marty_87
|
sabato 14 marzo 2009
|
trionfatore agli oscar 2009: the millionaire
|
|
|
|
Ho visto il film "The Millionaire" e mi aspettavo, dato i numerosi Oscar, che fosse una vera e propria pietra miliare del cinema, ma evidentemente mi sbagliavo. La regia di Danny Boyle è inizialmente molto professionale, ma durante il corso del film peggiora notevolmente, per non parlare della sceneggiatura e di tutto l'insieme. Il film secondo me è appena mediocre, inoltre si sa che è stato premiato agli Oscar soltanto perché la giuria ha voluto abbattere le barriere fra Hollywood ed il suo antagonista, Bollywood. Penso che sia stato un atto da veri stupidi, premiare un film come The Millionaire con una statuetta di così grande valore, soprattutto perché c'erano molti film che meritavano veramente di vincere.
|
|
[+] lascia un commento a marty_87 »
[ - ] lascia un commento a marty_87 »
|
|
d'accordo? |
|
utente insoddisfatta
|
sabato 21 marzo 2009
|
da vedere, eppure..
|
|
|
|
..m'aspettavo qualcosa in più. Ho apprezzato la scelta di descrivere i soprusi quotidiani di chi vive negli slum in contrasto con l'idilliaco sogno offerto dai quiz televisivi. Immedesimandosi e allargando un po' il concetto il quiz è la sintesi del desiderio dei telespettatori (anche nostrani) ovvero allontanarsi dal proprio passato/presente con un mezzo quanto più fugace possibile. Ecco, per dire, lo spunto offerto è ampio ma a dirla tutta il film mi sembra monco: finale banale. Le intense, permeanti scene dei piccoli fratelli che toccano la pancia e fanno raccapezzare la pelle perdono la loro criticità nella rincorsa finale (le battute conclusive un po' banali, deludenti), in un paio di scelte discutibili (poco convincente il motivo che spinge Jamal a partecipare al quiz, poteva esser elaborato meglio), nel mirabolante musical conclusivo (eddaiii!!).
[+]
..m'aspettavo qualcosa in più. Ho apprezzato la scelta di descrivere i soprusi quotidiani di chi vive negli slum in contrasto con l'idilliaco sogno offerto dai quiz televisivi. Immedesimandosi e allargando un po' il concetto il quiz è la sintesi del desiderio dei telespettatori (anche nostrani) ovvero allontanarsi dal proprio passato/presente con un mezzo quanto più fugace possibile. Ecco, per dire, lo spunto offerto è ampio ma a dirla tutta il film mi sembra monco: finale banale. Le intense, permeanti scene dei piccoli fratelli che toccano la pancia e fanno raccapezzare la pelle perdono la loro criticità nella rincorsa finale (le battute conclusive un po' banali, deludenti), in un paio di scelte discutibili (poco convincente il motivo che spinge Jamal a partecipare al quiz, poteva esser elaborato meglio), nel mirabolante musical conclusivo (eddaiii!!). Complessivamente giudizio positivo sull'interpretazione caratteriale, descrizione-vita-slum, fotografia e colonna sonora. Sarò esigente ma la storia necessitava di una maggiore analisi strutturale e cura finale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a utente insoddisfatta »
[ - ] lascia un commento a utente insoddisfatta »
|
|
d'accordo? |
|
giacomo
|
giovedì 22 gennaio 2009
|
la scalata
|
|
|
|
Mumbay, 2006. Jamal Malik è arrestato dalla polizia, sospettato di frode. Proveniente dagli slum, le bidonville della città, Jamal è infatti riuscito ad arrivare a rispondere alla penultima domanda del popolare quiz televisivo “Chi vuol essere milionario?” e per ciò è ora sospettato di frode.
Mentre, insieme all’ispettore, Jamal riguarda il nastro della sua apparizione televisiva, incalzato dalle domande del poliziotto, racconta tutta la sua vita così come emerge da quelle domande. Ognuna di esse è collegata ad un episodio della sua esistenza nel quale lui ha dovuto imparare la risposta.
Episodi di una vita difficile, a contatto con la criminalità, col suo difficile rapporto col fratello maggiore Salim, riaffiorano così, uno per uno, e uno per uno vengono sfruttati dal giovane Jamal nella sua scalata ai venti milioni di rupie.
