cinephilo
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sabato 29 giugno 2024
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superbo
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Voleva essere inizialmente un film sul cibo nelle intenzioni di Wong Kar Wai che poi, da genio sregolato qual è, decide di mutare a riprese in corso nella storia d'amore più cinematica che il mondo abbia mai visto.
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cinephilo
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venerdì 28 giugno 2024
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ode ad un amore non consumato
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"Il passato è qualcosa che non può toccare ma soltanto vedere. E tutto ciò che vede è sfocato e indistinto". La visione di questo film è un'esperienza unica e imperdibile.
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cinephilo
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mercoledì 26 giugno 2024
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ode ad un amore impossibile
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Il film indubbiamente più importante degli ultimi 25 anni. Un film capolavoro innovativo, un film che ridefinisce un genere e che apre nuove porte per tutti i melodrammi d'amore che verranno girati a partire dagli anni successivi. Una fotografia da togliere il fiato, una sceneggiatura da applausi e la regia del maestro Wong Kar Wai che sembra venire da un altro pianeta. CAPOLAVORO
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martedì 18 giugno 2024
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quando un capolavoro ridefinisce genere e stile
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Le parole non dette, l'etica che prevale, un amore destinato a rimanere platonico, due anime che si inseguono senza intercettarsi. La più grande storia almost-love story che il cinema ci abbia mai dato.
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sabato 15 giugno 2024
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opera maestra/masterpiece/capolavoro
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La più bella storia di NON-amore che sia io che il resto del mondo abbiamo mai visto. Finché non lo vedete almeno una volta vi state soltanto facendo del male.
Terzo capolavoro del maestro Kar Wai dopo Hong Kong Express ed Angeli Perduti.
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bryan_finley
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mercoledì 22 marzo 2023
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la magia di wong kar-wai
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Si dice spesso che Wong Kar-wai sia il più europeo dei registi cinesi, e qua lo dimostra in pieno. Prende a piene mani i lavori di Claude Sautet, il maestro francese dei film sentimentali, e ne amplifica i risultati. Wong è più lento, più malinconico e più raffinato per quanto riguarda soprattutto i vestiti dei protagonisti. I suoi lavori sono più fiabeschi rispetto a quelli di Sautet e vanno visti in un'ottica particolare. Bisogna essere pronti a pazientare, ma Wong non delude e regala momenti di cinema indimenticabili. La musica è fondamentale e fa da sfondo ai paesaggi cupi e piovosi che si intersecano alla perfezione allo stato d'animo dei due protagonisti, i due vicini di casa tristi e affranti da un motivo ben preciso.
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Si dice spesso che Wong Kar-wai sia il più europeo dei registi cinesi, e qua lo dimostra in pieno. Prende a piene mani i lavori di Claude Sautet, il maestro francese dei film sentimentali, e ne amplifica i risultati. Wong è più lento, più malinconico e più raffinato per quanto riguarda soprattutto i vestiti dei protagonisti. I suoi lavori sono più fiabeschi rispetto a quelli di Sautet e vanno visti in un'ottica particolare. Bisogna essere pronti a pazientare, ma Wong non delude e regala momenti di cinema indimenticabili. La musica è fondamentale e fa da sfondo ai paesaggi cupi e piovosi che si intersecano alla perfezione allo stato d'animo dei due protagonisti, i due vicini di casa tristi e affranti da un motivo ben preciso. Scoprono che il marito di lei e la moglie di lui sono amanti. Non ne fanno un dramma e cominciano a frequentarsi, in modo elegante e discreto. Wong regala inquadrature splendide e, usando sequenze rallentate, amplifica i movimenti sinuosi delle donne che salgono o scendono le scale. Si ripete spesso una finestra ovale attraverso la quale si nota la moglie del protagonista che parla di nascosto all'amante. Altra astuzia di Wong: i due amanti non vengono mai inquadrati in viso, rimanendo così due figure astratte della storia. L'inquadratura più importante del film: i due protagonisti si interrogano sul futuro e lei ammette di essere incredula per il fatto che lui si sia innamorato di lei. Chow è in primo piano con la signora Chan di fianco, leggermente sfocata e sono entrambi sul lato destro dell'inquadratura. A sinistra un muro, bagnato dalla pioggia, è il terzo protagonista della scena, che esce rafforzata proprio per questo decentramento dell'immagine. Quasi come se i due protagonisti volessero nascondersi di proposito per parlare dei loro problemi sentimentali. E curioso il fatto che il numero 2046, quello della stanza dove si incontrano per sfuggire ai padroni di casa gentili ma invadenti, venga utilizzato da Wong per il titolo del film seguente. Un film che non delude gli amanti del cinema lento e raffinato.
