Titolo originale | Man Jeuk |
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Hong Kong, Cina |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Johnnie To |
Attori | Simon Yam, Kelly Lin, Ka Tung Lam, Lo Hoi Pang, Law Wing Cheong, Kenneth Cheung Suet Lam, Lo Chun Shun, Jonathan Yat-Sing Lee, Jackson Ha, Jeff Cheung, Hung Wai Leung, Yeung Yee Yee, Lo Hau Keung, Chang Chi Pingh, Tong Pui Chung, Wu Wai Ling Tiffany. |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 11 marzo 2010
Soprannominato "Sparrow" (il passero), un borseggiatore alleggerisce del portafogli i suoi ignari bersagli con grazia ed eleganza, come un passero vola sbattendo le ali in un paesaggio urbano caotico e congestionato.
CONSIGLIATO SÌ
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Kei ha la passione per le foto in bianco e nero perché secondo lui i colori confondono la realtà delle cose. Insieme al suo gruppetto di amici ha messo su una squadra di borseggio per le vie più glamour della città e all'unisono, leggeri e veloci come dei passerotti, rubano orologi, portafogli e borse con una destrezza da manuale. A turbare la quiete di Kei e dei suoi compari sarà l'entrata in scena di una bellissima donna, Chun Lei, anche lei sfuggente e delicata come un passerotto in fuga, che ha bisogno del loro aiuto per liberarsi dalle grinfie di un potente e anziano malavitoso del luogo e ritrovare finalmente la libertà.
Berlino come Venezia. La passione del cinema per l'Oriente contagia anche la Berlinale, e dopo tanti film impegnati, il concorso si concede il primo momento di spensieratezza con Sparrow (termine dialettale cantonese con cui si indicano i borseggiatori), il nuovo film di Johnnie To. Lasciate da parte le intriganti avventure da far west tutte rivoltelle e malavita, To sceglie di dedicarsi ad un film molto personale che celebra ancora una volta l'alchimia di squadra ed allo stesso tempo restituisce un quadro nostalgico di una Hong Kong (sua città natale) in versione retro anni '50 per poi indugiare, angolo dopo angolo, su tutti i suoi mutamenti culturali, sociali e architettonici. Divenuto uno dei registi di genere più audaci e amati del cinema di hongkongese, To riesce ad incantare la platea con un film lieve ed accattivante, un tripudio di musica soft e immagini che creano un'atmosfera unica e surreale, in cui le parole cedono il passo agli sguardi e il cinema 'maschio' lascia campo libero alle fluide geometrie di un cinema che è pura magia, sospeso nel tempo e nello spazio, elegante e leggero proprio come il volo di un passerotto.
In questo contesto tutto sembra collocarsi al posto giusto, non c'è goccia che non si muova ad unisono con tutto il resto, c'è desiderio di cambiamento e di vita, c'è energia e mai un volto senza sorriso. Nel cinema di Johnnie To c'è anche molta ironia, c'è rischio e al contempo rinnovamento, ma soprattutto l'ottimismo di un artista che finora non è mai sceso a compromessi con il suo portafogli. Da cineteca l'imperdibile sequenza finale sotto la pioggia in cui le due squadre rivali, munite di ombrello e lametta, si sfidano a colpi di borseggio. Memorabile.
"Sparrow" : lettres d'amour de Johnnie To Johnnie To est un virtuose. Ce n'est pas forcément une condition enviable. On peut être esclave de sa virtuosité, victime de l'addiction que la facilité d'expression provoque. Le meilleur antidote à ces poisons, c'est la liberté de ton. Et Sparrow,comédie légère teintée de mélancolie, montre que Johnnie To sait s'affranchir de toutes les contraintes, de [...] Vai alla recensione »