Anno | 2007 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Berengar Pfahl |
Attori | Bai Ling, Katja Riemann, Luke Goss, Gregory Wong, Seiko Matsuda, Pei-pei Cheng . |
Uscita | venerdì 12 settembre 2008 |
Distribuzione | Delta Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 1,95 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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La scrittrice Coco vive un amore ideale e platonico con l'artista Tiantian e una passione involontaria e travolgente per il manager Mark. Per trovare la sua strada dovrà affidarsi soltanto a se stessa. In Italia al Box Office Shanghai Baby ha incassato 671 .
CONSIGLIATO NÌ
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Ni Ke, detta Coco, è una giovane ragazza cinese che adora Coco Chanel e Henry Miller, scrive per vivere e vive per scrivere, mentre aspira a trasformarsi, un giorno, in un fuoco d'artificio. Si divide tra l'amore profondo per il coetaneo Tian Tian e la passione erotica per Mark, uno yuppie tedesco sposato che si trova a Shanghai per lavoro. Incapace di arrestarsi, Coco si addentra nel gioco d'amore distruttivo, alla ricerca di un finale per il suo romanzo e di una risposta alla sua fame di esperienza, ma giunge presto il momento in cui la vita le chiede il conto.
Alla fine degli anni Novanta, la giovane Zhou Weihui pubblicava il romanzo in cui, servendosi di un alter ego di nome Coco, sfidava la censura e metteva nero su bianco tutta la sua curiosità per il mondo occidentale, con il linguaggio spregiudicato e romantico di chi ha appena scoperto Anais Nin e sogna di imitarla nella vita e nell'arte. Il successo fu folgorante e immediato: l'auspicato fuoco d'artificio.
Difficilmente oggi potrà toccare la stessa sorte alla Shanghai Baby dello schermo, che vede la luce non molti ma già troppi anni dopo, per mano del tedesco Berengar Pfahl.
Il manicheismo spietato che individua l'amore romantico nel triste e impotente Tiantian, incapace di pensare un altrove che non sia la provincia cinese, la famiglia e dunque la tradizione, e lo sportivo Mark, libero di tradire e di muoversi, di andare e tornare, non solo non regge alla luce dei fatti, poiché la vita pulsa nella metropoli cinese molto più che in quella tedesca, ma è trattato con un risibile commento fotografico che oscura tutte le sequenze con il primo uomo e rischiara a giorno il passaggio del secondo.
Improntata alla traduzione didascalica del sentimento è anche la recitazione della protagonista Bai Ling, che decide di convertire l'energia creativa e l'ansia di vivere di Coco in una serie di movimenti convulsi e incomprensibili, che nella scena della discoteca raggiungono l'ardua vetta dell'esilarante.
Come preso dalla furia autodistruttiva di Tiantian, Berengar Pfahl si adopera per fare a pezzi ciò che tiene nelle mani. Dopo aver ridotto all'osso il triangolo narrativo, spoglia di ogni fascino Shanghai riprendendola con occhio lucido e distratto, come fosse una grigia città di Baviera, quindi dota la protagonista di un ego sproporzionato e di un impermeabile contro l'autoironia, di modo che il suo citare Milan Kundera e Simone De Beauvoir faccia rabbrividire chi è troppo annoiato per seguitare a ridacchiare. Cosa resta del soggetto best-seller, per ottenere il quale una piccola casa di produzione tedesca ha sfidato e battuto le major hollywoodiane? Lo scandalo, per oscenità.
Film abbastanza insulso con davvero pochi pregi...non è noioso e si lascia seguire ma è prevedibile, scontato e a volte cade nel ridicolo involontario...aggiungiamo a questo un doppiaggio italiano dicutibile e il risultato è un filmetto inutile in cui da salvare (forse) cè solo Bai Ling, che in alcune scene risulta convincente e credibile, ma in altre un po' troppo sopra le righe.
Pochissimo da dire. Film insulso, interpretato male e sceneggiato peggio. Se anche ci fosse una storia è stata ben nascosta dalla mediocrità della narrazione.
Diciamo la verità: non poteva essere inaugurata peggio l'alleanza tra le produzioni tedesca e cinese. Shanghai Baby, diretto dal veterano tedesco Berengar Pfahl, è una bufala di proporzioni gigantesche. Per di più estremamente pretenziosa, come il (vendutissimo, assicurano) romanzo da cui è tratta. Siamo dunque a Shanghai, dove la non più tanto baby del titolo, l'aspirante scrittrice Coco (al secolo [...] Vai alla recensione »