jonnylogan
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mercoledì 1 marzo 2023
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affari sporchi
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Boston. Colin Sullivan è un protetto del boss Frank Costello, iscritto all’accademia di polizia e pronto a vestirne la divisa.
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Boston. Colin Sullivan è un protetto del boss Frank Costello, iscritto all’accademia di polizia e pronto a vestirne la divisa. William Costigan è anch’egli iscritto all’accademia ma verrà scartato per colpa di parentele troppo scomode e un corso terminato in maniera non altrettanto brillante. William viene però arruolato in maniera non ufficiale e infiltrato nel clan Costello sotto la responsabilità del sergente Dignam e del capitano Queenan.
Un splendido intreccio criminale che solo il miglior Scorsese di Goodfellas e Casino ha saputo offrire al pubblico nei decenni precedenti. Capace di non far mai scendere l’attenzione degli spettatori al di sotto di un elevato livello di guardia e offrendo a Jack Nicholson un ruolo che un tempo sarebbe stato appannaggio del miglior De Niro e in tempi più recenti anche ad Al Pacino, presente in The Irishman.
Lo spettatore si sente avvolto, per tutti e 150 i minuti di azione, all’interno della Boston degli ‘80ies; città che fino ai giorni nostri è stata regno incontrastato del Boss della mala irlandese: Frank Costello, aka Jack Nicholson, figura criminale costruita sui prodromi di James “Whitey” Bulger, vero boss scomparso nel 2018 e impersonato da Johnny Depp per The Black Mass, pellicola diretta nel 2015 da Scott Cooper. Al fianco di Nicholson si muovono un Di Caprio per la prima volta all’altezza di un ruolo complesso e sfaccettato e il suo alter ego Matt Damon al quale si aggiungono Mark Whalberg, nella parte di un poliziotto scontroso, Martin Sheen e Alec Baldwin nei ruoli di due ufficiali a capo dell’indagine contro Costello. Oltre alla psicologa Madolyn Madden, impersonata da Vera Farmiga.
Basato sul film Infernal Affairs, che nel 2002 ha dato il via a una trilogia di successo nel mondo asiatico. The Departed è un meccanismo a orologeria perfettamente funzionante e supportato sia da una narrazione adrenalinica, riscritta per assecondare i canoni occidentali, sia da una colonna sonora rock pop composta anche da pezzi strumentali capaci d’incorniciare un thriller pieno di azione, colpi di scena e molta introspezione.
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samanta
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martedì 27 settembre 2022
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quando meno te lo aspetti.
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Martin Scorsese il regista del film non solo ha una grande fama ma è da considerare una delle colonne di Hollywood, dal 1969 fino ai nostri giorni, ha non solo vinto un Oscar alla regia proprio per questo film, ma ha diretto molte pellicoledi successo: Taxi Driver, New York New York, Il colore dei soldi passando dalla descrizione piena di sesso e droga della finanza di assalto (Wolf of Wall Street) alla descrizione fortemente spirituale dei martiri gesuiti nel Giappone del '600 (Silence).
Departed è un thriller poliziesco del 2006 ambientato a Boston, ben costruito e diretto su una trama apparentemente semplice: Colin Sullivan (Matt Damon) è un agente della Polizia di Stato del Massachussets che fa una rapida carriera per la sua bravura, ma è corrotto, infatti viene pagato dal boss mafioso Frank Costello (Jack Nicholson) che conosceva Sullivan fin da quando era bambino.
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Martin Scorsese il regista del film non solo ha una grande fama ma è da considerare una delle colonne di Hollywood, dal 1969 fino ai nostri giorni, ha non solo vinto un Oscar alla regia proprio per questo film, ma ha diretto molte pellicoledi successo: Taxi Driver, New York New York, Il colore dei soldi passando dalla descrizione piena di sesso e droga della finanza di assalto (Wolf of Wall Street) alla descrizione fortemente spirituale dei martiri gesuiti nel Giappone del '600 (Silence).
Departed è un thriller poliziesco del 2006 ambientato a Boston, ben costruito e diretto su una trama apparentemente semplice: Colin Sullivan (Matt Damon) è un agente della Polizia di Stato del Massachussets che fa una rapida carriera per la sua bravura, ma è corrotto, infatti viene pagato dal boss mafioso Frank Costello (Jack Nicholson) che conosceva Sullivan fin da quando era bambino. La polizia alla fine sospetta che ci sia una "talpa" che informa il boss, all'uopo l'unità speciale che gestisce gli agenti sottocopertura comandata dall'inflessibile capitano Queenan (Martin Sheen) e dal fanatico e duro sergente Dignam (Mark Wahlberg), sceglie un allievo dell'accademia di polizia non brillante Billy Costigan (Leonardo Di Caprio), gli cancella l'identità per una nuova e per dare maggiore verosimiglianza gli fa trascorrere 1 anno in carcere. Quando esce riesce a infiltrarsi nella banda di Costello, lo stress gli impone di frequentare una psichiatra che, guarda caso è la fidanzata di Sullivan. Costello fiuta che all'interno della sua organizzazione ci sia una spia e ordina a Sullivan di individuarla.
