elisa
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mercoledì 18 aprile 2007
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a dannyd
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Intanto l'arbitro partecipa intervenendo e il regista crea:tutto quello che avviene passa da lui ed è espressione della sua personale (da uno stesso soggetto si potrebbero trarre pellicole dagli esiti stilistici più vari)visione intanto della vicenda che racconta ma,se vale come vale Sorrentino,anche della vita.Se la sceneggiatura è mediocre dipende dalla sua scarsa sensibilità,i fronzoli come li chiama lei sono tutt'altro che orpelli virtuosistici,tutto è funzionale a delineare i caratteri e lo stile è maturo e coerente con l'affresco umano che con dialoghi di una umanità che sa vivere con "filosofia" e con immagini "felliniane" si propone di realizzare.Io l'ho visto da vicino in un'ora di piacevolissima conversazione in occasione di una tavola rotonda proprio su questo film ed è stato straordinario:ironico,sarcastico con chi gli poneva domande improponibili o per stupidità o per falsa modestia o per provocazione.
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Intanto l'arbitro partecipa intervenendo e il regista crea:tutto quello che avviene passa da lui ed è espressione della sua personale (da uno stesso soggetto si potrebbero trarre pellicole dagli esiti stilistici più vari)visione intanto della vicenda che racconta ma,se vale come vale Sorrentino,anche della vita.Se la sceneggiatura è mediocre dipende dalla sua scarsa sensibilità,i fronzoli come li chiama lei sono tutt'altro che orpelli virtuosistici,tutto è funzionale a delineare i caratteri e lo stile è maturo e coerente con l'affresco umano che con dialoghi di una umanità che sa vivere con "filosofia" e con immagini "felliniane" si propone di realizzare.Io l'ho visto da vicino in un'ora di piacevolissima conversazione in occasione di una tavola rotonda proprio su questo film ed è stato straordinario:ironico,sarcastico con chi gli poneva domande improponibili o per stupidità o per falsa modestia o per provocazione.Ha ragione ad essere "presuntoso" come lo definisce lei perché in un mondo di orbi ci vede per tutti.
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lalli
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martedì 10 aprile 2007
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bravo sorrentino
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pietro maiello
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martedì 3 aprile 2007
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l'arte, quella profonda, un cerchio perfetto
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Uno dei più bei film che abbia mai visto, introspettivo, sottile, pieno di sfumature, un Carlo Rizzo strepitoso, Laura Chiatti di una sensualità ed espressività da far tremare.
Ma la vera maestria c'è nel regista e nella fotografia, Paolo Sorrentino sei stato veramente strepitoso, questo non è un film è un quadro, è uno spettacolo, qualcosa da ammirare, qualcosa di bello, che non va esaminato e spulciato, va semplicemente sentito. Quando guardi un tramonto non stai li ad esaminarlo, a pensare a che sfumature di giallo arancio abbia, ma semplicemente rimani così, attonito immobile ad "ascoltare", così è questo film.
Posso sembrare eccessivamente entusiasta, ma credetemi non lo sono, quello che viene fuori dai volti dei personaggi, anche i più insignificanti è superbo, un film che non basta vedere una volta.
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Uno dei più bei film che abbia mai visto, introspettivo, sottile, pieno di sfumature, un Carlo Rizzo strepitoso, Laura Chiatti di una sensualità ed espressività da far tremare.
Ma la vera maestria c'è nel regista e nella fotografia, Paolo Sorrentino sei stato veramente strepitoso, questo non è un film è un quadro, è uno spettacolo, qualcosa da ammirare, qualcosa di bello, che non va esaminato e spulciato, va semplicemente sentito. Quando guardi un tramonto non stai li ad esaminarlo, a pensare a che sfumature di giallo arancio abbia, ma semplicemente rimani così, attonito immobile ad "ascoltare", così è questo film.
Posso sembrare eccessivamente entusiasta, ma credetemi non lo sono, quello che viene fuori dai volti dei personaggi, anche i più insignificanti è superbo, un film che non basta vedere una volta. Paolo Sorrentino un uomo che ti riconcilia con il cinema,
andando oltre, risvegliando quell'arte che è in ognuno di noi, che è il saper guardare e accorgerci di quanto sia immensamente profondo il mondo che ci circonda, bello o brutto che sia.
