Notting Hill |
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Un film di Roger Michell.
Con Julia Roberts, Hugh Grant, Rhys Ifans, Emma Chambers, Hugh Bonneville, Emily Mortimer.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 124 min.
- Gran Bretagna 1999.
MYMONETRO
Notting Hill
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Irene Bignardi
La Repubblica
Notting Hill, la commedia romantica di Roger Michell che ha riportato Hugh Grant al perdono delle folle cinematografiche e ha fatto lievitare i prezzi degli affitti del quartiere londinese attorno a Portobello Road, appartiene, assieme, alla famiglia dei film sulle apparentemente insuperabili differenze di status - Da Vacanze romane al Principe e la ballerina a Pretty Woman - e a un genere non codificato, che chiameremo del "desiderio" o dei "sogni proibiti". Perché appartiene al mondo dei sogni condivisibili da tutti che una superstar in cerca di un momento di pace s'infili senza scorta e senza paparazzi in una libreria di quartiere e che il proprietario di quella libreria - l'uomo qualunque in cui tutti ci possiamo identificare, uomini e donne - sia proprio carino come noi vorremmo essere (e come in fondo pensiamo di essere), che il banale incidente di un succo di frutta galeotto rovesciato sull'elegante e minimalista tenutina della bella signora crei l'occasione ("come mi spiace, venga a ripulirsi a casa mia") per un attimo via dalla pazza folla di Portobello e di Ladbroke Grove e quindi metta le basi per quello che ora si chiama "feeling" (e un tempo attrazione). Squadra che vince non si cambia e la squadra di scrittore e produttore costituita da Richard Curtis e Duncan Kenworth, all'origine del successo di Quattro matrimoni e un funerale, ripropone Londra, gli amori che sembrano difficili, il ritegno e l'indolenza della middle class britannica, il gioco dei contrasti e delle coincidenze tra America e Inghilterra, con una versione aggiornata e in rosa dei temi di Henry James (citato dal nostro libraio innamorato). L'innocente americana all'estero - questa volta però tra altri innocenti - è la superstar Anna Scott, a Londra per presentare il suo ultimo film, così simile nei suoi comportamenti a quel poco che la stampa sa e vede di Julia Roberts da creare un imbarazzante cortocircuito d'identità fra l'attrice e il personaggio: bella, sorridente, riservata, appena misteriosa. Lui, che se la vede piovere nella pigrizia un po' cialtrona della sua vita e della sua libreria, è Hugh Grant, che non ha mai smesso dai tempi di Quattro matrimoni di fare le stesse smorfiette da bel ragazzo troppo corteggiato. Che ci faccia la superstar Anna a spasso per Notting Hill, così lontana dal lussuoso hotel del West End dov'è ospitata, è un'altra questione. Poco importa. Il sogno è carino, patinato, spiritoso: la diva s'innamora, lui pure, gli amici - un gruppo che piacerebbe alla Brétecher dei Frustrati - restano a bocca aperta, la commedia degli equivoci è divertente (ogni giornalista di cinema si ritroverà con imbarazzo nella scena delle interviste a catena), i paparazzi fanno le loro paparazzate, il fidanzato americano di lei (William Baldwin), che ha la cattiva idea di fare un'improvvisata e scambia Hugh Grant per un cameriere, è giustamente arrogante - e su tutto aleggia uno humour gentile e controllato. Non c'è nulla che resti, nulla che graffi, nulla che turbi o disturbi - come capitava nelle omologhe commedie quasi rosa di un tempo. E c'è perfino un lieto fine in stile fiabesco: non tanto per l'ambiente - un incantato parco londinese - ma perché in quel parco ci sono Lui e Lei felicemente (e provvisoriamente per sempre...) insieme. Un segno di femminilità e di amore, si sa, è trasferirsi dove Lui vive (e sancire coi fatti che Notting Hill è meglio di Beverly Hills). D'altra parte, in America una libreria come quella di Hugh Grant finirebbe divorata dai colossi della distribuzione, e lo porterebbe in un altro film, accanto a Meg Ryan...
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