[+]
Mumbay, 2006. Jamal Malik è arrestato dalla polizia, sospettato di frode. Proveniente dagli slum, le bidonville della città, Jamal è infatti riuscito ad arrivare a rispondere alla penultima domanda del popolare quiz televisivo “Chi vuol essere milionario?” e per ciò è ora sospettato di frode.
Mentre, insieme all’ispettore, Jamal riguarda il nastro della sua apparizione televisiva, incalzato dalle domande del poliziotto, racconta tutta la sua vita così come emerge da quelle domande. Ognuna di esse è collegata ad un episodio della sua esistenza nel quale lui ha dovuto imparare la risposta.
Episodi di una vita difficile, a contatto con la criminalità, col suo difficile rapporto col fratello maggiore Salim, riaffiorano così, uno per uno, e uno per uno vengono sfruttati dal giovane Jamal nella sua scalata ai venti milioni di rupie. Sono gli episodi drammatici (ma anche comici) dell’infanzia, sono i tragici eventi dell’adolescenza, fino alla sua vita presente, tenuti insieme dal fil rouge di Latika, bambina e poi ragazza e giovane donna, della quale Jamal è da sempre innamorato, e dal mistero di un nome. Il quiz stesso alla fine viene a costituire una vita in piccolo, con le sue sfide, i suoi “squali”, i suoi pericoli, dove l’importante è “giocarsela” sempre da protagonisti.
Slumdog Millionaire, “Il pezzente milionario”, “tradotto” (e banalizzato) in “italiano” con The Millionaire, è allora una storia romantica, di riscatto sociale, un ritratto dell’India di oggi, con tutti i suoi fortissimi contrasti colti dalle sagaci inquadrature del direttore della fotografia Anthony Dod Mantle e un film splendidamente interpretato da ogni componente del cast, pur ricco di esordienti e volti (semi)sconosciuti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giacomo »
[ - ] lascia un commento a giacomo »
|
|
d'accordo? |
|
kia1980
|
domenica 8 febbraio 2009
|
parabola del sogno indiano
|
|
|
|
Questo di Danny Boile è senza dubbio un buon film. La storia di Jamal, ragazzo onesto e coraggioso della baraccopoli di Mumbai, è rivissuta attraverso le domande del gioco a quiz che dà il titolo alla pellicola. L'intreccio è ben congegnato e riesce a coinvolgere lo spettatore fin dalle prime sequenze. Jamal trova le risposte alle domande del quiz nei cassetti della sua memoria, come se tutta la sua vita fosse stata vissuta solo per arrivare a quell'evento finale, riscatto perfetto dopo anni di sofferenze, umiliazioni, privazioni.
Alla fine il bene trionfa, per la gioia della spettatore a cui viene regalato un lieto fine nel senso più hollywoodiano del termine. Una sorta di sogno indiano che, a differenza del più celebre sogno a stelle e strisce, si fonda più sul destino che sulle capacità, più sull'integrità che sull'ambizione.
[+]
Questo di Danny Boile è senza dubbio un buon film. La storia di Jamal, ragazzo onesto e coraggioso della baraccopoli di Mumbai, è rivissuta attraverso le domande del gioco a quiz che dà il titolo alla pellicola. L'intreccio è ben congegnato e riesce a coinvolgere lo spettatore fin dalle prime sequenze. Jamal trova le risposte alle domande del quiz nei cassetti della sua memoria, come se tutta la sua vita fosse stata vissuta solo per arrivare a quell'evento finale, riscatto perfetto dopo anni di sofferenze, umiliazioni, privazioni.
Alla fine il bene trionfa, per la gioia della spettatore a cui viene regalato un lieto fine nel senso più hollywoodiano del termine. Una sorta di sogno indiano che, a differenza del più celebre sogno a stelle e strisce, si fonda più sul destino che sulle capacità, più sull'integrità che sull'ambizione. Il finale consolatorio fa digerire e quasi dimenticare gli scampoli di miseria e disperazione che rappresentano la vera forze della pellicola. Boyle ha il pregio di affrontare con leggerezza stilistica tematiche tutt'altro che leggere, anche se a tratti la sua regia scade un po' troppo nel videoclip. Ottima la fotografia, ottimi gli interpreti. Un buon film, che scivola via veloce. La sensazione però è che tutto finisca con i titoli di coda, anche se questo non dev'essere considerato per forza un difetto.
[-]
[+] brava, giusto, sì.
