tizianastanzani
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martedì 11 gennaio 2011
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gli occhi, la visione, l'inganno
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Ancora una volta un romanzo antico (1956) dal Maestro della fantascienza P. K. Dick, tanto ossessionato dagli occhi quanto dall’inganno che possono trarre. E ancora un omaggio a Kubrick da parte di Spielberg, nell’istante in cui gli occhi di Cruise vengono spalancati dallo strumento divaricatore. “Minority Report” è un film sul cinema, cioè sugli occhi: sugli occhi del Governo che puntano tutti, nel presente, nel passato e ora anche nel futuro, invadendo la nostra privacy, i nostri pensieri più intimi, e interrompono lo scorrere degli eventi karmici al punto che gli occhi divengono ciechi, e servono al solo riconoscimento di un corpo che arriva sempre in ritardo, perché il cinema non basta più, occorrono altri occhi, altri dispostivi percettivi con cui leggere la realtà.
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Ancora una volta un romanzo antico (1956) dal Maestro della fantascienza P. K. Dick, tanto ossessionato dagli occhi quanto dall’inganno che possono trarre. E ancora un omaggio a Kubrick da parte di Spielberg, nell’istante in cui gli occhi di Cruise vengono spalancati dallo strumento divaricatore. “Minority Report” è un film sul cinema, cioè sugli occhi: sugli occhi del Governo che puntano tutti, nel presente, nel passato e ora anche nel futuro, invadendo la nostra privacy, i nostri pensieri più intimi, e interrompono lo scorrere degli eventi karmici al punto che gli occhi divengono ciechi, e servono al solo riconoscimento di un corpo che arriva sempre in ritardo, perché il cinema non basta più, occorrono altri occhi, altri dispostivi percettivi con cui leggere la realtà. Dick, maestro del paradosso per eccellenza, è perfettamente compreso dal Regista, che si riscatta finalmente dall’ultima e noiosa sua creazione (A.I.) con un trionfo del vedere, che diventa soffrire lucidamente, fotogramma dopo fotogramma, non riuscendo più a vedere ciò che accade o accadrà. Sembra quasi che lo scorrere della narrazione venga negata a scatti, quasi sovrapposta alla realtà che diviene sempre più incerta e negata anch’essa, ancor prima dei titoli di testa. Le visioni che appaiono come sogni sugli schermi della Precrimine, sembrano immagini tratte dal passato, non dal futuro. Spielberg firma così la morte dell’occhio (ma non quella del Cinema) e con essa la morte del tempo, ben sapendo che il futuro altro non è che la memoria del passato. Ritroviamo un Cruise sempre in forma smagliante, sebbene ancora prigioniero di missioni impossibili. Agli appassionati del genere giallo non saranno sfuggiti i nomi dei tre ragazzi precognitivi: Agatha come Christie, Dashiell come Hammett e Arthur come Conan Doyle.
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renato c.
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venerdì 30 dicembre 2011
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e' giusto prevenire un delitto?
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Steven Spielberg si cimenta questa volta con un argomento insolito: la prevenzione di un delitto prima che questo accada!
La gente viveva più tranquilla?! Il film è ambientato nel fantascientifico 2054 dove sarebbero esistiti i mezzi per poter arrivare a prevenire i delitti! Ma era giusto arrestare chi aveva intenzione di commettere il delitto come se lo avesse già commesso?! O forse c'era, come dice il film, un finale alternativo? A parte il primo episodio dove un marito supermiope quando si trova cornificato viene fermato prima di colpire a morte con un paio di forbici moglie e amante ed arrestato come se li avesse già uccisi! Giusto fermarlo prima che compia l'omicidio, ma non era quello un po' un raptus passionale travandosi proprio in quel momento sul luogo con la vista del tradimento che col passare del tempo si sarebbe smorzato?! Punire la moglie fedifraga senza arrivare all'uxoricidio e senza andare in galera per niente! Diversa cosa può essere l'omicidio premeditato, di vendetta, cosa che prende il protagonista che viene spinto alla vendetta da forze più grandi di lui! E alla fine, era giusto che tutti questi potenziali assassini vengano tutti rimessi in libertà? Non erano esseri pericolosi che sarebbero potuti arrivare veramente ad altri omicidi!? E' una cosa a cui è diffili rispondre perchè si va da un estremo all'altro!
