dario
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lunedì 6 aprile 2015
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agghiacciante
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E' un film di attori e di regia. I primi coprono le indecisioni della seconda e i buchi della sceneggiatura. L'insieme è tenuto ad alti livelli da una morale di fondo che si discosta dalla solita lezioncina sul mamterialismo americano. Il film è cupo perchè è cupa la materia che tratta. Qui non manca il coraggio di scendere negli abissi dell'animo umano. Grande cinema, appesantito dal finale, risolto in maniera granguignolesca, andando fuori fase per eccesso di moralità. Ma per tre quarti si avvicina al capolavoro.
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giugy3000
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sabato 2 ottobre 2010
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la rapina dei valori
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Due fratelli. Due caratteri diversi.Due vite diverse.Il maggiore,Andy, un uomo tutto d'un pezzo ha fatto carriera in un'azienda che non ama e passa un giorno sì e un giorno no da uno spacciatore per rifornirsi di ottima cocaina. Il minore, Hank, è un tipo stralunato senza ambizioni, padre di una figlia a cui non riesce nemmeno a pagare gli alimenti. Entrambi sono accumunati da un unico desiderio: dare una svolta alla loro vita, pensare esclusivamente a se stessi e al loro futuro; per fare ciò tutti quello di cui hanno bisogno è...soldi.
Fin qui la trama dell'ultimo lavoro di Lumet pare una gangsterat americana senza scrupoli, ma ecco che avviene il colpo di scena: il luogo dove si consumerà l'efferata rapina da 600 milioni di dollari "resterà in famiglia" perchè verrà effettuata nella gioielleria a conduzione dei loro genitori.
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Due fratelli. Due caratteri diversi.Due vite diverse.Il maggiore,Andy, un uomo tutto d'un pezzo ha fatto carriera in un'azienda che non ama e passa un giorno sì e un giorno no da uno spacciatore per rifornirsi di ottima cocaina. Il minore, Hank, è un tipo stralunato senza ambizioni, padre di una figlia a cui non riesce nemmeno a pagare gli alimenti. Entrambi sono accumunati da un unico desiderio: dare una svolta alla loro vita, pensare esclusivamente a se stessi e al loro futuro; per fare ciò tutti quello di cui hanno bisogno è...soldi.
Fin qui la trama dell'ultimo lavoro di Lumet pare una gangsterat americana senza scrupoli, ma ecco che avviene il colpo di scena: il luogo dove si consumerà l'efferata rapina da 600 milioni di dollari "resterà in famiglia" perchè verrà effettuata nella gioielleria a conduzione dei loro genitori. Hank all'inizio tenta di ritrarsi dal proposito, ma il piano di Andy pare essere costruito a genio secondo una linea semplice e diretta. Loro diventeranno ricchi e i loro genitori si potranno sempre rifare con l'assicurazione a copertura dei furti. Dalla prima all'ultima mossa però la rapina (il cui "capo" è Hank) è un fallimento totale: non solo non ottengono un centesimo, ma la loro madre verrà colpita da una fucilata al cuore, segnandone la morte.
Recitato eccezionalmente da due stupendi interpreti, "Onora il padre e la madre" si conferma il piccolo capolavoro della carriera del regista di "Quinto potere". Questo acutissimo dramma a sfondo sociale segna la fine di ogni valore umano davanti al mero denaro, il dissolvimento del più elementare dei comandamenti non solo della religione cristiana. Qui la catena dell'avarizia innesca quella dell'egoismo, che a sua volta conduce alla violenza e poi all'odio, prima verso se stessi e poi verso gli altri. Poco importa se Andy ribadisce a più riprese che la sparatoria non era una cosa prevista e che il piano era all'origine tutto diverso...è l'intenzione, il proposito originario ad essere marcio, a rasentare la fredda crudeltà delle bestie verso le altre bestie, uno sputo nel piatto in cui si è sempre mangiato. I due fratelli derubando il negozio famigliare hanno in primo luogo derubato loro stessi a vicenda, finendo in una spirale di violenza senza pari, alimentata da altra violenza. Nonostante tutto però, e qui entra in gioco l'eccezionale gioco di falsh back dominato dal cineasta, nonostante questa morale putrida in cui sono invischiati questi due protagonisti, lo spettatore riesce lo stesso ad "amare" queste due figure spietate, a provare pietà per i loro gesti, a vederli in un'aura di perdono senza spiegazione. E non è l'aria da bonaccione del fratello minore e nemmeno la vista di Andy sdraiato sul letto del suo spacciatore a tirarsi l'ennesima dose...è la società da cui provengono che suscita tutto questo. Il pensare che se sono finiti a questi terribili pensieri era perchè la società è malata, di un male inguaribile dove alla base vi stanno i soldi, in mezzo vi stanno i soldi e alla fine il mezzo per cui procacciarseli più facilmente.Andy e Hank sono vittime di una malata società senza redenzione e i poveri illusi in una felicità perpetua che va rincorsa alla svelta e che non permette di soffermarsi su cosa è giusto o sbagliato eticamente ma che punta solo al piacere del giorno dopo giorno.