Il film sembra quasi giocare, con eccezionale abilità, nel duello tra i 2 uomini entrambi infiltrati nel campo avverso per smascherare la "talpa". I 2 infiltrati s'incrociano tramite terzi (i membri della gang e dell'unità speciale) ma non si conoscono direttamente e non conoscono la vera identità, le scene si susseguono senza tregua e la suspence è assicurata, la simbologia della lotta tra il bene e il male è evidenziata dipanandosi in modo complesso. Non esiste un bene assoluto: la polizia usa metodi sbrigativi, border line per catturare Costello se da una parte c'è Queenan uomo giusto che cerca di comprendere l'animo devastato di Costigan dall'altra c'é Dignam duro, arrogante e feroce senza scrupoli, in mezzo Costigan impaurito della cui nuova identità nessuno sa salvo i 2 poliziotti. Il male è Costello, assassino, torturatore, spregevole ma anche nume tutelare di orfani e persone in difficoltà, tra questi c'è Sullivan combattuto tra il denaro e la riconoscenza verso Costello e la consapevolezza che dovrebbe impedire i crimini che favorisce. E' la visione pessimistica di Scorsese: non c'é mai un vincitore tra il male e il bene che si affrontano. Un plauso alle modalità tecniche utilizzate nel film, alcune scene sono da manuale come l'assassinio e il defenestramento di Queenan e la scena del massacro generale, anche se un pò esagerata e fuori dalle righe; il finale è poi veramente sorprendente. Ottima la recitazione di star che si dimostrano professionisti di classe, in primis Damon e Di Caprio, bravo Nicholson anche se il suo Costello è troppo mefistofelico e caricato, bravissimi Sheen e Wahlberg.
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great steven
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domenica 18 aprile 2021
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il capolavoro compiuto di scorsese sulla malavita.
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THE DEPARTED – IL BENE E IL MALE (USA, 2006) di MARTIN SCORSESE. Con LEONARDO DICAPRIO, MATT DAMON, JACK NICHOLSON, MARTIN SHEEN, MARK WAHLBERG, VERA FARMIGA, RAY WINSTONE, ALEC BALDWIN, ANTHONY ANDERSON ● Si parte dall’eccellente sceneggiatura di William Monahan, scorsesiana al 100% (lo sceneggiatore non a caso è nato e cresciuto a Boston), che attinge i dispositivi narrativi del film di HK del 2002 Infernal Affairs, trasformandoli radicalmente per ambientare questo thriller poliziesco mozzafiato in un Massachusetts oltremodo spietato dove l’ambivalenza fra bene e male prescinde dall’educazione e dalla famiglia che si ha alle spalle e corrompe gli uomini rendendoli imperdonabili assassini in nome dei valori più vili.
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THE DEPARTED – IL BENE E IL MALE (USA, 2006) di MARTIN SCORSESE. Con LEONARDO DICAPRIO, MATT DAMON, JACK NICHOLSON, MARTIN SHEEN, MARK WAHLBERG, VERA FARMIGA, RAY WINSTONE, ALEC BALDWIN, ANTHONY ANDERSON ● Si parte dall’eccellente sceneggiatura di William Monahan, scorsesiana al 100% (lo sceneggiatore non a caso è nato e cresciuto a Boston), che attinge i dispositivi narrativi del film di HK del 2002 Infernal Affairs, trasformandoli radicalmente per ambientare questo thriller poliziesco mozzafiato in un Massachusetts oltremodo spietato dove l’ambivalenza fra bene e male prescinde dall’educazione e dalla famiglia che si ha alle spalle e corrompe gli uomini rendendoli imperdonabili assassini in nome dei valori più vili. A Boston, per l’appunto, un quartiere irlandese del Sud fa da teatro a una guerra della malavita la cui protagonista indiscussa è la banda capitanata dal famigerato Frank Costello, che ha al suo fianco il sergente della Polizia di Stato Colin Sullivan, infiltrato dallo stesso boss nelle forze dell’ordine dove raggiunge una posizione di tutto rispetto. Nel frattempo un allievo respinto agli esami finali della Polizia di Stato, William Costigan jr., vuole comunque rifarsi dalla sconfitta e, forte del sostegno del severissimo sergente Sean Digman e dell’influente capitano Oliver Queenan, si prepara ad una lunga permanenza tra le file dei mascalzoni di Costello per condurre la Polizia alla sua definitiva cattura, il tutto in modo che Frank non sospetti il suo doppiogioco. In un turbine inarrestabile di consegne, tradimenti, scontri a fuoco, informazioni trasmesse sotto codice e nessuna fiducia reciproca gli uni verso gli altri per le reali intenzioni, Costello (che si scoprirà informatore dell’FBI nel momento per lui meno opportuno) ci lascerà le penne, ma la situazione fra i due infiltrati, non appena