Ad esmpio, io sono contrario alla pena capitale, ma ho sentito di certi casi di gente a cui la pena capitale era stata commutata in ergastolo o meno ancora, o evasi prima dell'esecuzione che hanno poi compiuto più di un omicidio! Se fossero stati giustiziati prima non sarebbero morte delle brave persone innocenti! Il più clamoroso di questi fatti è stata la strage di Pontevico del 1990: un'intera famiglia sterminata per un un bottino di 300.
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Steven Spielberg si cimenta questa volta con un argomento insolito: la prevenzione di un delitto prima che questo accada!
La gente viveva più tranquilla?! Il film è ambientato nel fantascientifico 2054 dove sarebbero esistiti i mezzi per poter arrivare a prevenire i delitti! Ma era giusto arrestare chi aveva intenzione di commettere il delitto come se lo avesse già commesso?! O forse c'era, come dice il film, un finale alternativo? A parte il primo episodio dove un marito supermiope quando si trova cornificato viene fermato prima di colpire a morte con un paio di forbici moglie e amante ed arrestato come se li avesse già uccisi! Giusto fermarlo prima che compia l'omicidio, ma non era quello un po' un raptus passionale travandosi proprio in quel momento sul luogo con la vista del tradimento che col passare del tempo si sarebbe smorzato?! Punire la moglie fedifraga senza arrivare all'uxoricidio e senza andare in galera per niente! Diversa cosa può essere l'omicidio premeditato, di vendetta, cosa che prende il protagonista che viene spinto alla vendetta da forze più grandi di lui! E alla fine, era giusto che tutti questi potenziali assassini vengano tutti rimessi in libertà? Non erano esseri pericolosi che sarebbero potuti arrivare veramente ad altri omicidi!? E' una cosa a cui è diffili rispondre perchè si va da un estremo all'altro!
Ad esmpio, io sono contrario alla pena capitale, ma ho sentito di certi casi di gente a cui la pena capitale era stata commutata in ergastolo o meno ancora, o evasi prima dell'esecuzione che hanno poi compiuto più di un omicidio! Se fossero stati giustiziati prima non sarebbero morte delle brave persone innocenti! Il più clamoroso di questi fatti è stata la strage di Pontevico del 1990: un'intera famiglia sterminata per un un bottino di 300.000 lire ad opera di evasi! Però non voglio arrivare al facile giudizio "Meglio che muoia un delinquente piuttosto che un innocente!" La mia morale cattolica mi impedisce di dare questi giudizi salomonici anche se pienamente comprensibili!
Tornando al film lo trovo un buon film con ottimi interpreti, specialmente Tom Cruise e Max von Sydow!
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tommaso batimiello
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lunedì 11 ottobre 2010
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libertà senza libero arbitrio
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Siamo in un futuro non troppo lontano, l’uomo ha inventato un sistema per eliminare per sempre gli omicidi e sono sei anni ormai che a Washington non si consuma un delitto.
Attraverso le previsioni di tre esseri sensitivi, uno speciale corpo di Polizia, la Pre-crimine, arresta i “colpevoli” prima che il reato possa aver luogo.
La squadra è guidata dal detective John Anderton (Tom Cruise), preciso e zelante sul lavoro. Ma nella vita privata John è diventato un tossicodipendente che s’imbottisce di droghe per riuscire a superare la scomparsa del suo figlioletto Sean.
Il sistema sembra essere perfetto, a prova di errore, e il suo impiego su scala nazionale è alle porte, ma tutto cambia quando è proprio Anderton ad essere individuato come un potenziale omicida.
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Siamo in un futuro non troppo lontano, l’uomo ha inventato un sistema per eliminare per sempre gli omicidi e sono sei anni ormai che a Washington non si consuma un delitto.
Attraverso le previsioni di tre esseri sensitivi, uno speciale corpo di Polizia, la Pre-crimine, arresta i “colpevoli” prima che il reato possa aver luogo.
La squadra è guidata dal detective John Anderton (Tom Cruise), preciso e zelante sul lavoro. Ma nella vita privata John è diventato un tossicodipendente che s’imbottisce di droghe per riuscire a superare la scomparsa del suo figlioletto Sean.
Il sistema sembra essere perfetto, a prova di errore, e il suo impiego su scala nazionale è alle porte, ma tutto cambia quando è proprio Anderton ad essere individuato come un potenziale omicida. Nonostante John non abbia mai visto l’uomo che sembra essere destinato ad uccidere, non gli resta che darsi alla fuga, inseguito dalla sua ex squadra guidata ora Danny Witwer (Collin Farrel), un ispettore federale alla costante ricerca di difetti nel sistema della Pre-crimine.