(di stefano montecchi)
[ - ] brava, giusto, sì.
|
|
[+] lascia un commento a kia1980 »
[ - ] lascia un commento a kia1980 »
|
|
d'accordo? |
|
thegame
|
lunedì 13 aprile 2009
|
l'ipocrisia delle indie
|
|
|
|
Con "The Millionaire" Boyle finalmente riesce a far sentire la sua voce e a confermarsi come uno dei talenti più interessanti, dopo Nolan, Aronofky e P.T. Anderson, nel panorama a stelle e strisce. il regista inglese, raccolta la sfida indiana a budget limitato, confeziona un buonissimo prodotto, dove traspare fin dalle primissime sequenze la sua bravura dietro la macchina da presa, riproponendo anche alcuni "trucchetti" visti nei suoi precedenti lavori...un film elegante, ma anche ruffianamente ottimista, che segue perfettamente il "galateo" dell'academy...in ogni caso, il sempre più hollywoodiano Danny Boyle, dopo le sue ultime e poco felici uscite, riesce a risollevarsi grazie a questa pellicola tecnicamente e commercialmente perfetta.
[+]
Con "The Millionaire" Boyle finalmente riesce a far sentire la sua voce e a confermarsi come uno dei talenti più interessanti, dopo Nolan, Aronofky e P.T. Anderson, nel panorama a stelle e strisce. il regista inglese, raccolta la sfida indiana a budget limitato, confeziona un buonissimo prodotto, dove traspare fin dalle primissime sequenze la sua bravura dietro la macchina da presa, riproponendo anche alcuni "trucchetti" visti nei suoi precedenti lavori...un film elegante, ma anche ruffianamente ottimista, che segue perfettamente il "galateo" dell'academy...in ogni caso, il sempre più hollywoodiano Danny Boyle, dopo le sue ultime e poco felici uscite, riesce a risollevarsi grazie a questa pellicola tecnicamente e commercialmente perfetta...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a thegame »
[ - ] lascia un commento a thegame »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
mercoledì 4 febbraio 2015
|
e gerry scotti?
|
|
|
|
Versatile come pochi, Boyle si da al melodramma, trascinandoci in India per seguire le avventure di Jamal, giovane cresciuto nelle baraccopoli di Mumbay e diventato milionario grazie al quiz televisivo.
La prima cosa che colpisce di questo film è la costruzione narrativa. Sospettato di barare, il protagonista della pellicola, infatti, si trova costretto a giustificare davanti alla polizia il motivo per il quale conosce le risposte di "Chi Vuol Essere Milionario'" che gli hanno consentito di arrivare a giocarsi la domanda finale.
Sfruttando questo meccanismo, Boyle da a ogni domanda un significato preciso nella vita di Jamal e ne ripercorre gli eventi, portando a conoscenza dello spettatore il vero motore che spinge il personaggio con tale ostinazione ad andare aventi: il suo amore per Latika.
[+]
Versatile come pochi, Boyle si da al melodramma, trascinandoci in India per seguire le avventure di Jamal, giovane cresciuto nelle baraccopoli di Mumbay e diventato milionario grazie al quiz televisivo.
La prima cosa che colpisce di questo film è la costruzione narrativa. Sospettato di barare, il protagonista della pellicola, infatti, si trova costretto a giustificare davanti alla polizia il motivo per il quale conosce le risposte di "Chi Vuol Essere Milionario'" che gli hanno consentito di arrivare a giocarsi la domanda finale.
Sfruttando questo meccanismo, Boyle da a ogni domanda un significato preciso nella vita di Jamal e ne ripercorre gli eventi, portando a conoscenza dello spettatore il vero motore che spinge il personaggio con tale ostinazione ad andare aventi: il suo amore per Latika.
Ne esce un film dal ritmo altalenate, che scivola dalla frenesia dei momenti in cui si innestano le sequenze televisive, alla quasi contemplazione, quando i due piccioncini riescono a trovarsi e ritagliarsi un po' di spazio per loro stessi.
Oltre a questo, la pellicola trova il tempo di mettere sul piatto anche il dualismo tra fratelli. Il nostro Jamal, onesto e determinato, che lotta con il cuore nobile per ottenere ciò che desidera e Salim, ragazzo dall'animo ribelle, che decide di prendersi tutto con qualsiasi mezzo. In alcuni momenti sembra che Salim e Latika lottino per conquistare l'anima di Jamal, come nella più classica tradizione melò.