Le particine erotiche di Marisa Tomei sono di bassa qualità...ed è l'unico motivo per cui non si riesce a mettere le cinque stelle ad un film di questo genere.
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filippo catani
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lunedì 5 marzo 2012
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film intenso e cupo degno del miglior lumet
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New York. Due fratelli, per motivi diversi, si ritrovano sull'orlo del baratro finanziario. Per uscire dall'impasse i due decidono di rapinare la gioielleria di famiglia dato che il bottino sarebbe ottimo, non c'è sorveglianza e i gioielli sono assicurati. Le cose non andranno come previsto innescando una terribile spirale di eventi.
Come ha detto Lumet durante un'intervista sul film più che di thriller possiamo parlare di un terribile melodramma con protagonsiti degni di Edipo. E infatti lo spettatore rimane decisamente sbigottito e senza parole vedendo come questi due derelitti personaggi non solo non riescano a trovare un modo per togliersi dai guai ma anzi ne escogitano di continui per cacciarvisi sempre più dentro.
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New York. Due fratelli, per motivi diversi, si ritrovano sull'orlo del baratro finanziario. Per uscire dall'impasse i due decidono di rapinare la gioielleria di famiglia dato che il bottino sarebbe ottimo, non c'è sorveglianza e i gioielli sono assicurati. Le cose non andranno come previsto innescando una terribile spirale di eventi.
Come ha detto Lumet durante un'intervista sul film più che di thriller possiamo parlare di un terribile melodramma con protagonsiti degni di Edipo. E infatti lo spettatore rimane decisamente sbigottito e senza parole vedendo come questi due derelitti personaggi non solo non riescano a trovare un modo per togliersi dai guai ma anzi ne escogitano di continui per cacciarvisi sempre più dentro. Hawke e Seymour Hoffman (insieme alla Tomei) sono meravigliosi nel calarsi in due parti così difficili di personaggi che viaggiano a folle velocità verso l'autodistruzione non prima di aver portato con se, in questa folle corsa, la propria famiglia e altre persone. La storia poi del triangolo tra i due fratelli e il personaggio della Tomei non fa che aggiungere altra dinamite alla vicenda. Insomma uno splendido melodramma o noir firmato dal maestro Lumet che con questa pellicola tocca nuovamente i fasti della sua mitica filmografia.
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luca scial�
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mercoledì 9 ottobre 2013
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una rapina facile finita in tragedia
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Andy e Hank sono due fratelli con problemi economici. Il primo ha frodato il fisco e i conti dell'impresa per cui lavora; il secondo è stato messo Ko dal divorzio. Andy gli propone una rapina apparentemente facile, proprio alla gioielleria degli anziani genitori. Ma Hank ingaggia un amico sentendosi non all'altezza del colpo. Ma le cose vanno nel peggiore dei modi e i loro guai, anziché azzerarsi, finiscono per moltiplicarsi.
Sidney Lumet si congeda alla grande dal cinema con un ottimo film, cinico, dai ritmi serrati e dal montaggio che rievoca il migliore Tarantino. Dopo una serie di film minori, al punto che l'ultimo degno di nota può essere considerato Il verdetto con Paul Newman del 1982, il regista americano propone finalmente un film degno del suo talento; avvalendosi di un ottimo cast e di una storia che viaggia sul filo dell'esagerazione senza mai varcarlo.
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Andy e Hank sono due fratelli con problemi economici. Il primo ha frodato il fisco e i conti dell'impresa per cui lavora; il secondo è stato messo Ko dal divorzio. Andy gli propone una rapina apparentemente facile, proprio alla gioielleria degli anziani genitori. Ma Hank ingaggia un amico sentendosi non all'altezza del colpo. Ma le cose vanno nel peggiore dei modi e i loro guai, anziché azzerarsi, finiscono per moltiplicarsi.