L’omonimo racconto da cui il film è tratto o dal quale, più che altro, Spielberg ha preso spunto, è un’opera dello scrittore cult di fantascienza Philip K. Dick. Romanzi e racconti dello scrittore americano furono trasposti sul grande schermo, come “Do Androids Dream of Electric Sheep?” (al cinema Blade Runner), “Atto di forza”, “Screamers”, “Next” e lo stesso Minority Report. Enorme, poi, fu poi l’influenza che le opere di Dick ebbero su film come “Memento”, “L’esercito delle dodici scimmie”, “Matrix” e “The Truman Show”.
A metà tra il thriller psicologico e una riflessione fantapolitica, il film si distacca dal romanzo su alcuni punti. Il finale del romanzo era molto più cupo, perentorio, nello stile di Dick e non era certo consolatorio come quello del film. In secondo luogo, il mondo ideato da Dick la tecnologia, seppur chiaramente futuristica, non aveva quella valenza di ossessività e invadenza che invece acquisisce nel film. Due sono le motivazioni principali: il primo, che ha spinto a rivedere il finale, è la necessità di scendere a patti col mercato cinematografico, con il riscontro da parte del pubblico che, si sa, non ama molto le conclusioni che si discostano dal lieto fine; il secondo, riguardo la tecnologia ossessiva e invadente, serve da espediente narrativo per accentuare quanto più possibile (come sempre accade nelle trasposizioni cinematografiche di libri, quando il tempo a disposizione è minore) quello che è il tema centrale del film e dell’opera di Dick: sarebbe un mondo migliore quello senza libertà?
La Pre-crimine vuole tutelare la libertà di tutti i cittadini ma, per i mezzi intrinseci del suo operare, parte proprio dal presupposto che la libertà non esiste: il libero arbitrio non conta e non può salvare gli uomini da un destino già scritto che non si può in alcun modo modificare. Una profonda riflessione che dona al film quell’atmosfera da “1984” o “Fahreneit 451”, in cui il controllo del corpo, della mente e, in questo caso, anche del proprio destino, è completamente sottratto agli individui.
I dialoghi restano uno dei punti di forza del film e la fotografia, mantenendosi su dei gelidi (ma al contempo splendidi) colori blu-grigio, contribuisce a trasferire il senso di freddezza che trasmette il futuro ipertecnologico del film.
Degna di nota è l’interpretazione di Tom Cruise, una delle migliori della sua carriera, di Collin Farrell ma anche del “cattivo” Max von Sydow.
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blacky
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domenica 31 ottobre 2010
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sempre i soliti pregiudizi e critiche ridicole
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Il film Minority Report porta il marchio di "ottimo cinema". Non si può discutere sul fatto che questo sia un film realizzato accuratamente. Ho letto di qualcuno che trovava il film eccessivo per le scene di azione. Addirittura qualcuno sdegnato dall'elemento action "alla mission impossible". Si comprende velocemente che questa fetta di pubblico ha guardato del film precisamente 53.00 minuti e poi ha spento, perdendosi così il resto della storia che si evolveva in un genere più vicino al thriller che all'action. Va inoltre fatto notare quanto ignorante sia colui che trova l'action di questo film diretto da (come al solito eccellente) Steven Spielberg simile a quello del film di De Palma, confondendo deplorevolmente gli stili marcatamente diversi dei due grandissimi registi.
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Il film Minority Report porta il marchio di "ottimo cinema". Non si può discutere sul fatto che questo sia un film realizzato accuratamente. Ho letto di qualcuno che trovava il film eccessivo per le scene di azione. Addirittura qualcuno sdegnato dall'elemento action "alla mission impossible". Si comprende velocemente che questa fetta di pubblico ha guardato del film precisamente 53.00 minuti e poi ha spento, perdendosi così il resto della storia che si evolveva in un genere più vicino al thriller che all'action. Va inoltre fatto notare quanto ignorante sia colui che trova l'action di questo film diretto da (come al solito eccellente) Steven Spielberg simile a quello del film di De Palma, confondendo deplorevolmente gli stili marcatamente diversi dei due grandissimi registi. Nelle scene più movimentate di questa pellicola infatti, si può osservare chiaramente che è l'ironia a prevalere durante un qualsiasi momento di patos. Non vi è nulla di esagerato, ogni elemento è ben dosato e il ritmo è ben calibrato. Interpretazioni perfette, grandissimo il Tom Cruise di quel periodo: vincente e carismatico, in grado di trascinarci nelle sue rocambolesche avventure ovunque ci portino. Probabilmente è la fotografia del film ad essere più particolare, infatti consiglio di acquistarlo in blue ray per vederlo così al meglio che si può. E giusto per chiudere: Blade Runner e Minority Report non possono essere accomunati solo perchè tratti da racconti scritti da uno stesso autore, sono due opere cinematografiche ben distinte, al contrario gli scritti di Dick possono essere confrontati perchè entrambi sue creazioni. 3 stelle e 1/2
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aristeo
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sabato 28 settembre 2002
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incamminarsi e perdersi
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Bisogna innanzi tutto chiedersi perchè Spielberg non riesca più a fare film decenti. Dopo l'orrendo A.I. torna alla fantascenza e, sebbene l'idea di partenza non sia male, si lascia andare a l'ovvio e scontato per poi cadere nella banalità. Povero Steven, è invecchiato.