In effetti, dal punto di vista della trama, The Millionaire non offre nulla in più rispetto agli stilemi classici. La differenza, nel caso, la fanno le scelte stilistiche di Boyle, bravo come (quasi) sempre a mischiare musica e immagini, creando sequenze impressive che si fanno ricordare a lungo.
C'è anche un certo tratteggio della vita nelle zone povere di Mumbay, ma sembra funzionare per scopi esclusivamente narrativi, mostrando si il brutto di certe situazioni, ma evitando di spingersi troppo nel crudo, quasi staccando un attimo prima che le cose davvero agghiaccianti accadono. O come coprendole con un velo.
Del resto mi è sfuggito l'ipotetico sottotesto che dovrebbe essere rappresentato nelle sequenze in cui un paese di un miliardo di persone si ferma per seguire un quiz televisivo. Forse che la storia di Jamal ha unito la nazione? Forse che ai tempi di oggi l'unico mezzo per sentirsi legati è la televisione? Magari anche niente.
Tutto sommato, però, è un film che funziona e intrattiene con gusto. Probabilmente uno dei migliori nella carriera di questo regista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
dani alfieri
|
venerdì 12 febbraio 2010
|
la scalata verso l'amore, lo sviluppo e il milione
|
|
|
|
Una sola ed ultima domanda separano Jamal Malik, "chai-wallah" ('ragazzo che porta il tè') indiano di un call center, dal vincere 20 milioni di rupie in un celebre quiz televisivo. Allo spettatore (cinematografico) viene chiesto, nell'incipit del film, come ha fatto ad arrivare sin qui. Sospettato di aver imbrogliato il ragazzo è quindi torturato e interrogato dalla polizia indiana, del tutto inconsapevole che domande e risposte siano profondamente e incredibilmente interconnesse con la sua vicenda personale, intessuta dall'infanzia gravosa negli slum di città e dall'incontro con Latika, unico e puro amore di Jamal, che costituisce anche la sola ragione per cui il diciottenne partecipa allo show: la ragazza infatti segue quotidianamente la trasmissione, unico mezzo che le permette di "evadere".
[+]
Una sola ed ultima domanda separano Jamal Malik, "chai-wallah" ('ragazzo che porta il tè') indiano di un call center, dal vincere 20 milioni di rupie in un celebre quiz televisivo. Allo spettatore (cinematografico) viene chiesto, nell'incipit del film, come ha fatto ad arrivare sin qui. Sospettato di aver imbrogliato il ragazzo è quindi torturato e interrogato dalla polizia indiana, del tutto inconsapevole che domande e risposte siano profondamente e incredibilmente interconnesse con la sua vicenda personale, intessuta dall'infanzia gravosa negli slum di città e dall'incontro con Latika, unico e puro amore di Jamal, che costituisce anche la sola ragione per cui il diciottenne partecipa allo show: la ragazza infatti segue quotidianamente la trasmissione, unico mezzo che le permette di "evadere". L'ottavo lavoro cinematografico di Danny Boyle (“Trainspotting”), spiazza critica e fan, proponendo un'atipica favola moderna che attinge dal romanzo "Le dodici domande" di Vikas Swarup, ambientata in un’India di fine millennio, povera e malsana. Sin dal principio del film, alle “risposte definitive” del quiz si alternano le spiegazioni che il protagonista dovrà dare alla polizia, le quali ci trasportano, tramite un sapiente uso del flashback, nel pieno delle complessità della realtà indiana, dove ad attori famosi che girano in elicottero, si allega la povertà dei bambini delle baraccopoli, costretti a corse sfrenate per scappare da attacchi di fanatici musulmani, o ad architettare sottili stratagemmi che consentano loro di guadagnare (rubando) ciò di cui necessitano per sostentarsi. Jamal vive in prima persona, seppur con l'innocenza di un bambino, la miseria e l’asprezza di quest'India degradata, nella quale è costretto a spalleggiarsi con il fratello Salim, in una continua lotta per la sopravvivenza che li farà crescere, facendo affiorare in loro personalità e scelte differenti, che li porteranno inevitabilmente verso destini diametralmente opposti. Boyle