: life itself. The cinema can be a magnificent classroom, giving me a chance to see different characters with different lives and learning from the way they act towards their situations.
I usually crave to watch a film, but the problem normally is that I don’t know which is the best one! Watching the Oscars on E Entertainment helped me decide which film to choose.
[+]
Slumdog Millionaire
The British Academy Awards gave me a clear indication of my next-to-watch-film. Watching movies, going to the theatre and to the cinema are a great passion of mine. I deeply believe that apart from entertainment, movies can be a useful tool to learn and mature. Movies take me to another world, another life, another culture. Making me feel part of the story, movies tickle my emotions giving me a boost for the real thing: life itself. The cinema can be a magnificent classroom, giving me a chance to see different characters with different lives and learning from the way they act towards their situations.
I usually crave to watch a film, but the problem normally is that I don’t know which is the best one! Watching the Oscars on E Entertainment helped me decide which film to choose. This was the film: Slumdog Millionaire. Having ten nominations and winning 8 Oscars was more than enough to convince me.
This film plunged me in a new, unknown culture: The Indian Culture. Danny Boyle, the director, chooses the heart wrenching tale of an impoverished teenager appearing on the Indian version of ‘Who Wants To Be A Millionaire?’ To be honest at the beginning, the story was a bit confusing but then everything quickly fell into its place and it was clear to understand. This technique reflects the great ability of a director who taps in the creativity of the audience to create suspense and arouse curiosity.
Jamal, a slum kid, has everything he ever loved taken away from him, only to try with everything that he has to regain his true love and gain more than he could ever hope. His circumstances, belief and destiny all intertwined and brought him to where he is. This film shows the world of the hardships that are common in India and the mystique and fantasy that is also present in this sub continent. The movie has frequent flashbacks in order to give Jamal the opportunity to find his answers in his past. The rich and multicolored Indian culture left a permanent impression on me and made me more conscious of the diversity that exists in the world.
‘Slumdog Millionaire’ is a truly inspirational movie with great values and a story that kept me at the edge of my seat at all times. I could almost feel myself running, jumping and soaring through the streets along with the kids.
At the end of the film with tears rolling down my cheek, the first word that came out of my mouth was “WOW”. ‘Slumdog Millionaire’ really showed me that you don’t have to be a genius to succeed in life. The most important thing is to learn from your experiences. The answer lies in your whole being, you as a person with all your past and experiences, you as a person in the present, with a future still unforeseen.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sarapor »
[ - ] lascia un commento a sarapor »
|
|
d'accordo? |
|
g. romagna
|
giovedì 21 gennaio 2010
|
the millionaire
|
|
|
|
Jamal, poverissimo ragazzo della baraccopoli di Mumbai, riesce a partecipare all'edizione indiana di "Chi vuol essere milionario". La sua preparazione culturale è scarsissima, ma egli riesce a far fronte ad ogni domanda andando a ripescare nella memoria dei lunghi flashback che, oltre a suggerirgli la risposta giusta, accompagnano lo spettatore nella ricostruzione della sua giovane e travagliata esistenza tra le enormi difficoltà ed un unico, grande amore. Il conduttore, anch'egli reduce dal passato nelle baracche, gli è ostile proprio per questa analogia che li accomuna, lo invidia perchè, con la sua ascesa, sta eguagliando la sua impresa d'essersi fatto largo nella società partendo dal nulla e cerca, pertanto, di ostacolarlo al punto tale da consegnarlo alla polizia come presunto baro -accusa che si rivela poi del tutto infondata, anzi.
