fabolando
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lunedì 16 marzo 2015
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le 1000 facce dell'india
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Violento, poetico, avventuroso, crudele, sporco, romantico, magico... Danny Boyle rappresenta magistralmente i mille volti dell'India visti nella saga di due fratelli attraverso l'originale situazione del quiz televisivo!
Qualche dubbio sulla caricatura (eccessivamente?) cinica del presentatore dello show e magari sui sistemi di tortura "militari" della polizia in quella circostanza (ma probabilmente sono plausibili) e sullo "scontato" romantico finale
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dandy
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mercoledì 1 marzo 2017
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d:era scritto.
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Dal romanzo di Vikas Swarup,la classica favola del povero che riesce a riscattarsi grazie agli insegnamenti appresi sulla propria pelle nel corso di una vita difficile.Tecnicamente sfarzoso,sostanzialmente semplicistico:le tragedie sono sempre edulcorate e la vittoria finale di Jamal che avviene in modo casuale è un tantinello troppo.Però i protagonisti sono azzeccati,specie i bambini.E il coinvolgimento a tratti è innegabile.Diciamo che è al livello di un "onesto" film di genere hollywoodiano.Grande successo all'uscita.A Venezia è stato respinto,mentre a Toronto è stato premiato e agli Oscar ha vinto otto premi su dieci nominations(miglior film,regia,sceneggiatura non originale,fotografia,musica e conzone originale,montaggio e sonoro).
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Dal romanzo di Vikas Swarup,la classica favola del povero che riesce a riscattarsi grazie agli insegnamenti appresi sulla propria pelle nel corso di una vita difficile.Tecnicamente sfarzoso,sostanzialmente semplicistico:le tragedie sono sempre edulcorate e la vittoria finale di Jamal che avviene in modo casuale è un tantinello troppo.Però i protagonisti sono azzeccati,specie i bambini.E il coinvolgimento a tratti è innegabile.Diciamo che è al livello di un "onesto" film di genere hollywoodiano.Grande successo all'uscita.A Venezia è stato respinto,mentre a Toronto è stato premiato e agli Oscar ha vinto otto premi su dieci nominations(miglior film,regia,sceneggiatura non originale,fotografia,musica e conzone originale,montaggio e sonoro).Il balletto sui titoli di coda sottolinea come tutto debba essere preso come un sogno favolistico.Il doppiaggio italiano(ti pareva)aveva scambiato i mussulmani assaliti per assalitori nella scena in cui la madre del protagonista muore,ma dopo le polemiche l'errore è stato corretto.
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monia
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giovedì 26 febbraio 2009
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bollywood?
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Melodramma Bollywoodiano.Decisamente questo approccio e' quello di molta critica Italiana che si trova sporadicamente davanti a prodotti che parlano d'India ma che non sono Bollywood. Il cinema Popolare indiano Made in Mumbai e' decisamente e profondamente messo in discussione; il 'fondamentalismo' Bollywoodiano di qui l'autrice parla e' decisamente latente, ed in questo film, stride con l'idea di uno stile piu' complesso di narrazione come quella Bollywoodiana.
Storie d'amore, colori, musiche e danze hanno un valenza narrativa nel cinema Bollywoodiano che non appartengono al Millionaire; le rievocazioni di Boyle di un cinema popolare Indiano accompagnano ed abbracciano in modo sostanziale dei 'fondamentalismi'postcoloniali.
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Melodramma Bollywoodiano.Decisamente questo approccio e' quello di molta critica Italiana che si trova sporadicamente davanti a prodotti che parlano d'India ma che non sono Bollywood. Il cinema Popolare indiano Made in Mumbai e' decisamente e profondamente messo in discussione; il 'fondamentalismo' Bollywoodiano di qui l'autrice parla e' decisamente latente, ed in questo film, stride con l'idea di uno stile piu' complesso di narrazione come quella Bollywoodiana.
Storie d'amore, colori, musiche e danze hanno un valenza narrativa nel cinema Bollywoodiano che non appartengono al Millionaire; le rievocazioni di Boyle di un cinema popolare Indiano accompagnano ed abbracciano in modo sostanziale dei 'fondamentalismi'postcoloniali. Lo stile (quello di Bollywood), non sembra appartenere al corpus filmico del film di Boyle che Inglese (e non scozzese) rinforza, crudamente ideologie e storiografie colonialiste e lo fa a cominciare dal titolo in originale: ' Slumdog Millionaire.'
