gvudu
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lunedì 27 dicembre 2010
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forse non tutti sanno che a storia di geremia...
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E' ispirata a Birolo, il panettaio di Corso Svizzera (credo Paolo mi disse angolo via Balme) a Torino. Proprietario di decine di alloggi si fingeva povero in canna e raccoglieva da terra le verdure al mercato ortofrutticolo della via e li cuoceva nelle focacce ripiene. Gliene avevano parlato mentre era a Torino per il Divo e poi era andato a verificare di persona. La somiglianza è spettacolare!
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luca scialò
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domenica 18 luglio 2010
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lo squallore che impera
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Geremia de' Geremei è un viscido strozzino, che ha una sartoria divenuta ormai solo un'attività di copertura. Vive con la madre, situata perennemente nel letto, in una casa decadente, arsi entrambi da un'avarizia che li sta logorando in una vita squallida. Il tutto fino a quando non incontrerà una giovane ragazza bella come una fata...
Sorrentino ci racconta la storia di un personaggio squallido, ben interpretato da Giacomo Rizzo, anche se calca troppo la mano e lo stereotipizza un pò troppo. Ha voluto dare al film il sapore dello squallore, ma anzichè essere un condimento a piccole dosi, diventa il sapore prevalente, fastidioso, che non lascia apprezzare il film.
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Geremia de' Geremei è un viscido strozzino, che ha una sartoria divenuta ormai solo un'attività di copertura. Vive con la madre, situata perennemente nel letto, in una casa decadente, arsi entrambi da un'avarizia che li sta logorando in una vita squallida. Il tutto fino a quando non incontrerà una giovane ragazza bella come una fata...
Sorrentino ci racconta la storia di un personaggio squallido, ben interpretato da Giacomo Rizzo, anche se calca troppo la mano e lo stereotipizza un pò troppo. Ha voluto dare al film il sapore dello squallore, ma anzichè essere un condimento a piccole dosi, diventa il sapore prevalente, fastidioso, che non lascia apprezzare il film.
I personaggi dei suoi film precedenti sono più chiari, lineari, non eccessivamente caratterizzati. E soprattutto, dopo questo film arriverà il suo capolavoro, che gli permetterà di redimersi...
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(di angelo umana)
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kronos
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domenica 13 giugno 2010
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luci e ombre
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E' il film più squilibrato di Paolo Sorrentino: superlativo sotto il profilo tecnico/estetico ma incongruo sotto quello stilistico e narrativo. Si ha la sensazione che le singole sequenze, pur notevoli, manchino d'amalgama con quelle precedenti e successive.
Insomma, un repertorio audio-visivo di sicuro impatto ma che non costituisce un 'vero' e armonico film. Desta perplessità anche l'incessante sentenziosità del piccolo protagonista: certi dialoghi suonano meglio in bocca a Charles Bronson o Clint Eastwood...
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antrace
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giovedì 6 maggio 2010
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gli abissi dell'uomo
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Il film si apre e si chiude con una testa di donna insabbiata , che ha veste monacale nella prima inquadratura e ne è priva dopo . Questo esordio sembra un disegno bizzarro di Jacovitti , il capo contratto anzichè il piedone delle vignette . Poi si snoda la vicenda di Geremia , un cravattaro dell'agro pontino,
orrido , goffo,malaticcio che vive solo con la madre anziana inferma .Geremia associa ai bassi guadagni minuziosi espedienti quotidiani, nasconde il suo denaro, non ha relazioni sociali , nè tantomeno affettive , consapevole che la sua condizione bruta ha varcato i confini della tolleranza umana. Questua qua e là beni spiccioli , cerca furtivi godimenti erotici con qualche donna , sopravvive a se stesso con una melliflua rete di ammiccamenti , masssime sentenziose,
crudi adescamenti o sorde minacce ai clienti .
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Il film si apre e si chiude con una testa di donna insabbiata , che ha veste monacale nella prima inquadratura e ne è priva dopo . Questo esordio sembra un disegno bizzarro di Jacovitti , il capo contratto anzichè il piedone delle vignette . Poi si snoda la vicenda di Geremia , un cravattaro dell'agro pontino,
orrido , goffo,malaticcio che vive solo con la madre anziana inferma .Geremia associa ai bassi guadagni minuziosi espedienti quotidiani, nasconde il suo denaro, non ha relazioni sociali , nè tantomeno affettive , consapevole che la sua condizione bruta ha varcato i confini della tolleranza umana. Questua qua e là beni spiccioli , cerca furtivi godimenti erotici con qualche donna , sopravvive a se stesso con una melliflua rete di ammiccamenti , masssime sentenziose,
crudi adescamenti o sorde minacce ai clienti . Geremia filosofeggia con le sue vittime , si presenta come l'ineffabile amico di famiglia, disposto a prestare loro soccorso economico , sapendo che per il suo lucro potrà azzannarle . Sembra inossidabile nel cinismo , privo di scrupoli , finchè non cede
al desiderio di una ragazza e non viene ingannato e soggiogato dalla sua avvenenza . Il film è sopra le righe , nello stile di Sorrentino, tenebroso quanto surreale , unisce il gusto teatrale di Fellini alle immagini del neorealismo di De Sica , un romanzo d'appendice tradotto in sequenze spoglie ma non prive di suggestione . Geremia è sempre solo quando esce per strada , sempre curvo e furtivo , va verso casa mentre la folla si assiepa ad un concorso di teen agers portando con sè delle sedie per prendere posto ; non immagina che pure scansando la folla non riuscirà a mantenere il suo beffardo riparo , e poroprio in quella piazza viene premiata la fanciulla che lo colpirà . Ottima l'interpretazione di Giacomo Rizzo , sapiente la sceneggiatura , abile comprimario Fabrizio Bentivoglio -
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taniamarina
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martedì 12 maggio 2009
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mai confondere l'insolito con l'impossibile
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L'unico errore in questo film è la locandina che non gli rende onore. Per il resto è un film italiano degno della migliore gloria nostrana, un lucidissimo raccontare delle persone che vivono in toni bassi, e che quando cercano di emergere cadono giù, rovinosamente, in una condizione peggiore della precedente. Giacomo Rizzo è "mostruosamente" bravo come anche gli altri attori, Laura Chiatti è bellissima ma ancora immatura per queste pellicole, la madre è dipinta in modo straordinario. Un capolavoro che fa risorgere le nostre glorie, anche se non ha avuto il successo che meritava. Clicca Taniamarina su google :)
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anonimo
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lunedì 26 maggio 2008
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fabrizio bentivoglio è gino per paolo sorrentino
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Gino (Fabrizio Bentivoglio) è un vecchio cowboy anacronistico, che ha l'amata moglie in coma. Diventerà prima un cliente dell'usuraio Geremia De Geremei, poi il suo killer e poi gli fregherà la donna (derubandolo anche di una ingente somma di denaro) e se ne andrà (scaricando la ragazza).
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buika
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martedì 20 maggio 2008
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grande rizzo
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giacomo Rizzo era da tempo un attore sottovalutato,in questo film è stato bravissimo,nel descrivere il personaggio
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peter
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domenica 24 febbraio 2008
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film noioso
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Classico film d'autore. giurassico!
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flavio
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giovedì 14 febbraio 2008
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fortissimo
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l'ATTORE CHE NON HO MAI VISTO RECITARE PRIMA, E' UN MOSTRO DI BRAVURA...
bELLISSIMO E ORIGINALISSIMO
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