Anno | 2007 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Toni D'Angelo |
Attori | Nino D'Angelo, Riccardo Zinna, Luigi Iacuzio, Alfonso Postiglione, Stefania Troise Salvatore Sansone, Valentina Acca. |
Uscita | venerdì 14 marzo 2008 |
Tag | Da vedere 2007 |
MYmonetro | 2,50 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 9 giugno 2016
La notte "brava" di quattro quarantenni in quel di Napoli, città in cui si ritrovano per l'improvvisa morte di Antonio, un loro amico. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Una notte ha incassato nelle prime 12 settimane di programmazione 18,4 mila euro e 7,5 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Esordio al cinema di Toni D'Angelo, figlio del celebre Nino, che dopo alcuni corti ed aver fatto da assistente ad Abel Ferrara, si cimenta in una sua opera.
Il film racconta la notte "brava" di quattro quarantenni in quel di Napoli, città in cui si ritrovano per l'improvvisa morte di Antonio, un loro amico. Passando da un locale all'altro, si imbattono nelle loro crisi personali arrivando fino ad un'alba amara, non solo perché si celebra un funerale, ma perché sarà l'inizio, o la fine, di qualcosa nella loro vita. Ad accompagnarli nel viaggio notturno, col suo mezzo e monologhi spesso stereotipati, è un saggio tassista. Se la morte dell'amico è il pretesto per far ritrovare i quattro, il fatto non incide nell'evoluzione del racconto. Nessuno, infatti, piange Antonio e, dopo poco, ci si dimentica il motivo del loro ritrovo. Non capiamo poi quale importanza assuma Napoli perché se l'intenzione era quella di parlare della città, in realtà, a parte il dialetto, potremmo essere ovunque, considerato che spesso la location consiste in luoghi chiusi. Allora Napoli è un non-luogo, ma questo è un pensiero forzato.
I quattro amici appaiono dei falliti, non in quanto "napoletani" (sempre se era questo l'intento), considerato che tutti vivono altrove, ma perché ciascuno di loro è un perdente nei propri affari sentimentali o economici. Le riprese "di quinta" ci suggeriscono uno sguardo curioso sul personaggio, che poi non ha tutto questo mistero da celare: Annamaria è una finta emancipata, ancorata ad un vecchio amore, che poi è Salvatore; Riccardo è in declino finanziario e rimpiange i suoi trascorsi di trombettista; Alfonso è un timidone, costretto ad un contatto umano solo con prostitute; Luigi, cantante di infimi locali, è un cocainomane. A legare i quattro è il tassinaro Raffaele, Nino D'Angelo: un personaggio inverosimile, ma che ci piace per la buona recitazione, che spesso manca nell'opera.
Interessante la regia, apprezzabile il montaggio, soprattutto nelle scene iniziali, la narrazione a tratti non scorre e spesso è un po' forzata (le scene del festino, con annesso travestito e coppie lesbo, hanno stancato!). Qualcuno ci ha visto il cinema di Cassavetes, a noi ricorda molto Movimenti di Claudio Fausti e Serafino Murri.
Con la speranza che nessuno si riconosca in uno dei quattro, non c'è dato modo di vedere uno spiraglio di riuscita o di cambiamento, se non nel personaggio del tassinaro, che rappresenta però la "normalità". Perdibile.
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come si fa a non parlare di frustrazione per chi bolla nella "critica" ufficiale di mm questo esordio, con una stella? a mio avviso c'è un grave difetto di superbia nel liquidare una pellicola simile con tale smacco. questa narrazione costruita sull'arco di una notte brava fuori tempo massimo, interpretata diretta montata musicata alla grande, si chiude in un finale che si [...] Vai alla recensione »
Toni D'Angelo non ha imparato nulla dalla collaborazione con un maestro del cinema come Abel Ferrara. Nè tantomeno conosce bene il cinema americano che tanto decanta dicendo di essere anche influenzato da Spike Lee. Una Notte è un film sopravvalutato. Paolo Sorrentino può fare film come questo esordio di del Signor D'Angelo.
Napoli oggi. Senza mezze misure, senza luoghi comuni. L'opera d'esor?dio di Tony D'Angelo (figlio del noto Nino) è una bella sorpresa. Non succede nulla, tutto è sussurrato, come spesso avviene di notte. Tutto sembra più vero. Anche Napoli, che per una volta è una città come le altre, complicata, disastrata come i personaggi tratteggiati appena su questa tela.
C'è un epigono di Cassavetes a Napoli, oggi. Si chiama Toni D'Angelo, è il figlio di Nino D'Angelo e se ha deciso di non stare su un palco ma sul set è perché dal padre (e da Abel Ferrara, di cui è stato aiuto) ha ereditato un ritmo e una fluidità di fraseggio che rende questo suo debutto no budget molto più vivo ed emozionante di tanti film ricchi e pompati.
Cinema esordiente, cinema indipendente, cinema povero. Sillogismo inevitabile in Italia, spesso foriero di difficoltà che altri non conoscono, coraggiosi scommettitori stranieri di talenti in erba. Basti a pensare a Rodrigo Plà, che per il suo bellissimo La zona (in uscita il 4 aprile) ha avuto un budget mainstream. Sogni utopici nell'Italietta che sui giovani ci punta al massimo in campagna elettorale. [...] Vai alla recensione »