La storia d'amore (im)possibile dei due protagonisti e le vicende collaterali che si diramano non fanno altro che ristabilire visioni esotiche ed imperialistiche dell'India, si l'India ha fratture sociali come molte altre terre devastate da regimi coloniali.
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[+] barocca
(di vellutoblu)
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antonello villani
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venerdì 27 marzo 2009
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l'india di boyle tra miseria e riscatto
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Quiz che mette in palio milioni nell’India variopinta di Danny Boyle, “The Millionaire” è il vero trionfatore all’Academy Awards 2009. Perché il regista di “Trainspotting” conquista 8 premi Oscar e ben 4 Golden Globe con il suo sogno orientale, mentre sul set scocca la scintilla tra Dev Patel e Freida Pinto. La storia dei fratellini senza madre in giro per il Paese commuove il pubblico, il gioco invece infiamma i telespettatori che vogliono affrancarsi dalla miseria delle baraccopoli. D’altra parte Bollywood non è solo un’industria cinematografica ma un vero e proprio trampolino di lancio per artisti di talento, al punto che l’acclamato cineasta ha pensato bene di unire culture molto diverse ma pur sempre accomunate dal desiderio di riscatto.
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Quiz che mette in palio milioni nell’India variopinta di Danny Boyle, “The Millionaire” è il vero trionfatore all’Academy Awards 2009. Perché il regista di “Trainspotting” conquista 8 premi Oscar e ben 4 Golden Globe con il suo sogno orientale, mentre sul set scocca la scintilla tra Dev Patel e Freida Pinto. La storia dei fratellini senza madre in giro per il Paese commuove il pubblico, il gioco invece infiamma i telespettatori che vogliono affrancarsi dalla miseria delle baraccopoli. D’altra parte Bollywood non è solo un’industria cinematografica ma un vero e proprio trampolino di lancio per artisti di talento, al punto che l’acclamato cineasta ha pensato bene di unire culture molto diverse ma pur sempre accomunate dal desiderio di riscatto. Per Jamal, cresciuto tra le periferie di Mumbai e con un amore infantile mai dimenticato, l’occasione arriva come concorrente del popolare quiz: le risposte che portano alla vittoria non sono però sui libri di scuola, affiorano dai ricordi di un ragazzo che si ritrova persino torturato e trattenuto dalla polizia con l’accusa di truffa. Coloratissimo pure tra le cloache a cielo aperto delle metropoli che sono divise tra grattacieli e gigantesche montagne di rifiuti, “The Millionaire” si avvale della tensione dei giochi televisivi per parlare di bambini abbandonati, sfruttamento e diritti civili. Boyle non è mai retorico ed il suo film colpisce al cuore anche noi occidentali.
Antonello Villani
(Salerno)
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the lady on the hot tin roof
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domenica 24 gennaio 2010
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l'amore trascendente
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"Slumdog Millionaire". Letteralmente "il milionario dai bassifondi" ("slumdog" è "il cane dei bassifondi" ed indica dispregiativamente gli abitanti dei "slums", baraccopoli o bassifondi, comunque si vogliano chiamare le zone di estrema povertà delle grandi città), a differenza del titolo italiano capace soltanto di togliere la sottigliezza di significato all'originale, come spesso accade nelle traduzioni. L'eccesso boyliano è alla base di questo film ma assume una portata ben diversa: qui l'eccesso è la cruda realtà, la sporcizia, la disperazione e la violenza che dominano ancora oggi nelle zone povere di Mumbai e tutti gli elementi che compongono questo quadro tremendamente realistico sono resi alla perfezione dalla empatica fotografia di Anthony Dod Mantle.
