alessandra recchia
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domenica 15 maggio 2011
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sublime incontro tra il tempo e l'amore
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Hong Kong, 1962. La signora Chan e il signor Chow, entrambi di Shangai, si trasferiscono in due appartamenti contigui. L’atmosfera è quella di Hong Kong dei primi anni Sessanta, crogiolo di gente in fuga dal comunismo di Mao. La signora Chan, di nome Su Li-zhen (Maggie Cheung), è un’elegante impiegata dalla sensualità innata e malinconica, il signor Chow, di nome Cho Mo-wan (Tony Leung), è un affascinante giornalista. Ben presto Su Li-zhen e Cho Mo-wan si accorgono che i rispettivi coniugi, spesso fuori per lavoro, sono amanti e iniziano a trascorrere del tempo assieme per capire com’è potuto accadere. I loro pensieri, i loro gesti si susseguono giorno dopo giorno, in un tempo che non sembra andare avanti.
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Hong Kong, 1962. La signora Chan e il signor Chow, entrambi di Shangai, si trasferiscono in due appartamenti contigui. L’atmosfera è quella di Hong Kong dei primi anni Sessanta, crogiolo di gente in fuga dal comunismo di Mao. La signora Chan, di nome Su Li-zhen (Maggie Cheung), è un’elegante impiegata dalla sensualità innata e malinconica, il signor Chow, di nome Cho Mo-wan (Tony Leung), è un affascinante giornalista. Ben presto Su Li-zhen e Cho Mo-wan si accorgono che i rispettivi coniugi, spesso fuori per lavoro, sono amanti e iniziano a trascorrere del tempo assieme per capire com’è potuto accadere. I loro pensieri, i loro gesti si susseguono giorno dopo giorno, in un tempo che non sembra andare avanti. La ritualità delle azioni suggerisce l’impossibilità di un cambiamento. La pioggia continua ripetutamente a scorrere sul lampione che illumina i vicoli bagnati, in una dimensione in cui tutto è sospeso. Ci si ritrova in una prigione atemporale. Lo scoramento dei protagonisti è affidato ad immagini fisse, ma mai così intense, da lasciare senza respiro. I dialoghi sono ridotti all’osso e spesso la musica prende il sopravvento, il brano musicale di Michael Galasso si alterna con le canzoni in spagnolo di Nat King Cole (“Ojos verdes”, “Qui sas, qui sas”). Le occasioni mancate sono dipinte da personaggi che non riescono a vivere le emozioni del presente, ossessionati e imprigionati dalle convenzioni sociali. Si è solo nello stato d’animo per l’amore come ricorda il titolo, un amore che però non riesce a prendere forma terrena. Su Li-zhen e Cho Mo-wan s’incontrano, si sfiorano, si osservano, si domandano cosa staranno facendo i propri coniugi e finiscono per amarsi senza mai rivelarselo. I rispettivi compagni sono lasciati nell’ombra, il problema dell’amore non coronato fra i protagonisti non dipende dall’interferenza di tali figure nella loro vita, ma risiede in loro stessi. E’ divina la capacità espressiva di Maggie Cheung, dal volto perfetto e dal corpo incantevole, stretto da meravigliosi cheongsam. Il suo andamento erotico reso incerto da tacchi vertiginosi rivela la sofferenza e la difficoltà della signora Chan di trovare un posto nella società, una società che la intrappola e le impedisce di agire come vorrebbe. Dopo 4 anni, nel 1966, il signor Chow va via in Cambogia e sussurra il suo segreto nella fessura di un tronco di un albero, così come voleva una tradizione del passato quando qualcuno aveva un segreto e non voleva assolutamente che altri lo sapessero. Il signor Chow non riesce a rivelare al mondo la sua passione.
L’amore e il tempo s’incrociano nel sublime settimo film di Wong-Kar-Wai, regista e sceneggiatore di una pellicola che ha stregato pubblico e critica. Il film si è aggiudicato il premio come Miglior Film Straniero ai Premi César 2001 e Miglior Film Internazionale agli European Film Awards del 2000, l’attore Tony Leung ha vinto il premio per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes 2000. Un film cult attraverso il quale l’autore riesce a cogliere ciò che si agita negli interstizi delle vite di due esseri umani, a descrivere le illusioni e le occasioni perdute. Memorabile. Assolutamente da vedere o rivedere. L’autorevole rivista del British Film Institute Sight &Sound ha indicato In the Mood for Love fra i trenta film chiave del primo decennio del XXI secolo.
