Anno | 2002 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Luciano Ligabue |
Attori | Massimo Bellinzoni, Elisabetta Cavallotti, Pierfrancesco Favino, Barbara Lerici, Stefano Pesce Stefania Rivi, Fabrizia Sacchi, Stefano Venturi, Sergio Romano, Samuele Sbrighi, Luciano Ligabue. |
MYmonetro | 3,00 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 31 luglio 2020
Giove, Libero, Biccio e Baygon decidono un giorno di concludere un'esperienza iniziata vent'anni prima. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello,
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CONSIGLIATO SÌ
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Giove, Libero, Biccio e Baygon veleggiano tra i trentacinque e i quaranta e un giorno decidono di concludere un'esperienza iniziata vent'anni prima. Vogliono trascorrere un lungo weekend a Rimini riannodando i fili con le quattro ragazze che avevano conosciuto allora. Una sola non aderisce alla 'rimpatriata' ma viene sostituita dalla giovane Betta, amante di Carmen. Sembrerebbe possibile aver fermato il tempo in una città che è il coacervo delle attese più diverse. Ma forse non è così anche se Giove pretende da tutti un'autovalutazione della loro vita secondo una scala che va da uno a dieci. Libero poi si è impegnato a fondo perché tutti e quattro gli amici avessero il loro momento di gratificazione. Così Giove potrà sentirsi una rockstar, Baygon avrà ben tre donne (pagate) a disposizione e Biccio potrà indossare le vesti sempre sognate di una drag queen. Libero lascerà per sé l'impresa più rischiosa. Perché su lui più che sugli altri pesa come un macigno la memoria della morte del quinto amico che quel giorno (2 agosto 1980, strage alla stazione di Bologna) li doveva raggiungere con il treno.
Aveva dichiarato che, dopo Radiofreccia, non avrebbe girato un altro film. Invece eccolo di nuovo sugli schermi ormai convinto che non si deve «mai dire mai». Perché la voglia di riprendere a fare cinema è tornata ad emergere con lenta ineluttabilità e grazie alla totale complicità di un produttore come Domenico Procacci. Anche (e soprattutto) perché c'era una storia da raccontare: quella di quattro ex ragazzi che vogliono completare un weekend riminese interrotto bruscamente vent'anni prima. Non si tratta, come si potrebbe pensare, di vitellonismo di ritorno. Le ragazze conosciute allora si presentano (non tutte) all'appuntamento. Ma molte cose sono cambiate anche, se c'è chi si dà da fare perché ogni componente del gruppo abbia modo di trovare una gratificazione, anche se tardiva.
C'è l'ombra pesante di una tragedia del passato che ha segnato profondamente le vite di tutti. Con la consapevolezza amara che nella vita continuiamo ad essere valutati (ricordate Eduardo? Gli esami non finiscono mai) a volte senza renderci conto di quanto possa essere importante agire senza dare importanza al voto Da zero a dieci che si potrebbe ricevere. Quello che Ligabue ha guadagnato in questo film in professionalità e approfondimento lo ha forse un po' perso in immediatezza. Il suo film resta però sincero e onesto così come il rapporto con gli attori che hanno dato vita nel film alle sue idee. Sentirlo parlare delle motivazioni del film dà la misura di una rockstar che non si è separata artificialmente dalla realtà. I quattro protagonisti del tuo film si avviano verso i quarant'anni.
Tu che li hai superati come vedi la vita?
È difficile fare dei progetti di vita. Uno dei temi del film è comunque il dover andare avanti facendo a meno di un sogno importante che è quello, che io e molti altri abbiamo avuto, della possibilità all'acceso di un futuro in un mondo più giusto e più equo in cui la tua felicità passi anche attraverso quella degli altri. Diciamo che è molto faticoso, oggi come oggi, pensare di doverne fare a meno. Resta la speranza di poter tornare al Grande Sogno producendo nel frattempo sogni più piccoli che sono quelli che intanto ti fanno andare avanti.
La strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 rappresenta un momento fondamentale della storia che racconti. Che valore ha per te?
Io credo che quella tragedia abbia un'importanza tale che l'ha resa il fatto più grave che il nostro Paese abbia mai vissuto perlomeno per quanto riguarda il numero di vittime. Proprio quel giorno io sono partito da Bologna per Rimini. La casualità, un progetto, il destino (ognuno può usare il termine che preferisce) ha fatto sì che io decidessi di usare l'auto invece che il treno. Altrimenti avrei potuto essere lì anch'io. in questo film non voglio spiegare il perché di quella tragedia, non saprei come fare, ma gli effetti. Ci sono vite che non potranno più essere le stesse come quelle di questi ragazzi costretti a crescere da un giorno all'altro conservando dentro il bisogno di recuperare un po' di adolescenza perduta.