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"Slumdog Millionaire". Letteralmente "il milionario dai bassifondi" ("slumdog" è "il cane dei bassifondi" ed indica dispregiativamente gli abitanti dei "slums", baraccopoli o bassifondi, comunque si vogliano chiamare le zone di estrema povertà delle grandi città), a differenza del titolo italiano capace soltanto di togliere la sottigliezza di significato all'originale, come spesso accade nelle traduzioni. L'eccesso boyliano è alla base di questo film ma assume una portata ben diversa: qui l'eccesso è la cruda realtà, la sporcizia, la disperazione e la violenza che dominano ancora oggi nelle zone povere di Mumbai e tutti gli elementi che compongono questo quadro tremendamente realistico sono resi alla perfezione dalla empatica fotografia di Anthony Dod Mantle. Tuttavia, era necessario un regista per definizione "eccessivo" e morbosamente attratto dai mali della società, ed in questo Danny Boyle è il massimo esponente, al fine di far volare questo film con la forza dell'immaginazione ed evitare che si riducesse a mero documentario. Il risultato è, secondo me, un capolavoro del cinema contemporaneo grazie all'originalità della storia e della sua messa in scena, con particolare menzione nei confronti del montaggio mozzafiato di Chris Dickens e della colonna sonora di A.R. Nahman, il cui ritmo è tale da far pulsare il sangue in tutto il corpo per tutta la durata del film. La sceneggiatura di Simon Beaufoy spazza via ogni retorica, passa attraverso il filtro del sense of humour, quello che fa ridere anche nel bel mezzo di una tragedia, ammicca a Bollywood verso la fine del film, parla con il linguaggio onesto e spontaneo di un bambino nella prima parte del film e costruisce un dramma familiare dal respiro epico in quella centrale. Bravissimi gli attori, da noi sconosciuti, anche se in patria qualcuno di loro è assai famoso: in particolare brilla per espressività il giovane protagonista, Dev Patel, capace di comunicare con un sorriso ciò che neanche dieci pagine di monologo potrebbero equiparare. Mentre scorrevano i titoli di coda le mie guance erano rosse ed il mio corpo danzava al ritmo della musica contro qualsivoglia meccanismo volontario avessi intenzione di attivare: consiglio fortemente di vedere questo film nelle sale cinematografiche per farvi coinvolgere completamente e mi avvio alla conclusione. Per me questo è sicuramente un film epico, in quanto è, in definitiva, una lunga e contrastata storia d'amore, trascendente rispetto al percorso di chi soffre immense perdite per arrivare, utilizzando le parole dell'istrionico e ambiguo conduttore televisivo Prem Kumar, interpretato alla perfezione da Anil Kapoor, "dalle stalle alle stelle" ed è la costante che guida le azioni eroiche, in senso non convenzionale, del protagonista.
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[+] de gustibus...
(di gianni b.)
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luca scialo
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lunedì 11 luglio 2016
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doyle prende in prestito bollywood
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Può un regista scozzese girare un film in perfetto stile Bollywoodiano? Certo, se il suo nome è Danny Boyle, conosciuto dalla massa per il cult anni '90 Trainspotting. Qui le vicende riguardano sempre giovani, ma a funestare le loro vite non è l'eroina, bensì la miseria. I tre protagonisti della pellicola sono nati e cresciuti nella miseria della sovrappopolata Moumbai, dove la vita vale poco o nulla. Malik ne vive tante sulla propria pelle: dalla morte della madre a un tuffo nelle feci per farsi fare un autografo dal suo attore preferito, passando per una cecità sfiorata ed evitata grazie al suo amico fraterno fino al lavoro come fattorino in un Call center.
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Può un regista scozzese girare un film in perfetto stile Bollywoodiano? Certo, se il suo nome è Danny Boyle, conosciuto dalla massa per il cult anni '90 Trainspotting. Qui le vicende riguardano sempre giovani, ma a funestare le loro vite non è l'eroina, bensì la miseria. I tre protagonisti della pellicola sono nati e cresciuti nella miseria della sovrappopolata Moumbai, dove la vita vale poco o nulla. Malik ne vive tante sulla propria pelle: dalla morte della madre a un tuffo nelle feci per farsi fare un autografo dal suo attore preferito, passando per una cecità sfiorata ed evitata grazie al suo amico fraterno fino al lavoro come fattorino in un Call center. Il tutto, sperando sempre di ritrovare la mai dimenticata Latika, ritrovandosi a partecipare al Quiz che in Italia prende il nome di "Chi vuol essere Milionario?".
Insomma, una continua prova di sopravvivenza, raccontataci da Boyle mettendo insieme due sfere dello spettacolo così distanti tra loro ma diventate di gran voga negli anni 2000: Bollywood e The Millionaire. Accomunate per essere entrambe fabbriche di illusioni, di sogni. Ancor di più nella contraddittoria India. Ma che a volte si realizzano.