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viola klimt
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sabato 26 febbraio 2011
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花样的年华。。
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“Fu un momento imbarazzante, lei se ne stava timida a testa bassa per dargli l'occasione di avvicinarsi, ma lui non poteva non ne aveva il coraggio, allora lei si voltò e andò via.”
Ci sono pellicole che ti pervadono l’anima sin dalla prima scena e sai che ogni giudizio obiettivo sarebbe comunque sterile. In the mood for love è stata la mia folgorazione.
Il film narra la storia del signor Chow e della signora Chan; vicini di casa i loro sono inizialmente scorci di vita tra carte da parati fiorite ,vapori e parole, in una Hong Kong degli anni Sessanta più visivamente evocata che fisicamente vissuta,misteriosa, quasi rarefatta.
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“Fu un momento imbarazzante, lei se ne stava timida a testa bassa per dargli l'occasione di avvicinarsi, ma lui non poteva non ne aveva il coraggio, allora lei si voltò e andò via.”
Ci sono pellicole che ti pervadono l’anima sin dalla prima scena e sai che ogni giudizio obiettivo sarebbe comunque sterile. In the mood for love è stata la mia folgorazione.
Il film narra la storia del signor Chow e della signora Chan; vicini di casa i loro sono inizialmente scorci di vita tra carte da parati fiorite ,vapori e parole, in una Hong Kong degli anni Sessanta più visivamente evocata che fisicamente vissuta,misteriosa, quasi rarefatta.
La scoperta della relazione segreta tra i rispettivi coniugi segna l’unione del signor Chow e della signora Chan ma è un’unione che si nutre di candidi sguardi, di cortesia, di compassione. L’eros è intensamente sublimato, scandito da movimenti al rallenty e da un’accattivante selezione musicale( che tra l’altro rende evidente come la musica abbia un ruolo di primo piano nel cinema di Wong Kar Wai).
Wong Kar Wai si spinge dove molti cineasti falliscono: da luce e vita al particolare, al celato dietro la scena, a ciò che potrebbe essere ,che sta per essere ma che non necessariamente sarà. L’amore è il motore inconsapevole di due corpi che si muovono sinuosi sulla scena.
Grazie ad una sorprendente fotografia, i corpi frammentati,espressionistici,scarni,”fermati” in gesti solo apparentemente ruvidi e freddi portano alla memoria quadri di Egon Schiele o Andrè Derain.
Gli attori, Tony Leung e Maggie Cheung, danno (con rara grazia) volto corpo e anima a personaggi inizialmente vuoti,destrutturati, incompleti.
Il finale è meraviglioso e suggella il passaggio da un spazio angusto ed oscuro ad una dimensione naturale,sacra. Il segreto racchiuso nel tronco di un albero come chiave di lettura dell'opera e metafora dell’esistenza, l’essenza di noi stessi nascosta per disprezzo o conservata per dedizione. Il film è perfetto.
Da amare..
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carlo's dè
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giovedì 24 febbraio 2011
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l'amore come non lo si era mai visto raccontare
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una perla del cinema un film di rara bellezza ed eleganza
una poesia fatasi film
un film d'amore come non lo si era mai visto raccontare.
Trama veloce ed essenziale: Hong Kong anni 60. Un'uomo (Chow giornalista) e una donna (Su Li-Zhen bella ed elegante segretaria) entrambi sposati da perfetti sconosciuti si ritrovano a vivere nelo stesso palazzo. Si conoscono e finiscono per frequentantarsi, dopo poco scoprono che i rispettivi partners sono amanti....
Chow e Su Li-zen finiranno per amarsi platonicamente schiacciati dai pregiudizi della gente (perchè sposati) e dal poco coraggio di lei nel lasciare il marito saranno destinati a non potersi unire mai.
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una perla del cinema un film di rara bellezza ed eleganza
una poesia fatasi film
un film d'amore come non lo si era mai visto raccontare.
