L'amico di famiglia

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Un film di Paolo Sorrentino. Con Giacomo Rizzo, Fabrizio Bentivoglio, Laura Chiatti, Gigi Angelillo.
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Drammatico, durata 110 min. - Italia 2005. uscita venerdì 10 novembre 2006. MYMONETRO L'amico di famiglia * * * - - valutazione media: 3,38 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
marbus lunedì 16 settembre 2013
bell'amico Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
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Ogni volta che si guarda un film di Sorrentino, si viene catapultati in un mondo unico e particolare, esattamente come avveniva con Fellini. Questa nerissima commedia non fa eccezione. La sgradevolezza copre tutto e tutti, persone e cose. Non c'è un solo personaggio che abbia in se un seme di bontà , di pudore o una qualche possibilità di salvezza. E quello che più di tutti paga lo scotto di questa vita chiusa tra quattro mura , siano esse fisiche o interiori, è Geremia, il protagonista della pellicola nonchè il personaggio apparentemente e programmaticamente più squallido. Un uomo a cui il denaro più che per vivere nel lusso (abita in una specie di topaia)serve alimentare in se stesso una sensazione di potere che possa preludere ad una vana speranza di salvezza. [+]

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fabuciz martedì 10 settembre 2013
sorrentino sottotono Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
100%

la figura del viscido strozzino risulta troppo grottesca e i personaggi troppo cliché. Sicuramente Sorrentino ha voluto dar risalto allo squallore dii una vita simile, fatta di assurdi risparmi e avidità spesso crudeli ma alla lunga diventa un film fastidioso e noioso. Diverse situazioni sono poco credibili, in alcuni punti il montaggio è impreciso e le inquadrature "datate". L'idea dell'avaro truffato funziona sempre per rendere più gradevole la storia è, in ogni caso, tutt'altro che originale

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filippo catani martedì 30 luglio 2013
un microcosmo popolato da personaggi sciagurati Valutazione 4 stelle su cinque
42%
No
58%

Agro Pontino. Geremia de' Geremei di professione "ufficiale" fa il sarto ma ciò che lo rende "famoso" è la sua attività di usuraio. L'uomo vive in una casa improponibile con l'anziana e malata madre e deposita scrupolosamente in una cassetta di sicurezza tutto il denaro che accumula. Un giorno però la conoscenza di una bella e giovane donna lo manderà in crisi.
Sorrentino ci regala un amaro ritratto di una parte del nostro paese e dei personaggi che ne abitano questo squallido sottobosco. Geremia (uno straordinario Rizzo) è un personaggio terrificante: a parte la ripugnanza fisica, è la sua mancanza completa di moralità che ne fa un vero mostro. [+]

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gufetta76 lunedì 29 luglio 2013
se dio esistesse non mi si sarebbe accanito contro Valutazione 4 stelle su cinque
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Ottimo. Immenso il protagonista , la sua ridicolizzazione del male, la rappresentazione dell'ipocrsia e della superficialità in modo ironico e farsesco rendono questa opera gustosa, divertente ma anche riflessiva. Film veloce, fotografia perfetta come al solito. Eccelso il protagonista, purtroppo però esistono attrici come Laura Chiatti : pessima

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dario domenica 28 luglio 2013
prevedibile ma curato Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
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La regia riesce a tenere in piedi una storia prevedibile, scontata, zeppa di luoghi comuni e di scaltrezze convenzionali. Debole la storia, giocata su stereotipi e su personaggi caricaturati. Ma sicura e robusta la narrazione. Una certa asciuttezza aiuta l'operazione. Bravi gli attori, recite al disopra dello standard del cinema medio italiano. Rizzo colma la mancanza di personalità, per una figura del genere, grazie ad un certo istrionismo. Il migliore è Bentivoglio, una sorpresa gradevolissima.  

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gianleo67 mercoledì 6 marzo 2013
viscido qusimodo dell'agro pontino Valutazione 3 stelle su cinque
40%
No
60%

Piccolo e sgraziato, Geremia ha una modesto negozio di sartoria che in realtà usa come copertura per i suoi loschi traffici di usuraio, coadiuvato da un barista col pallino della musica country e da una bizzarra coppia di pizzaioli gemelli che usa come guardiaspalle tuttofare. Vive con la madre perennemente allettata in una casa umida e malandata, accumulando denaro e sperando una volta o l'altra di far breccia nel cuore di una donna che ne ammiri l'eloquio garbato e colto. La sua vita subisce una svolta quando conosce Rosalba, avvenente e spregiudicata figlia di una delle sue 'vittime' e soprattutto quando un ricco sedicente industriale dei sanitari gli propone l'affare della vita. [+]

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davide chiappetta mercoledì 28 marzo 2012
capolavoro mancato Valutazione 2 stelle su cinque
18%
No
82%