mostra di sapersi destreggiare egregiamente e con maturità anche in un nuovo continente, impadronendosi delle strade di Mumbai così come aveva fatto per Edimburgo in “Trainspotting”. La “banalità” della storia d’amore, con il seguente e scontato lieto fine, viene quindi messa in secondo piano, surclassata dalla vera protagonista, l’India, oggetto della fredda analisi del regista britannico, con le sue incongruenze sociali, le sue disparità classiste, ma anche talvolta con i suoi paesaggi e le sue tradizioni. La scelta del cast formato da bambini e adulti è ben curato, su tutti Dev Patel (già visto nella serie “Skins”) nel ruolo del protagonista e Anil Kapoor nei panni del conduttore dello show. Da perfetto contorno a tutta la vicenda funge la colonna sonora di Allah Rakha Rahman, famoso compositore sulla scena indiana, che riesce nel difficile intento di far sì che i ritmi delle sue canzoni formino un tutt’uno con la trama. Si capisce quindi che il film è tutt’altro che una semplicistica favola d’amore che, dopo un’infinita odissea, si conclude prevedibilmente in modo lieto: nella figura del protagonista, infatti, si riflette lo spirito di tutto un popolo, che si immedesima nell’ascesa verso il traguardo finale di Jamal, ed esulta, come fossero conquiste proprie, ad ogni risposta esatta del ragazzo. Questi quindi incarna propriamente il sogno di progresso e di sviluppo, culturale e sociale, di una nazione intera, che, chissà che un giorno, non finisca fatalmente per avverarsi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dani alfieri »
[ - ] lascia un commento a dani alfieri »
|
|
d'accordo? |
|
aristoteles
|
venerdì 28 agosto 2015
|
l'accendiamo ????
|
|
|
|
La storia ,nella sua totalità,non è molto credibile,
Il Conduttore poi è veramente ridicolo,con tutta quella dose eccessiva di protagonismo e tutta la faccenda delle torture.
Tuttavia la sceneggiatura risulta frizzante e dinamica.
Ottimo l'escamotage del regista(quello del gioco a premi) per raccontare una storia d'amore,di povertà e di riscatto sociale.
Il tutto condito da un bel pizzico di originalità nell'esposizione dei temi trattati,
Jamal riscuote simpatia come le meravigliose immagini dell'India e tutti vorremmo vederlo vincere.
Insomma la pellicola funziona come prodotto di intrattenimento e non ci si annoia mai.
[+]
La storia ,nella sua totalità,non è molto credibile,
Il Conduttore poi è veramente ridicolo,con tutta quella dose eccessiva di protagonismo e tutta la faccenda delle torture.
Tuttavia la sceneggiatura risulta frizzante e dinamica.
Ottimo l'escamotage del regista(quello del gioco a premi) per raccontare una storia d'amore,di povertà e di riscatto sociale.
Il tutto condito da un bel pizzico di originalità nell'esposizione dei temi trattati,
Jamal riscuote simpatia come le meravigliose immagini dell'India e tutti vorremmo vederlo vincere.
Insomma la pellicola funziona come prodotto di intrattenimento e non ci si annoia mai.
Davvero divertenti anche le musiche e il balletto finale.
E' un bel film ?????
Accendo "Sì"
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aristoteles »
[ - ] lascia un commento a aristoteles »
|
|
d'accordo? |
|
antonello villani
|
venerdì 27 marzo 2009
|
miseria e riscatto nell'india variopinta di boyle
|
|
|
|
Quiz che mette in palio milioni nell’India variopinta di Danny Boyle, “The Millionaire” è il vero trionfatore all’Academy Awards 2009. Perché il regista di “Trainspotting” conquista 8 premi Oscar e ben 4 Golden Globe con il suo sogno orientale, mentre sul set scocca la scintilla tra Dev Patel e Freida Pinto. La storia dei fratellini senza madre in giro per il Paese commuove il pubblico, il gioco invece infiamma i telespettatori che vogliono affrancarsi dalla miseria delle baraccopoli. D’altra parte Bollywood non è solo un’industria cinematografica ma un vero e proprio trampolino di lancio per artisti di talento, al punto che l’acclamato cineasta ha pensato bene di unire culture molto diverse ma pur sempre accomunate dal desiderio di riscatto.