Trama veloce ed essenziale: Hong Kong anni 60. Un'uomo (Chow giornalista) e una donna (Su Li-Zhen bella ed elegante segretaria) entrambi sposati da perfetti sconosciuti si ritrovano a vivere nelo stesso palazzo. Si conoscono e finiscono per frequentantarsi, dopo poco scoprono che i rispettivi partners sono amanti....
Chow e Su Li-zen finiranno per amarsi platonicamente schiacciati dai pregiudizi della gente (perchè sposati) e dal poco coraggio di lei nel lasciare il marito saranno destinati a non potersi unire mai...
Da una trama "così solita" ti aspetti un film qualunque,invece metti gli occhi su una sequenza d'immagini di sguardi e di tocchi che danzano a passo di violino immersi in un'aura malinconica e romantica intensa ed emotiva.
Regia eccezzionale di Wong Kar Wai , Fotografia da 10, Colonna sonora semplicemete divina.
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luca scialò
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martedì 9 novembre 2010
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romanticismo come risposta al tradimento
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In un palazzo popolare di una Hong Kong d'inizio anni '60, i coniugi Chow e i coniugi Chan prendono casa in due appartamenti contigui. Trovandosi sempre soli in casa e per lo spazio limitato in cui vivono, il signor Chow e la signora Chan finiscono inevitabilmente per incrociarsi e conoscersi. Chiacchierando si accorgono di alcune coincidenze che riguardano i loro rispettivi coniugi, scoprendo che sono amanti. Ma loro non reagiranno a questa spiacevole scoperta con la stessa moneta, bensì con una delicata frequentazione basata sul rispetto reciproco e su un senso di colpa che in fondo non meritano, ma che incombe comunque sulle loro coscienze.
Commedia delicata, essenziale, con pochi dialoghi, basata principalmente su tempi lunghi fatti di silenziosi "non detto".
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In un palazzo popolare di una Hong Kong d'inizio anni '60, i coniugi Chow e i coniugi Chan prendono casa in due appartamenti contigui. Trovandosi sempre soli in casa e per lo spazio limitato in cui vivono, il signor Chow e la signora Chan finiscono inevitabilmente per incrociarsi e conoscersi. Chiacchierando si accorgono di alcune coincidenze che riguardano i loro rispettivi coniugi, scoprendo che sono amanti. Ma loro non reagiranno a questa spiacevole scoperta con la stessa moneta, bensì con una delicata frequentazione basata sul rispetto reciproco e su un senso di colpa che in fondo non meritano, ma che incombe comunque sulle loro coscienze.
Commedia delicata, essenziale, con pochi dialoghi, basata principalmente su tempi lunghi fatti di silenziosi "non detto". La storia è geniale, intrigante, ma forse non adeguatamente raccontata. II film racconta tutto nella prima mezz'ora, arrivando subito al punto più interessante: ovvero che i loro coniugi si frequentano. Poi si trascina lentamente per un'ora fino al finale. Forse un capolavoro mancato.
L'aspetto più interessante è forse la colonna sonora.
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framenne
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lunedì 18 ottobre 2010
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la musica che funge da macchina da presa
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La musica e' il filo conduttore di tutto il film,che si muove tra due persone che vivono una passione platonica nata in modo sottile. Forse non si puo' nemmeno parlare di passione vera, in quanto i due protagonisti sono legati dalla consapevolezza di essere le persone tradite da entrambi i loro coniugi. Gli elementi eslilaranti sono la musica e gli spazi chiusi,claustrofobici, che rappresentano l'anima dei due protagonisti.
Peccato per il doppiaggio italiano, il film in versione originale rende davvero molto di piu'.
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paola di giuseppe
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giovedì 24 giugno 2010
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ricordare è meglio che vivere?
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Nella Hong Kong cinese degli anni sessanta,austera,nessun segno di opulenza ma molti presagi sotterranei di future tensioni politiche,Chow lavora in un giornale e Li-Zhen in un'agenzia di trasporti.
La carenza di alloggi costringe a convivere in pochi metri quadri, e,con consorti al seguito, traslocano nello stesso giorno in due monolocali della esuberante signora Suen,che gioca sempre a Majong, cucina tanto,è sempre allegra e vorrebbe tutti alla sua tavola.