Anche qui, come in Radiofreccia presenti un suicidio. Qual è la tua posizione in materia?
Sono ovviamente per la vita. La mia intenzione è sempre, quando rappresento la morte in un film, quella di mettere lo spettatore di fronte alla riflessione su quanto sia prezioso quello che ha prima di quell'evento e di fargli comprendere quanto, preso dall'emotività, se ne scordi troppo facilmente e troppo velocemente.
Per concludere: dovendo scegliere tra un apprezzamento positivo per il tuo prossimo Cd e uno per Da zero a dieci a quale andrebbe la tua preferenza?
Non posso averli entrambi? Scherzo anche se ovviamente mi piacerebbe molto. Fare un disco e fare un film sono due modi di esprimersi molto diversi e in entrambi metto tutta la passione di un artista che non dimentica mai il pubblico
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Giove, Baygon, Biccio e Libero sono quattro amici di Correggio che decidono di ritornare a Rimini per trascorrere un fine settimana che venti anni prima venne interrotto dall’esplosione di una bomba alla stazione di Bologna. Opera seconda del cantautore Reggiano e seguito ideale del successo di appena quattro anni prima (Radiofreccia) che avrebbe dovuto essere un unicum nel percorso [...] Vai alla recensione »
Alla sua seconda regia Ligabue riprende il filo lasciato da "Radiofreccia", di cui questo film può essere considerato tranquillamente un sequel. Sì perché dopo aver raccontato dei drammi e delle passioni della generazione degli anni 60, questo film si concentra sulla generazione successiva, una generazione in bilico tra vecchio e nuovo, tra vecchi e nuovi valori.
Seguendo il filone delle notti da leoni, da eroi, dei weekend da bombaccioni a stelle e strisce, Ligabue fa un bel film e ci mette tutta l’italianità che può. Quattro amici, tra i trenta ed i quaranta anni, si ritrovano, dopo venti anni a Rimini per completare una vacanza finita improvvisamente venti anni prima, conosciamo la data, 2 agosto 1980, il quinto amico doveva raggiungerli partendo da Bologna, [...] Vai alla recensione »
"da zero a dieci" appartiene al raro filone dei film inguardabili. La vicenda in sè è stracotta: tre amici che tornano "sul luogo del delitto" delle avventure marine giovanili. Quanto poi ti trovi di fronte ad un Pierfrancesco Savino che parla non aprendo la bocca ed in maniera totalmente non intellegibile, ti preoccupi per lui e ti auguri che sia andato presto da [...] Vai alla recensione »
Diciamo subito che Ligabue è meglio come cantante che come regista. Solita storiella di 35enni che fanno la solita rimpatriata dopo 20 anni con tutti gli stereotipi classici previsti da un copione scontato dall'inizio alla fine. Nonostante l'impegno dei protagonisti il film è un guazzabuglio di situazioni e luoghi comuni che più classico non si può, con un finale drammatico che tenta di dare un senso [...] Vai alla recensione »
Liga ci riprova, sempre trattando la storia di 4 amici, di cui uno è il fratello minore di Freccia. Forse questo elemento fa scattare in automatico i confronti con il primo suo film, Radiofreccia, che forse non regge. Comunque la storia è ben raccontata, trattando con dimestichezza (forse anche in modo autobiografico) il tema della paura di crescere alla faditica soglia dei 40 anni.
Ciao a tutti qualcuno di voi sa' il titolo della canzone del film da 0 a 10 nella scena deòòa discoteca? grazie per l'aiuto
Dopo l'exploit di Radiofreccia Ligabue torna dietro la macchina da presa per dirigere una storia delle sue, che per certi versi costituisce il controcanto anagrafico (e geografico) del suo esordio cinematografico. Ancora un film corale, condotto da una voce narrante (quella del personaggio di Giove) che ci racconta sogni, disillusioni e speranze di una generazione, quella tra i trentacinque ed i quarant'ann [...] Vai alla recensione »
Nel buio e dall’alto, la città è una striscia di luci. Affacciata su un mare che non è un mare, su un tempo che è quella miscela di pieno e di vuoto di ogni vacanza, su un labirinto, poco complicato, di discoteche, stanze d’albergo, bar, marciapiedi, spiagge, circuiti automobilistici, musei di un’Italia in miniatura, rave, surf da sabbia. Scenario scintillante e smodato, sintesi architettonica di [...] Vai alla recensione »