Sidney Lumet si congeda alla grande dal cinema con un ottimo film, cinico, dai ritmi serrati e dal montaggio che rievoca il migliore Tarantino. Dopo una serie di film minori, al punto che l'ultimo degno di nota può essere considerato Il verdetto con Paul Newman del 1982, il regista americano propone finalmente un film degno del suo talento; avvalendosi di un ottimo cast e di una storia che viaggia sul filo dell'esagerazione senza mai varcarlo. Come non riesce a varcare il difficile confine che lo avrebbe reso un capolavoro.
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enzo70
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giovedì 20 agosto 2015
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grande cinema
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Sisney Lumet mette in scena una angosciosa odissea sulla crisi dei rapporti famigliari. Andy, grandioso Philip Seymour Hoffman, al solito grandioso, e Hank, Ethan Hawke, sono figli di una famiglia borghese, i genitori hanno una gioielleria in un centro commerciale, e sono ambedue in cattive acque. Andy è il fratello maggiore, quello sicuro di se, nonostante abbi truccato i conti della società per la quale lavora per mantenere il suo stile di vita ed il vizio dell’eroina; Hank è fragile, e nella sua fragilità combina disastri. Il piano per risolvere i problemi ideato da Andy è semplice, rapinare la gioielleria dei genitori, lavoro facile, facile. Ma le cose vanno proprio come non dovevano andare ed inizia un angoscioso viaggio nel dolore del disagio provocato dall’assenza di valori.
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Sisney Lumet mette in scena una angosciosa odissea sulla crisi dei rapporti famigliari. Andy, grandioso Philip Seymour Hoffman, al solito grandioso, e Hank, Ethan Hawke, sono figli di una famiglia borghese, i genitori hanno una gioielleria in un centro commerciale, e sono ambedue in cattive acque. Andy è il fratello maggiore, quello sicuro di se, nonostante abbi truccato i conti della società per la quale lavora per mantenere il suo stile di vita ed il vizio dell’eroina; Hank è fragile, e nella sua fragilità combina disastri. Il piano per risolvere i problemi ideato da Andy è semplice, rapinare la gioielleria dei genitori, lavoro facile, facile. Ma le cose vanno proprio come non dovevano andare ed inizia un angoscioso viaggio nel dolore del disagio provocato dall’assenza di valori. Il problema economico diventa, quindi, lo spunto con il quale Lumet fa emergere una serie di elementi che pongono al centro dell’attenzione dello spettatore l’importanza della solidità della famiglia, splendido il dialogo tra Andy ed il padre affranto dal dolore. Grande cinema, ma preparatevi a grandi angosce.
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fabal
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venerdì 11 settembre 2015
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l'ultimo film di lumet
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Afflitti da gravi problemi economici due fratelli decidono di rapinare una gioiellieria. Tutto va per il verso sbagliato e il complice ci lascia le penne. Ma il come e il perché lo capiremo a poco a poco tramite un'abile costruzione narrativa, in cui si alternano, con diverse focalizzazioni, presente e passato.
Nei primi minuti lo spettatore deve ricordarsi di respirare, talmente efficace è la scelta di Lumet di illustrare subito la rapina. Onora il padre e la madre si presenta senza fronzoli come un thriller schietto, ritmato e moderno. Giusto per chiarire - se mai ce ne fosse bisogno - che nonostante gli 83 anni Lumet è un regista tenace per il quale restare al passo coi tempi è solo il minore dei pregi.
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Afflitti da gravi problemi economici due fratelli decidono di rapinare una gioiellieria. Tutto va per il verso sbagliato e il complice ci lascia le penne. Ma il come e il perché lo capiremo a poco a poco tramite un'abile costruzione narrativa, in cui si alternano, con diverse focalizzazioni, presente e passato.