Sorrentino e uno dei pochissimi registi italiani, che si contino su un solo palmo della mano, che riesce ancora a dire qualcosa e affascinare con il suo modo di girare e montare, ma qui chi la fa da padrona è il grande Giacomo Rizzo caratterista delle commedie erotiche all'italiana e 'Rigoletto' nel film mediocre 'Novecento' di Bertolucci. Se leviamo lui che sorregge quasi tutto il film con la sua grandissima recitazione e mimica espressiva e una colonna sonora e regia sorprendente (a volte sembra di oscillare tra territori gangsteristici scorsesiani e situazioni morettiane senza soluzione di continuità) rimane ben poco da valorizzare, anzi ... , il film è pieno di luoghi comuni e simboli eccessivi: il documentario che si guarda la madre malata al letto che mostra animali che si mangiano fra loro, sguardi surreali e pensieri onirici improvvisi del protagonista che non stanno ne in cielo ne in terra anche se furbescamente si innestano bene nell'umore del film, un surrealismo lynchiano casareccio da parte di Bentivoglio, il voler a tutti i costi mostrare Rizzo che sia affamato sia di bellissime donne ma anche che frequenti posti e persone laide e lerce, incongruenze di sceneggiature, recitazione puerile e dilettantesca da parte della Chiatti e il padre di lei Angelillo (da poter competere con le peggiori telenovelas italiane) e l'assurdità da parte dell'usuraio di poter sganciare un milione di euro così facilmente come soffiarsi il naso senza aver prima fatto qualche minima indagine ai destinatari ma lasciandosi consigliare solo dal suo falso amico (la cui posizione nel film parte intererssante ma via via mostra telefonicamente tutte le sue carte) e non ultimo alcune pretenziosità del protagonista nel continuo citare aforismi (solo alcune veramente azzeccate), tutto ciò fa del film un mancato capolavoro, se poi il protagonista fa di tutto per apparire bruttissimo e orribile senza lasciare allo spettatore uno spiraglio di simpatia (i suoi avversari sono peggio di lui ma perchè alcuni recitano da cani) il resto si puo immaginare. [+]

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katamovies mercoledì 2 novembre 2011
this (should) must be the movie Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

in poche parole, questo film ha quello che manca all'ultimo di sorrentino: un personaggio protagonista di grande impatto e forza. al confronto con i personaggi protagonisti di questo film, de "il divo" e de "le conseguenze dell'amore", cheyenne appare sbiadito come una vecchia figurina. privo delle sfaccettature, della complessità degli altri tre. 
in questo film abbiamo un anziano sarto, geremia de' geremei, alle prese con la vecchia madre anziana e malata. è brutto, povero, privo di fascino, un essere repellente e penoso. dopo poco si scopre che questo personaggio è molto di più che un povero vecchio inchiodato ad una vita di miseria e solitudine. [+]

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mara65 giovedì 14 luglio 2011
arriva il grottesco Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

Dopo i temi noir e il clima rarefatto de Le conseguenze dell'amore, Sorrentino cambia genere. Punta al grottesco, con questo personaggio strampalato, Geremia de Geremei, usuraio. Costruisce attorno una storia abbastanza classica, dove può cimentarsi con il suo stile inconfondibile. Ottime le geometrie che cerca nel taglio delle inquadrature. Lui stesso dice che il film è stato girato a Latina, per ritrovare quelle architetture spaziali alla De Chirico, nate sotto il periodo fascista. Secondo me, il finale tagliato (quello proiettato al festival di cannes) è migliore di quello che è stato montato nel film finale. Anche altre scene tagliate (presenti a cannes) sono molto belle ed è un peccato che siano state tagliate.

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mario_platonov venerdì 28 gennaio 2011
l'estetica del brutto e del ridicolo Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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Sorrentino riesce, tra i pochi in Italia, a raccontare storie totalmente immerse nel reale attraverso un linguaggio fatto di eccessi e di simboli, con una regia che sembra sempre “oltrepassare” i protagonisti in scena per soffermarsi su una realtà difficile da afferrare.
L’amico di famiglia è un perfetto esempio di questo cinema. La camera ci porta oltre le vicende di Geremia (sarto e usuraio), ampliando con tono amaro e ironico le distorsioni della provincia italiana acuite da un linguaggio cinematografico tendente al grottesco ma proprio per questo più efficace.
E nelle vicende di questo piccolo grande usuraio del basso Lazio - personaggio la cui spregevolezza morale viene esaltata dalla ripugnanza del suo aspetto fisico e dal deterioramento di tutto ciò che lo circonda (la casa, la madre) – Sorrentino riesce a tenere la storia su un piano che esula dal moralismo più facile. [+]

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