arriveranno a conoscersi e (dapprima) a complimentarsi a vicenda, non si metterà nel migliore dei modi. The Departed sta per dipartiti, defunti, cari estinti. Tutti (o quasi, se si considera l’integerrimo graduato di M. Wahlberg) i personaggi sono cattolici e peccatori, e muoiono di morte violenta. Cartellino d’ammonizione per il sottotitolo italiano, traditore e incongruo per l’opera cinematografica più cupa, pessimista e forse anche disperata di Scorsese. In un film narrativamente costruito alla perfezione, senza una sbavatura né la perdita di un colpo, grazie anche in parte al suo ritmo veloce, l’adiacenza tra il sistema criminale e il sistema sociopolitico viene descritta come una vergognosa ma irrisolvibile contiguità. Il primo si rispecchia nel secondo come i due giovani protagonisti, che agiscono in modi pressoché sovrapponibili ma per ragioni profondamente diverse, per non parlare dei valori morali che li animano. Hell Street è il luogo fondamentale dell’azione: l’inferno della strada è la strada per l’inferno. Laddove il bene appare più come un’ombra che come un’opzione, il male trionfa e permea tutto un mondo. Esiste un’ulteriore zona di Boston nella quale la malavita organizzata italoamericana signoreggia indisturbata: Providence, che assume un suono ironico in un universo dove non c’è redenzione. Inteso come potere, anzi onnipotenza, il male si incarna in Costello che ha un unico effettivo rivale «che è assente, che è dio». Se non dio, il personaggio di un magistrale Nicholson sopra le righe si sente un demiurgo al centro di tutto, che tutto controlla, e agisce come un padre, uno e trino: non perché questa similitudine si regga su una valenza simbolica, ma bensì per ciò che l’antagonista principale di un film dove la bontà e la cattiveria si compenetrano e si identificano l’una nell’altra, ottiene senza fatica (soldi, donne, inviolabilità fisica). Del tutto opposta a Costello come figura paterna, è il saggio e paziente capitano di M. Sheen, per niente protettivo come la sua antitesi, ma deciso a restituire una dignità al suo "ragazzo" (un L. DiCaprio che regala al pubblico un’interpretazione sofferta e proprio per questo di un’intensità straziante). Altro punto cardine interessante da esaminare, che la sceneggiatura decide per giunta di sviluppare quando la storia è ormai (giustamente) molto avanti, è lo snodo Damon-Wahlberg, fatto di reciproche invidie e rivalità. Uno si appropria dell’indagine al suo momento maggiormente cruciale un secondo dopo che l’altro si è dimesso per l’estrema indignazione provata. Il sorprendente colpo di scena finale ribalta i ruoli, ed è una trovata geniale. V. Farmiga, unica figura femminile nel teatro bellico della violenza maschile che elegge sé stessa come suprema comandante dello scenario in questione, è il raggio di luce sbiadito e labile, ma non perciò infruttuoso, che cerca di ritessere con la psichiatria i fili della criminalità che abbrutisce, involgarisce e conduce alla frustrazione tutti i suoi pazienti. È il film più laico del cattolico Scorsese. Musica di Howard Shore. Premiato con quattro Oscar: film, regia, sceneggiatura non originale, montaggio. Moderato successo di pubblico, straordinario successo di critica. Imperdibile.
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carmen leone
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lunedì 13 aprile 2020
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il top della gang si scorsese
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Riuscire a trovare un buco nero su questo film è quasi impossibile. Studiato tutto nei minimi particolare come solo Scorsese e pochissimi altri registi sanno fare . L’interpretazione degli attori è un qualcosa di sublimemente sopraffino. La trama è tutt’altro che scontata.
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st7no
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lunedì 9 ottobre 2017
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molto probabilmente
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se in questo film non ci fosse stato L. Di Caprio, sarebbe un film che nessuno ricorderebbe. In contro tendenza, a me non e' piaciuto per nulla. Banale a tratti e scontatissimo. Cosa sia davvero successo a Matt Damon, non lo so ma a differenza del vino che invecchiando aumenta il suo valore, lui, film dopo film l ho visto sempre piu' scadere. Peccato..
Di Caprio, invece sempre strepitoso, cio' che tocca quel ragazzo lo trasforma in oro colato ma per il resto, il mio giudizio resta molto negativo.