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(di paok)
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[+] il ritorno alla fantascienza?
(di nick distefano)
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gwath
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martedì 19 novembre 2002
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povero philip k. dick!
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Tratto da una trama di tutto rispetto, credo che questo film come è successo in altri nella storia del cinema fin da quando è stato publicizzato, portava dalla sua il peso di una grossa responsabilità quello di riproporre una visione di un mondo simile a Blade Runner. Questo non solo perchè era tratto da un libro P.K.Dick, ma perchè perfino le anticipazioni lo publicizzavano così. Quindi i casi sono due: o chi ha fatto tali anticipazioni non ha mai visto Blade Runner, oppure l'ha visto e non ci ha capito niente. Inutile dire che chi si aspettava una cosa del genere è stato deluso, l'ambientazione futura di Spielberg è lontana anni luce dalla cupa metropoli di Ryddley Scott e non solo per questo, ma anche per il fatto che M.
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Tratto da una trama di tutto rispetto, credo che questo film come è successo in altri nella storia del cinema fin da quando è stato publicizzato, portava dalla sua il peso di una grossa responsabilità quello di riproporre una visione di un mondo simile a Blade Runner. Questo non solo perchè era tratto da un libro P.K.Dick, ma perchè perfino le anticipazioni lo publicizzavano così. Quindi i casi sono due: o chi ha fatto tali anticipazioni non ha mai visto Blade Runner, oppure l'ha visto e non ci ha capito niente. Inutile dire che chi si aspettava una cosa del genere è stato deluso, l'ambientazione futura di Spielberg è lontana anni luce dalla cupa metropoli di Ryddley Scott e non solo per questo, ma anche per il fatto che M.R. è un film d'azione, mentre B.R. no. Dicendo che M.R. è un film d'azione è faccio torto a qualche recensionista, ma io lo dico uguale, perchè definirlo come l'hanno chiamato: noir andrenalinico è veramente una stupidaggine. Stupidaggine sì, ma che certo rende l'idea dello sforzo che Spielberg voleva fare senza però avere successo, perchè nello sforzo di inseguire due conigli se l'è fatti sfuggire tutti e due. Il senso della trama è accennato, l'introspezione dei personaggi è superficiale e cofusa. Non si dà abbastanza spazio all'interiorità del protagonsta che è la chiave di tutta la trama. Sull'azione poi sembra la brutta copia di M.:I.2, tutta la storia non ha capo ne coda, il finale è sbrigativo e non esauriente. Le intenzioni di S. sono certamente intuibili, ma di certo poco realizzabili. Se queste erano le aspettative del regista di certo ha fallito miseramente. Sarebbe stato meglio aderire a un filone solo piuttosto che a due come nel caso di B.R. oppure di Atto di Forza. In ogni caso la trama non era male, anzi, purtroppo è stata rovinata da una direzione scadente (Sono stato buono, perchè se poi parlavo dell'interpretazione degli attori c'era da mettersi le mani nei capelli!).
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[+] ma sei cieco?
(di nick distefano)
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[+] sì ottima analisi..
(di vapor)
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mark
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sabato 26 ottobre 2002
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il solito spielberg
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L'idea è niente male (anche se non originale), le trovate sono davvero buone (la pubblicità interattiva, le auto che guidano da sole...), la trama è discreta fino ad un certo punto poi diventa banale (avevo capito chi era il colpevole già dopo mezz'ora). Il ritmo è ottimo il montaggio poteva essere migliore, buoni gli efx e gli attori. Peccato per la fine che rovina tutto il film. Scontata e scialba non riesce a rendere lo spirito del film. Come al solito Spielberg, per far piacere al pubblico, la infarcisce di melassa e speranza, peccato.
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