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boffese
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mercoledì 1 aprile 2009
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bollywood boyle
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Danny Boyle, catturato dall'india ,torna a fare un film degno di nota.
certo, non e' trainspotting, ma riesce a comporre una storia, capace di inorridire per alcune scene molto toccanti, ma allo stesso tempo riesce a far sognare lo spettatore e a trasportarlo in questa favola.
tecnicamente, il regista, riesce a dare molto movimento d'azione, soprattutto nella prima parte, grazie ad una regia dinamica e all'aiuto di una fotografia ricca dei colori della citta' di mumbai. caratteristico il montaggio, che riesce a dare originalita' alla storia.
bellissima, la scena in cui, il bambino si butta nel letame pur di farsi autografare la foto dalla sua star preferita.
personalmente, non ho amato il secondo tempo, troppo mieloso, ma e' una favola e non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso.
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Danny Boyle, catturato dall'india ,torna a fare un film degno di nota.
certo, non e' trainspotting, ma riesce a comporre una storia, capace di inorridire per alcune scene molto toccanti, ma allo stesso tempo riesce a far sognare lo spettatore e a trasportarlo in questa favola.
tecnicamente, il regista, riesce a dare molto movimento d'azione, soprattutto nella prima parte, grazie ad una regia dinamica e all'aiuto di una fotografia ricca dei colori della citta' di mumbai. caratteristico il montaggio, che riesce a dare originalita' alla storia.
bellissima, la scena in cui, il bambino si butta nel letame pur di farsi autografare la foto dalla sua star preferita.
personalmente, non ho amato il secondo tempo, troppo mieloso, ma e' una favola e non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso.
tutte le statuette vinte, sono sicuramente troppe, ma in un'annata cosi' modesta, ci possono stare ........... ,se non fosse per il capolavoro gran torino.
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sebastianjuan
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mercoledì 1 marzo 2017
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capolavoro, di boyle
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Incredibile biglietto da visita per vedere questo film, tardi, soltanto ieri.
Oggi confermo le aspettative.
Capolavoro per sceneggiatura, racconto sfalzato su tre piani temporali e ottimamente raccontato con un ritmo serrato. La storia mi sembrava idiota ma mi sn fidato del biglietto da visita che mi è servito per superare il pregiudizio con un altro pregiudizio. Tempo 5 minuti avevo già un giudizio che mi spingeva avanti.
Capolavoro per fotografia: immagine stupende, coloratissime, particolari, affascinanti.
Capolavoro per punto di vista della narrazione: il punto di vista del regista è meravigliosamente fuori dai coglioni in una storia che per profondità di temi trattati nn riguarda credo nessuno degli spettatori occidentali che hanno visto il film personalmente, figuriamoci un regista.
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Incredibile biglietto da visita per vedere questo film, tardi, soltanto ieri.
Oggi confermo le aspettative.
Capolavoro per sceneggiatura, racconto sfalzato su tre piani temporali e ottimamente raccontato con un ritmo serrato. La storia mi sembrava idiota ma mi sn fidato del biglietto da visita che mi è servito per superare il pregiudizio con un altro pregiudizio. Tempo 5 minuti avevo già un giudizio che mi spingeva avanti.
Capolavoro per fotografia: immagine stupende, coloratissime, particolari, affascinanti.
Capolavoro per punto di vista della narrazione: il punto di vista del regista è meravigliosamente fuori dai coglioni in una storia che per profondità di temi trattati nn riguarda credo nessuno degli spettatori occidentali che hanno visto il film personalmente, figuriamoci un regista. Regista che ha avutola grande sensibilità di raccontare in questo modo: documentando. Il risultato non è però affatto un freddo documentario ma è letteralmente una bomba atomica di emozioni, ma ne parlerò più avanti. Ah il paradosso è che il sogno di diventare miliardari riguarda invece certamente milioni di persone...ciò che non li riguarda è tutto ciò che c'è dietro...un film che punta lo sguardo su mondi lontanissimi e diversi usando l'espediente del quiz televisivo visto da tutti per attirare tutti verso questa storia e questo mondo incredibile e vero. Non credo sia affatto scopo del film parlare dell'India, credo invece sia tutt'altro. Infatti il film non ha un messaggio potente e portante della storia, non ha un insegnamento. Eccetto forse che le migliori virtù umane alla fine pagano? E' presente questo ma non sembra il messaggio del regista, il cui punto di vista su questo resta fuori.
Capolavoro pwe musiche, per come musiche anche oscene (Jay oh, oh!) si incastrino perfettamente ed armoniosamente in questa miscela esplosiva di emozioni che è questa fantastica opera d'arte.