[+]
Jamal, poverissimo ragazzo della baraccopoli di Mumbai, riesce a partecipare all'edizione indiana di "Chi vuol essere milionario". La sua preparazione culturale è scarsissima, ma egli riesce a far fronte ad ogni domanda andando a ripescare nella memoria dei lunghi flashback che, oltre a suggerirgli la risposta giusta, accompagnano lo spettatore nella ricostruzione della sua giovane e travagliata esistenza tra le enormi difficoltà ed un unico, grande amore. Il conduttore, anch'egli reduce dal passato nelle baracche, gli è ostile proprio per questa analogia che li accomuna, lo invidia perchè, con la sua ascesa, sta eguagliando la sua impresa d'essersi fatto largo nella società partendo dal nulla e cerca, pertanto, di ostacolarlo al punto tale da consegnarlo alla polizia come presunto baro -accusa che si rivela poi del tutto infondata, anzi...- nell'intervallo tra la prima e la seconda puntata cui partecipa. Fino alla domanda finale... The Millionaire è un film di ottima fattura, che scivola via rapidamente pur trattando tematiche di una certa forza in maniera sempre lirica e, perchè no, in alcuni tratti, persino commovente. Uno spaccato lucido su una grande parte dell'India, quella degli slums, quella dei bambini costretti a patire ogni sopruso pur di sopravvivere, che riempie nella sua crudezza tutto il film, tanto negli scenari più poveri quanto negli eleganti salotti televisivi. Le figure dei piccoli costretti a guadagnarsi il pane quotidianamente negli espedienti più vari è carica di forte pathos e tenerezza ma non è mai smaccatamente strappalacrime, non abusa mai della carica di lirismo che costoro si portano addosso, tanto quando giocano assieme quanto quando -e, anzi, ancor più- sono costretti a rubare soldi, scarpe e borse ai turisti che visitano il Taj Mahal. La trama, semplice e ben congegnata, si lascia perdonare qualche voluta leggerezza funzionale alla realizzazione del film (non mi risulta che le puntate del quiz televisivo possano andare in onda in diretta, altrimenti tutti gli aiutanti da casa si premunirebbero per offrire immediatamente ai concorrenti la risposta in caso di telefonata ancor prima che questa arrivi) e amalgama sapientemente l'aspetto sociale, mediatico e sentimentale in una miscela che, senza strafare, non oltrepassa mai il limite e non pone nessuno dei tre in secondo piano. Degna ciliegina sulla torta è poi il finale, lieto e commovente al punto giusto. Certo, otto premi Oscar sono francamente tanti, troppi: The Millionaire, in mia opinione, non è un capolavoro, non è un titolo che ambisce a scrivere la storia del cinema, ma è senza dubbio un prodotto di pregevole fattura e che merita assolutamente di essere visto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a g. romagna »
[ - ] lascia un commento a g. romagna »
|
|
d'accordo? |
|
gabry
|
giovedì 29 gennaio 2009
|
only the braves
|
|
|
|
Danny Boyle sa benissimo come fare bella figura nel presentare una confezione regalo ben infiocchettata, sapendo che il contenuto non è poi chissà cosa.
Jamail è un diciottenne di Munbay, che , nella speranza di ricongiungersi a Latika, che ama sin da bambina, decide di rendersi visibile partecipando al "Il milionario".
E il caso vuole che le domande cui deve rispondere siano dei riferimenti alla sua vita, alla sua infanzia rubata ( l'uccisione della madre, o l'accecamente di un suo coetaneo a opera dei boss locali, mandato poi a elemosinare ), ma anche il vagabondaggio con il fratello da un paese all'altro e vivere di piccole truffe e imbrogli.
Boyle mette furbescamente lo spettatore con le spalle al muro e non gli lascia scelta, non si può non empatizzare con Jamail, essere dalla sua parte, se non altro perchè il conduttore del programma televisivo è sfacciatamente odioso e non perde occasione per umiliare il ragazzo , fa di tutto per toglierlo dal gioco, arrivando a suggerirgli senza successo una risposta sbagliata.
[+]
Danny Boyle sa benissimo come fare bella figura nel presentare una confezione regalo ben infiocchettata, sapendo che il contenuto non è poi chissà cosa.
Jamail è un diciottenne di Munbay, che , nella speranza di ricongiungersi a Latika, che ama sin da bambina, decide di rendersi visibile partecipando al "Il milionario".
