Mentre Christian Bale finisce nelle pagine di cronaca per aver picchiato la madre, il Batman che interpreta non appare così “cattivo” come l’attore che lo interpreta. “Il cavaliere oscuro” è il sesto capitolo dell’epopea del vendicatore mascherato, il secondo firmato da Christopher Nolan, ed esplora il lato malvagio del supereroe della Dc. Il film prende le distanze dal Batman classico di Bob Kane, e riprende le atmosfere cupe e violente degli albi a fumetti di Frank Miller e Alan Moore, ben lontano dal Batman colorito e gigione dei telefilm anni ’60 e quello del cinema di Joel Schumacher. Il cavaliere oscuro lotta contro un male sociale, la mafia. Il piano di Batman è infatti annichilire il boss Maroni e la malavita organizzata colpendo i loro risparmi in banca. Il film è debitore al poliziesco in stile CSI, da cui riprende scene da laboratorio pseudo-scientifiche, cita il cinema noir e richiama lo spionaggio con effetti speciali e armi futuristiche alla 007. Il vero eroe oscuro del film, sadico e anarchico, è Heath Ledger con la sua magistrale interpretazione di Joker. Il clown malvagio e sbiascicante dalla faccia sfregiata è il lato schizofrenico e imprevedibile della crudeltà. Tra gli aspetti più riusciti del film è l’ambientazione: una Gotham City governata dal terrore, in cui politici e i giudici che lottano contro la mafia sono assassinati con freddezza. Abbastanza efficace anche la lettura sociale, incarnata dal reietto Joker. Il piano diabolico del pagliaccio è volto a rivelare i pregiudizi della società, che considera sacrificabile la vita di carcerati per quella di civili, e disposta a immolare innocenti per salvare politici di rilievo. L’ambiguità della politica e la sua doppiezza è incarnata da “duefacce”, eroe dalla anti-mafia nel primo tempo, che si trasforma in un efferato criminale nel secondo. Se il film inizia bene, poi si perde un po’ in una serie infinita di scazzottamenti: cazzotti per strada, cazzotti in macchina, in moto, in cima a grattacieli, e chi più ne ha più ne metta, per un totale di almeno sessanta minuti puliti puliti di botte da orbi. In fin dei conti Bruce Wayne è un miliardario spaccone e “patacca”, sempre circondato di belle ragazze, che si trasforma di notte in un Batman represso, macho e con la raucedine, i cui sensi di colpa appaiono fasulli e ipocriti. Tutto sommato risulta più gradevole il vacillante Joker, folle e rabbioso, ma sincero. Adattabile al film, l’efficace commento con cui Ledger, nella sua ultima interpretazione, apostrofa il cavaliere mascherato: “ma perché sei così serio?!”
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