mcmara
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domenica 11 settembre 2011
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deludente...
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Come al solito... quando il libro è bellissimo è difficile che il film riesca ad essere all'altezza..
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dandy
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martedì 29 marzo 2011
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se si sa pazientare,è un caos che coinvolge.
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Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Sandro Veronesi,il cui protagonista trova un interprete azzeccatissimo in Moretti.La cui scelta ha rimescolato le carte di una sceneggiatura non originalissima(firmata tra gli altri da Moretti stesso)innescando una fusione proficua tra Pietro Palladini e il suo interprete rendendo così accessibile allo spettatore la sua insensibilità di fronte alla tragedia,e trasformandola nel rifiuto dei valori di una società vuota e ipocrita.Sobrio,semplice,a tratti divertente a tratti toccante( vedi il bambino down che crede di far lampeggiare l'auto facendole ciao).Quel genere di film che si può amare o odiare,senza vie di mezzo.
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Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Sandro Veronesi,il cui protagonista trova un interprete azzeccatissimo in Moretti.La cui scelta ha rimescolato le carte di una sceneggiatura non originalissima(firmata tra gli altri da Moretti stesso)innescando una fusione proficua tra Pietro Palladini e il suo interprete rendendo così accessibile allo spettatore la sua insensibilità di fronte alla tragedia,e trasformandola nel rifiuto dei valori di una società vuota e ipocrita.Sobrio,semplice,a tratti divertente a tratti toccante( vedi il bambino down che crede di far lampeggiare l'auto facendole ciao).Quel genere di film che si può amare o odiare,senza vie di mezzo.Ci vuole pazienza,ecco tutto.Prendere o lasciare.Grande apparizione del regista Roman Polanski nel ruolo di Steiner.Dopo la scena applaudita con Laura Morante in "La stanza del figlio",molta curiosità qui per la scena di sodomia tra Moretti e la Ferrari,voluta a quanto pare da quest'ultima e secondo alcune fonti non simulata(nel romanzo dura ben 16 pagine).Tutt'altro che gratuita,fa emergere quanto Moretti sia imbarazzato di fronte al corpo delle donne.
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surfersparadise
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giovedì 18 novembre 2010
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tavor
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Lento, insipido, pallido, incolore, insomma grigio come Nanni Moretti!
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storyteller
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domenica 11 luglio 2010
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un caos ordinato
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Laddove la trama non è che una scusante per mettere in scena le doti attoriali del sempre ottimo Moretti (e di un cast di tutto rispetto, in cui si distinguono Orlando, Gassman e pure la Smutniak), la sceneggiatura brilla per freschezza e ironia.
Una ventata di umorismo sottile che attraversa tutta la pellicola, sfociando a volte nel surrealismo, ma senza sbracare: sembra quasi di ritrovarsi nella mente del protagonista, che con la sua umana saggezza stempera il dolore facendosi investire da quello "mondano" degli altri.
Memorabili anche i personaggi di contorno che attraversano puntualmente il parco ogni giorno.
Nonostante sia stato definito prosaico e furbetto (non si può negare che faccia un uso estremamente ruffiano di ottime canzoni di band come i Radiohead), in definitiva io l'ho trovato un film onesto.
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Laddove la trama non è che una scusante per mettere in scena le doti attoriali del sempre ottimo Moretti (e di un cast di tutto rispetto, in cui si distinguono Orlando, Gassman e pure la Smutniak), la sceneggiatura brilla per freschezza e ironia.
Una ventata di umorismo sottile che attraversa tutta la pellicola, sfociando a volte nel surrealismo, ma senza sbracare: sembra quasi di ritrovarsi nella mente del protagonista, che con la sua umana saggezza stempera il dolore facendosi investire da quello "mondano" degli altri.
Memorabili anche i personaggi di contorno che attraversano puntualmente il parco ogni giorno.
Nonostante sia stato definito prosaico e furbetto (non si può negare che faccia un uso estremamente ruffiano di ottime canzoni di band come i Radiohead), in definitiva io l'ho trovato un film onesto. Non è mai facile raccontare il dolore rischiando di spettacolarizzarlo rifugiandosi nell'istrionismo camaleontico da avanspettacolo, o peggio, nell'autocommiserazione.
Vedi quella vaccata di Yes Man.
E dunque tre stelle e mezzo.
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blaze
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mercoledì 24 febbraio 2010
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caos...tra gli spettatori...
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Ho davvero apprezzato questo film. Quello che invece non ho apprezzato, anzi mi lascia di stucco, è vedere come il pubblico italiano si manifesta per quello che è da sempre: superficiale e ostentatore di (inesistente) cultura. In una pellicola, che tutto vuole essere tranne che materiale, la scena più criticata, più famosa, quella che ha raggiunto più pagine di quotidiani, è la ormai blasonata scena di sesso.
Ma il pubblico non si limita a ricordare il film per "quello dove moretti fa sesso per 4 minuti", ma lo critica per le sue prestazioni! Dice: "io sarei stato più bravo", "quindi moretti è così che scopa", "quella scena non è assolutamente realistica, non si può fare sesso orale in 2 secondi", ecc.
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Ho davvero apprezzato questo film. Quello che invece non ho apprezzato, anzi mi lascia di stucco, è vedere come il pubblico italiano si manifesta per quello che è da sempre: superficiale e ostentatore di (inesistente) cultura. In una pellicola, che tutto vuole essere tranne che materiale, la scena più criticata, più famosa, quella che ha raggiunto più pagine di quotidiani, è la ormai blasonata scena di sesso.
