The Departed - Il bene e il male |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Jack Nicholson, Mark Wahlberg, Martin Sheen.
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Titolo originale The Departed.
Hard boiled,
durata 149 min.
- USA 2006.
uscita venerdì 27 ottobre 2006.
MYMONETRO
The Departed - Il bene e il male
valutazione media:
4,13
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I defuntidi MarcoFeedback: 0 |
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giovedì 15 febbraio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
The Departed ovvero i defunti. E' questo l'universo che descrive Martin Scorsese, quello di persone che hanno di fronte una strada con solo due vie d'uscita: morte interiore ovvero la perdita della propria identità e del proprio posto nel mondo o la morte fisica, una morte che sicuramente non sarà dolce e indolore, addormentandosi nel proprio letto. Bill Costigan e Colin Sullivan si muovono entrambi all'interno della vicenda mossi da forti motivazioni: il primo vuole riscattare l'immagine di sè e della propria famiglia, nota negli ambienti della mala di Boston, il secondo è spinto da arrivismo sociale e da forti ambizioni. Entrambi per buona parte della propria vita hanno mostrato due diverse facce di sè stessi e nel momento in cui i loro destini finiranno con l'incrociarsi questo trasformismo, questa mimetizzazione diventeranno ancora più latenti e pericolosi. Il bene e il male, quel sottilissimo confine tra i due opposti manichei, che viene continuamente superato, finendo spesso per fonderli l'uno nell'altro. La dicotomia tra verità e menzogna, la consapevolezza che quasi mai la prima ha la meglio sulla seconda ("Devo solo mentire. E' quello che so fare meglio" dice ad un certo punto Colin) e che il tradimento è sempre dietro l'angolo anche da parte di chi non avremmo mai sospettato. Nella società in cui più di tutto è importante apparire nulla è quello che sembra e tutti hanno qualche cosa da nascondere. Certo, saranno tematiche affrontate milioni di volte, ma raramente con tanta grandezza, con tanta maestria narrativa e stilistica. Il personaggio di Di Caprio è esemplare di chi ha perso la propria identità e non si può fidare ormai più di nessuno, se non di una psichiatra conosciuta da poco, ancora una volta rimando a come sia più facile fidarsi degli estranei che non di chi ci circonda e ci conosce. L'unico valore realmente vivo e palpabile è quello dell'individualismo, con perdita di un centro nevralgico, tanto più che entrambi i protagonisti sono senza famiglia, uno degli elementi che invece sono stati sempre tanto a cuore a Scorsese. In questo caso sia Billy che Colin si devono accontentare di due figure di ripiego, di due padri putativi (Sheen per Di Caprio e Nicholson per Damon) da amare e da odiare, intercambiali per necessità. Questo non fa altro che aumentare la solitudine e quell'aura tragica che le due "talpe" si portano appresso e che caratterizzera tutte le loro azioni e i relativi momenti di cedimento. Non siamo in presenza del montaggio frenetico e della fiumana musicale di "Goodfellas", manca il gigantismo iconografico di "Casinò", l'ambientazione non è quella cara della New York italo americana, ma questi sono tutti elementi a favore di Scorsese che mostra così la sua straordinaria duttilità e capacità di reinvatare ed adattarsi. Un impianto stilistico forse più classico e canonico rispetto ad altri lavori, ma comunque ricco di scorsesismi di prim'ordine: zoom a schiaffo, movimenti di macchina mai banali, nè tanto meno gratuiti, grandi scene d'azione e citazionismo cinematografico.(dall'apertura o chiusura ad iride di alcune sequenze alla presenza delle X che annunciano la morte come in Scarface di Hawks) Tensione che non cala mai e raggiunge vette altissime soprattutto nel confronto Nicholson-Di Caprio al tavolo del bar, una seconda parte di film veramente monumentale, con scene stupende e di impressionante impatto fino a convergere in un finale secco, freddo e spietato e inevitabile.
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