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darjus
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sabato 31 marzo 2007
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favola rovesciata
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“Tutti rubano, Geremì, e tutti sono infelici” dice la madre, dolente e distesa sul letto, al figlio usuraio. Non v’è speranza né redenzione in questa terra, dove sono il calcolo e la violenza della disperazione a dominare. Non v’è redenzione per un uomo come Geremia: repellente alla vista, arido e cinico dentro, ma in fondo umano, perché coartato dall’istinto di sopravvivenza che rende «cattivi» i «buoni», che altrimenti “morirebbero bambini”. E non v’è speranza, né salvezza per gli altri personaggi: vittime della loro stessa natura, dei loro passati e delle loro scelte nefaste, si dimenano per un pezzo di sogno nel mezzo dell’Agro pontino, che sembra la provincia americana, ma è solo un non-luogo statico e stantio, fatto di incubi malsani e visioni di morte.
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“Tutti rubano, Geremì, e tutti sono infelici” dice la madre, dolente e distesa sul letto, al figlio usuraio. Non v’è speranza né redenzione in questa terra, dove sono il calcolo e la violenza della disperazione a dominare. Non v’è redenzione per un uomo come Geremia: repellente alla vista, arido e cinico dentro, ma in fondo umano, perché coartato dall’istinto di sopravvivenza che rende «cattivi» i «buoni», che altrimenti “morirebbero bambini”. E non v’è speranza, né salvezza per gli altri personaggi: vittime della loro stessa natura, dei loro passati e delle loro scelte nefaste, si dimenano per un pezzo di sogno nel mezzo dell’Agro pontino, che sembra la provincia americana, ma è solo un non-luogo statico e stantio, fatto di incubi malsani e visioni di morte. Con uno stile barocco e visionario (straordinario l’uso eccessivo e ridondante di carrelli e piani sequenza), che s’intrufola sovente nel racconto condizionandone l’effetto su chi guarda, Sorrentino mette in scena un disturbante «noir partenopeo» che sembra una favola rovesciata: la principessa bacerà il rospo, ma questi non diverrà principe. ***
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amanda
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martedì 13 febbraio 2007
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l'apoteosi del disgusto
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l'idea è buona ma a mio avviso il regista, del quale non ho visto gli altri film, mi pare si soffermi troppo a caratterizzare il protagonista, che risulta eccessivamente caricato di enfasi grottesca da non lasciar spazio agli altri che appaiono deboli di fronte al troppo forzato carisma del primo. La trama è scarna e sul finale un pò scialba, non originale come suggerirebbe l'aspettativa che ci si fa all'inizio: Mi pare poi che alcuni improbabili personaggi nascano all'unico scopo di riconfermare la fisicità perversa e viscida del protagonista. Un filo pretenziosa la siglia iniziale, più simile ad un video musicale (tra l'altro dei più patinati) che all'introduzione di una storia. Notevole invece la colonna sonora, ricercata e per certi versi più rappresentativa, nell'avvicendarsi delle musiche, del contrasto tra apparenza e sostanza delle immagini.
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(di luca maiello)
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titta di girolamo
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sabato 6 gennaio 2007
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i buoni muoiono bambini
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senza parole...paolo sei un mito...
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dannyd
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giovedì 14 dicembre 2006
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sorrentino presuntuoso
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Ha perso di onestà nel corso della sua ancor breve carriera sorrentino. penso che dopo l'uomo in più con la presunzione che sta tirando fuori film dopo film non riuscirà a fare più grandi cose.
In questo film è sembrato un pò uno di quegli arbitri che vogliono essere più protagonisti dei calciatori; con una regia invasiva e ricca di inutili fronzoli, immagini di dubbia bellezza, inquadrature gratuite ha prodotto un film assolutamente mediocre e decisamente lento basandosi inoltre su una sceneggiatura tutt'altro che interessante o innovativa (vedi l'imbalsamatore).
Bravo però nella scelta degli attori tutti giusti ed in parte (STREPITOSO RIZZO bravi quasi tutti gli altri) e soprattutto coraggioso nell'andare controtendenza scegliendo attori VERI, come Rizzo, che vengono dal teatro o che comunque fanno questo mestiere e non improvvisati ed inascoltabili ragazzi presi dalla strada (il neorealismo è finito tanto tempo fa, il cinema senza attori di razza non può esistere).
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area
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mercoledì 6 dicembre 2006
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non c'è due senza tre
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Se il primo film poteva essere un caso, il secondo ha confermato le potenzialità di Sorrentino, il terzo lo ha già inserito nei più bravi registi del momento.
Dopo aver fatto scoprire al grande pubblico Toni Servillo, lancia il non più giovane Rizzo, veterano del teatro napoletano.
Film assolutamente non banale con il classico colpo a sorpresa finale targato Sorrentino.
Film per chi ama il cinema, ma non quello di Boldi e De Sica.
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claudia
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mercoledì 6 dicembre 2006
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l'intelligenza con arte
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capolavoro assoluto...un film girato con maestria con un cast di sorpendente bravura ideato con arguzia e sorretto da un'indomita lucidità di analisi. degno discendente dei suoi predecessori
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