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laurence316
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sabato 15 luglio 2017
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ciò che conta è sopravvivere
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Basato su Infernal Affairs di Andrew Lau, Alan Mak e Felix Chong, uno dei film di Hong Kong di maggior successo del periodo, scritto da William Monahan (Le crociate), presenta pressoché gli stessi elementi narrativi, ma la sapiente direzione di Scorsese e le ottime interpretazioni da parte dei protagonisti fanno sì che sia qualcosa di più di un banale remake.
E' un film a se stante, che va giudicato nella sua unicità esattamente come la controparte asiatica, evitando risaputi confronti fra le due versioni, eccetto una piccola osservazione riguardante la durata: nonostante sia molto più lungo, le due ore e mezza di The Departed presentano esattamente lo stesso carico di tensione e azione offerti dall'ora e mezza di Infernal Affairs.
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Basato su Infernal Affairs di Andrew Lau, Alan Mak e Felix Chong, uno dei film di Hong Kong di maggior successo del periodo, scritto da William Monahan (Le crociate), presenta pressoché gli stessi elementi narrativi, ma la sapiente direzione di Scorsese e le ottime interpretazioni da parte dei protagonisti fanno sì che sia qualcosa di più di un banale remake.
E' un film a se stante, che va giudicato nella sua unicità esattamente come la controparte asiatica, evitando risaputi confronti fra le due versioni, eccetto una piccola osservazione riguardante la durata: nonostante sia molto più lungo, le due ore e mezza di The Departed presentano esattamente lo stesso carico di tensione e azione offerti dall'ora e mezza di Infernal Affairs.
Il film offre diverse sequenze memorabili, oltre che dialoghi di tagliente ironia (da segnalare la battuta iniziale di Costello: I don't want to be a product of my environment. I want my environment to be a product of me). La suspense regge, gli attori sono funzionali (in particolare DiCaprio e Nicholson), ma The Departed non è, come qualcuno pretenderebbe, il capolavoro di Martin Scorsese. E' solo uno dei migliori film da lui diretti negli anni 2000. E' un film cupo e pessimista, d'ispirazione cattolica fin dal titolo (The Departed sta per dipartiti, defun- ti, cari estinti) e nel raccontare di personaggi che sono tutti peccatori.
Un film in cui il bene e il male (al contrario di quanto lascia intende il [ridicolo] sottotitolo italiano) sono ambivalenti, si scambiano, dove i personaggi spesso non sono come dovrebbero essere.
E' un thriller di azione violenta, infarcito di problematiche psicologiche, un film in cui tutti i personaggi sono di una profonda ambiguità morale. Un film disperato, sconsolato, perfino cupamente ironico nel suo bizzarro finale. Un film da vedere.
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johseph
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domenica 23 aprile 2017
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must nel genere
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Un altra perla di Scorsese. La star indiscussa Nicholson si supera. Cattivo, ironico, leggendario, una prova superba. Di Caprio e il resto del cast si comportano altrettanto bene. Trama da Oscar. Consigliatissimo.
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biso 93
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martedì 26 aprile 2016
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finalmente
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Scorsese dopo gli ottimi film della decade 70-80, torna, dopo alcuni lavori di livello ma non di spicco, a realizzare un gran capolavoro. The departed e' una gangster/spy story di altissimo livello, recitato egregiamente dall' intero cast il quale vanta attori di primo livello, ben inseriti nei personaggi, trainati dal sempre grande Jack Nicholson. Il film verra' ricordato specialmente perche' portera' Scorsese ad aggiudicarsi il tanto cercato, quanto meritato, oscar al miglior regista. Unica pecca, il film e' un ennesimo remake. Vincitore di 4 oscar, The Departed e' un film dinamico, intenso che ti intrattiene e ti sorprende. Il finale e' fottutamente geniale a mio parere.
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Scorsese dopo gli ottimi film della decade 70-80, torna, dopo alcuni lavori di livello ma non di spicco, a realizzare un gran capolavoro. The departed e' una gangster/spy story di altissimo livello, recitato egregiamente dall' intero cast il quale vanta attori di primo livello, ben inseriti nei personaggi, trainati dal sempre grande Jack Nicholson. Il film verra' ricordato specialmente perche' portera' Scorsese ad aggiudicarsi il tanto cercato, quanto meritato, oscar al miglior regista. Unica pecca, il film e' un ennesimo remake. Vincitore di 4 oscar, The Departed e' un film dinamico, intenso che ti intrattiene e ti sorprende. Il finale e' fottutamente geniale a mio parere. Di caprio si conferma un ottimo interprete e Mark Whalberg supera se stesso. Non ci sono italo americani per una volta.
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eric.o
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lunedì 29 febbraio 2016
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the departed
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Uno dei migliori thriller-drammatici a mio parere. Cast spettacolare, un Scorsese che non delude, un film che ti tiene "incollato" fino all'ultimo minuto.
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