Dei sei – per ora – film dedicati all’eroe nato dalla mente di Bob Kane, questo è sicuramente il migliore, un autentico action thriller cupo e per certi versi violento.
Christopher Nolan, ha confezionato quello che probabilmente è il suo capolavoro, mostrandoci doti registiche di altissimo livello.
Nolan, con questo film, recupera e applica le atmosfere oscure, crepuscolari e apocalittiche del capolavoro del graphic novel di Frank Miller, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, mostrando esplicitamente, di avere le idee chiare sulla storia da raccontare.
Ora Batman, non è più il vigilante che combatte i mafiosi, in bilico fra l’eroe e il fuorilegge, ma è un autentico difensore della giustizia affermato, temuto dai criminali, cupo collega della polizia e che rappresenta il braccio violento della legge, che non esita a utilizzare, se necessario, la violenza, per raddrizzare i torti, tuttavia, non scappa dal suo codice d’onore: mai uccidere.
Ma con l’arrivo di un anarchico pazzo e squilibrato che si fa chiamare Joker, principe in ascesa del crimine, che con poche azioni scuote violentemente l’equilibrio di Gotham, per Batman arrivano i problemi.
Ma non è solo il Joker, la sorpresa che attende gli spettatori in questo nuovo film di Batman. Ne Il Cavaliere Oscuro viene introdotto anche il personaggio di Harvey Dent, il procuratore distrettuale che fa di tutto per sconfiggere il crimine, senza utilizzare una maschera, un personaggio eroico in cui Batman, vede il suo perfetto sostituto e decide di gettare la spugna.
Ma anche l’apparentemente incorruttibile Dent, infine, dopo aver perso il suo unico amore, sfigurato in volto e nell’orgoglio, fa emergere il suo lato oscuro, divenendo, con l’aiuto di una moneta, l’incarnazione del bene e del male, decidendo la vita e la morte, e di conseguenza, diventando un criminale.
Alla fine, Batman, per non infangare la reputazione di Dent, si addossa le colpe degli omicidi di quest’ultimo, che giustamente, venga onorato come eroe, che agiva contro il crimine a volto scoperto.
La regia, rispetto al precedente episodio, migliora, e mette in scena alcune sequenze d’azione davvero ben riuscite. La lunga durata, non pesa, visto che Nolan, dirige con il giusto ritmo, anche le scene in cui l’azione manca.
Anche l’aspetto della sceneggiatura, migliora rispetto a Begins, con vari riferimenti a Heat – La sfida e ai film d’azione di John Woo e rendendo, questo film, come già detto, il più cupo e violento della saga. Le scene, inoltre, sono accompagnate dalle meravigliose melodie di Hans Zimmer e di James Newton Howard, che creano anche una buona drammaticità al racconto.
Il film, è necessario sottolineare, è retto completamente dall’ottimo Heath Ledger, morto a ventotto anni, poco prima della distribuzione della pellicola.
Ispirandosi al criminale di The Killing Joke di Alan Moore, al teppista neopunk Alex di Arancia Meccanica e al protagonista di Il corvo, Ledger da vita al miglior Joker mai visto in un film di Batman. Lo script, ha modellato perfettamente l’interpretazione di Ledger, e riesce a risultare un personaggio molto più interessante dello stesso Batman e anche di Due Facce.
Ovviamente, per chi conosce la storia editoriale di Batman, il Joker di Nolan è completamente diverso da quello del fumetto – per quanto riguarda le origini – ma in una cosa sono in comune: entrambi vogliono mostrare al mondo che Batman è un gigante dai piedi d’argilla, facilmente corruttibile come tutti gli uomini e per niente invincibile.
E questo è sicuramente un punto di forza a favore di Ledger e del suo personaggio.
Il finale, rischia di trascinarsi un po’ troppo frettolosamente, ma comunque rimane valido, ben riuscito e in sintonia con quello che è un gran film.
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