Lo spazio è così angusto che la fotografia di Christopher Doyle si muove con circospezione lungo il corridoio su cui si affacciano le stanze o sulla scalinata che Li-Zhen e Chow salgono e scendono di continuo,lei con la cena di ravioli al vapore (il marito la lascia spesso a lungo per viaggi d’affari),lui col giornale(la moglie, pressochè invisibile,ha strani orari in ufficio,qualcuno l’ha vista in compagnia di un uomo, giorni prima) e s’incontrano con brevi sguardi,un saluto appena sussurrato,un sorriso di circostanza.
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Nella Hong Kong cinese degli anni sessanta,austera,nessun segno di opulenza ma molti presagi sotterranei di future tensioni politiche,Chow lavora in un giornale e Li-Zhen in un'agenzia di trasporti.
La carenza di alloggi costringe a convivere in pochi metri quadri, e,con consorti al seguito, traslocano nello stesso giorno in due monolocali della esuberante signora Suen,che gioca sempre a Majong, cucina tanto,è sempre allegra e vorrebbe tutti alla sua tavola.
Lo spazio è così angusto che la fotografia di Christopher Doyle si muove con circospezione lungo il corridoio su cui si affacciano le stanze o sulla scalinata che Li-Zhen e Chow salgono e scendono di continuo,lei con la cena di ravioli al vapore (il marito la lascia spesso a lungo per viaggi d’affari),lui col giornale(la moglie, pressochè invisibile,ha strani orari in ufficio,qualcuno l’ha vista in compagnia di un uomo, giorni prima) e s’incontrano con brevi sguardi,un saluto appena sussurrato,un sorriso di circostanza.
Marito e moglie sono ombre sullo sfondo,a volte voci fuori campo,vivono essenzialmente come motore della vicenda nella mente dei due che scoprono,quasi contemporaneamente,la loro relazione.
Assenze prolungate,coincidenze, una cravatta, una borsa, regali rivelatori.
Spazi claustrofobici ora li stringono sempre più,il corridoio ingombro della coabitazione di giorno,tunnel di ombre la sera,stanze che la macchina riprende di scorcio dall’esterno o da angolazioni improbabili all’interno, sedili posteriori di taxi che li riportano a casa quando cominciano a frequentarsi parlando del problema comune, o, più che parlarne,vivere insieme l’esperienza di un’esclusione che fa della loro vita un grumo di solitudine e di silenzio.
La loro vicinanza diventa nei giorni uno strano legame,forse amore,ma sospeso,fatto di intermittenze,di non detto.
Brevi incontri,una cena insieme al pub,le posate che tagliano svogliate la carne,grandi piogge che li bagnano su strade dove pare esistano solo loro,soste alla luce fioca dei lampioni,telefono che squilla in ufficio,e a volte si sceglie di non rispondere.
La loro non-storia nasce così,non vissuta (quel “Noi non saremo mai come loro” è troppo saldo,orgoglioso,non dà spazio alle ragioni del cuore) il ralenti ferma il tempo,lo prolunga,la sceneggiatura è ellittica,la recitazione di Maggie Cheung e Tony Leung è stilizzata,essenziale,di gestualità elegante e sinuosa,come i loro corpi levigati e le volute azzurrine del fumo di sigaretta,come i colorati,floreali cheongsam di Li-Zen,che fasciano morbidamente il suo corpo sottile di giunco e la capigliatura lucida,compatta di Chow,il suo sorriso gentile.
Il tema sonoro,l’indimenticabile "Yumeji's theme" di Shigeru Umebayashi,il tema del sogno, riempie di sé il film, tiene sospesi fino all’ultimo titolo di coda,insieme agli interventi di Michael Galasso e alle strepitose oldies di Nat King Cole,fatte malinconia leggera e sensualità latina.
Lui si trasferirà a Singapore,lei si rifarà una vita con un figlio.Gli anni trascorrono,il tempo fa del passato come un vetro polveroso da cui guardare figure sbiadite.
“Se hai un segreto veramente importante, confidalo alla fessura di un albero secolare, che lo conserverà per sempre”
Tra le rovine dei templi di Angkor Wat, in Cambogia,Chow confiderà il suo segreto,l'amore per quella donna,ad un foro scavato nella parete del tempio.