Ma il pubblico non si limita a ricordare il film per "quello dove moretti fa sesso per 4 minuti", ma lo critica per le sue prestazioni! Dice: "io sarei stato più bravo", "quindi moretti è così che scopa", "quella scena non è assolutamente realistica, non si può fare sesso orale in 2 secondi", ecc.... E' a dir poco deludente, sconcertante, mi lascia senza parole, e non vorrei trovarmi nei panni del regista, e tanto meno di Moretti. Artisti, impegnati in un film metafisico, nella trasposizione cinematografica di un libro basato sul puro "pensiero", un libro dove "non succede niente", e tutto si svolge all'interno della mente del protagonista. E quindi no, non si tratta di una commedia, o di un film storico. E non si tratta nemmeno di un film pornografico, mi spiace.
Ma finisse qua, non ha grande importanza; in fondo ognuno ha i propri gusti in fatto di cinema no? Ma il problema vero è che ormai, complice internet, chiunque può scrivere la recensione a un film. Quindi io mi ritrovo a decidere di andare o non andare a vedere un film perché la signora Pina del piano di sopra, col nickname "Cuoreamore_68", ha segnalato il film Pincopallino come il più bello/più brutto che la signora in questione abbia mai visto.
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sissy65
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mercoledì 12 agosto 2009
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moretti: quando smetterai il lutto?
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Sono semplicemente stanca di vedere Moretti piangere per qualche morto, che provenga dalla stanza del figlio o da un'improbabile villa al mare di un manager in vacanza. Moretti: quando tornerai a confrontarti con le nevrosi vere, quelle che non abbisognano di un lutto come facevi ai tempi di Bianca, tuo capolavoro?
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marlasinger
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martedì 7 luglio 2009
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caos calmo
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Applausi a Nanni Moretti, ma storia non meritevole di tanta attenzione. Comunque piacevole da guardare.
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giammarco
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mercoledì 8 aprile 2009
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carino
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Non l'ho trovato per niente troppo impegnato o intelletualoide. Interessante a volte simpaticamente ironico. Ti fa riflettere sulla qualità della nostra vita..bellissima la scena del bambino down che ogni giorna saluta la macchina. Moretti è un personaggio speciale, come sempre, (ed io non sono di sinistra9. Ottimo film, ottimi attori..tutti.Guardatelo.
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milomar
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giovedì 8 maggio 2008
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anche i ricchi piangono
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Film interessante. Anzi, il cuore della storia raccontata è molto interessante. Tutto ruota attorno al protagonista ed alla sua personale tragedia. Però, man mano che si va avanti, sembra che lui soffra meno di coloro (parenti, amici, colleghi e addirittura presidenti di multinazionali) che gli girano attorno, i quali vivono momenti sicuramente difficili ma non paragonabili al suo. Anzi, addirittura, lui è il punto fermo al quale tutti gli altri si aggrappano per sopravvivere alle proprie "sventure". Il tutto si svolge in un ambiente alto borghese, molto benestante. Il problema del film (ma credo forse anche del libro, non lo so dato che non l'ho letto) è che è tutto fuori luogo. Ad esempio, quando mai si è visto che ad un manager "impazzito" che non va più al lavoro da mesi, invece di di essere licenziato gli viene offerta addirittura la presidenza della società italiana.
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Film interessante. Anzi, il cuore della storia raccontata è molto interessante. Tutto ruota attorno al protagonista ed alla sua personale tragedia. Però, man mano che si va avanti, sembra che lui soffra meno di coloro (parenti, amici, colleghi e addirittura presidenti di multinazionali) che gli girano attorno, i quali vivono momenti sicuramente difficili ma non paragonabili al suo. Anzi, addirittura, lui è il punto fermo al quale tutti gli altri si aggrappano per sopravvivere alle proprie "sventure". Il tutto si svolge in un ambiente alto borghese, molto benestante. Il problema del film (ma credo forse anche del libro, non lo so dato che non l'ho letto) è che è tutto fuori luogo. Ad esempio, quando mai si è visto che ad un manager "impazzito" che non va più al lavoro da mesi, invece di di essere licenziato gli viene offerta addirittura la presidenza della società italiana. O anche, al direttore del personale che invia ai dipendenti una lettera surreale farcita di bestemmia non viene torto un capello, tant'è che sarà lui a dimettersi per andare a fare il missionario in Africa. Pure il fatto di fare sesso nella casa al mare con la figlia che dorme nella stanza accanto mi sembra un pò azzardato. Scena di sesso, tra l'altro, molto significante nella storia raccontata. Gli attori sono tutti molto bravi. Soprattutto Gassman, Ferrari e Golino. Moretti, che recita in maniera un tantino meno stentorea del solito, rende abbastanza. La regia ha il pregio della leggerezza ma resta un pò anonima. La colonna sonora è sicuramente azzeccata. Comunque, di protagonisti così benestanti (in qualche caso addirittura ricchi) non si riesce proprio ad avere pietà soprattutto perchè, come accade nel film, cadono sempre in piedi. Vedendolo, mi è venuto da pensare che "anche i ricchi piangono". milomar
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(di milomar)
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rivoluzionario
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giovedì 1 maggio 2008
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da veronesi a moretti per grimaldi
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Se un film ha successo, è un pessimo film. Se un film non ha successo è un capolavoro.
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