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maramaldo
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martedì 1 giugno 2021
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in the mood
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Nell'accostarmi all'opera somma mi hanno rimproverato di non essermi ricordato nella mia superficialità da dove veniva quel termine (peraltro usato disinvoltamente in un mio commento a La Belle Epoque). E' il famoso, eterno boogie-woogie di Glenn Miller. Wong Kar-wai, che probabilmente lo impose alla circolazione internazionale, lo sapeva data la sua conoscenza della musica occidentale.
Pensavo significasse stato d'animo che crea un'atmosfera o atmosfera che crea uno stato d'animo. Non è esattamente così. Non viene dal nostro "modus" ma da una radice barbarica (senza offesa) che vuol dire mente, assetto della mente, perfino coraggio.
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Nell'accostarmi all'opera somma mi hanno rimproverato di non essermi ricordato nella mia superficialità da dove veniva quel termine (peraltro usato disinvoltamente in un mio commento a La Belle Epoque). E' il famoso, eterno boogie-woogie di Glenn Miller. Wong Kar-wai, che probabilmente lo impose alla circolazione internazionale, lo sapeva data la sua conoscenza della musica occidentale.
Pensavo significasse stato d'animo che crea un'atmosfera o atmosfera che crea uno stato d'animo. Non è esattamente così. Non viene dal nostro "modus" ma da una radice barbarica (senza offesa) che vuol dire mente, assetto della mente, perfino coraggio. Non un software ma un hardware che ha l'inconveniente di essere diverso da individuo a individuo, da lui a lei, da schiatta a schiatta (va bene come termine?)
Pensateci, gente, prima di usare le parole.
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maramaldo
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giovedì 27 maggio 2021
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"l''età della fioritura"
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Sarebbe il titolo in cinese, mi dicono. Per chiarire il nesso con il corrente "In the Mood..." ci vorranno i vent'anni che ci separano dalla terza riproposizione di questo "24° capolavoro di tutti i tempi".
Questione di fondo è come mai il Signor Chow e la Signora Chan non siano diventati amanti a tutti gli effetti. Su questa "impotentia coeundi" avanzo, senza impegno, una congettura. Si tratterebbe di un'incapacità, appunto - che si risolve in una dolente rinuncia - a ricomporre i cocci di un idolo infranto (il "Love"), una riluttanza a percorrere ancora un un sentiero che si pensava portasse alla felicità e che ora, contaminato, viene maledetto.
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Sarebbe il titolo in cinese, mi dicono. Per chiarire il nesso con il corrente "In the Mood..." ci vorranno i vent'anni che ci separano dalla terza riproposizione di questo "24° capolavoro di tutti i tempi".
Questione di fondo è come mai il Signor Chow e la Signora Chan non siano diventati amanti a tutti gli effetti. Su questa "impotentia coeundi" avanzo, senza impegno, una congettura. Si tratterebbe di un'incapacità, appunto - che si risolve in una dolente rinuncia - a ricomporre i cocci di un idolo infranto (il "Love"), una riluttanza a percorrere ancora un un sentiero che si pensava portasse alla felicità e che ora, contaminato, viene maledetto.
Al di là della vicenda, il film vale per la folla di stimoli che ti procura, sensoriali ed intellettuali. E, poi, lasciatemi cadere nel banale, c'è Su Li-Zhen, vibrante oggetto di desiderio. Regala feticismi di alta classe. In un contesto disadorno e povero, elegante, con acconciature sempre a posto, fasciata dal tipico abitino a spacchetti; palline traslucide pendono dai lobi graziosi, babbucce ricamate, i tacchi a spillo imparati dall'Occidente per aumentare l'appeal erotizzante.
Su Chow, invece,si accanisce il destino assieme al solito malumore che anche Wong Kar-Wai nutre per l'Occidente. Capelli impomatati (Grease è vicino), nel caldo umido di Hong Kong sempre in giacca e cravatta, quelle cravatte...Un'occhiata alla redazione del giornale, tipi indaffarati in maniche di camicia, la scimmiottatura di un Washington Post. Fuggevoli, ma ci sono altre perfidie. Compare più di una volta, inutile, un orologio a muro Made in Germany. Pochi segmenti essenziali, per noi un design razionale; per il cinese, senza lo svolazzo di un drago, la rappresentazione elementare e misera di un primitivo.