Nei primi minuti lo spettatore deve ricordarsi di respirare, talmente efficace è la scelta di Lumet di illustrare subito la rapina. Onora il padre e la madre si presenta senza fronzoli come un thriller schietto, ritmato e moderno. Giusto per chiarire - se mai ce ne fosse bisogno - che nonostante gli 83 anni Lumet è un regista tenace per il quale restare al passo coi tempi è solo il minore dei pregi. Il maggiore è quello di presentare un film organico, senza divagazioni gratuite né di ritmo né di camera, capace di fondere la tensione con la disperata intimità dei personaggi. La struttura narrativa fatta di avanti e indietro ricorda per certi versi Memento ma, a differenza di Nolan, Lumet non ne fa il tratto essenziale e urlato del film, ma solo la scelta di raccontarlo. Altra caratteristica inconfondibile è il climax degenerativo degli eventi, che ricorda Quel pomeriggio, ma, sempre in omaggio alla modernità, non può non far pensare anche a Tarantino o ai Coen. Lumet si misura con tutti senza aver nulla da dimostrare, con la sicurezza di chi ha alle spalle un patrimonio classico come Assassinio sull'Orient Express e Trappola mortale. Ma Onora il padre e la Madre non è per niente "neoclassico", pur avvalendosi della solita maestria nel dirigere dialoghi tesi e serrati, eredità del capolavoro La parola ai giurati. Abituato da sempre a dirigere cast stellari, oltre che numerosi, il regista trova in Philip Seymour Hoffman un antieroe scaltro ma di squisita fragilità, bravissimo nel simulare cinismo quanto nel cedere alla disperazione. Hawke è invece agitatissimo, un cuore puro che si trova nei guai fino al collo, perseguitato dai parenti del complice e senza un soldo. Nessun personaggio, nemmeno il vendicativo padre interpretato da un ottimo Finney, ne esce pulito, lasciando un senso di disperazione e cinismo che non è nuovo ad altri registi americani ugualmente spietati. Ma senza il vuoto sociale che troviamo, ad esempio, nel ben più freddo cinema di Altman: i personaggi di Lumet sono invece ben approfonditi, esasperati nella loro perdita di controllo sugli eventi, tutti sostanzialmente fragili e incostanti.
Se Onora il padre e la madre sia effettivamente un capolavoro o se parte del suo valore sia un doveroso ossequio alla carriera, poco importa. Quel che importa, invece, è che Lumet riesca ancora a superarsi, con un film fedele alla sua storia registica, ma decisamente" nuovo" . Le pecche di un finale forse esagerato sono trascurabili, e possono essere bilanciate da alcune scene antologiche. Come Andy che versa i sassi colorati sul tavolino di vetro.
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sabato 26 settembre 2015
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conflitti di famiglia
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Andy e Hank sono due fratelli che trovandosi in difficolta economiche decidono di fare una rapina alla gioielleria dei genitori. Conoscono tutto del negozio e delle abitudini di chi ci lavora e sono convinti che si tratterà di un gioco da ragazzi senza nessun pericolo. Hank cerca collaborazione in un “esperto”, e sarà proprio lui a trasformare la rapina in una tragedia.
Sidney Lumet ci porta subito nel cuore del film, la rapina col suo esito drammatico. E di li comincia a ripercorrere i giorni precedenti di ciascuno dei protagonisti, i due fratelli e il padre, sottolineando come per ognuno di loro la vita sia povera anche dal punto di vista affettivo. Un film centrato sulla figura di questi tre uomini, sule loro relazioni e sul rapporto familiare evidenziando il conflitto tra il primogenito e il padre.
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Andy e Hank sono due fratelli che trovandosi in difficolta economiche decidono di fare una rapina alla gioielleria dei genitori. Conoscono tutto del negozio e delle abitudini di chi ci lavora e sono convinti che si tratterà di un gioco da ragazzi senza nessun pericolo. Hank cerca collaborazione in un “esperto”, e sarà proprio lui a trasformare la rapina in una tragedia.
Sidney Lumet ci porta subito nel cuore del film, la rapina col suo esito drammatico. E di li comincia a ripercorrere i giorni precedenti di ciascuno dei protagonisti, i due fratelli e il padre, sottolineando come per ognuno di loro la vita sia povera anche dal punto di vista affettivo. Un film centrato sulla figura di questi tre uomini, sule loro relazioni e sul rapporto familiare evidenziando il conflitto tra il primogenito e il padre. Entrambi vivono la delusione di non aver risposto alle aspettative dell’altro. Ed è proprio questo conflitto che diventa il terreno fertile in cui Andy organizzerà la rapina che si trasforma in una tragedia familiare. Una storia che pur se resa esplicita dal principio trova la sua chiave di interesse nell’attenta descrizione della vita psicologica dei protagonisti
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jacopo b98
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domenica 19 maggio 2013
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un opera desolante e drammatica di estrema potenza
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Tutto ruota intorno ad una rapina: Andy (Seymour Hoffman) e Hank (Hawke) hanno bisogno di soldi, il primo perché è un drogato e neanche il suo stipendio a sei cifre gli permette di continuare, io secondo perché il suo modesto lavoro non gli permette di pagare gli alimenti alla ex-moglie. Che fare? Nulla di più semplice che rapinare la gioielleria dei genitori (Finney e Harris), dove entrambi hanno lavorato, ma al momento buono, sia per sfortuna che per grandi errori nella gestione della faccenda, tutto va storto e i due si ritrovano in un pasticcio colossale. Sceneggiato da Kelly Masterson, è l’ultimo film di Lumet, la sua opera migliore e definitiva.