[+]
Quiz che mette in palio milioni nell’India variopinta di Danny Boyle, “The Millionaire” è il vero trionfatore all’Academy Awards 2009. Perché il regista di “Trainspotting” conquista 8 premi Oscar e ben 4 Golden Globe con il suo sogno orientale, mentre sul set scocca la scintilla tra Dev Patel e Freida Pinto. La storia dei fratellini senza madre in giro per il Paese commuove il pubblico, il gioco invece infiamma i telespettatori che vogliono affrancarsi dalla miseria delle baraccopoli. D’altra parte Bollywood non è solo un’industria cinematografica ma un vero e proprio trampolino di lancio per artisti di talento, al punto che l’acclamato cineasta ha pensato bene di unire culture molto diverse ma pur sempre accomunate dal desiderio di riscatto. Per Jamal, cresciuto tra le periferie di Mumbai e con un amore infantile mai dimenticato, l’occasione arriva come concorrente del popolare quiz: le risposte che portano alla vittoria non sono però sui libri di scuola, affiorano dai ricordi di un ragazzo che si ritrova persino torturato e trattenuto dalla polizia con l’accusa di truffa. Coloratissimo pure tra le cloache a cielo aperto delle metropoli che sono divise tra grattacieli e gigantesche montagne di rifiuti, “The Millionaire” si avvale della tensione dei giochi televisivi per parlare di bambini abbandonati, sfruttamento e diritti civili. Boyle non è mai retorico ed il suo film colpisce al cuore anche noi occidentali.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonello villani »
[ - ] lascia un commento a antonello villani »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
martedì 7 gennaio 2014
|
eccellente melodramma d'autore!
|
|
|
|
A Mumbai, in India, Jamal (Patel) concorre al gioco Chi vuol essere milionario, un quiz televisivo del genere L’eredità. Tutte le risposte alle sono nella sua vita. Arrivato all’ultima domanda il conduttore (Kapoor) lo farà arrestare per il sospetto che abbia ingannato. Un poliziotto lo interroga e capisce la sincerità del ragazzo. Lo rimanda al quiz dove vince venti milioni di rupie. Scritto da Simon Beaufoy e diretto dall’inglese Boyle (vi ricordate l’allucinante Trainspotting?) è una coproduzione anglo-indiana a basso costo. Girato interamente in ambienti reali senza mai ricorrere ai set hollywoodiani, ha il suo valore, oltre nella bella storia di fratellanza e amore, più che altro nel ritratto di un India in pieno cambiamento: come dice Salim (Mittal): L’India ora è l’ombelico del mondo e io sono nel centro del centro.
[+]
A Mumbai, in India, Jamal (Patel) concorre al gioco Chi vuol essere milionario, un quiz televisivo del genere L’eredità. Tutte le risposte alle sono nella sua vita. Arrivato all’ultima domanda il conduttore (Kapoor) lo farà arrestare per il sospetto che abbia ingannato. Un poliziotto lo interroga e capisce la sincerità del ragazzo. Lo rimanda al quiz dove vince venti milioni di rupie. Scritto da Simon Beaufoy e diretto dall’inglese Boyle (vi ricordate l’allucinante Trainspotting?) è una coproduzione anglo-indiana a basso costo. Girato interamente in ambienti reali senza mai ricorrere ai set hollywoodiani, ha il suo valore, oltre nella bella storia di fratellanza e amore, più che altro nel ritratto di un India in pieno cambiamento: come dice Salim (Mittal): L’India ora è l’ombelico del mondo e io sono nel centro del centro. Ma è allo stesso tempo il ritratto di una paese sempre più occidentale ma ancora ricco di contraddizioni: guerre religiose, torture da parte della polizia, corruzione, violenza, sfruttamento minorile. E perciò uno dei migliori film sull’India senza essere un film indiano. Interpretato da un cast di soli attori indiani a noi praticamente sconosciuti ha comunque fatto emergere alcune giovani stelle: Patel (lo si rivede nell’anglo-indiano Marigold Hotel di John Madden), Irrfan Khan (che nel 2012 sarà tra i protagonisti di Vita di Pi di Ang Lee) e la Pinto (che sta attualmente lavorando per il nuovo film di Terrence Malick: riusciremo a vederla o verrà massacrata dai leggendari tagli del regista). Non è un film musical ma più che in altri film la colonna sonora, di Allah Racka Rahman, è importante. Trionfo al botteghino e l’Academy si inchina e premia il film con otto Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura non originale (dal romanzo di Vikas Swarup), fotografia (Anthony Dod Mantle), montaggio, sonoro, colonna sonora e canzone.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
|