Racconta di più il fuori tema cambogiano. Dal portello di un aereo sbuca uno spilungone in divisa. Chi sarà, che vorrà, e, soprattutto, che darà? Viene da Parigi. Di lì a poco sbarcherà Pol Pot, sempre da Parigi. Questo ha di buono l'Occidente, non insegna saggezza, in cambio fornisce dottrine all'azione storica che abbisogna di nefandezze.
Parliamo di cinema. Le influenze ci sono. Penso, però, che l'Autore (o gli autori, ci sono più anime) non gradirebbe ammetterlo dato lo spessore della sua sensibilità e la concretezza dei drammi che vive. L'unica lungaggine che si permette è indugiare un po' prima che scorra dall'occhio di Su "una lacrima sul viso". Mi sarei aspettato a questo punto di sentire Bobby Solo. Un guizzo beffardo in quella colonna sonora così canzonatoria, appunto.
Dovendo fare nomi, penserei... ad un Fellini di seconda mano. Chow, stranito, si aggira fra le rovine di Angkor. Ad un certo momento, scorge appollaiato su di un cornicione un ragazzotto bonzo che lo osserva indifferente. Ammantarsi di arancione per poi arrampicarsi su per un rudere può farci avere una visione più chiara del mondo? Chi dà queste lezioni?
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padronfrodo
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sabato 15 maggio 2021
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il ritorno di un capolavoro
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Un capolavoro senza tempo che ritorna sul grande schermo. Il tempo non l'ha invecchiato, ed è pronto per essere scoperto e riscoperto al cinema.
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john doe
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giovedì 4 marzo 2021
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amore e desiderio
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La trama del film “In the Mood for Love” del regista Wong Kar-wai ruota intorno alla storia d’amore non romantica tra il signor Chow e la signora Chang che vivono in due appartamenti comunicanti nella Hong Kong degli anni ’60.
Dopo che i due hanno scoperto il tradimento dei coniugi, i quali non verranno mai mostrati, iniziano a frequentarsi e tra questi nasce una relazione che non giungerà mai a compimento a causa dell’impossibilità di colmare il loro desiderio. Il regista cinese dirige una pellicola sul tema del desiderio sullo sfondo di una Hong Kong fredda e inospitale dove l’ambientazione storica sarà visibile solo nel finale.
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La trama del film “In the Mood for Love” del regista Wong Kar-wai ruota intorno alla storia d’amore non romantica tra il signor Chow e la signora Chang che vivono in due appartamenti comunicanti nella Hong Kong degli anni ’60.
Dopo che i due hanno scoperto il tradimento dei coniugi, i quali non verranno mai mostrati, iniziano a frequentarsi e tra questi nasce una relazione che non giungerà mai a compimento a causa dell’impossibilità di colmare il loro desiderio. Il regista cinese dirige una pellicola sul tema del desiderio sullo sfondo di una Hong Kong fredda e inospitale dove l’ambientazione storica sarà visibile solo nel finale. La messa in scena è espressa mediante una tecnica ineccepibile e la struttura della narrazione è costituita da ogni oggetto della scenografia e da ogni colore della fotografia. I costumi e le scenografie rappresentano le relazioni umane e il tempo che le domina inesorabilmente in un susseguirsi di situazioni ed eventi nei quali si muovono impotenti i personaggi. La storia d’amore tra i due è raccontata dolcemente ed ogni gesto o parola assume importanza nella struttura della pellicola come la stessa simbologia delle mani che in un alternarsi di sfioramenti e allontanamenti rappresenta il desiderio e l’amore inespressi. Attraverso un montaggio ed una regia fluidi e riflessivi viene raccontata una struggente storia d’amore impossibile dove il tempo che domina la vita dei protagonisti è rappresentato attraverso oggetti e colori delle ambientazioni come lo stesso orologio in diversi cambi di scena. Il direttore della fotografia Christopher Doyle costituisce la scena di colori acidi e spesso tonalità di rosso creando inquadrature espressive e simboliche sul tema del desiderio incolmabile, del tempo che scorre, dell’abbandono e delle convenzioni sociali che sopprimono e intrappolano i sentimenti e le passioni. Tutta la narrazione è affiancata dalle note di una colonna sonora malinconica e struggente che o accompagna con leggerezza le scene o si impone prepotentemente come nella sequenza della signora Chang sotto la pioggia che rientra a casa. L’attrazione reciproca non viene mai suggellata totalmente e la loro relazione si spegne dopo una scena straziante dove l’abbandono è il vero protagonista (con la partenza di Chow per Singapore). Tuttavia il desiderio non muore con l’allontanamento e la loro storia ormai passata diviene un peso della memoria insopportabile, da poter sussurrare a qualcosa di inanimato come la fessura di una rovina.
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