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Tutto ruota intorno ad una rapina: Andy (Seymour Hoffman) e Hank (Hawke) hanno bisogno di soldi, il primo perché è un drogato e neanche il suo stipendio a sei cifre gli permette di continuare, io secondo perché il suo modesto lavoro non gli permette di pagare gli alimenti alla ex-moglie. Che fare? Nulla di più semplice che rapinare la gioielleria dei genitori (Finney e Harris), dove entrambi hanno lavorato, ma al momento buono, sia per sfortuna che per grandi errori nella gestione della faccenda, tutto va storto e i due si ritrovano in un pasticcio colossale. Sceneggiato da Kelly Masterson, è l’ultimo film di Lumet, la sua opera migliore e definitiva. È un desolante ritratto di falliti, spietato in tutte le sequenze e con alcune scene tremende, non fa parte di nessun genere cinematografico, lo si potrebbe definire una tragedia assoluta e senza alcuna catarsi. Un potente disegno in cui nei confronti dei due balordi, uno intelligente e assolutamente senza scrupoli, l’altro sciocco e pieno di paure, non si può che provare ribrezzo, ma forse anche pietà, per due personaggi al limite, disperati, ma disposti a tutto per salvare qualcosa che sanno già di aver perduto: l’innocenza. Così ogni sequenza assume una gran rilevanza e ogni simbolismo ha il suo significato profondo: perché il padre soffoca Andy? Per rabbia e odio? O per pietà? Perché lascia scappare Hank? Forse consapevole della sua “innocenza morale”, del fatto che si era fatto tirare dentro questa storia? Un film di grandi domande, che si regge su una complessa costruzione, grazie all’ampio uso di flashback, e di grandi, più o meno, risposte. Notevole l’uso dei colori nella fotografia di Ron Fortunato, tutta sulle scale del bianco e del grigio, in un panorama desolante. E perciò la scena finale in cui Charles, dopo aver soffocato Andy, se ne va e l’inquadratura sfuma verso il bianco invece che verso il nero lascia intendere un vuoto, che è quello che ha dentro lo spettatore, dopo aver osservato due personaggi disgustosi per quasi due ore. Perciò, se Non è un paese per vecchi era radicale, questo forse lo è ancora di più. Banale il titolo italiano, interessantissimo quello originale, tratto da un detto irlandese il cui significato è: che tu possa arrivare in paradiso mezz’ora prima che il diavolo si accorga che sei morto. Attori superbi. Giustissimo divieto ai minori di quattordici anni.
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shiningeyes
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giovedì 13 giugno 2013
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cinismo e sangue
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Andy ed Hank sono due fratelli, molto diversi tra di loro, ma hanno in comune una situazione personale ed economica a pezzi (più Hank che Andy); Andy, che è il fratello maggiore, è un tipo impassibile e sicuro di sé, ed è con la stessa impassibilità che propone al fratellino di svaligiare la gioielleria dei genitori. Hank accetta la proposta, ma un cambio programma del piano, da lui stesso optato, farà fallire il colpo, con la conseguenza di far colare a picco tutta la famiglia, in particolare il padre che, distrutto dal dolore,tenterà di farsi giustizia da solo.
Si parla di una sceneggiatura di gran classe, organizzata su un montaggio minuzioso che ci fa osservare tutti i punti di vista dei tre protagonisti, tracciando un profilo sull'animo di ogni protagonista.
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Andy ed Hank sono due fratelli, molto diversi tra di loro, ma hanno in comune una situazione personale ed economica a pezzi (più Hank che Andy); Andy, che è il fratello maggiore, è un tipo impassibile e sicuro di sé, ed è con la stessa impassibilità che propone al fratellino di svaligiare la gioielleria dei genitori. Hank accetta la proposta, ma un cambio programma del piano, da lui stesso optato, farà fallire il colpo, con la conseguenza di far colare a picco tutta la famiglia, in particolare il padre che, distrutto dal dolore,tenterà di farsi giustizia da solo.