E il caso vuole che le domande cui deve rispondere siano dei riferimenti alla sua vita, alla sua infanzia rubata ( l'uccisione della madre, o l'accecamente di un suo coetaneo a opera dei boss locali, mandato poi a elemosinare ), ma anche il vagabondaggio con il fratello da un paese all'altro e vivere di piccole truffe e imbrogli.
Boyle mette furbescamente lo spettatore con le spalle al muro e non gli lascia scelta, non si può non empatizzare con Jamail, essere dalla sua parte, se non altro perchè il conduttore del programma televisivo è sfacciatamente odioso e non perde occasione per umiliare il ragazzo , fa di tutto per toglierlo dal gioco, arrivando a suggerirgli senza successo una risposta sbagliata.
Boyle spalma strati di bontà, di desiderio di riscatto, di speranza e soprattuttto di un sempiterno amore disposto a scalare le montagne e che nulla teme; i richiami Dickensiani sono evidenti,ma ciononostante il pòrodotto è gradevole e si guarda volentieri, fino all'agognato happy end
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gabry »
[ - ] lascia un commento a gabry »
|
|
d'accordo? |
|
paco andorra
|
mercoledì 18 febbraio 2009
|
tecnicamente ineccepibile, ma...
|
|
|
|
... non scalda il cuore, e questo per un melodramma è un peccato mortale. La finzione cinematografica vuole che 'Il Milionario' sia trasmesso in diretta,come già era successo nella commedia francese 'Il mio migliore amico', film molto più intenso e commovente, sorretto da un'interpretazione perfetta di Daniel Auteuil e Danny Boon. A questo punto, ci aspettiamo che Virzì recluti Gerry Scotti, giusto per non lasciarci il dubbio che solo la tivù commerciale italiana adotti la differita (tre mesi sono il lasso di tempo intercorrente fra la registrazione e la messa in onda: i nostri connazionali che concorrono debbono portarsi il cambio di vestito da casa, per far credere al pubblico catodico di essere tornati alla magione, quando invece abitualmente si registrano due o tre puntate di fila.
[+]
... non scalda il cuore, e questo per un melodramma è un peccato mortale. La finzione cinematografica vuole che 'Il Milionario' sia trasmesso in diretta,come già era successo nella commedia francese 'Il mio migliore amico', film molto più intenso e commovente, sorretto da un'interpretazione perfetta di Daniel Auteuil e Danny Boon. A questo punto, ci aspettiamo che Virzì recluti Gerry Scotti, giusto per non lasciarci il dubbio che solo la tivù commerciale italiana adotti la differita (tre mesi sono il lasso di tempo intercorrente fra la registrazione e la messa in onda: i nostri connazionali che concorrono debbono portarsi il cambio di vestito da casa, per far credere al pubblico catodico di essere tornati alla magione, quando invece abitualmente si registrano due o tre puntate di fila... e il cibo ammannito nelle segrete di Cologno Monzese è plasticoso assai più di quello servito sugli aerei della defunta Alitalia - per la risorta non sappiamo). Tornando alla storia di Jamal, lascia alquanto freddini - sarà che i canoni bollywoodiani non funzionano ancora con noi smaliziati occidentali. Il presentatore vanesio e carogna è di gran lunga il personaggio meglio riuscito. Per il resto, montaggio superlativo, inquadrature dall'alto e dal basso nu pocorillo stucchevoli, poliziotto torturatore improvvisamente comprensivo e - politicamente scorrettissimo - orde di muslim fanatici che si scatenano contro inermi indù. Una tranquilla commedia brutale con finale alla De Filippi. Bah! E sarebbe da Oscar?