Forse anche lei lo amava, forse l’amore malato che nasce dalle ferite non può vivere,o, forse, ricordare è meglio che vivere.
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paride86
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sabato 3 aprile 2010
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molto bello
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Un storia d'amore intensa e drammatica, eppure lieve e sofisticata allo stesso tempo.
Kar Wai con questo film si conferma come uno dei registi più interessanti della sua generazione, non tanto per i temi, ma per il modo in cui li propone allo spettatore.
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anark-krana
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martedì 19 gennaio 2010
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ed il naufragar mi è dolce in questo ... film!
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Grande prova questa del regista di Hong Kong: una segretaria ed un giornalista sono vicini di casa e vivono una vita parallela; sempre impegnati con il proprio lavoro con cui tentano di colmate il vuoto affettivo lasciato dai propri coniugi che per motivi professionali trascorrono gran parte della propria vita lontano da casa. Ma anche il loro destino sembra avere molto in comune: essi infatti scoprono che i loro coniugi sono amanti.
Tale sventura li rende solidali, amici e finisce con il farli innamorare: il loro amore non sarà mai vissuto con serenità e sulla passione prevarrà il tormento per il senso di inadeguatezza lasciato in loro dall’abbandono dei coniugi, per la paura di essere disonorati dal loro affetto extraconiugale; tale tormento finirà con l’allontanarli per sempre.
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Grande prova questa del regista di Hong Kong: una segretaria ed un giornalista sono vicini di casa e vivono una vita parallela; sempre impegnati con il proprio lavoro con cui tentano di colmate il vuoto affettivo lasciato dai propri coniugi che per motivi professionali trascorrono gran parte della propria vita lontano da casa. Ma anche il loro destino sembra avere molto in comune: essi infatti scoprono che i loro coniugi sono amanti.
Tale sventura li rende solidali, amici e finisce con il farli innamorare: il loro amore non sarà mai vissuto con serenità e sulla passione prevarrà il tormento per il senso di inadeguatezza lasciato in loro dall’abbandono dei coniugi, per la paura di essere disonorati dal loro affetto extraconiugale; tale tormento finirà con l’allontanarli per sempre.
Se la sceneggiatura è emotivamente coinvolgente e mai banale, a rendere grandioso tale film è tutto quanto concerne l’arte cinematografica: regia, fotografia, costumi, musica.
Qui viene riproposto quanto di grande c’è nella Finestra sul cortile: meno di dieci attori, comparse comprese in tutto il film, quattro o cinque ambientazioni, pochissime inquadrature, sempre gli stessi costumi, dove il procedere temporale è scandito dal cambio di colore degli abiti, personaggi chiave nella storia di cui non si vede mai il volto (in questo caso i coniugi dei protagonisti); in più una dinamica che lascia senza fiato con scene che si susseguono a ritmi vertiginosi e poi improvvisi rallentamenti, una fotografia impeccabile, cupa, fumosa, un uso maniacale dello sfocato e dei piani d’azione, una musica sempre coinvolgente (con colonna originale e vecchie canzoni di Nat King Cole) e per finire una performance degli attori di altissimo coinvolgimento emotivo.
Non manca niente per poter esprimere il seguente giudizio: eccellente!!!
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luc66
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venerdì 9 gennaio 2009
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passo a due
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passo a due....lento...estetizzante....accompagnato da una musica che batte un tempo cadenzato e sempre uguale. I colori forti e le forme ricercate danno vita sullo schermo ad immagini stilizzate e rarefatte sullo sfondo del quale i due personaggi si incontrano e si allontanano (al limite dell'esasperazione) nella danza di gesti e di emozioni dell'innamoramento.
E tutto ciò che li circonda (anche il fumo di una sigaretta) assiste e partecipa silenziosamente a questo fluire di sensazioni intense, mai pienamente espresse
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enzo2570
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domenica 7 settembre 2008
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bello ma soporifero
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Film da vedere in condizioni di forma ottimale, se siete stanchi o avete sonno lasciate perdere, per il resto il film resta un grande capolavoro estetico ma non succede nulla!!!
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