Si parla di una sceneggiatura di gran classe, organizzata su un montaggio minuzioso che ci fa osservare tutti i punti di vista dei tre protagonisti, tracciando un profilo sull'animo di ogni protagonista. Hank è la parte debole, quella più paurosa, tanto da prendere in considerazione l'idea del suicidio quando la situazione sua si fa sempre più nera, e non facendolo dimostra la sua codardia, che già paga pegno con il rimorso per essere stata la causa indiretta della morte della madre; Andy è il personaggio più interessante, è introverso e tenta di sfuggire in una realtà che lo opprime attraverso l'eroina, non sembra provare altre emozioni, a parte il rancore per il padre che gli ha sempre preferito Hank al posto suo, arrivando poi, a manifestare con violenza assassina la sua natura feroce; il padre Charles rappresenta la parte più sofferente, animata da un sentimento di vendetta per la morte dell'amata moglie che si perpetrerà in un grandissimo finale.
Lumet, non solo gira un magnifico thriller, ma lo carica di un affresco di sentimenti umani disperati,cinici e freddi, che a lungo andare fanno cascare a pezzi l'anima dei personaggi del film, lo fa stando a stretto contatto dietro gli attori con riprese vicinissime e primi piani di prim'ordine carichi di intensità (bellissime le riprese dei faccia a faccia dei fratelli).
Inutile sottolineare la solita immensa prova di Hoffmann, stranamente ignorata dalla critica internazionale (solo un Gotham Award); ottime anche le prove di Hawke e Finney, un po' sottotono la Tomei.
Un film per palati fini non c'è che dire, regia e cast perfetti, peccato per qualche dubbio sulla sceneggiatura, che sembra scordarsi del destino di Andy e non parla sufficientemente della situazione iniziale di Andy; ma sono bazzecole, si tratta di film che soddisferà tutti coloro che amano il buon cinema.
Non male per un regista ottantatreenne.
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iankenobi
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giovedì 7 novembre 2013
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bellissimo
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quando un regista ultraottantenne riesce ancora a fare un film del genere non ci resta che alzarci in piedi ed applaudirlo.
Un film di gran classe in cui tutto risulta perfetto.
la storia e' abbastanza semplice,due fratelli, stretti dalla morsa delle difficolta' finanziarie,decidono di rapinare la gioielleria dei genitori,conoscendo tutto di quel posto,allarmi,entrate e uscite,combinazioni,pensando che tutto possa essere facile.
Invece,la rapina finisce male,e veniamo coinvolti,come spettatori,in un vortice,anche per l'uso di salto di spazi temporali,anche se di pochi giorni,a volte di poche ore,precedenti,la rapina.
Rimango sempre ammirato quando in un film,il non detto,e' quasi piu' importante del non detto,anche se qualcosa possiamo intuire da poche frasi,dal dialogo tra figlio maggiore e padre,o quando l'altra figlia di ce hank e' sempre hank e andy e' sempre andy.
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quando un regista ultraottantenne riesce ancora a fare un film del genere non ci resta che alzarci in piedi ed applaudirlo.
Un film di gran classe in cui tutto risulta perfetto.
la storia e' abbastanza semplice,due fratelli, stretti dalla morsa delle difficolta' finanziarie,decidono di rapinare la gioielleria dei genitori,conoscendo tutto di quel posto,allarmi,entrate e uscite,combinazioni,pensando che tutto possa essere facile.
Invece,la rapina finisce male,e veniamo coinvolti,come spettatori,in un vortice,anche per l'uso di salto di spazi temporali,anche se di pochi giorni,a volte di poche ore,precedenti,la rapina.
Rimango sempre ammirato quando in un film,il non detto,e' quasi piu' importante del non detto,anche se qualcosa possiamo intuire da poche frasi,dal dialogo tra figlio maggiore e padre,o quando l'altra figlia di ce hank e' sempre hank e andy e' sempre andy.
Come al solito geniale philip seymour hoffman,un attore con la a maiuscola che sembra non sbagliare mai un film,e' lui l'anima del film, il su percorso psicologico e quel sottile modo di disporre del fratello iu' piccolo,incapace di crescere.
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