[-]
[+] perfettamente d'accordo con te (con voi)
(di franzo)
[ - ] perfettamente d'accordo con te (con voi)
[+] vellutoblu
(di vellutoblu)
[ - ] vellutoblu
|
|
[+] lascia un commento a paco andorra »
[ - ] lascia un commento a paco andorra »
|
|
d'accordo? |
|
silver
|
domenica 15 marzo 2009
|
orfeo riscatta la sua euridice a forza di rupie
|
|
|
|
la prima parte del film è costruita in modo avvincente: bravi i bambini interpreti, bella la fotografia, azzeccata la documentazione della vita nella metropoli di Mumbai. Poi tutto prende un'altra piega, più sdolcinata, più "americana". La favola di Orfeo ed Euridice in salsa... Bollywood. Più "La città della gioia" che "Salaam Bombay" tanto per capirci. Almeno quest'ultimo film manteneva la medesima tensione, lo stesso "linguaggio", la propria tragicità fino alla fine. E poi quel balletto finale alla... Kitano!Un'operazione furba, proprio da Oscar, fatta per anime semplici che si commuovono e inorridiscono, ma ben attaccati alla loro poltroncina dei cinema occidentali.Al sicuro.
[+] i agree
(di sajana)
[ - ] i agree
[+] rimpianto
(di il camerlengo)
[ - ] rimpianto
[+] originale ma...
(di toponas)
[ - ] originale ma...
[+] il finale scade nella farsa
(di poisonblack)
[ - ] il finale scade nella farsa
[+] non sono affatto d'accordo (parte 1)
(di loxcobra)
[ - ] non sono affatto d'accordo (parte 1)
|
|
[+] lascia un commento a silver »
[ - ] lascia un commento a silver »
|
|
d'accordo? |
|
luca
|
martedì 30 dicembre 2008
|
yes we
|
|
|
|
il film è interessante perché mette in luce un movimento non marginale, direi, nella società: é la fiducia che ritorna nel 'romanzo di formazione' cosa che era mancata da 50 anni. é un effetto che chiamerei 'effetto Barack Obama'. non siamo di fronte solamente a un romanzo di formazione, ma ad una mise en abyme: la mia storia, che é una storia 'diversa' può FUNZIONARE, questa é una cosa non da poco: io ,povero pezzente cui non avresti neanche dato un soldo, HO le risposte giuste alla VITA che tu non hai. Viene in mente quello che Jameson chiama 'inconscio politico', il realismo si basa sulla relazione fra soggetto narcisista e contesto. in questo caso l'istanza narcisistica si accorda perfettamente con il contesto, almeno per la prima parte.
[+]
il film è interessante perché mette in luce un movimento non marginale, direi, nella società: é la fiducia che ritorna nel 'romanzo di formazione' cosa che era mancata da 50 anni. é un effetto che chiamerei 'effetto Barack Obama'. non siamo di fronte solamente a un romanzo di formazione, ma ad una mise en abyme: la mia storia, che é una storia 'diversa' può FUNZIONARE, questa é una cosa non da poco: io ,povero pezzente cui non avresti neanche dato un soldo, HO le risposte giuste alla VITA che tu non hai. Viene in mente quello che Jameson chiama 'inconscio politico', il realismo si basa sulla relazione fra soggetto narcisista e contesto. in questo caso l'istanza narcisistica si accorda perfettamente con il contesto, almeno per la prima parte. Il finale svela miseramente il gioco effettuato: una volta che la vicenda finisce bene, l'epilogo mostra tutta la sua falsità. questo perché al di là della finzione, storia e domande (forma e funzione) erano costruite PRIMA affinché andassero bene. tutti lo sapevamo, ma rispettando il tacito patto abbiamo fatto finta di non crederci. il risultato di ciò é in breve una 'storia senza protagonista' la storia 'diversa' del protagonista sul finale diventa 'la stessa storia', solo perché era per finta che la sua 'diversità' poteva funzionare. l'idea geniale a livello sociologico é ridare fiducia 'all'individuo, YES WE CAN, in poche parole, che é vero: se ci riflettiamo YES WE CAN, al contrario di quanto ci ha insegnato la letteratura pessimista del novecento. YES WE CAN di per sé é un buon messaggio. perché effettivamente ce la si può fare. se solo ci fosse stato anche il complemento oggetto a questa frase, il finale sarebbe stato meno scontato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca »
[ - ] lascia un commento a luca »
|
|
d'accordo? |
|
|