Di Danny Boyle....film che definire emozionante è un eufemismo..una vera esplosione di emozioni, rabbia, gioia, dolore, amore, felicità si provano restando incollati all'incalzante racconto della messa in scena tra immagini fantastiche e scene che si susseguonio ad un ritmo incalzante.
Grandissimo film come ce ne sono pochi
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il_marco
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domenica 17 giugno 2012
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l'ulisse indiano da pezzente a milionario
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Non per soldi ma per amore. Boyle mette in scena una romantica storia d'amore, platonica e sentimentale tra Jamal e Latika, due ragazzi costretti a vivere nella povertà delle baraccopoli indiane, separati da bambini e infine riuniti grazie a un famoso gioco televisivo. La tecnica di Boyle, in seguito usata al massimo potenziale in 127 ore, è rivoluzionaria e mai sperimentata, trasportandoci in prima persona in quell'India sporca e criminale che è dei poveri, costretti a viveri di stenti nelle baraccoli. Le inquadrature in primo piano soffocano e turbano, mentre tra i vicoli stretti e bui ci rendono completamente partecipi dell'azione, al punto che sembra pure a noi di scappare con loro.
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Non per soldi ma per amore. Boyle mette in scena una romantica storia d'amore, platonica e sentimentale tra Jamal e Latika, due ragazzi costretti a vivere nella povertà delle baraccopoli indiane, separati da bambini e infine riuniti grazie a un famoso gioco televisivo. La tecnica di Boyle, in seguito usata al massimo potenziale in 127 ore, è rivoluzionaria e mai sperimentata, trasportandoci in prima persona in quell'India sporca e criminale che è dei poveri, costretti a viveri di stenti nelle baraccoli. Le inquadrature in primo piano soffocano e turbano, mentre tra i vicoli stretti e bui ci rendono completamente partecipi dell'azione, al punto che sembra pure a noi di scappare con loro. Nel frattempo Jamal e fratello crescono e attraversano l'intera India in treno, vivono di furti e piccole truffe, arrivando persino a rubare le scarpe dei turisti al Tahj Mahal. L'unico obbiettivo di Jamal è poter rivedere la piccola Latika, mentre per il fratello, dall'evidente carattere scontroso e ribelle, l'unico obiettivo è il potere e il rispetto, ottenuto anche tramite l'omicidio. Il film oscilla tra la più cruda realtà che effettivamente è l'India e il buonismo e irritanti coincidenze tipiche delle commedie all'americana, al punto da assumere caratteristiche di melodramma (vedi l'incontro da adulti tra Jamal e Latika reso però magistralmente con superbi giochi di riflessi). In ogni caso è inutile negare il conivolgimento emotivo che trasmette questa pellicola, che a volte appare superficiale, ma al tempo stesso è molto profonda e tocca le corde del cuore (vedi la scena del bambino accecato). Questo film è tutto: un tributo al cinema bollywoodiano, una critica alla povertà e alla corruzione, un viaggio per la speranza, un tributo all'amore, quello puro e più vero. E' difficile concludere la visione e non sentirsi di buon umore, assaporando con soddisfazione il ballo finale tipico del cinema indiano, che agli occhi di un "cinefilo occidentale" può apparire quasi grottesco. Il vero successo artistico è stato il magnifico intreccio tra componente visiva e sonora, grazie a una colonna sonora, non da professionisti, ma che si combina perfettamente con le scene girate. E' forse troppo buonista si, ma ogni tanto ci vuole. 5 stelle sono troppe, ma quattro le merita pienamente. Otto Oscar vinti, di cui quattro meritati: Regia, Montaggio, Colonna sonora e sonoro. Quello per miglior film era inevitabile, basti ricordare quali altri erano candidati...
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carlo
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mercoledì 4 marzo 2009
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capolavoro
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ho trovato il film una vera opera d'arte. Un notevole equilibrio tra immagini, movimenti, colori, scene di vita quotidiana e MUSICA.Il regista è stato un Grande artista, un magnifico direttore d'orchestra che ha saputo dosare personaggi, situazioni, circostanze, tempi anche storici, calati in una situazione attualissima qual'è il gioco del milionario.Ha saputo con grande maestria e respiro, dosare l'insieme tutto del film. Lasciamo stare i tempi di 15/20 minuti della risposta finale del quiz, guardiamo il film in una ottica più ampia che lo abbracci nel suo insieme e non soffermiamoci in modo limitato a cose che non tolgono niente al film stesso.
[+] perfetto
(di cristina)
[ - ] perfetto
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